Le ultime sulla RWC 2007 – Varie news dal mondo

Brian Habana è stato eletto miglior giocatore del mondo per il 2007 – Novità in panchina per Francia, Inghilterra, Sudafrica, Nuova Zelanda e Australia – L’arbitro Barnes ha sbagliato – RWC 2007, un successo o un problema? – Umaga: gli AB devono cambiare mentalità – Dalla IRB nuove regole per il rugby – Prossime partite Springboks – A rugby si vince con i piedi?

Brian Habana

VARIE NEWS DI RUGBY INTERNAZIONALE TRATTE DAI GIORNALI IN GIRO PER IL MONDO

Dall’Equipe (Francia):
Brian Habana è stato eletto miglior giocatore del mondo per il 2007. Nella sua scelta hanno pesato le 8 mete realizzate la mondiale vinto dal Sudafrica e il suo contributo alla vittoria del Blue Bulls nel Super14. Si è piazzato davanti al francese  Yannick Jauzion, agli argentini Juan Martin Hernandez e Felipe Contepomi e al neozelandese Richie McCaw. I precedenti vincitori: 2006 Richie Mc Caw, 2005 Dan Carter, 2004 Schalk Burger.

Dall’Equipe (Francia):
Le vecchie glorie francesi Marc Lièvremont e Emile Ntamack potrebbero essere scelti per succedere a Bernard Laporte alla guida della nazionale francese. I due collaborerebbero con un supervisore, probabilmente Jean-Claude Skrela. Anche Jo Maso potrebbe essere sostituito nel ruolo di manager: al suo posto viene accreditato Philippe Sella.

Dall’Equipe (Francia):
Rob Andrew, dirigente generale dell’Inghilterra, ha affermato che il futuro del team nazionale verrà deciso nelle prossime settimane. Non ha escluso una riconferma alla guida della squadra di Brian Ashton, il quale ha fatto sapere che gradirebbe proseguire nella sua avventura: "Sono onorato di appartenere a questo team, che ha ottenuto risultati assolutamente insperati”.


Dal Daily Telegraph (Australia):
Secondo due leggende del rugby kiwi il candidato alla panchina degli All Blacks Ewen McKenzie e l’ex capitano Sean Fitzpatrick – l’esplosione di interessi, anche economici, attorno alla Coppa del Mondo potrebbe portare più conseguenze negative che benefici. Sia McKenzie sia Fitzpatrick, infatti, ritengono che concentrare l’attenzione sull’evento mondiale, che avviene ogni 4 anni, svuota di attese i tradizionali confronti internazionali, quali le tournè e i test match, e a lungo andare potrebbe addirittura sbiadire l’impegno delle nazionali nei due appuntamenti annuali più importanti: il 6 Nazioni e il Trinations.

Dal Daily Telegraph (Australia):
L’International Rugby Board ha ammesso che l’arbitro inglese  Wayne Barnes ha commesso tre gravi errori durante la partita Francia-Nuova Zelanda, valida per l’accesso alle semifinali della Coppa del Mondo 2007. In particolare non ha visto il passaggio in avanti che ha viziato la seconda meta francese. Barnes era stato criticato dai dirigenti All Blacks ed aveva addirittura ricevuto minacce anonime. Il responsabile degli arbitri Paddy O’Brien ha comunque sottolineato che non si può addebitare a Barnes la sconfitta neozelandese, maturata per una concomitanza di eventi.

Dal Daily Telegraph (Australia):
Le grandi manovre per scegliere il successore di John Connolly sulla panchina dei Wallabies proseguono. Rimangono misteriosi gli esiti dell’incontro con l’ex All Blacks Robbie Deans; nel frattempo ai candidati della prima ora (Ewen McKenzie, Laurie Fisher, John Muggleton, Scott Johnson, David Nucifora) si sono aggiunti l’ex coach australiano Alan Jones, l’attuale consulente sudafricano Eddie Jones e l’allenatore uscente degli Springboks Jake White. Una decisione ufficiale si avrà entro la fine di novembre.

Dall’ABC News (Australia):
"Gli All Blacks devono cambiare approccio e mentalità, se vogliono vincere la Coppa". Chi lo dice è Tana Umaga, ex capitano dei Tuttineri. Secondo Umaga, lo stile di gioco tanto caro ai neozelandesi è spettacolare e piace alla gente ma non porta risultati in competizioni concentrate e all’ultimo respiro come un mondiale. L’esempio viene proprio dall’Inghilterra, che gioca un rugby conservativo, con pochi rischi e pochi errori, assai redditizio nel confronto con formazioni più forti e più propense a giocare aperto. "Il punteggio e non lo stile conta alla fine della partita", ha concluso Umaga.

Dall’Evening Post (Nuova Zelanda):
Il presidente del’Irb Syd Millar ha annunciato nuove regole per il rugby dell’immediato futuro. Le tattiche difensive che hanno caratterizzato l’ultima Coppa del Mondo rischiano di allontanare la gente del rugby, quindi occorre introdurre dei correttivi per incentivare il gioco alla mano. La prima modifica ai regolamenti riguarderà le ruck e le maul, all’interno delle quali sarà possibile usare le mani, per sveltire l’uscita del pallone e favorire l’apertura del gioco.

Dall’Evening Post (Nuova Zelanda):
Gli Springboks, freschi campioni del mondo, sono attesi da una vera e propria passerella d’onore tra poco più di un mese. Il 24 novembre incontreranno il Galles a Cardiff e il 1 dicembre giocheranno contro la selezione dei Barbarians a Twickenham. Saranno queste probabilmente le ultime partite di Jake White alla guida dei sudafricani: il suo contratto scade il 31 dicembre.

Da La StampaQuando il Rugby si vince con i piedi
Si gioca con le mani, si vince con i piedi. È il rugby, ragazzi. Almeno il rugby come è uscito illustrato dai Mondiali appena terminati in Francia. In finale, tanto per dire, non è stata segnata nessuna meta, ma l’Inghilterra ha colpito col piede 48 volte, il Sud Africa 44. Fanno 92 calci, più di uno a minuto. Sono stati i grandi pedatori, insomma, a tracciare la storia del torneo (…)  Ma, come scrivono i filologi del «Midi Olimpique», la rivista-bibbia francese, «è sbagliato considerare il gioco al piede un parente povero del gioco alla mano». Anche perché alle origini, nonostante la leggendaria e fondante volata di William Web Ellis, l’uomo di poca pazienza che nel 1823 separò football e rugby prendendo in mano la palla e appoggiandola dietro la linea – erano i calci che contavano. La meta si chiama ancora oggi «try» in inglese e «essay» in francese perché segnare con le mani non dava punti, ma solo la possibilità di «tentare» un calcio. Poi si è passati a un punto, a 3 come per drop e punizioni, a 4 e, solo dal 1992, a 5. L’obiettivo era incoraggiare un rugby più aperto, spettacolare. Ha funzionato, ma solo in parte. Recentemente John Kirwan, l’ex All Blacks ed ex ct azzurro oggi seduto sulla panca del Giappone, dopo aver visto la Coppa presa a pedate, ha proposto la soluzione inversa: «diamo solo un punto per i calci». Difficilmente lo accontenteranno…

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