(Dedicato all’amica Arianna, che mi ha dato l’ispirazione per questa biografia)
Soprannominato "Hollywood" in quanto bello come un divo del cinema, Phil de Glanville potrebbe apparire ai profani come uno di quei ragazzi bellocci, alla Beckham tanto per intenderci, che danno troppo spazio alla propria immagine e al successo con le donne e poi, quando il gioco si fa duro, non li si trova da nessuna parte. Phil, invece, non era niente di tutto questo. Egli è stato soprattutto un centro molto forte, che si è guadagnato la fama di giocatore onesto per il quale la sostanza è sempre venuta prima dello stile.
Pur essendo un eccellente rifinitore, il suo punto di forza principale è stato il placcaggio: si può ben dire infatti che egli ha sempre cercato lo scontro fisico con l’avversario e non ha mai avuto paura di “rovinare” il suo look hollywodiano, anteponendo ad esso il bene della propria squadra.
Laureato di Oxford, Phil è stato anche uno dei giocatori di rugby più pazienti, avendo trascorso la maggior parte della sua carriera in panchina a causa della posizione dominante di Will Carling e del compagno di squadra del Bath Jeremy Guscott.
Philip Ranulph de Glanville è nato giovedì 1 ottobre 1968 a Loughborough, nel Leicestershire. Ha giocato per la squadra della Durham University durante i suoi studi di economia, quindi, iscrittosi a Oxford, ha fatto parte della squadra d’élite e poi della nazionale under-21.
Nel 1990 si è accasato al Bath, squadra con la quale ha disputato 9 stagioni, vincendo 5 campionati e 4 coppe anglo-gallesi.
Phil ha debuttato in nazionale con un altisonante 33 a 16 contro il Sudafrica, il 14 novembre 1992. L’anno successivo ha fatto il suo esordio anche nel Cinque Nazioni, quando è entrato in campo per una sostituzione durante la gara contro il Galles a Cardiff. Purtroppo, la partita sarà per sempre ricordata per l’errore di Rory Underwood che ha consentito a Ieuan Evans di marcare la meta con la quale i dragoni hanno vinto 10 a 9.
Pochi mesi più tardi, grazie ad un infortunio di Guscott, Phil ha giocato per la prima volta un match contro la Nuova Zelanda. Per essere precisi, un mese prima di quella gara il centro aveva già incontrato gli All Blacks, vestendo però la maglia degli England South West. La partita era stata persa 19 a 15 e Phil aveva contratto un serio incidente agli occhi. Quel 27 novembre invece, alla fine degli 80 minuti, è stato lui a brindare alla vittoria, in quanto i bianchi hanno sconfitto i neri 15 a 9. Questo si è rivelato essere il primo di otto successi consecutivi, con Phil sempre in campo, in quanto Guscott era fermo ai box a lottare con un infortunio all’inguine.
Nonostante avesse perso il posto in squadra, dopo che Guscott ebbe recuperato, Phil ha giocato tre partite della Coppa del Mondo 1995, di cui due partendo dalla panchina.
In autunno ha segnato la sua prima meta durante un match contro il Sudafrica, anche se i campioni del mondo hanno poi vinto 24 a 14.
Hollywood ha fatto solo due apparizioni nel Cinque Nazioni 1996, entrambe come sostituto. Quell’anno l’Inghilterra si è riconfermata al primo posto, nonostante la sconfitta iniziale con la Francia per 12 a 15.
Come capitano del Bath invece, ha guidato il suo club alla vittoria sia del campionato, la quinta, sia della coppa anglo-gallese, la quarta.
La fortuna ha iniziato a sorridergli, nel momento in cui ha battuto la concorrenza di gente come Johnson, Rodber, Leonard e Dallaglio per ottenere la fascia di capitano, al posto del dimissionario Will Carling. La sua prima partita da skipper è stata la vittoria per 54 a 21 con l’Italia, il 23 novembre del 1996 a Twickenham, alla quale ne sono seguite altre otto nel corso dell’anno seguente. Al fine di accogliere il nuovo capitano però, l’allenatore Jack Rowell è stato costretto a rompere la tanto decantata coppia Carling-Guscott, una mossa che gli ha fatto piovere addosso non poche critiche.
Phil è stato un capitano rispettato durante il suo mandato, ma ha avuto la sfortuna di perdere l’ormai sicuro Grande Slam del 1997, a causa della disastrosa sconfitta di Twickenham contro la Francia per 23 a 20.
Nonostante la grande delusione il XV della Rosa ha avuto la consolazione di vincere la Triple Crown con record di punti, e Phil quella di avere segnato mete sia contro la Scozia sia con il Galles.
Quando Clive Woodward è diventato il nuovo allenatore della nazionale nel corso dell’anno, la fascia di capitano è finita al braccio di Lawrence Dallaglio, ma de Glanville è rimasto comunque un importante membro della squadra, anche se è stato utilizzato più come un sostituto di lusso che nel XV di partenza.
Nel Cinque Nazioni 1998 ha fatto tre apparizioni entrando dalla panchina, ma è stato uno dei più grandi nomi dell’Inghilterra durante il tour nell’emisfero sud in estate.
Con il Bath, invece, ha vinto la Heineken Cup.
Phil è stato poi costretto a perdere il Cinque Nazioni 1999 a causa di un infortunio, ma è rientrato in campo in tempo per la Coppa del Mondo, durante la quale ha giocato in quattro partite e segnato due mete, una contro l’Italia (67 a 7) e la seconda contro la Nuova Zelanda (16 a 30)
La sua ultima apparizione è stata la sconfitta per 44 a 21 nei quarti di finale contro il Sudafrica, il 24 ottobre a Parigi, una gara in cui l’Inghilterra ha subito 5 drop da Janni De Beer.
In totale, con la nazionale Phil de Glanville ha realizzato 38 caps, segnando 8 mete
Una volta ritiratosi, Phil si è nuovamente iscritto all’università di Durham e si è laureato in medicina e chirurgia, specialità angiologia.
Oggi è membro del comitato sud-occidentale di Sport England, l’organismo che promuove l’attività sportiva in Inghilterra.
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