Nato il 26 febbraio 1958 a Hannover, nell’allora Germania Ovest, da una famiglia inglese, Paul John Ackford è arrivato tardi sui campi del rugby internazionale.
A dire il vero, a 21 anni il seconda linea era già titolare dell’Inghilterra B, ma per quasi 10 anni è sempre rimasto relegato nel rugby di serie inferiore, fino a quando, nel 1988, è approdato agli Harlequins.
Il 5 novembre di quell’anno, dopo un match disputato per la London Division contro l’Australia, Ackford è stato selezionato per la nazionale inglese, per giocare sempre contro i Wallabies a Twickenham, all’età di 30 anni.
La gara, terminata 28 a 19 per i bianchi, è stata quella che ha segnato l’inizio dell’era di Will Carling e della dominazione inglese nel rugby dell’emisfero settentrionale.
L’esplosione di quel team, e di Carling, che all’epoca aveva solo 22 anni, è stato in gran parte dovuta a vecchi saggi quali Wade Dooley e lo stesso Ackford, entrambi poliziotti, che hanno costituito una formidabile seconda linea.
Il successo avuto in quella prima stagione con l’Inghilterra, ha fatto sì che Paul guadagnasse un posto per la tournée australiana dei British Lions, nel 1989, dove la sua forza in touche e la potenza in mischia chiusa gli hanno fatto trovare posto in tutte e tre le prove contro gli Aussies.
I Lions hanno perso la prima partita 30 a 12, ma nelle due restanti Ackford si è ritrovato spalla a spalla con il vecchio partner Dooley, e questo ha decisamente aiutato i britannici ad imporre la loro notevole presenza fisica sui Wallabies, in match passati alla storia per i feroci scambi fra gli avanti.
In questo modo i rossi hanno vinto la gara di Brisbane 19 a 12, e quella di Sidney 19 a 18, portando a casa la serie per 2 a 1.
Nel 1990, durante una gara a Twickenham contro l’Argentina (51 a 0), il seconda linea è stato messo al tappeto dal diciottenne pilone dei pumas Federico Mendez. Questo è ancora oggi ricordato nel mondo del rugby come uno dei più spettacolari knock-out mai visti in una gara internazionale. Ackford è uscito dal campo con un ginocchio infortunato; in seguito ha però ammesso che il pack inglese non è stato interamente esente da colpe.
Nel 1991, Paul ha dato un grosso contributo agli Harlequins per trionfare nella Coppa Anglo-Gallese, ma, soprattutto, alla propria nazionale per vincere il Grande Slam dopo 11 anni.
Durante quel campionato, il suo temperamento è stato essenziale, in particolare nella partita con la Francia, dove ha rubato numerose palle in touche, garantendo così uno scarso rifornimento ai pericolosi trequarti francesi. Per la cronaca, il XV della Rosa ha vinto l’incontro 21 a 19.
Il seconda linea ha quindi annunciato il suo ritiro dalle scene dopo la Coppa del Mondo del 1991, un torneo che la squadra inglese avrebbe anche potuto vincere se non avesse cambiato la tattica di gioco, orientata con gli avanti, proprio durante la finale di Twickenham contro l’Australia di Campese.
Quella gara, disputata il 2 novembre e persa 12 a 6, è stata l’ultima di Paul Ackford con la maglia bianca della nazionale.
Al termine della medesima stagione, Ackford ha terminato anche l’avventura con gli Harlequins.
Una volta scritta la parola fine sulla carriera rugbistica, e dimessosi anche dalla polizia, Paul ha iniziato a lavorare come giornalista sportivo per il Daily Telegraph, lavoro che lo occupa ancora oggi.
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