William Marcus Henderson Rose è nato a Loughborough, nel Leicestershire, il 12 gennaio 1957.

Estremo talentuoso, dotato di un calcio preciso, si è guadagnato dieci presenze con la nazionale inglese tra il 1981 e il 1987. A livello di club ha giocato a rugby per Cambridge University, capitanando la squadra nel Versity Match del centenario, nel 1980, quindi per Coventry e Harlequins. Ha avuto anche l’onore di indossare la maglia dei Barbarians e, unico inglese della storia, dei French Barbarians.

Il 7 marzo 1981, dopo che Dusty Hare aveva giocato le prime due partite del Cinque Nazioni di quella stagione, Marcus ha esordito con la rosa sul petto sostituendolo nella sfida contro l’Irlanda, durante la quale ha segnato tutti i punti per il 10 a 6 finale.

La settimana seguente ha affrontato la Francia a Twickenham, ma i suoi 4 penalties nella ripresa non sono stati sufficienti per recuperare il deficit di 16 punti del primo tempo (due mete, una delle quali trasformata, e due drop da parte dei transalpini), così i Blues hanno vinto la gara 16 a 12, e con essa il Grande Slam .

Il terzo cap di Rose è arrivato in una gelida giornata di gennaio del 1982 contro l’Australia, sempre a Londra. L’estremo ha segnato tre calci di punizione, che hanno aiutato i bianchi a vincere 15 a 11.

Grazie a questa vittoria, gli inglesi nutrivano grandi speranze per il Cinque Nazioni che ne è seguito, ma già l’esordio non è stato esaltante, in quanto non sono riusciti ad andare oltre un pareggio per 9 a 9 con la Scozia a Murrayfield.

Il XV della Rosa ha inoltre perso la partita casalinga contro l’Irlanda, 15 a 16, grazie ad una spettacolare meta di Gerry McLoughlin che Marcus non è stato in grado di impedire, nonostante il suo eroico, disperato tentativo.

Quella partita è stata l’ultima di Rose, il quale è rimasto lontano dalla nazionale per ben cinque anni. Quando ha ripreso la sua carriera internazionale nel 1987, si è trovato ancora di fronte l’Irlanda e ancora una volta ha subito l’umiliazione di una sconfitta, questa volta per 0 a 17.

Durante quel torneo l’Inghilterra ha perso anche contro la Francia ed il Galles. Con questi ultimi si è trattata di una vera e propria battaglia campale, caratterizzata da un’incredibile serie di episodi violenti e da una buona quantità di litri di sangue versati, a partire dal naso rotto del seconda linea gallese Steve Sutton durante una touche colpito, però, dal gomito di un suo compagno di squadra. Il colpo peggiore è stato sferrato al sesto minuto da Wade Dooley, il quale ha dato un pugno al numero 8 dei Dragoni Phil Davies provocandogli la frattura dello zigomo. L’arbitro scozzese Ray Megson, alla sua prima apparizione internazionale, non ha visto nulla, e gli spettatori dell’Arms Park hanno iniziato a sputare addosso ai giocatori inglesi. La Rugby Football Union ha in seguito rifilato a Dooley una giornata di squalifica, e con lui anche al capitano Hill per non essere riuscito a tenere a bada i suoi giocatori, e ai due avanti del Bath Gareth Chilcott e Graham Dawe per la loro parte nella violenza. Il Galles ha vinto la gara 19 a 12, grazie ad una meta di Stuart Evans e 5 penalties piazzati da Mark Wyatt. Per l’Inghilterra solo 4 calci infilati fra i pali da Marcus Rose.

Infine i bianchi sono riusciti ad evitare il temuto Cucchiaio di Legno battendo la Scozia 21 a 12 nell’ultima partita a Twickenham, con Rose che ha marcato la sua prima meta internazionale.

Marcus è partito quindi per l’Australia come numero 15 titolare, per disputare la prima Coppa del Mondo di rugby. Sfortunatamente il suo torneo è durato esattamente cinque minuti, a causa di una commozione cerebrale subita nel match di apertura contro i Wallabies. Egli è stato sostituito da Jonathan Webb, e così quella gara è stata l’ultima apparizione di Rose per l’Inghilterra.

Nei suoi dieci caps internazionali l’estremo di Loughborough ha segnato 2 mete, 4 trasformazioni e 22 penalties, per un totale di 82 punti.