Tradizionalmente, gli estremi sono sempre stati l’ultima linea di difesa. Ma ormai, da quando l’era professionista ha preso il sopravvento, l’interpretazione del ruolo è cambiata drasticamente. Oggi le difese sono così bene organizzate che l’intervento degli estremi non è quasi mai necessario nella prima fase di contenimento.
Meno impegnati in fase difensiva, gli estremi di oggi collaborano molto più di prima con le due ali e sono capaci di intercambiarsi con gli altri giocatori dell’attacco di quanto lo fossero quando giocavo io.
Per me l’inglese Josh Lewsey simboleggia il moderno estremo dell’emisfero nord. Ha una corsa potente e con angoli penetranti, è coraggioso ed è coinvolto in un sacco di giocate. Estremi come lui sono importanti punti di riferimento in attacco sia come decoy runner (cioè corridore civetta) sia come ball carrier.
Il gioco al piede aveva una parte importante all’epoca del rugby amatoriale: negli anni che hanno preceduto il professionismo c’erano molti più garryowens (coloro che basano molto del loro gioco sull’up and under) di oggi. Non a caso ormai si vedono più calci negli angoli fatti dai mediani, che puntano a servire le ali o a scavalcare la difesa, piuttosto che calci di liberazione degli estremi.
Guardate come gioca la Nuova Zelanda. Mils Muliaina ha fisico e angoli di corsa tali che viene utilizzato come arma d’attacco degli All Blacks al pari delle ali. D’altra parte, quest’uomo porta così tanta classe al gioco neozelandese che non riesco a credere che possa essere considerato un difensore.
Un altro esempio dell’evoluzione del gioco l’ha dato l’interpretazione del ruolo da parte di Jason Robinson. Chi avrebbe potuto pensare che il fuoriclasse inglese, un’ala fantastica, potesse essere usato come estremo?
Tutti dicevano che non sapeva calciare bene. O meglio: calciava quando non aveva altra chance. Come prima scelta cercava sempre di portare la palla oltre la difesa, seguendo il suo istinto da attaccante. Credo che molti estremi lo facciano, ora. Calciare è ormai considerato l’ultima spiaggia…
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