Premessa
Sul Times è apparso un articolo del prestigioso commentatore Stephen Jones. Si intitola ironicamente "Forza Italia?" e individua come causa principale del disastro la gestione Dondi. Ovviamente l’articolo ha scatenato grandi reazioni. Crediamo sia importante conoscerlo e lo riportiamo anche sul nostro sito nella traduzione di Rugby1823.
Le critiche di Stephen Jones alla Federazione Rugby
Forza Italia?
Per me è stato uno choc vedere l’Italia giocare in questo periodo. Parte di me aveva sempre supposto che avrebbe, anche se lentamente, progredito in modo continuo. Finora, invece, non ha mosso le acque nel Sei Nazioni 2009 e il risultato più degno di nota dell’Italia è stato sicuramente quello di suscitare la derisione di tanti con la scelta di dare al grande flanker Mauro Bergamasco la maglia da mediano di mischia a Twickenham. Sembra in retromarcia, con scarsissima capacità di realizzare punti e, senza le rolling maul, nessun modo per attaccare (un’altra onta per l’IRB, naturalmente).
Gli italiani non stanno scoprendo sufficienti giocatori giovani, le loro squadre professionistiche vengono spogliate da contratti esteri e pare che ora debbano mirare a mettere in campo due selezioni per riempire i loro posti nella Heineken Cup, per quanto ciò vada contro i miei istinti e contro l’etica dello stesso torneo.
La settimana scorsa, il presidente della Federazione italiana, Giancarlo Dondi, ha mandato messaggi di fiducia a Nick Mallet, l’allenatore della squadra. Dondi? Chi è, vi sento chiedere. Dondi (74 anni, ndr), tranquillo nel suo modo d’essere e d’agire, è stato per anni l’Uomo del rugby italiano. Tutti i suoi scodinzolanti cagnolini vi diranno che lui è un genio, mentre un gran numero di osservatori italiani e di ex grandi giocatori italiani dicono che è lui il motivo per cui il rugby italiano è in retromarcia, che è (Dondi non il movimento, ndr) onnipotente e ignorante.
È facile ricordare un altro feudo nel rugby: il regno durato decenni di Albert Ferrasse, presidente e padrone supremo della federazione rugby francese. Un cenno o un movimento del capo del brizzolato Ferrasse e il vostro progresso o il vostro progetto era creato o condannato. Era affascinante vederlo in azione e, molto prima della fine, stomachevole. Era circondato da leccapiedi.
È ora che il regime di Dondi faccia fagotto. Forse non vi interesseranno tanto gli intrighi interni del rugby italiano, ma di certo vi piacerebbe vederli lottare per conservare la propria credibilità nel mondo del rugby? È ora che assuma il comando uno dei grandi, qualcuno come Massimo Giovanelli, il geniale flanker. Una cosa sono i begli abiti alla moda, signor Dondi. Essere al comando troppo a lungo è un’altra cosa.
Oramai lei è inadatto alla sua posizione quanto il povero Mauro Bergamasco a quella di mediano di mischia. Ma almeno lui è stato rapidamente buttato fuori.
Quanto scritto nell’articolo purtroppo penso corrisponda alla realtà, il movimento italiano sembra viva un periodo di stanca e i risultati della nazionale sono li a dimostrarlo. Il problema non sono i giocatori o Nick Mallet ma bensì la federazione e chi ci gira attorno. Sarebbe ora di cambiare parecchia di quella gente che non sa fare altro che mettersi in mostra ad ogni occasione. Che tristezza!
Ho letto l’articolo di Jones: beata l’inghilterra che ha giornalisti che buttano sul tavolo i problemi reali senza guardare in faccia nessuno. Premesso che Dondi mi sembra una persona serissima che altri sport dovrebbero invidiare, la scelta tipicamente italiana di cambiare continuamente trainer non giova ad un movimento che ha bisogno di progredire e di farlo senza ansia. In questo i giornalisti di la7 hanno contribuito a gettare benzina sul fuoco, credo. Piuttosto continuo a non capire perchè non si cavalca l’entusiasmo che il rugby sta creando assegnando le partite a stadi più capienti: regaliamo agli avversari il non-supporto come minimo di 10-15000 spettatori in più. peccato. Roma è indispensabile? Colpa di Dondi?
Purtroppo Jones ha ragione, dopo i mondiali di Francia abbiamo notato una mancanza di rinnovamento e con le nuove regole la Nazionale è tornata indietro di 10 anni. E’ da molto tempo che non abbiamo delle ali in grado di fare punti e rompere i placcaggi. Non abbiamo coltivato un mediano di mischia e uno di apertura decenti. Oggi vedo come soluzione le due franchigie che dovranno essere serie ed affidabili (Treviso e Viadana) e non seguire fantomatiche franchigie senza soldi e strutture (Roma). Le due franchigie permetteranno a molti giocatori italiani di ritornare in Italia a giocare e a coltivare nuovi protagonisti del futuro.
Auguri Presidente DONDI, mi raccomando pensi per il bene del rugby italiano e non pensi alla politica.