L’Italia al naufragio finale
DAL NOSTRO INVIATO FABRIZIO ZUPO
REGGIO EMILIA. Ogni metafora è possibile pensando alla barca azzurra di capitan Mallett che viene colpita e affondata al primo arrembaggio dei poco pacifici isolani di Figi, Samoa e Tonga. Loro si ricorderanno di Reggio Emilia come luogo della prima vittoria. Noi come punto di non ritorno, per un gruppo che non vince. Troppe le attese per il trittico novembrino, che si chiude con un meno 8 bugiardo. L’Italia ha limitato il passivo per altrui errori e la reazione della ripresa non basta a salvare la prestazione.
Rugby sport di combattimento? Le abbiamo prese. Centri e ali sopra il quintale su gambe da sprinter hanno spinto per linee verticali sollevando i difensori azzurri. Mallett dirà alla fine che l’Italia non ha giocatori di quella taglia, ma per stare fra i primi dieci al mondo non si può giocare senza.
E le premesse di un brutto pomeriggio sono arrivate al 3′ con la meta di Delasu, l’ala autore di una doppietta, che ha trasformato in meta un pallone di recupero di Taione, scansando e saltando sopra Robertson. Non che la reazione non ci sia stata. Subito con Marcato ad avvicinarsi con un piazzato e a riprovarci con un drop uscito fuori. E il pack nella prova di forza: mischia chiusa a pochi metri dalla meta e azzurri a sovrastare Latu e compagni. Barnes fischia il crollo, l’Italia invece di piazzare o giocare, rifà la mischia. E il copione si ripete. Una, due, tre volte. Aguero e Nieto piegano Pulu e Va’a. Sembra la strada giusta: Travagli finalmente apre e si forma un ventaglio sulla sinistra dei pali, ruck e ritorno sulla destra. Infine l’apertura vincente verso le ali, dove le mani ce le mettono Parisse e Mirco, sino a Ghiraldini nel suo numero migliore: la corsa sulla fascia poi quasi sulla bandierina scarta all’interno facilitando la difesa avversaria. Cade a un metro dalla meta e su di lui Mirco Bergamasco che con le braccia lo issa verso la linea. Il tallonatore può schiacciare. È il primo e ultimo sorpasso del match. È l’illusione che l’Italia sia in partita. Non è così: nel lasso di venti minuti cadono tutti i sogni..
I Pacific Islanders mettono in mostra il gioco più vecchio del mondo: l’uno contro uno, dritti per dritti, senza mai fermarsi anche se cinturati. Rompono il break in ogni azione ma sprecano e ciò dà ancora una parvenza di equilibrio in campo. Al 21′ Seremaia Bai pareggia il conto con un piazzato, poi si fa espellere 10 minuti per una spallata su Mirco. In superiorità numerica concediamo il bis del match coi Pumas: vanno in meta gli altri. È ancora Delasau a segnare ma stavolta al termine di un’azione di mischia che spinge a colpi di pick and go gli azzurri sino sulla linea di meta. L’ennesima volta Martens trova l’ala pronto a scivolare sul lato della ruck e ad infilare testa e pallone fra le gambe dei compagni. Barnes non vede e chiede lumi all’arbitro televisivo. Sì è meta, la risposta. Prima della pausa c’è il tempo per Bai di beccare un palo, per Ratuvou di marcare 5 punti, e di veder cadere la palla dalle mani da due compagni lanciati in meta. Si esce sul 10-22 ma potevano essere 30/35 di passivo: la partita sarebbe finità lì. La ripresa ha visto le fiammate azzurre, la volontà di non farsi stritolare, ma anche il colmo di prendere punizione subendo una maul, il nostro ex marchio di fabbrica. Marcato prova il gioco al largo, ma anche in sovrannumero le folate azzurre non guadagnano il break. Alla mezzora si accendono le luci allo stadio e si accende l’Italia: la mischia si impone con una sequenza di ruck nell’area dei 22. Parisse inventa con un sottomano un passaggio a liberare Mauro: il flanker brucia i pochi metri di rabbia portandosi via due avversari. Meta. Ma il tempo per recuperare ancora non c’è.
GLI SPOGLIATOI
Mallett pensa positivo: «Un ottimo secondo tempo»
REGGIO EMILIA. Capitan sincero si appropria del microfono e chiude la
conferenza stampa così: «Siamo l’unica nazionale – afferma Parisse –
che pur non vincendo, ha un pubblico così incredibile: a Padova, a
Torino e ora a Reggio. Speriamo di poter contraccambiare prima o poi
con una vittoria». Poche sentite parole al termine di quello che ha
definito un «Novembre negativo». Poche parole anche da Mauro
Bergamasco, uno dei pochi a salvarsi dal naufragio generale, che cerca
di smorzare la delusione: «Le partite vanno analizzate, lo faremo. Poi
da qui al 6 Nazioni ognuno torna nel suo club e cercherà di prepararsi
e arrivare pronto al prossimo impegno». Ma il post partita è tutto
concentrato su Mallett e non potrebbe essere diversamente: «Credo che
nel primo tempo ci siano stati errori specie nel finale: loro sono più
forti fisicamente e più veloci. Sono invece orgoglioso del nostro
gioco della ripresa, perché loro non hanno toccato più palla. Abbiamo
pochi game-breakers, giocatori che sull’uomo contro l’uomo riescono a
passare, loro invece sono specialisti. Sono tutti più grossi. Noi
abbiamo sbagliato sul gioco collettivo, col sovrannumero in attacco
abbiamo cercato di sfondare e non di liberare il compagno». (f.z.)
ITALIA – PACIFIC ISLANDERS: 17 – 25
ITALIA: Masi (dal 25′ st Mc Lean); Robertson (40′ pt giallo),
Bergamasco Mi., Garcia, Pratichetti M.; Marcato, Travagli; Parisse S.
(cap), Bergamasco Ma., Sole (9′ Zanni); Bortolami, Reato; Nieto (25′
st Perugini), Ghiraldini (20′-25′ pt e dal 16′ st. Ongaro), Aguero
(29′ st. Lo Cicero). A disp. Toniolatti, Pavan R. Allenatore: Mallett.
PACIFIC ISLANDERS: Ratuvou; Tagikakibau, Mapusua (32′ st Williams),
Taione (40′-44′ pt e dal 25′ st Rabeni), Delasau; Bai (28′ giallo),
Martens (21′ st Rauluni); Koyamaibole (16′ st Pole), Latu (cap), Vaki
(25′ st. Naevo); Hehea, Levi; Pulu (Leaaetoa al 14′ st), Fuga, Va’a
(16′ Koto). All.: Fielea
ARBITRO: Barnes (Inghilterra)
MARCATORI: pt. 3′ m. Delasau tr. Bai; 8′ cp Marcato; 16′ m. Ghiraldini
tr. Marcato; 21′ cp Bai; 35′ m. Delasau; 42′ m. Ratuvou tr. Bai. St.
4′ cp Bai; 31′ m Ma. Bergamasco tr. Marcato.
NOTE: spettatori 20mila circa, primo tempo 10-22
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