Keith Jarrett

Un genio, ma per poco

Gli inglesi praticano questo gioco perché l’hanno inventato. Gli irlandesi perchè detestano gli inglesi e adorano le risse. Gli scozzesi l’hanno adottato per la loro inimicizia storica nei confronti degli inglesi. I gallesi hanno un enorme vantaggio sui loro avversari: tutti i loro giocatori, infatti, sono nati su un campo di rugby o vi sono stati concepiti.”

 

Keith Jarrett, uno dei più grandi trequarti di sempre, ha avuto il merito, alla fine degli anni sessanta, di essere tra i primi a dare l’avvio a quella che fino ad oggi è considerata “l’ultima era dell’oro” del rugby gallese. Ma il bello è che per fare ciò ha avuto a disposizione solo 10 presenze con la maglia rossa.

 

Nato a Newport, nel Monmouthshire, il 18 maggio 1948, questo centro è esploso sulla scena internazionale il 15 aprile del 1967, quando, a soli 18 anni e undici mesi, è diventato uno dei giocatori più giovani a rappresentare il proprio Paese.

 

Selezionato inizialmente come estremo, ruolo nel quale aveva avuto un po’ di esperienza anche con il Newport, nonostante i risultati non fossero stati sempre spettacolari, quel giorno il ragazzo ha giocato senza paura e ha segnato 19 punti nella partita vinta contro l’Inghilterra 34 a 21, eguagliando il record appartenuto a Jack Bancroft sin dal lontano 1910. In quella gara Keith ha messo a segno 5 trasformazioni e 2 penalties, accompagnati da un’incredibile meta dopo una lunga cavalcata.

Il suo debutto è stato talmente impressionante che due mesi più tardi la rivista “Rugby World” gli ha dedicato una copertina. Ancora oggi sono pochi i gallesi che hanno dimenticato quel momento.

 

In seguito, Jarrett si è guadagnato la reputazione di corridore geniale e creativo.

Nel 1968 è stato un suo passaggio, anche se in avanti, che ha permesso a Gerald Davies di marcare la meta vincente contro la Scozia (5 a 0), una partita preceduta da un 11 a 11 con l’Inghilterra a Twickenham, dove i calci di Keith sono purtroppo finiti spesso fuori bersaglio.

 

Con il suo Newport, quell’anno, ha realizzato un record di 30 punti in una gara, contro Penarth, ed è stato selezionato per il tour dei British Lions in Sud Africa.

 

Il 1969 ha visto sorgere la nuova alba nel rugby gallese.

 

Nel Cinque nazioni di quell’anno, dopo la vittoria contro la Scozia a Edimburgo per 17 a 3, il Galles ha sconfitto l’Irlanda a Cardiff. Nel gioco Jarrett ha dimostrato la sua genialità quando, ad un certo punto, ha avuto la possibilità di calciare un penalty. La difesa irlandese aveva pensato che intendesse andare fra i pali, ma lui ha sorpreso tutti passando l’ovale al pilone Denzil Williams, che ha segnato una meta all’angolo.

 

Anche l’Inghilterra è stata battuta 30 a 9, ma in quella occasione Jarrett non ha giocato ed è stato il giorno di Maurice Richards, che ha marcato 4 mete.

Purtroppo, la Francia ha negato ai dragoni un meritato Grande Slam costringendoli ad un pareggio 8 a 8 nell’ultima giornata, a Parigi.

Jarrett ha finito la stagione con un nuovo record gallese, 31 punti in 4 partite.

 

Al trionfale Cinque Nazioni è seguito però una tournée suicida in Nuova Zelanda, dove i gallesi sono stati sconfitti in entrambe le gare, precisamente 33 a 0 e 19 a 12.

Jarrett, tutto sommato, ha avuto un buon tour, segnando anche una meta nel secondo test.

 

Sembrava a questo punto che Keith avesse di fronte un radioso futuro con la nazionale, ma proprio quell’anno, dopo solo 10 presenze, è arrivata la sua ultima partita con la maglia dei dragoni: una gara contro l’Australia, a Sidney, il 21 giugno 1969, dove il Galles ha trionfato 19 a 16.

Poi, la tentazione per il professionismo e la Rugby League, con il Barrow, è risultata essere troppo forte. Purtroppo, la sua carriera è stata tragicamente interrotta a causa di un emorragia cerebrale, il che ha significato non avere mai potuto mostrare pienamente il suo enorme potenziale.

 

 

 

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