Giocatore dei Blue Bulls, con i quali è rimasto per tutto l’arco della sua carriera, Joost ha debuttato in nazionale il 6 novembre 1993, nella vittoria di misura 29 a 26 contro l’Argentina al Ferrocarril-Oeste Stadium di Buenos Aires. Si è trattato di un esordio col botto, perché il ventiduenne ha segnato subito la sua prima meta internazionale. Una settimana più tardi, nello stesso stadio, Van der Westhuizen ha realizzato ancora una meta. Quindi ha marcato una doppietta contro la Scozia a Murrayfield, nel 1994, e un’altra con la Nuova Zelanda all’Ellis Park nel 1996, quando i verdi hanno vinto 32 a 22. Il 15 dicembre dello stesso anno, Van der Westhuizen è entrato nella storia del rugby diventando l’unico giocatore internazionale a segnare tre mete al Cardiff Arms Park.
Durante il mondiale casalingo del 1995 Joost non ha segnato alcuna meta, ma ciò non gli ha impedito di diventare una delle stelle più luminose del torneo. Il suo controllo della mischia è stato fondamentale, così come le veloci ripartenze. La sua mano, poi, è presente in parecchie segnature, a partire dall’off-load che ha liberato Stransky verso la meta contro l’Australia, durante la gara inaugurale, sino al passaggio che ha portato al famoso drop dello stesso Stransky, con il quale gli Springboks hanno vinto la finale.
Nel 1997 Joost ha giocato in tutte e tre le prove contro i Lions, segnando una meta ciascuna nel secondo e nel terzo test match. Per la cronaca, i britannici hanno vinto la serie 2 a 1.
L’anno successivo il Sudafrica ha conquistato il suo primo Tri Nations, vincendo tutte le partite. Nel torneo il mediano di mischia ha segnato due mete, una all’Australia e una alla Nuova Zelanda, regalando in entrambi i casi ai suoi la vittoria per un punto (rispettivamente 1 4 a 13 e 24 a 23).
Joost ha poi completato un anno magico trionfando anche nella finale di Currie Cup con i suoi Blues, contro Western Province.
Van der Westhuizen ha capitanato il Sudafrica per la prima volta contro i vecchi rivali della Nuova Zelanda in un test del Tri-Nations il 7 agosto del 1999. Quindi, ha condotto gli Springboks nella Coppa del Mondo dello stesso anno, dove ha segnato una meta alla Scozia e una all’Uruguay durante la prima fase, e una nei quarti di finale contro i padroni di casa dell’Inghilterra. Gli Springboks sono usciti sconfitti dalla semifinale per mano dell’Australia, per poi battere 22 a 18 gli All Blacks nella finale per il 3°/4° posto.
Nel 2002 i Blues hanno conquistato ancora la Currie Cup, sconfiggendo in finale i Golden Lions 31 a 7, e due anni più tardi Joost ha disputato la sua terza Coppa del Mondo, durante la quale ha segnato una tripletta nella vittoria 72 a 6 contro l’Uruguay, una gara in cui ha indossato ancora la fascia di capitano.
La deludente sconfitta 9 a 29 subita dalla Nuova Zelanda nei quarti di finale si è rivelata essere la prova finale di Van der Westhuizen con la nazionale. Lo stesso anno il mediano di mischia ha lasciato anche i Bulls e si è ritirato definitivamente dal rugby giocato.
Una volta in pensione, l’ex numero 9 ha trovato lavoro come commentatore nell’emittente sudafricana Supersport. Nel 2007 egli è stato introdotto nell’International Rugby Hall of Fame.
Purtroppo, recentemente, l’immagine del campione è stata minata da un brutto episodio di gossip.
Nel febbraio 2009, la rivista Heat e il quotidiano Rapport hanno riferito di essere in possesso di un video in cui si vedrebbe Joost Van der Westhuizen impegnato in giochi sessuali con una misteriosa bionda e a sniffare una sostanza bianca. Joost ha negato di essere lui l’uomo nel video, ma ha ammesso di conoscere le due persone che si vedono in esso, anche se non ha mai fatto i loro nomi. Heat ha in seguito postato la versione censurata del video online. Van der Westhuizen ha detto di volere presentare una denuncia penale e d’intraprendere un’azione civile contro i produttori del video, ma non l’ha mai fatto.
A marzo, una misteriosa ex stella dello sport femminile (qualcuno ha azzardato che poteva essere la campionessa di salto in alto Charmaine Weavers) ha affermato, in un’intervista molto dettagliata, di avere una relazione con Joost, con il quale avrebbe avuto incontri sessuali anche quando la moglie dell’ex Springbok, la cantante e attrice sudafricana Amor Vittone, era in ospedale. Sempre a marzo, un ex spogliarellista chiamata Marilize van Emmenis si è fatta avanti e in un’intervista con la solita rivista ha detto che era lei la ragazza nel video e che insieme a Van der Westhuizen avevano assunto della droga. La ragazza ha superato un test con il poligrafo e la sua voce è stata verificata da un esperto di riconoscimento vocale. Van der Westhuizen ha sempre rifiutato di commentare questa e altre successive accuse.
Il 28 giugno, sempre del 2009, Van der Westhuizen è stato portato in ospedale per un sospetto attacco di cuore, per poi essere dimesso poco dopo quando i test non hanno trovato alcun problema cardiaco. Probabilmente si è trattato di un attacco di panico.
Il 1 novembre Joost ha infine confessato che era lui nel controverso video di sesso e droga e ha chiesto ufficialmente scusa per aver mentito.
Nel maggio 2010 la moglie Amor Vittone ha chiesto la separazione.
In quel periodo è stata rilasciata la sua autobiografia, "Spieëlbeeld" (L’uomo nello specchio).
Nei Rugby Clubs italiani si divrebbe smettere di cercare giocatori alti 160-170 cm per la posizione di mediano di ischia tenendo presente la proporia esperienza sportiva di 20-30 ani fa, ed orientarsi a trovare giocatori-totali, ovvero anche i mediani di mischia devono essere eccellenti placcatori e forti in attacco, come una terza linea aggiunta, alti almeno 180 cm e di almeno 85-88 Kg. Spesso invece si preferisce il giocatore piccolo che risulta poi essere un giocatore in meno sia in fase di difesa che di attacco, ma che muove le gambette piu’ velocemente di un altro.
Non credo proprio che un giocatore alto sia migliore di uno più compatto in altezza ma più forte fisicamente, ricordo che leve troppo lunghe penalizzano scatto e forza durante il sollevamento di un peso.Meglio uno di 170cm per 80/85 kg di muscoli che uno spilungone, quello si che sarebbe un giocatore in meno e comunque dipende dal ruolo, cosa fondamentale rimane sempre e comunque la testa.