"Il segreto della mia forma e della mia longevità? Andare di corsa da casa al mio pub preferito". Jason Leonard.
Jason Leonard, nato a Barking il 14 agosto 1968, professione pilone, sia destro che sinistro, ha preso parte a quattro edizioni della Coppa del Mondo, dal 1991 al 2003, vincendo quest’ultima. Ha giocato per sedici stagioni in Premiership, tra le fila dei Saracens prima e negli Harlequins poi. È uno dei quattro inglesi che figurano nell’International Rugby Hall of Fame, e vanta il primato assoluto di presenze nella Nazionale inglese con 114 incontri disputati.
‘The fun bus’ (il bus divertente), com’è stato sopannominato da Martin Bayfield, al quale ricordava un autobus a due piani di Londra, fa parte della generazione di rugbysti inglesi la cui carriera è posta a cavallo del trapasso dall’era dilettantistica a quella professionistica: dilettante fino al 1988 nelle fila del Barking RFC, ha firmato quell’anno il suo primo contratto da professionista con i Saracens, formazione presso la quale è rimasto due stagioni, prima di trasferirsi alla squadra con la quale ha in seguito conquistato tutti i suoi trofei a livello di club, gli Harlequins di Twickenham.
Contemporaneamente all’ingaggio con gli Harlequins è arrivata anche la prima convocazione in Nazionale inglese: era il 27 luglio 1990, per una gara contro l’Argentina. E’ stata quella la prima di 119 partite internazionali, delle quali 114 per l’Inghilterra e 5 per i British Lions, con i quali ha preso parte ai tour del 1993, del 1997 e del 2001.
Fino al 2005 Jason è stato anche il recordman assoluto per presenze internazionali, prima di essere superato dal mediano di mischia australiano George Gregan.
Con gli Harlequins Leonard ha vinto una coppa Anglo-Gallese e due European Challenge Cup; con la Nazionale inglese ha altresì preso parte a quattro edizioni consecutive della Coppa del Mondo, dal 1991 al 2003, giungendo alla finale nella prima e nell’ultima partecipazione, entrambe le volte contro l’Australia, la prima volta venendo sconfitto a Twickenham, la seconda vincendo al Telstra di Sydney e laureandosi campione del mondo.
A dispetto della stazza e della grinta agonistica che portava sul rettangolo di gioco, Leonard è sempre stata una persona corretta: "Dopo qualsiasi partita, comunque finisse, andavo dagli avversari, stringevo la mano, offrivo una birra" .
Come ha scritto Marco Pastonesi in un suo articolo: dopo la finale della Coppa del Mondo 2003, vinta dall’ Inghilterra sull’ Australia, mentre tutti i suoi compagni vagavano in estasi per il campo, Leonard e il collega Phil Vickery erano accanto al pilone australiano Ben Darwin, seriamente infortunatosi all’ osso del collo in semifinale contro gli All Blacks. "Se non sai perdere con leggerezza e vincere con umiltà, è meglio che non giochi a rugby".
Jason, fuori dal campo, non l’ha mai messa giù dura. Lui è il tipo che aiuta le nonnine ad attraversare la strada, che rinuncia ad una maglia per regalarla al suo avversario («Sei Nazioni 2000, Italia-Inghilterra – racconta Andrea Lo Cicero – mi ha lasciato la sua maglia e non ha voluto la mia, perché sapeva che ero alla mia prima partita da titolare»), e che ai bambini non dice mai di no (Sale-Harlequins: finita la partita, Jason era rimasto l’ unico in campo a firmare autografi, e di un piccolo fan, di cui si era scaricata la macchina digitale, si è fatto dare l’indirizzo e gli ha spedito a casa una sua foto autografata).
La carriera internazionale di Leonard si è chiusa allo Stadio Flaminio di Roma il 15 febbraio 2004, nel corso di un Italia – Inghilterra valido per il Sei Nazioni. Qualche settimana più tardi il giocatore ha annunciato la sua intenzione di ritirarsi dall’attività internazionale alla fine del torneo, anche se non vi fu più impiegato da Clive Woodward e, poco dopo, ha annunciato anche la sua decisione di ritirarsi definitivamente al termine della stagione di club, a cui diede seguito non prima di aver vinto, nel suo ultimo incontro con gli Harlequins, l’European Challenge Cup.
Ha dichiarato "Non ho alcun dubbio che sia arrivato il momento di chiudere la mia carriera internazionale. E’ la mia decisione, non ho più nulla da provare e mi considero fortunato per aver vissuto più di quello che mi sarei mai immaginato quando ho cominciato a vestire la maglia della nazionale nel 1990".
La partita dell’addio Jason l’ha disputata con la maglia dei Barbarians contro l’Inghilterra a Twickenham, nel corso della quale ha segnato una delle sue rarissime mete ed è stato nominato Man of the Match.
Nel 2002 Jason Leonard ha pubblicato la sua autobiografia "Jason Leonard: The Autobiography", ripubblicata come nuova edizione nel 2004 con il titolo di "Full Time".
Nel 2005 è uscito anche un DVD dal titolo "Jason Leonard’s Big Hits".
Dal 2007 Leonard fa parte dell’International Rugby Hall of Fame.
Oggi Jason Leonard è attivo in numerose iniziative di beneficenza ed è presidente onorario della zona dell’Essex della Wooden Spoon Society, l’associazione di ex rugbysti che organizza incontri per raccogliere fondi per cause benefiche.
La compagnia ferroviaria britannica c2c ha battezzato un suo treno della classe 357 EMU Jason Leonard in onore del rugbysta. Il treno effettua servizio nella regione a sud di Londra e tra le altre stazioni tocca quella di Barking, dove Leonard è nato.
Leave a Reply