Il numero 6 è colui che pulisce la mischia e innanzi tutto deve essere il difensore del lato cieco, chiudendo il passaggio al numero otto o al numero nove della squadra avversaria.

Deve amare quel tipo di confronto – a volte violento – e deve essere fisicamente molto robusto: dei tre terza linea, è il giocatore che più deve assomigliare a un pilastro.

Il ruolo non è cambiato molto nel corso degli anni: un terza linea ala (in questo  caso il flanker sinistro) deve assicurare che la squadra avversaria non superi la linea del vantaggio, respingendo chiunque indietro.

Nel rugby moderno, anche in questo ruolo, è importante portare palla: non necessariamente saper fare l’off-load, ma sicuramente mantenere il controllo nei break attraverso le linee difensive.

Un esempio chiaro: gli All Blacks giocano oggi un rugby molto rischioso, basato sulla creazione di varchi nella difesa avversaria e sul successivo uso del gioco corto per penetrare negli spazi aperti dagli avanti. In questo modo di giocare, il flanker sinistro e il resto della terza linea sono spesso utilizzati come tre-quarti per tentare i break offensivi, perchè sono grandi e grossi e possono attirare due giocatori della difesa. Quando riesci a obbligare la difesa avversaria a usare due giocatori per fermare uno dei tuoi, hai già creato un varco "naturale " da qualche altra parte…

I miei ideali di numero 6 di classe mondiale sono il neozeolandese Jerry Colllins o la vecchia leggenda degli All Blacks, Michael Jones.

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