Il Treviso debutta quindi con la maglia dell’Ignis nel campionato 1959/60 e la prima partita si gioca a Treviso il 18 ottobre del 1959 allo stadio comunale contro la Pelv Venezia.
I giocatori si presentarono allo stadio in giacca azzurra di fustagno con la scritta sul taschino "Ignis Rugby Treviso" e pantaloni grigi. Era la prima squadra di un club rugbystico italiano che ostentava tanta eleganza. Sta di fatto che l’emozione di questi nuovi avvenimenti costò molto cara!
La Pelv Venezia si impose all’Ignis per 6 a 3. I marcatori furono :Milani (P) c.p.Loschi (I) c.p. D’Alberton(P) meta.
Il campionato finì per L’Ignis con la vittoria sul Petrarca per 6 a 0 con calcio di punizione di Perini e meta di Dalla Riva, vittoria comunque che non permise l’ammissione alla fase finale e fu quindi eliminato. Lo scudetto lo vinsero le Fiamme Oro di Padova.
Il risultato più importante l’Ignis lo conquistò invece nel Campionato 1960/61. Pur perdendo a Rovigo per 9 a 6 di fronte a 3 mila spettatori al vecchio campo dell’Ippodromo , staccava il lasciapassare per le finali. Si classificherà secondo dopo le Fiamme Oro di Padova. Fu questo un Campionato con netta superiorità delle Fiamme Oro ma il secondo posto conquistato dal Treviso ribadiva la supremazia della Scuola rugbistica veneta ed in particolare della squadra trevigiana foriera di un Rugby spumeggiante con una linea di ¾ velocissimi e dotati di alta tecnica individuale, Scriveva la rivista Rugby allora organo ufficiale della F.I.R :" Per la sua giovinezza, per lo spirito che lo caratterizza, per la sua vivace tattica di gioco eminentemente offensiva, la squadra di Arturo Zucchello costituisce la più simpatica rivelazione dell’attuale campionato di Eccellenza. Tutti attendono con interesse la fase più ribollente del torneo per osservarne il comportamento e la tenuta."
Nel Campionato del 1961- 62, si riconfermava il valore della squadra che si ritrovava a poche giornate dalla fine in testa alla classifica in compagnia del Rovigo ma la sconfitta subita a l’Aquila per 22 a 11 la toglieva dal gioco scudetto. Si classificherà al quarto posto dietro a Fiamme Oro Padova, Amatori Milano e Rovigo che vincerà lo scudetto battendo in finale le Fiamme Oro Padova per 3 a 0.
Il campionato 62/63 invece non fu assolutamente entusiasmante per i colori bianco celesti. La classifica finale, sempre a girone unico, vide l’Ignis Treviso relegato al terzultimo posto in classifica e lo spettro della retrocessione svanire solo dopo la vittoria in casa contro il Parma per 17 a 9.
Il Rovigo si riconfermerà campione d’italia.
Le deludenti prestazioni di questo campionato indussero il commendatore Borghi a togliere la sponsorizzazione e non accordare la fiducia alla Società che tutto sommato non demeritava.
Il Treviso nel campionato 1962-63 si chiamerà Metalcrom.
Ricordiamoli i Giocatori del Rugby Ignis Treviso: Armellin, Baldan, Berlese, Bernardi, Biggi, Budrovich, Bugno, Carniato, Casellato, Cenedese, Ciaccia, Colognese, Dalla Riva, De Cristoforo, Fantin, Foglia G.
Gaggion, Giuriati, Girardi, Giugovaz, Levorato, Loschi, Mantelli, Mestriner , Pattaro, Occhi, Omodei, Ortica, Pavin, Perini, Peron P., Peron S., Peron V., Possamai , Rachello, Riedi, Romano, Salomone, Sartorato, Schiavon, Stefanato, Stradiotto, Tagliapietra, Troncon , Turchetto A, Zucchello, Visentin, Zamberlan,
Son passati 50 anni e questo mio scritto è un doveroso ricordo per tutti noi rugbisti dell’ignis… che non abbiamo vinto nulla!!!.
Ennio Ciaccia
Mercoledì alle 12 Toni Turchetto è andato in meta per sempre. Per lui, una vita "da pilone", la morte l’ha placcato durante le vacanze in montagna a Colfosco di Corvara. E’ stato uno dei grandi di Marca della pallaovale, il più giovane giocatore di rugby italiano di ogni tempo: con la sua amata Ignis Treviso ha fatto l’esordio in serie A quando aveva 14 anni e pochi mesi. Nell’altra metà campo c’erano le Fiamme Oro. E’ stato ripetutamente azzurro, nelle varie giovanili.
I funerali si terranno al Duomo di Treviso alle ore 10 di sabato 22 agosto 2009.
In ricordo di Toni Turchetto
Toni se ne è andato in un giorno di questa estate tra le montagne che tanto amava quasi a voler accorciare la distanza tra lui ed il cielo. Se ne è andato con il sorriso lasciando tutti noi che lo amavamo increduli e sgomenti . Non era uno scherzo la notizia che rimbalzava di ora in ora in città. Era vero. Ci ha lasciato così improvvisamente come a voler essere ancora il protagonista tra noi,lui,che quando ti incrociava per la via, ti sorprendeva con i suoi racconti volutamente inventati per strappare a tutti momenti di ilarità e di spensieratezza. Ora non lo incontro più ma la sua presenza la sento dovunque. Ci siamo conosciuti da bambini in età prescolare. Abitavamo vicini,solo una rete divideva i nostri giardini e come tutti i bambini, ci cercavamo ogni giorno e quella rete divisoria è stata testimone dei nostri discorsi infantili e di quei sentimenti che poi sono sfociati in una grande amicizia che è durata per sempre. Abitavamo in viale Luzzatti,la nostra parrocchia era quella del Sacro Cuore. Ed in quella zona,allora periferica, abbiamo trascorso la nostra gioventù ed è proprio lì, in quel campetto parrocchiale, che abbiamo iniziato la nostra avventura rugbistica, quando mi regalarono un pallone ovale che allora non avevamo mai visto e che ci sembrò molto strano e particolare. I nostri coetanei giocavano con il pallone rotondo. Noi no, ci innamorammo di quello ovale. Alle Scuole Medie di San Francesco capimmo che quella palla ovale era il simbolo di uno sport ,il rugby, che nella nostra città era molto sentito. E ci dedicammo con tutto il fervore giovanile ad imparare quel gioco che divenne poi un momento importante della nostra gioventù. La prima volta allo stadio a vedere il Faema Treviso, le partite tra noi ragazzi del quartiere sul campo della “ chiesetta”,le prime partite ai tornei studenteschi orgogliosi di indossare la maglia della nostra Scuola. Toni allora ,data la sua stazza, non poteva essere che un giocatore di mischia e subito fu impiegato nel difficile ruolo di pilone. Ricordo la sua forza e la sua tenacia nel ricoprire quel ruolo di grande responsabilità. Eccelse subito rispetto ai suoi coetanei . Sembrava che quello sport fosse nato con lui tanto era la facilità che aveva nell’espletare i suoi compiti di giocatore di mischia. La scuola allora aveva la possibilità di iniziare i giovani a questo sport e dalla scuola molti di noi, forgiati da giocatori più esperti, riuscimmo ad entrare nel vero mondo rugbistico ,quello del rugby Treviso. Toni bruciò tutte le tappe. In quel periodo il rugby agonistico poneva dei limiti di età. Si poteva giocare una partita ufficiale solo dopo il quattordicesimo anno. Arturo Zucchello,il nostro allenatore, non ci pensò molto a farlo debuttare, a quattordici anni, come pilone in prima squadra contro le Fiamme Oro di Padova.Fu il pilone più giovane d’Italia e di questo ovviamente lui ne andava molto fiero. Mantenne per sempre quel ruolo fatto di fatica e di sacrificio ed il suo apporto alla squadra, nonostante la sua giovane età, fu importante non solo per la sua bravura ma soprattutto per la simpatia ed il calore che sapeva trasmettere ai suoi compagni di gioco. Divenne un simbolo per noi giovani coetanei desiderosi di indossare la maglia della prima squadra. Non fu un pilone “ cattivo” perché la sua forza e l’accanimento agonistico erano mediate dalla lealtà. Divenne poi,gioco forza, il pilone della Nazionale Giovanile. Abbandonato il rugby giocato fu sempre vicino all’ambiente e soprattutto al “Vecio Rugby Treviso”. La sua affabilità,il suo sorriso,la sua spontaneità, la sua bontà, la sua educazione e galanteria da vecchio gentiluomo fecero sì che Toni si facesse ben volere da tutti. In città tra una piazza o un vicolo lo potevi incontrare ogni giorno in compagnia di Paolo Giuriati anche lui amico d’infanzia. Sempre compito nel suo portamento, ti accoglieva con il suo sorriso accattivante e sornione come se non ti vedesse da tanto tempo tale era il suo entusiasmo nell’accoglierti. E allora ti parlava della sua passione per la pittura e nel suo studio di casa dipingeva ad olio paesaggi di montagna, ti parlava della sua costante e settimanale visita a Venezia che conosceva meglio della sua cara Treviso e si lamentava con Cirola che non voleva accompagnarlo, perché diceva , era pigro ed indolente. Della città lagunare ormai era a conoscenza di tutto perché la sua passione per quella città non era solo visiva ma suffragata da attenta documentazione libraria. Ti parlava del suo Presepe che costruiva amorevolmente ogni anno con statuette meccaniche ed era talmente grande da occupare una intera stanza della sua casa. Il presepe lo disfaceva dopo due o tre mesi dal Natale e spesso ti raccontava che era andato al “Paradiso dei bambini” a comperare un vestitino perché Gesù in quei tre mesi era cresciuto a dismisura e doveva pur vestirlo. E poi tra i suoi ricordi più giovanili ti raccontava gli aneddoti più significativi del suo periodo scolastico trascorso insieme a Paolo all’Enotria ,la scuola enologica di Conegliano dove riuscì bonariamente a dar sfogo al suo estro goliardico . Lo costrinsero a ritirarsi perché il suo profitto non poteva di certo essere in armonia con le birichinate che combinava. Se lo incontravi in città con Luca e Stella diceva di far servizio di “nonno taxi”.E parlando dei nipoti il suo sorriso si faceva ancora più accattivante e gli occhi gli brillavano lucenti. Ora Toni ha fatto un passo in avanti ,ha segnato l’ultima meta della sua esistenza. Noi tutti ti ricordiamo ,caro Antonio,campione nello sport e nella vita.
Ennio Ciaccia