Grant Fox è stato un calciatore fenomenale, uno dei più grandi di tutti i tempi, al quale sono bastate solo sei partite per raggiungere la quota di cento punti segnati. Nella sua dodicesima gara poi, ha sorpassato il record neozelandese appartenuto al leggendario Don Clarke, arrivando ad uno score di 207 (Clarke il suo primato lo aveva stabilito in 32 caps).
Nato il 6 giugno 1962 a New Plymouth, Fox ha giocato con le selezioni delle scuole, con i Colts e con la squadra universitaria di Auckland, prima di debuttare nel 1984 con gli All Blacks, partecipando come riserva ad un breve tour nelle isole Fiji. Ha giocato solo due gare infrasettimanali, contro President XV e Eastern XV (nei test match gli era stato preferito Wayne Smith), condividendo il compito di calciare con l’estremo Mark Finlay.
Il debutto ufficiale è arrivato il 26 ottobre 1985 contro l’Argentina a Buenos Aires, quando Smith ha dato forfait a causa di una malattia. La partita è finita 33 a 20 per i neri e Fox ha centrato i pali con il suo primo drop internazionale. Quelli, purtroppo per lui, sono stati gli unici punti che ha intascato in quel tour, in quanto il calciatore ufficiale della squadra era Kieran Crowley.
Nel 1986 ha visitato il Sud Africa con i ribelli New Zealand Cavaliers e per questo motivo è stato squalificato e ha perso tutta la stagione. Ma nel 1987, grazie anche all’incredibile exploit con Auckland in cui il suo record di punti è stato fenomenale, ha riconquistato il posto nella nazionale giusto in tempo per la prima edizione della Coppa del Mondo.
Ormai sappiamo tutti com’è andata, bisogna solo ricordare che Fox ha chiuso il torneo come top scorer, avendo accumulato 126 punti in sei partite, compresi i 17 della finale contro la Francia, ovvero 1 una trasformazione, 1 drop e 4 penalty.
L’anno successivo, nel secondo test con il Galles finito 54 a 9 per gli All Blacks, Grant ha messo fra i pali 8 trasformazioni e 2 penalty, calci che ha dovuto svolgere da ogni angolo del campo. Quindi, con 3 trasformazioni e 2 penalty, ha contribuito alla vittoria della Nuova Zelanda sull’Australia a Sidney per 32 a 7.
Per Fox, la perfezione era tutto e spesso, il giorno prima di un test, si fermava nello stadio per provare e riprovare i suoi tiri anche più di cinquanta volte. Il suo modo di calciare è stato sovente criticato, ma anche molto copiato. Tifosi e addetti ai lavori spesso si sono concentrati solo sul suo calcio, dicendo che come numero 10 non aveva il fascino e la fantasia di Frano Botica. Poteva essere vero, ma dimenticavano che egli possedeva anche grande abilità nella distribuzione di palla, una buona visione di gioco e notevole finezza. Comunque sia nel corso delle successive quattro stagioni Fox, di solito con uno sfortunato Botica seduto in panchina, ha avuto un ruolo incontrastato in tutti i test dei neri.
La nostra apertura aveva però un difetto: non riusciva a marcare mete. Questa sua incapacità è diventata un motivo di scherno da parte dei compagni e anche lui sovente ci ha scherzato sopra, ricordando di quella volta in cui glie n’è stata crudelmente negata una contro l’Irlanda, il 18 novembre 1989. Fox aveva ballato di gioia per quella che sembrava essere una segnatura sacrosanta. Tuttavia, la folla di Lansdowne Road ha avvertito l’arbitro che il giudice di linea stava agitando la bandierina. Dopo essersi consultati la meta è stata annullata perché, secondo loro, il tallonatore degli All Blacks, prima che Fox schiacciasse l’ovale, aveva un piede oltre la linea bianca.
Nella stagione successiva però la delusione per la mancata prima meta in nazionale è stata cancellata quando, il 16 giugno, nella partita d’esordio di una mini serie contro la Scozia è riuscito finalmente ha schiacciare l’ovale al di là della linea. La sua prima e unica meta con la maglia degli All Blacks.
Sempre quell’anno il suo piede ha contribuito a far vincere 2 gare su 3 alla Nuova Zelanda nella Bledisloe Cup e poi anche le due partite in Francia.
Nel 1991, sempre in Bledisloe Cup, l’Australia di Campese ha dimostrato al mondo la sua potenza vincendo la prima gara a Sydney 21 a 12. La Nuova Zelanda ha vinto il secondo test 6 a 3 grazie a Fox che ha centrato 2 calci di punizione, ma i Wallabies avevano ormai mostrato le loro intenzioni.
Alla Coppa del Mondo Grant, nonostante avesse lottato con una lesione addominale, ha ripreso da dove aveva lasciato nel 1987, realizzando subito 14 punti contro l’Inghilterra. Alla fine del torneo il suo tabellino personale ha visto segnati 44 punti, ma ciò non è stato sufficiente ad impedire agli All Blacks di perdere in semifinale contro l’Australia.
La stagione 1992 è stata caratterizzata da radicali modifiche apportate dal nuovo allenatore Laurie Mains, e molti giocatori della vecchia guardia sono stati costretti a lasciare la loro maglia nera.
Grant è sopravvissuto al taglio, ma, dopo la prima gara contro il World XV, è dovuto restare in panchina nella seconda, entrando solo in sostituzione di un compagno. È stato poi escluso dalla serie contro l’Irlanda, con la maglia numero 10 ceduta a Little Walter. Il messaggio di Mains era chiaro: "Chi vuole il posto deve lottare per ottenerlo".
E così Fox ha fatto, tanto da tornare in campo a giocarsi la Bledisloe Cup, anche se quell’anno è finita nella bacheca dell’Australia che ha vinto la serie 2 a 1.
Il 14 agosto invece, con 3 trasformazioni e 2 penalty ha aiutato la sua squadra a battere il Sudafrica 27 a 24.
La vittoria del 1993 contro i British Lions è stata forse una delle più belle di Grant, il quale ormai aveva dimostrato come i critici si fossero sbagliati nel giudicare stucchevole il suo stile. Ha segnato la metà dei punti neozelandesi, compresi 5 penalty nella prima partita, di cui uno all’ultimo minuto che ha fatto guadagnare agli All Blacks la vittoria per 20 a 18.
Dopo quel trionfo Grant ha giocato altre due gare, rispettivamente contro Australia a Dunedin (25 a 10) e, l’ultima della sua carriera internazionale il 31 luglio 1993, contro Samoa occidentali (35 a 13), dove ha messo nell’acca 7 penalty e 2 trasformazioni.
Sebbene il suo successore al ruolo di apertura, Andrew Mehrtens, abbia in seguito superato molti record di Fox, le sue statistiche restano imponenti: in 78 partite per gli All Blacks ha segnato 1067 punti, 645 nei 46 test match.
Giocatore chiave della grande squadra di Auckland dal 1985-93, Grant ha segnato 932 punti durante i Ranfurly Shield, quasi tre volte più di chiunque altro.
Dopo il ritiro Fox ha lavorato per una ditta che si occupava di cartelli stradali e spesso è stato commentatore televisivo. È stato quindi nello staff tecnico sia di Auckland sia dei Blues, portando entrambi al trionfo nell’NPC nel 1999, nel 2002 e nel 2003 e nel Ranfurly Shield nel 2003.
Nel 2005 Grant Fox è stato introdotto nella International Rugby Hall of Fame.
Giada
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