George Gregan

Due parole sul mediano di mischia dei Wallabies

George Musarurwa Gregan è nato a Lusaka, Zambia, il 19 aprile 1973 da madre zimbabwese e da padre australiano. La sua famiglia si trasferì in Australia quando aveva ancora solo un anno; cresciuto a Canberra, studiò al St Edmund’s College, per poi laurearsi all’Università di Canberra. 

Mediano di mischia, giocò per l’Australia Under 19 e 21, per poi nel 1994 fare il suo debutto con la Nazionale Maggiore in un match contro l’Italia a Brisbane, vinto dall’Australia per soli tre punti, 23-20. L’eredità era pesante, doveva sostituire un pezzo da novanta come Nick Farr Jones, uno della holy trinity, la santa trinità, insieme a Lynagh e Campese. Lo ha fatto nel migliore dei modi, nel suo stile e conforme al suo fisico. Alto 1,73 per 79 kg, George è uno che in campo si vede poco ma si sente molto. All’estro e alla potenza fisica, Gregan ha risposto con la precisione, la velocità di gambe e di testa, la pulizia di gioco, l’affidabilità.
Partecipò poi alle vittorie ancora contro l’Italia e contro le Samoa. Quell’anno fu inoltre autore di un celebre placcaggio nei confronti dell’All Black Jeff Wilson che evitò la meta dei neozelandesi e consentì di fatto all’Australia di vincere la Bledisloe Cup.
Non fu però convocato per i Mondiali del 1995, durante i quali i Wallabies, vincitori dell’edizione precedente, uscirono ai quarti di finale sconfitti dall’Inghilterra per 22-25.

Successivamente a quella Coppa del Mondo, con l’avvento del rugby professionistico e la nascita del Super 12, Gregan si unì alla nuova squadra dei Brumbies. Durante quella stagione fece altre otto apparizioni con i Wallabies, incluse due nette vittorie a Brisbane contro Galles e Canada; nell’incontro con quest’ultima segnò una meta che contribuì al trionfo australiano.
Altra conseguenza dell’avvento del professionismo fu la nascita del Tri Nations (1996): Gregan giocò tre delle quattro partite del primo torneo, segnando una meta contro gli All Blacks, ma non riuscendo a evitare la sconfitta per 25-32.

La stagione successiva, siamo nel 1997, partecipò alla seconda edizione del Tri Nations in qualità di vice-capitano, segnando una meta contro gli All Blacks nella sconfitta per 18-33. Durante il torneo i Wallabies vinsero una sola partita, terminando ultimi in classifica. Per la fine dell’anno, partecipò ad altri quattro incontri con la maglia della Nazionale.

Dopo aver vinto due incontri con l’Irlanda e uno contro l’Inghilterra, Gregan partecipò a tutte le partite del Tri Nations 1999, che i Wallabies terminarono secondi in classifica.
Durante i Campionati del Mondo di quell’anno, l’Australia concluse in testa il Girone E vincendone tutti gli incontri: Gregan giocò sia l’incontro con l’Irlanda, sia quello contro la Romania, saltando quello contro gli Stati Uniti. Giunti ai quarti, gli australiani sconfissero al Millennium Stadium il Galles, che ospitava i Mondiali, partita durante la quale Gregan fu protagonista in molte occasioni. Entrati in finale dopo aver battuto i Campioni in carica del Sudafrica, i Wallabies, sconfiggendo la Francia in finale per 35-12, furono i primi a vincere per due volte la Coppa del Mondo.

Nel 2000 l’Australia vinse anche il suo primo Tri Nation, successo ripetuto poi nel 2001. Proprio quell’anno, dopo il ritiro di John Eales, Gregan divenne il capitano dei Wallabies; si trattava di una scelta ovvia, dato che fino a quel momento aveva tenutoi i gradi di vice-capitano. Riuscì inoltre, coi Brumbies, a raggiungere la finale del Super 12 e a conquistare il titolo dopo aver sconfitto gli Sharks.

Al mondiale del 2003 Gregan fu in campo in tutti i sei incontri dell’Australia, segnando un importante drop nell’incerta vittoria per 17-16 contro l’Irlanda durante il girone eliminatorio e segnando una meta nella vittoria per 33-16 contro la Scozia nei quarti di finale. Dopo aver condotto in finale i Wallabies, in seguito alla vittoria in semifinale contro gli All Blacks, la squadra perse la possibilità di fare uno straordinario bis venendo sconfitta dall’Inghilterra.

Passata la delusione Mondiale, durante la stagione 2004 Gregan guidò la Nazionale in una serie di successi: dopo aver battuto per due volte la Scozia, gli australiani ottennero una rivincita contro gli inglesi battendoli a Brisbane con un pesante 51-15. Sotto la guida di Gregan, i Wallabies persero solo tre partite durante tutto l’anno, contro Sudafrica, Nuova Zelanda e Francia.
A giugno di quell’anno Gregan fu insignito dell’Ordine al Merito dell’Australia, come premio per i servizi resi al rugby australiano, in particolare in qualità di capitano della Nazionale. Per la seconda volta inoltre, fece suo il Super 12 battendo coi Brumbies i Crusaders in finale.
Durante il Tri Nations 2004 raggiunse la centesima presenza in Nazionale a Perth, in un test match contro il Sudafrica.

A ottobre l’annuncio di Gregan riguardo l’epilessia del figlio Max, che lo spinse a lanciare in Australia una campagna di sensibilizzazione riguardo la malattia. Nel 2005 nascerà la George Gregan Foundation, una fondazione che raccoglie fondi per la lotta contro l’epilessia dei bambini.

Nel 2005 Gregan dovette saltare la gran parte della stagione in super 12, essendosi rotto una gamba contro i NSW Waratahs a Canberra. Ritornò in campo in occasione del match contro l’Italia a Melbourne, vinto dagli australiani per 61-29. Dopo buone prestazioni in amichevoli contro Sudafrica e Francia, i Wallabies finirono ultimi in classifica durante il Tri Nations, perdendo tutte le partite del torneo.
In occasione del match conclusivo contro gli All Blacks, Gregan raggiunse il record di presenze in nazionale, stabilito in precedenza dall’inglese Jason Leonard, con 114 partite disputate (da sottolineare il fatto che Leonard aveva anche giocato cinque partite con i Lions): per onorare il loro capitano, i Wallabies lo lasciarono entrare per primo in campo, seguendolo dopo pochi istanti concedendogli così l’ovazione della folla. Gregan sorpassò il record di Leonard il 5 novembre del 2005, in un test match a Parigi contro la Francia, vinto dai francesi 26-16. Con lo stesso punteggio terminò l’amichevole contro l’Inghilterra, durante la quale gli inglesi, forti di una mischia superiore, riuscirono a piegare gli australiani.

Gregan scese in campo per la 120° volta contro l’Inghilterra, sotto la guida del nuovo allenatore John Connolly, per poi eguagliare, durante il Tri Nations 2006, il record di John Eales, che per ben 55 volte aveva capitanato l’Australia. Gregan sorpassò il record di Eales in occasione della successiva partita contro il Sudafrica, a Sidney, vinta 20-18.

Il 2 marzo 2007 il club francese del Tolone, militante in Pro D2, annunciò di aver proposto a Gregan un contratto per la stagione 2007/08, per la somma di 300.000 € a stagione. Prima di trasferirsi in Francia giocò la sua ultima partita coi Brumbies il 28 aprile, conducendoli alla vittoria contro i Crusaders; questo fu l’ultimo match con la maglia dei Brumbies anche per Stephen Larkham. I due furono salutati dalla società con l’annuncio che sarebbe stata loro dedicata una tribuna al Canberra Stadium.
In nazionale, la coppia Gregan e Larkham ha stabilito il record per la più duratura mediana della storia delle Nazionali di rugby, con ben 79 partite giocate assieme

Gregan fu di nuovo selezionato per la nazionale australiana in occasione delle amichevoli contro Galles e Figi, e in seguito in occasione del Tri Nations 2007.
Venne poi incluso nella rosa nazionale che avrebbe affrontato il fallimentare mondiale del 2007, il terzo per Gregan, che nel frattempo aveva lasciato i gradi di capitano a Stirling Mortlock.

Il ruolo di mediano di mischia è tra quelli perennemente coinvolti nel centro dell’azione, eppure è anche un ruolo che può essere interpretato con indoli molto diverse, in maniera appariscente e spettacolare, oppure più riservata. Ecco, Gregan è uno che si nota poco, ma di cui si noterà moltissimo l’assenza quando abbandonerà il rugby.

 

3 responses to “George Gregan”

    • Ma anche no. Sinceramente non ne vedo il motivo; i dati da qualche parte bisogna pur reperirli e questo non è uno di quei casi in cui è necessario citare la fonte.

      Mi sembra invece che sia stato fatto un buon lavoro, soprattutto per quanto concerne la pulizia degli errori ortografici e di sintassi di cui wikipedia è pieno.

      Voto 7

    • Alcune informazioni sono state prese da Wikipedia, ma molte altre arrivano da altre fonti. Il tutto e’ stato rielaborato in modo fluido e organizzato. Non è un semplice copia/incolla. Le fonti si potevano anche citare, ma in questo caso non mi sembrava indispensabile.

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