Gary Armstrong ha indossato la prima volta la maglia del cardo il 19 novembre 1988, a 22 anni, per affrontare l’Australia a Murrayfield. Da quel momento ha avuto una straordinaria carriera internazionale che si è chiusa 11 anni più tardi, in una serata umida, sempre sotto i riflettori di Murrayfield, contro la Nuova Zelanda nei quarti di finale della Coppa del Mondo del 1999.
Nato a Edimburgo il 30 settembre 1966, questo mediano di mischia del Jedforest ha fatto il suo debutto otto mesi dopo che il leggendario Roy Laidlaw ha concluso la sua illustre attività, giocando l’ultimo dei suoi 47 caps nella gara persa 9 a 6 contro l’Inghilterra. Il generoso Laidlaw si era praticamente messo in stand-off da solo a livello di club, in modo da consentire al giovane Gary la possibilità di fare esperienza come mediano di mischia. Il ragazzo ha fatto tali passi da gigante che è diventato ben presto una scelta obbligata per vestire la maglia numero 9 della nazionale per le successive quattro stagioni, nonché l’elemento chiave nei successi della squadra alla fine degli anni Ottanta e nei primi anni Novanta.
La meta segnata contro il Galles all’esordio nel suo primo Cinque Nazioni, siamo nel 1989, e le buone prestazioni degli Highlanders, usciti sconfitti solamente da Parigi, hanno fatto si che sia lui sia il compagno di mediana, l’altrettanto esordiente Craig Chalmers, ricevessero la convocazione dei Lions per il tour in Australia.
Sebbene Armstrong non avesse giocato in nessuna gara, l’esperienza con i Leoni è stata comunque preziosa, tanto da risultare determinante nella conquista del terzo Grande Slam nella storia del rugby scozzese; il più famoso, quello culminato nella sfida contro gli inglesi a Murrayfield il 17 marzo 1990.
In seguito, sempre nel 1990, Gary ha partecipato alla tournée in Nuova Zelanda, dove la Scozia ha rischiato di battere i padroni di casa nella seconda gara, disputata a Auckland, segnando due mete contro una e perdendo solo per 21 a 18.
Nella stagione 1991 gli scozzesi sono arrivati terzi nel Cinque Nazioni, ma sono andati decisamente meglio durante la Coppa del Mondo, dove sono arrivati fino alla semifinale. Quella è stata la ripetizione della partita dell’anno precedente, contro un’Inghilterra decisa a cercare vendetta, e purtroppo la squadra del cardo ha perso 9 a 6.
A quel punto Gary Armstrong era considerato un atleta di alto livello, ed i sui compiti in campo non si limitavano esclusivamente a quelli del classico mediano di mischia, ma si era praticamente evoluto in una terza linea aggiunta. Nonostante il passaggio non fosse proprio il suo punto forte, egli si è sempre presentato come una costante minaccia per i tre quarti avversari, grazie ai suoi breaks incisivi e ai devastanti “hand off”.
Quindi è stato un duro colpo personale, quando la sua carriera è stata devastata non da una ma bensì da due terribili lesioni al ginocchio, la prima nel 1992 e poi ancora nel 1995: due stagioni internazionali completamente perse.
Fra un incidente e l’altro Gary ha totalizzato 6 caps nei Cinque Nazioni 1993 e 1994, vincendo le partite contro l’Irlanda (15 a 3) e il Galles (20 a 0), quest’ultima giocata per l’occasione a Murrayfield nel 1993.
Come spesso accade, durante il periodo in cui Gary è rimasto lontano dalla scena internazionale, erano emersi due nuovi mediani di mischia di grande classe: Andy Nicol e Bryan Redpath. Così, al suo rientro, ha dovuto sudare parecchio per ottenere nuovamente la maglia numero nove.
Nel 1995, un Armstrong recuperato si è trasferito ai Newcastle Falcons e contemporaneamente è tornato in nazionale in concomitanza del tour che la Scozia ha svolto in Nuova Zelanda nel 1996, giocando in entrambi i test match.
Nel 1998 Gary è rimasto fuori rosa, ma dopo quell’assenza è tornato in squadra come capitano per la stagione 1999, traghettando gli Highlanders verso un brillante quanto inatteso titolo nel Cinque Nazioni.
Quel torneo, l’ultimo disputato con 5 squadre, è stato altamente emozionante, grazie all’esito inaspettato dell’ultima giornata, quando la Scozia ha marcato cinque mete che hanno demolito la Francia a Parigi 36 a 22. Il giorno seguente, Scott Gibbs ha segnato la meta nel finale di gara, con la quale il Galles ha battuto l’Inghilterra a Wembley per 32 a 31, consegnando, di fatto, l’ultimo titolo del Cinque Nazioni alla nazionale del cardo.
Armstrong ha poi avuto l’onore di guidare la sua squadra nella Coppa del Mondo, inanellando il 50° caps personale contro Samoa, prima di calare il sipario sulla sua carriera internazionale contro la Nuova Zelanda di un ispirato Jonah Lomu, nei quarti di finale, il 24 ottobre 1999.
Gary è tornato quindi in Scozia per terminare la sua carriera, come leader dei Borders, per due stagioni, prima di passare definitivamente l’ovale al suo erede Chris Cusiter, il quale ha dimostrato subito di essere un mediano di mischia di grande classe, pronto per l’arena internazionale.
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