A prescindere dalle indiscutibili qualità tecniche, Frank Bunce si è distinto dagli altri All Blacks per il suo retaggio regale. Egli, infatti, è diretto discendente di George Rex, uno dei tre figli che re Giorgio III di Hannover ha avuto da Hannah Lightfoot, una ricca mercantessa di stoffe dello Yorkshire, prima del suo matrimonio con la duchessa Sofia Charlotte. Frank è uno delle diverse centinaia di discendenti del sovrano che vivono in Nuova Zelanda e nella Niue Island.
Frank Eneri Bunce è nato il 4 febbraio 1962 ad Auckland. Studente presso il Mangere College, ha iniziato a praticare rugby con la squadra di Manukau. C’è voluto però molto tempo prima che uscisse dal rugby di club. Ha fatto qualche apparizione per Auckland ‘B’ nel 1984 e Auckland nel 1986, ma non sono state sufficienti per essere selezionato da North Island. Nonostante nel 1988 ha partecipato a un trial con gli All Blacks, Frank è rimasto con Auckland fino al 1990 senza mai diventare titolare.
La sua carriera è decollata quando si è trasferito a North Harbour, nel 1991. A quel punto, anche se originario di Niue, Bounce è stato selezionato da Western Samoa per partecipare al tour in Nuova Zelanda. In seguito, sempre con loro, ha disputato un’impressionante Coppa del Mondo. Quella squadra, infatti, ha saputo sconfiggere il Galles all’Arms Park e, in seguito, i quotati Pumas, grazie anche a una meta dello stesso Frank. Approdati facilmente ai quarti di finale, i samoani sono stati sconfitti 6 a 28 dalla Scozia.
Tornato in patria, il nuovo allenatore degli All Blacks Laurie Mains ha incluso Bunce, che aveva già 30 anni, nella squadra che nel 1992 ha intrapreso la serie contro il World XV per il centenario della NZRFU. Frank ha esordito il 18 aprile e dopo quella partita è diventato il centro titolare della Nuova Zelanda. Egli si è affermato presto come uno dei giocatori più duri del rugby mondiale, grazie a una difesa senza compromessi e alla potenza in attacco. Al suo primo anno in maglia nera, infatti, Bunce ha segnato cinque mete, di cui quattro contro l’Irlanda in due gare: così è cominciato il suo record di “tryscoring”.
Nella stagione del debutto, ecco uno dei momenti migliori di Frank, quando un suo taglio scoppiettante contro il Sudafrica ha fornito la palla a John Kirwan per una meta cruciale, che ha portato la Nuova Zelanda ha vincere 27 a 24. Proprio allora, egli ha iniziato una collaborazione meravigliosa con il compagno di squadra di North Harbour Walter Little, che sarebbe in pratica durata per tutto l’arco della sua carriera. Una partnership che ha fornito epiche battaglie con campioni del calibro di Scott Gibbs e Will Carling, Tim Horan e Jason Little, che sono state sempre molto coinvolgenti e piene di lividi.
Nel 1993, dopo avere partecipato alla prima Sevens World Cup, Bunce ha continuato a segnare mete ai Lions (2) e ai Wallabies (1), contribuendo alle vittorie della Nuova Zelanda contro entrambe le compagini.
La sua forma strepitosa è proseguita anche per tutto il 1994, una stagione difficile in cui gli All Blacks hanno perso sia in casa con la Francia, sia contro l’Australia a Sidney. Tuttavia, la Nuova Zelanda ha avuto maggiore fortuna nella serie casalinga contro il Sudafrica. È stata la coerenza con la quale Bunce ha incentrato il proprio gioco, unita alla genialità in attacco, a renderlo così prezioso per gli All Blacks. In difesa, egli ha fornito stabilità e forza ogni volta che era necessario e, nel frattemp,o approfittava di eventuali crepe nelle linee avversarie per sferrare la sua micidiale zampata.
La Coppa del Mondo del 1995 ha confermato Frank Bunce come uno dei più grandi centri di sempre. La Nuova Zelanda ha infiammato il torneo con la sua enfasi in attacco e Bunce ha fornito placcaggi memorabili in fase difensiva, fermando anche avanti molto più pesanti e alti di lui. Nel conto, per il centro, vanno inserite anche 2 mete, una segnata al’Irlanda durante la prima fase e l’altra alla Scozia nei quarti di finale.
Dopo la delusione della sconfitta in finale, gli All Blacks hanno battuto gli australiani 2 a 0 nella serie per la Bledisloe Cup, con Bunce che ha marcato una straordinaria meta nel primo minuto della seconda prova.
Il 25 ottobre 1995 Bunce ha indossato per la prima e unica volta la fascia di capitano, nella sfida di Catania contro l’Italia A, dove ha realizzato anche una meta. Per la cronaca la gara è finita con la vittoria dei neri 51 a 21. Tre giorni più tardi il centro era in campo anche a Bologna contro gli azzurri, umiliati 70 a 6.
Nel 1996 è stata di nuovo la sua difesa granitica a fornire il fulcro della backline neozelandese, quando finalmente i neri hanno saputo battere il Sudafrica sul loro terreno. Lo stesso anno è arrivato pure il trionfo nella serie inaugurale del Tri Nations.
La stagione successiva ha visto Bunce raggiungere l’apice della carriera in maglia nera, quando all’Ellis Park ha segnato due mete stupende agli Springboks, regalando così alla sua squadra una vittoria per 35 a 32. Nella seconda realizzazione, egli ha corso per 60 metri rompendo quattro placcaggi, per poi sterzare con finezza e depositare l’ovale oltre la linea. Una dimostrazione del fatto che lui era molto più di un grande centro difensivo.
Nella stessa stagione, Frank è stato uno degli eroi All Blacks che ha contribuito alla conquista di un altro titolo Tri Nations, assicurato in bacheca quando lo stesso Bunce ha ottenuto una bella meta alla Melbourne Cricket Ground contro l’Australia.
Frank Bunce ha disputato il suo ultimo test per la Nuova Zelanda nel pareggio 26 a 26 contro l’Inghilterra a Twickenham, il 6 dicembre 1997, finendo con il maggior numero di mete (20) e di presenze (69, delle quali 55 test match) per un centro neozelandese. Quando ha giocato la sua ultima partita Frank aveva quasi 36 anni, per questo motivo è diventato il secondo All Black più anziano a giocare un match ufficiale.
Nel 1996 il trequarti centro ha giocato con la divisa dei Chiefs. A fine stagione Bunce, che aveva ormai 36 anni, è stato estromesso dai piani degli All Blacks quando, dopo un viaggio in Francia per discutere un contratto con il Castres, non è riuscito a tornare a casa in tempo per dimostrare la sua idoneità ai selezionatori. Egli ha quindi terminato la carriera in Europa: una stagione con Castres e, infine, una a Bristol, prima di ritirarsi definitivamente nel 1999.
Dal 2001 al 2003 Bunce ha allenato la rugby Leonessa Brescia, in coppia con Matt Vaea. Il primo anno la squadra ha vinto il campionato di serie A e si è aggiudicata la promozione nel Super 10. In quello seguente Bunce e Vaea hanno conquistato la salvezza, confermando il club bianco-rosso-blu nella massima serie.
Nel 2004 Frank è tornato ad Auckalnd come allenatore dei trequarti. Nel 2005, invece, è stato consulente tecnico per la nazionale samoana. Oggi l’ex All Black insegna presso l’Accademia di rugby in Nuova Zelanda.
Quando Frank ha appeso le scarpe al chiodo si è aperta una voragine nella backline dei Tuttineri, tant’è che ci sono volute diverse stagioni per rimediare. Egli ha lasciato un’eredità di grandezza che è stata difficile da emulare. Inevitabilmente è sempre stato messo a confronto con un altro eccellente centro All Black, Joe Stanley. Entrambi avevano la stessa capacità di leggere la partita e far giocare le ali, ma, in più, Bunce era specializzato in placcaggi, sia nel farli sia nel subirli.
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