IN PRIMO PIANO
Dieci anni di Sei Nazioni per l’Italia. Un dieci senza lode.
Con il quarto cucchiaio di legno. La squadra è da rigenerare ma mancano le alternative. Cambierà invece parte dello staff tecnico. Anche il gioco è da rifondare a cominciare dalla difesa, interessata da profonde trasformazioni in campo internazionale. Ripartire sarà difficilissimo: ci aspettano a giugno l’Australia rinfrancata dalla cura Deans, che punta alla conquista di Melbourne, patria dell’Aussie Rules, e una Nuova Zelanda incredibilmente annoiata dal gioco degli All Blacks e desiderosa di stupire.
Poi c’è l’ingresso di due italiane in Celtic League
Il modello più vicino al nostro è quello scozzese: siamo andati a vedere come funziona. E l’esperienza degli highlander ci insegna che la Celtic non sarà la panacea di tutti i nostri mali. Siamo andati anche alla scoperta di un altro modello, quello argentino, rimasto invece fino ad oggi amatoriale, ma che nonostante ciò rifornisce due nazionali (i Pumas e la nostra) ed è arrivato al terzo posto in Coppa del mondo.
Campionato Italiano
Intanto il campionato si appresta ad assegnare uno degli ultimi veri titoli italiani prima dell’era Celtic: Treviso ci riprova. Galon cerca una rivincita personale dopo l’esclusione dalla nazionale. L’avversario da battere è il Viadana. Rovigo scommette sui giovani per raggiungere le semifinali, e anche il Petrarca, nonostante i problemi, dice di crederci.
Con la finale di Coppa Italia il Venezia Mestre ha centrato un bel traguardo e il suo tecnico Gajan può vuotare il sacco sul rugby italiano.
Scrivono Battaggia, Lucchese, Semeraro, il giornalista neozelandese Paul Neazor, Pastonesi. Con le analisi di Ivan Malfatto e la rubrica di Toni Liviero sul gioco.
INOLTRE:
Interviste e personaggi dalla Seria A1 alla C, i settori giovanili.
Otto pagine di terzo tempo con i locali ovali, il collezionismo, lo scaffale dei libri italiani e stranieri.
E una chicca: l’abbinamento vini-pallaovale proposto da Natalino Cadamuro.
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