Al Flaminio è il giorno di Italia – Scozia, lo scontro, ormai classico, tra le due compagini che negli ultimi anni si sono spesso scambiate il cucchiaio di legno.
Entrambe sono reduci da due sconfitte nelle prime due uscite, pur se ottenute con prestazioni diverse, e oggi sono chiamate ad una vittoria che sollevi morale e che dia nuovo vigore all’intero movimento.
La giornata regala un anticipo di primavera, con un bel sole luminoso e caldo, lo stadio è un vero catino, ribollente di entusiasmo, tutto esaurito da settimane, con tanto colore, e tantissimo calore, l’entusiasmo è grande, sarebbe delittuoso non premiarlo con un successo.
Si parte subito con decisione, con la Scozia che cerca di giocare alla mano, secondo il credo imposto dal nuovo coach Robinson, gli azzurri accettano la sfida a viso aperto e, all’11°, un fallo in una ruck ai danni di Castrogiovanni, regala a Mirco Bergamasco la prima occasione di centrare i pali, il biondo non si lascia emozionare e realizza per l’entusiasmo dei 40.000.
La Scozia attacca a testa bassa, con troppa frenesia, e commette errori banali, l’Italia è attenta e molto più concreta, nelle prime fasi è stranamente anche disciplinatissima, e, al 15°, sugli sviluppi di una touche vinta, Geldenhuys tenta uno sfondamento centrale, arrestato fallosamente in un raggruppamento proprio sotto i pali, calcio da posizione facilissima che Bergamasco non sbaglia per il 6 a 0 Italia.
Passata la buriana la Scozia si assesta meglio in campo e cambia strategia, inizia a sporcare tutte le touches a lancio italiano e a conquistarne alcune, sicchè la marea blu inizia a salire e ad affacciarsi con continuità e pericolosità nei nostri 22, al 20°, proprio da una touche rubata ai 5 metri, un fallo azzurro di Ghiraldini regala un calcio agli scozzesi che Parks trasforma accorciando le distanze.
Gli azzurri si scompongono e faticano a creare azioni pericolose, il gioco al piede funziona poco, la touche inizia a balbettare, la mischia fatica a reggere, gli ospiti ne approfittano e cominciano ad alternare gioco alla mano e gioco al piede, fatto con chirurgica precisione, l’ovale cambia spesso padrone per errori di handling e, al 32°, su un tenuto a terra, Parks ha l’opportunità di calciare e trovare i pali per il pareggio.
L’Italia trema e si salva per un avanti millimetrico su uno sfondamento di Cussiter, la difesa ai 5 metri è dura ma fallosa, l’arbitro assegna un piazzato che però Parks fallisce da posizione non impossibile.
La ripresa si apre con una bella incursione di Mirco Bergamasco, stoppata proprio ai 5 metri, ma gli azzurri non demordono ed ottengono una nuova punizione per un fuorigioco scozzese, Mirco trasforma ancora al 42° e riporta avanti l’Italia.
La Scozia, rabbiosa e furente, attacca da tutte le posizioni alla mano e ricaccia indietro gli azzurri con pedate precisissime di Parks, la difesa azzurra sulla linea di meta è eroica, ma, dopo vari tentativi, alla fine Parks centra un drop proprio sotto i pali al 52° per il nuovo pareggio sul 9 a 9.
Gli azzurri, stanchissimi, ora possono solo difendere, riuscendo ancora a salvarsi sulla linea di meta, che il TMO non assegna, perchè lo scozzese è tenuto alto e non riesce a schiacciare oltre la linea.
Gli azzurri si scuotono e disegnano una bella incursione, vanificata da un avanti di Garcia, ma la Scozia non cede di un millimetro e al 65°, per un discutibile mani in ruck dell’ottimo Gower, Parks può calciare in mezzo ai pali portando, per la prima volta i suoi in vantaggio.
L’Italia non ci sta e, sospinta dal supporto del Flaminio, si riversa finalmente in massa e con determinazione nella metacampo ospite e, in terza fase, l’ovale arriva a Masi che sfonda e lascia l’ovale a Canale che trova un buco e vi si butta guadagnando metri preziosi nel cuore dei 22 avversari, placcato, con un preciso offload, serve Canavosio che raccoglie e s’invola verso la linea fatale volando in mezzo ai pali: meta! E siamo 14-12. Mirco trasforma: 16-12 a 10 minuti dalla fine.
La Scozia, imbufalita, attacca disperatamente da ogni posizione, ma gli azzurri si difendono ancora da eroi sulla linea di meta, si immolano mettendo la faccia e le mani ovunque, il TMO dice no ad un nuovo tentativo scozzese, fermato a 20 cm dalla riga fatale.
Da brivido la successiva mischia ai 5 metri, con il Flaminio vero sedicesimo uomo in campo, che è miracolosamente salvata da Masi che scippa palla ai blu, e passa per la liberazione a Canavosio, il cui calcio è rimpallato, Gower raccoglie in area di meta e serve McLean che evita la caccia degli scozzesi e, con una gran pedata, libera in touche a metacampo.
Il finale è da cardiopalma, l’Italia riesce a tenere l’ovale in avanzamento con una serie di pick and roll per quasi 4 minuti, poi l’arbitro fischia fallo quando mancano appena 30 secondi dalla fine. La Scozia tenta disperatamente di avanzare, gli azzurri placcano tutti, dapertutto, Mauro Bergamasco conquista l’ovale e tenta di calciarlo fuori, ma non ci riesce, gli Scozzesi ripartono ma gli azzurri ed il Flaminio li bloccano al suolo fino ad un tenuto che ci regala ovale e vittoria.
Posso solo dire: Grazie ragazzi, era ora!
Vinciamo con il cuore, l’orgoglio, la volontà, certo la Scozia gioca magari un rugby più ortodosso e migliore, ma chissenefrega, oggi contava solo la vittoria, e quella è arrisa a noi….
Negli altri due match, partite emozionanti e bellissime, la Francia espugna il millennium di Cardiff per 26-20 ( primo tempo 20 a 0) con due mete in intercetto ed i rossi a sprecare nel secondo tempo l’occasione per impattare, le Bleues sempre più lanciati verso il titolo e il grande slam.
A Twickenham, sotto una pioggia battente, partita tiratissima e combattuta con l’Irlanda capace di vincere 20 a 16 ( primo tempo 8 a 6) che dà ottima impressione con una touche imbattibile ed una difesa arrembante da paura, eroe del match Tommy Bo autore della primea e della terza, decisiva meta verde a 7 minuti dal termine, dopo che un drop di Wilkinson, autore di 4 errori dalla piazzola, aveva portato avanti per la prima volta i bianchi, che vedono scendere le loro chances di vittoria finale.
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