ALCUNE LEGGENDE DI BORDER DEL 1955 SARANNO PRESENTI ALL’ESORDIO DEI SOUTHERN KINGS MARTEDI’ A PORT ELIZABETH
Cinque membri del leggendario XV di Border che nel 1955 sconfisse per 14-12 i British Lions assisteranno martedì prossimo a Port Elizabeth allo storico esordio dei Southern Kings. Bill Luppnow, Hilmer Puchert, Tony Viljoen, Chappie Moll e Bill Cunningham sono i cinque leggendari membri e solo altri tre di quell’impresa rimangono ancora vivi. "Non vediamo l’ora di esserci" ha dichiarato l’ottantaduenne Loppnow. "Ciò che più rese clamoroso e famoso il nostro successo contro i British Lions fu che svolgemmo un unico allenamento tutti insieme il giovedì prima della sfida. In quei tempi non esistevano, come oggi, programmi di allenamento e nessuna sessione di team-building prima di una gara. Arrivammo semplicemente all’allenamento come giocatori ordinari di clubs dai quattro angoli dell’Eastern Cape e giocammo con infinita passione ed orgoglio. La nostra squadra aveva anche giocatori di club che vivevano a Queenstown, nel Transkei e a East London" ha chiosato Luppnow. Tony Viljoen, 75 anni, fa da eco ai profondi sentimenti di Loppnow aggiungendo: "Non vedo l’ora di assistere al match dei Southern Kings. Sarà bellissimo tornare dopo tanto tempo a Port Elizabeth. Naturalmente i componenti la squadra dei Southern Kings sono tutti professionisti e magari si allenano due volte al giorno. Noi invece nel 1955 eravamo dilettanti puri e ci allenavamo quando terminavamo di lavorare. Di solito alla sera". Ed allora ecco lo storico tabellino di quella vittoria. Che non potrà mai essere cancellata dalla storia del rugby.
Sabato 17 settembre 1955 a East London: Border 14, British & Irish Lions 12. Il leggendario XV di Border: Marais (Villagers); de Wet (Buffaloes), Saunders (Hamiltons), Cooper (Old Selbornians), Viljoen (Swifts); Howe (Hamiltons),Whyle (Swifts); Luppnow (Cambridge), Gordon (Cambridge), Edwards (Swifts); Smit (Hamiltons), Puchert (Cambridge); Ackermann (Swifts, capitano), Bahlmann (Hamiltons), Moll (Old Selbornians).
Arbitro: K. Carlson.
Marcatori per Border: meta- Bahlmann; trasformazione-
Marais; punizioni- Marais 3.
GLI ARBITRI, E GLI ASSISTENTI, DESIGNATI PER LA SFIDA A PORT ELIZABETH
Per la gara di martedì prossimo, 16 giugno, a Port Elizabeth tra Southern Kings e British & Irish Lions (calcio d’inizio alle ore 15.00 locali) questi sono gli arbitri designati:
arbitro- Nigel Owens (Galles)
giudici di linea- Alain Rolland (Irlanda), Cobus Wessels
arbitro video- Johann Meuwesen
osservatore- Dennis Immelman
cronometrista- Albert Mocke
FERRIS DEVASTATO PER L’INFORTUNIO
Disappunto massimo e devastazione per il ventitreenne flanker Stephen Ferris dell’Ulster che se ne è tornato a casa causa infortunio patito al legamento di un ginocchio lunedì in allenamento. "Stavo giocando molto bene ed ero candidato ad un posto in squadra per i tre test contro i Boks. Si tratta di un infortunio banale. Davvero potevo evitarlo anche perché mi è successo nell’ultima azione dell’allenamento. Pazienza. Giro già senza stampelle e faccio riabilitazione tutti i giorni. Dovrei riuscire a recuperare per l’ inizio della prossima stagione. Spero di avere reso fiere le persone nell’ Ulster anche se per me la tournée è terminata in largo anticipo" ha commentato uno sconsolato Ferris al rientro a casa.
APPENA ARRIVATO, RYAN JONES TORNA A CASA
Sceso sul suolo sudafricano giovedì, ripartito per casa venerdì. E’ quanto successo al capitano della nazionale gallese Ryan Jones chiamato dal coach Ian McGeechan per rimpiazzare l’infortunato Ferris. Ma il duro colpo ricevuto sabato a Chicago da un avversario statunitense nel test vinto dai Dragons 48-15 non è stato completamente riassorbito da Jones che è pertanto stato dichiarato inabile per il resto della tournée dallo staff medico dei British & Irish Lions. A questo punto dll’escursione il management britannico ritiene di non convocare nessun altro giocatore per sostituire Ferris. L’infortunio di Ryan Jones si va ad aggiungere a quelli di Ferris, O’Leary, Shanklin, Flannery e Halfpenny.
NUOVI SVILUPPI NELLA CRISI DIRIGENZIALE DELLA GOLDEN LIONS RUGBY UNION
Il nuovo assetto della Golden Lions Rugby Union parte dalla conferma di Hans Coetzee come tecnico per la prossima Currie Cup. Manie Reyneke, dimissionario da vice-presidente della Union, ma ancora nel suo posto di CEO, ha confermato che Coetzee potrà beneficiare dell’appoggio esterno di alcune icone viventi quali Jake White, Eddie Jones e Derik Coetzee. Quest’ ultimo sovrintenderà la preparazione ed i carichi di lavoro negli allenamenti. Le prossime elezioni alla GLRU saranno tenute all’inizio del mese di ottobre e per il momento Neville Jardine sarà il facente funzioni della presidenza. Il presidente uscente Ferreira non avrà più alcuna carica nemmeno in seno alla SARU e dopo 25 anni il rugby di Johannesburg, del Transvaal e sudafricano perde un validissimo dirigente che se ne va disgustato dalla politica nefasta che spesso schiaccia anche il rugby. Tra i possibili candidati alla successione di Ferreira si citano, al momento, Sampie Pienaar e Kevin de Klerk.
FRANSWA STEYN ESTREMO, PIENAAR ALL’APERTURA. SOLO SNOR NON PENSA A BRUSSOW…
Giovedì in allenamento a Durban, il CT Snor ha incominciato a scoprire le carte facendo partire François Steyn nel ruolo di estremo. Sintomo che il tecnico intende quasi sicuramente impiegare il giovanissimo fuoriclasse in questo delicatissimo ruolo al King’s Park nel primo test contro i britannici. Steyn è apparso molto ben inserito nel ruolo, che ha già ricoperto in passato, muovendosi a piacimento negli schemi della linea arretrata. JP Pietersen, che anche lo stesso Snor suggeriva come candidato alla casacca numero 15 ha occupato la consueta posizione all’ala destra così come Jaque Fourie ha giocato al centro. Ruan Pienaar si è perfettamente integrato all’apertura con i suoi centri e dovrebbe venire confermato con la maglia numero 10 ricevendo anche l’incarico di calciatore designato sebbene il migliore piede appaia quello di Steyn. Incomincia a preoccupare l’infortunio al polpaccio di Schalk Burger rimasto seduto a bordo campo. Snor pensa a sostituirlo con "Pakslae" (in Afrikaans significa "il bastonatore") ovvero Danie Rossouw che però non è un fetcher (recuperatore di palloni). Nei punti di incontro diventa invece fondamentale avere un Arsenio Lupin che recuperi importanti possessi e tutto il gruppo reclama ovviamente la stella ascendente del terza ala dei Cheetahs, Heinrich Brüssow, clamorosamente escluso da Snor. Persino capitan John Smit, allineatissimo sulle posizioni di Snor, ha parlato a voce alta perorando la causa di Brüssow: "L’ho trovato da avversario quest’anno nel Super 14. Ci ha creato un sacco di problemi. Quando si gioca contro gli All Blacks si sa che nei punti di incontro si avrà a che fare con uno come McCaw. Anche noi abbiamo bisogno di avere una sicurezza del genere e Heinrich è nato per questo delicatissimo compito". Adesso tocca a Snor capire che punti d’incontro e gioco al piede sono i due argomenti topici che decideranno la serie. Visti i precedenti si teme faccia fatica a focalizzare le questioni…
IL LIBRO SUI 70 ANNI DEL RUGBY NEL NORTHERN TRANSVAAL
"Blue Bulls 70 Years of Glory" by Wim van der Berg e Gerhard Burger Settant’anni di gloria. E anche di insuccessi perché non sempre tutto è stato rose e fiori. Dall’ufficialità del distacco nel 1938 dagli oramai odiati cugini della Transvaal RFU ai giorni nostri con immutata passione e totale dedizione tipica dello spirito Afrikaner di chi, da DNA, combatte contro mille fattori della vita per affermarsi e tutelare i propri consimili. Così è stato concepito questo libro celebrativo dei settant’anni della Union di Pretoria che negli ultimi undici, dal 1997 al 2008, ha addirittura dovuto modificare il proprio leggendario nome in Blue Bulls lasciando in archivio quello intimorente di Noord Transvaal. Grande spazio viene dato a personaggi assurti ad icone viventi come ad esempio Fritz Eloff, Buurman van Zyl, Frik du Preez, Thys Lourens, Burger Geldenhuys, Naas Botha e Joost van der Westhuizen laddove si tenda a limitare quello destinato a noti dissidenti che hanno anche saputo opporsi ad una certa ortodossia di pensiero come il professor Daan Swiegers o l’ex-capitano dei Boks, Wynand Claassen che verso la fine degli anni ’70 ebbe notevoli contrasti con John Williams, ex-seconda linea dei Bokke e poi selezionatore verdeoro al rientro nel panorama internazionale nel 1992. Parecchie fotografie in bianco e nero ci ricordano date ed episodi leggendari sia in Currie Cup che contro le nazionali in tournée che spesso hanno dovuto pagaredazio nella cattedrale del Loftus Versfeld dove la potenza dei Tori Blu spesso non è stata arginata. E con il trionfo nel recente Super 14 la saga promette di continuare ancora a lungo…
BREVE STORIA DEI TOUR IN SUD AFRICA DEI BRITISH LIONS (8)
Alla luce dell’ottima prestazione globale fornita nel precedente tour del 1955, i British & Irish Lions si presentarono in Sud Africa nel 1962 con uno squadrone per disputare l’ottava tournée ufficiale nella Repubblica. Capitano fu nominato l’ala scozzese Arthur Smith in un gruppo che comprendeva assi come l’estremo Tom Kiernan, l’ala Dewi Bebb, il centro Mike Weston, le due aperture Gordon Waddell e Richard Sharp, il mediano di mischia Dickie Jeeps, i piloni Syd Millar e David Rollo, il tallonatore Bryn Meredith, le seconde linee Mike Campbell-Lamerton e Willie John McBride nonché il terza linea Alun Pask. Ne conseguì che nei 20 incontri con province e selezioni rimanessero poco più che le briciole per questi ultimi. Quindici vittorie, due sconfitte e ben tre pareggi fu il totale. I due KO si ebbero contro Northern Transvaal per 14-6, guidato da uno scatenato Mannetjies Roux, e con Eastern Transvaal, 19-16, nel penultimo match della tournée tenutosi a Springs. Quest’ultima località sarà indigeribile e nefasta, otto anni dopo, persino per il signor Colin Meads che in seguito ad una rissa in campo se ne uscirà con un braccio fratturato. I tre pareggi furono con Griqualand West per 8-8, contro Vrystaat 14-14 e contro le Northern Universities a Springs dove lo score fu di 6-6. Con un tale ruolino di marcia c’era da attendersi quattro test di grande qualità agonistica ed in effetti i primi tre, sebbene con punteggi molto contenuti, risposero alle aspettative. Sabato 23 giugno all’Ellis Park di Johannesburg la prima sfida terminò in parità, 3-3: alla meta nel primo tempo di John Gainsford rispose dopo l’intervallo quella del gallese David Jones. Le regole in vigore allora e due attente difese limitarono molto la spettacolarità del gioco. Le due compagini si ritrovarono di fronte sabato 21 luglio al King’s Park di Durban e dopo un primo tempo terminato sul nulla di fatto, nella ripresa un solo piazzato dell’apertura Keith Oxlee risolse le sorti del match a favore degli Springboks. La mischia verdeoro, in cui 7 degli 8 elementi erano usciti dalle fucine del veld con il solo Doug Hopwood a rappresentare Western Province, tenne testa alla potenza britannica per il 3-0 finale. Il terzo test di sabato 4 agosto a Newlands divenne pertanto della massima importanza per gli europei sotto nella serie per 1-0 ed un pareggio. I Leoni ruggirono per primi quando la bionda apertura della Cornovaglia, Richard Sharp, infilò tra i pali il drop del momentaneo vantaggio pareggiato però prima dell’intervallo dalla punizione di Oxlee. Gli ultimi 40′ vennero combattuti con grande impeto da ambo le squadre contendenti ed una meta del medesimo Oxlee, da lui stesso trasformata, fissò il parziale sull’8-3. I britannici andarono a sbattere contro il muro composto da Fanie Kuhn, Abie Malan, Frik du Preez e Johan Claassen che di quei Bokke era il celebrato capitano. E il risultato non cambiò decretando così, prima del quarto test, la vittoria dei Bokke nella serie. Al Vrystaat Stadion di Bloemfontein, sabato 25 agosto, andò in scena l’ultimo atto in cui i britannici operarono qualche nuovo inserimento nel XV titolare. Delusi e comprensibilmente scarichi per il fiasco nei tre test precedenti, seppure verificatosi con uno scarto complessivo di soli 8 punti, gli ospiti crollarono resistendo solo un tempo allo strapotere sudafricano. Nel primo tempo, terminato 10-6 per i padroni di casa, il piazzato di Willcox e la meta di Cowan trovarono la risposta verdeoro con le mete trasformate di Wang Wyness e Mannetjies Roux. Dopo la pausa per i Boks andarono in meta John Gainsford, Hugo van Zyl, Johan Claassen e di nuovo Mannetjies Roux con Keith Oxlee che aggunse due punizioni e tre trasformazioni per il definitivo 34-14 con cui si chiuse amaramente l’escursione dei britannici: 3 sconfitte ed un pari nella serie. Dopo l’ulteriore amara esperienza (0-4 nella serie) che subiranno i britannici in Nuova Zelanda nel 1966, nel 1968 si avrà la nona escursione ufficiale in Sud Africa…
IL NOSTRO DIARIO SUI SITI
Ringraziamo Claudio Da Ponte (www.rugbyclub.it) e Giovanni Sonego (www.rugbylist.it) per avere prontamente pubblicato il nostro diario sui loro siti.
LA F.I.R. NON DECIDE ANCORA LA SEDE
Come oramai noto, il prossimo 21 novembre sul suolo italiano si disputerà il test tra Italia e Sud Africa. Ma a soli cinque mesi dal suo svolgimento, ancora non è dato sapere dove sarà giocato questo test contro gli attuali campioni del mondo. Come sappiamo in ballo ci sono le città di Udine e Firenze. Ma la Federazione Italiana Rugby, splendidamente gestita dal geometra Giancarlo Dondi, continua a ritardare la scelta della località.
Buon sabato di rugby internazionale a tutti: c’è un calendario molto ricco!
Tot siens
Giampaolo Tassinari
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