Donne, la Sitam cade a Roma. Benetton vola
ERC Un nuovo sistema di classifica sarà adottato per la prossima stagione. Il sorteggio per la composizione dei gruppi della prossima Heineken Cup sará basato sul criterio meritocratico: la classifica europea ERC. Lo scopo è ricompensare le squadre che hanno giocato ai più alti livelli nelle competizioni europee nelle ultime 4 stagioni, facendo in modo che le migliori siano ripartite in gruppi distinti per la fase a gironi. Le 24 partecipanti si qualificheranno sempre tramite le rispettive competizioni nazionali, poi riceveranno punti secondo la classifica ottenuta nelle precedenti 4 stagioni in Heineken Cup o in Challenge Cup: da 1 a 11 punti ogni stagione in Heineken Cup e da 1 a 5 punti ogni stagione in Challenge Cup.
SERIE A FEMMINILE Benetton-Monza 63-0, Red&Blu Roma-Sitam Riviera del Brenta 21-9, CDS Pesaro-Le Lupe Piacenza 5-5, L’Orso Biella-Grazia Deledda Cagliari 13-7. Benetton 60, Red&Blu 39, Monza 37, Sitam 35, CDS 29, Le Lupe 14, L’Orso 13, Grazia Deledda -6.
SERIE C
Elite: Casale-Belluno 20-21, Vicenza-Monselice 7-26, Jesolo-Villadose 8-20, Montebelluna-Conegliano 27-22, Oderzo-Lemene 27-17, Montereale-Alpago 19-26.
Classifica: Casale 77, Belluno, Monselice 67, Villadose 58, Montebelluna 51, Oderzo 48, Jesolo 42, Lemene 34, Conegliano 33, Alpago 29, Vicenza 14, Montereale 6.
Civ: Pordenone-Valsugana 47-19, Lido Ve-Cus Vr 34-0, Ped. Livenza-Valdagno 15-3, Valpolicella-West Vr 26-3, Trento-Frassinelle 0-55, Valeggio-SudTirolo 8-16, riposava il The Monsters.
Classifica: Pordenone 82, Lido Ve 79, Ped. Livenza 73, The Monsters 63.
Ennio Grosso
GROUPAMA SUPER 10
Il presidente Lorigiola dopo il derby con Rovigo: «Era un match da dentro o fuori i play-off». Ora teme Roma e Venezia «Il Carrera si è riscattato, ma mi aspetto di più» Campionato: «L’asse Little-Mercier non rende ancora come può». Italia: «Il Veneto merita un grande test, l’Australia all’Euganeo»
L’effetto Coppa del Mondo è finito. Alla 2. giornata di ritorno il Groupama Super 10 si allinea ai pronostici pre-campionato, spaccando la classifica a metà. Sette punti di distacco fra le prime 5 (in lotta per i play off) e le altre 5 (Catania quasi condannato). Le sorprese positive (Rovigo, Capitolina) e negative (Calvisano) sono rientrate. Mentre il Carrera Petrarca con la sofferta vittoria (26-13) nel derby n. 139 sul Femi Cz resta sul carro delle migliori, dal quale rischiava di venire sbalzato.
Presidente Fulvio Lorigiola, per voi un derby dentro o fuori.
«Sì, dopo 2 settimane sfortunate dovevamo rispondere presente e l’abbiamo fatto. La finale di Coppa Italia, persa dopo aver giocato bene 70′, e l’incredibile ko a tempo scaduto con il Gran ci avevano tolto molta serenità».
E l’avete ritrovata? Dalla fatica fatta nel primo tempo con Rovigo non si direbbe?
«Non sono contento di come la squadra è entrata nel derby, ma di come ne è uscita. Il riscatto c’è stato. Con esso, spero, venga anche la serenità. Se poi Sisa Koyomaibole nell’azione del primo tempo si fosse fermato a fumare una sigaretta, aspettando i 4 compagni in sostegno, invece di intestardirsi verso la meta e commettere fallo, saremmo qui a parlare di una vittoria con bonus e non di sofferenza».
Delle 5 squadre in lotta per i 4 posti play-off sembrate la più debole. Non perchè ora siete al 5. posto, ma per incapacità di esprimere il vostro potenziale.
«In classifica siamo in credito di 6 punti: i 3 di Rovigo e quelli del Gran. In caso contrario saremmo comodamente secondi. Ma è vero che non riusciamo a esprimere in pieno il nostro potenziale. Ad esempio un asse di gioco Nicki Little-Loudovic Mercier, più Silao Laega nel triangolo stretto, non ce l’ha nessuno in Italia. Eppure non ha ancora reso per quello che può. Mi aspetto molto di più».
Il francese ha un contratto annuale, resterà?
«La società punta al rinnovo, ne stiamo discutendo».
Quali saranno le partite chiave per i play-off da qui alla fine?
«Tre dei 4 scontri diretti con le pretendenti li abbiamo in casa. È paradossale, ma ho più paura delle trasferte di Roma, Venezia e Catania. Lì sarà dura fare il risultato, ma non possiamo permetterci di perdere».
Casinò di Venezia già salvo, visti i 10 punti di vantaggio sul Catania?
«Nelle 2 volte in cui l’ho visto ci ha messo in difficoltà, ha un buon calendario e rispetto a 2 stagioni fa ha il potenziale per salvarsi».
Sabato a Treviso c’è il big match con Viadana, un pronostico?
«L’Mps è la squadra che ha gestito meglio il periodo di sosta del Sei Nazioni in funzione del campionato. Ma il Benetton non ha alternative, se vuole dimostrare di essere davvero campione d’Italia non può regalare punti».
Venerdì e sabato a Bologna il consiglio federale deciderà le sedi dei test autunnali dell’Italia. A Padova arriverà come promesso l’Australia (Argentina a Torino, Pacific Islanders a Bari)?
«Il presidente Giancarlo Dondi in tribuna alla finale di Coppa Italia mi ha detto che è intenzione della Fir dare a Padova l’Australia. Io ho informato il vice sindaco Claudio Sinigaglia. Speriamo che il consiglio federale confermi l’intenzione, il Veneto dopo tanti anni merita un test importante e all’Euganeo si possono fare 25mila spettatori paganti».
Ivan Malfatto
Galles, il grande slam della difesa rovesciata
Molti osservatori hanno individuato nel blocco dell’Ospreys i segreti del Grande Slam del Galles. Tredici giocatori su quindici provenienti da un’unica selezione provinciale, in effetti sono un vantaggio invidiabile rispetto a squadre che hanno avuto appena una settimana di tempo per preparare il Sei Nazioni e che hanno poi dovuto restituire i giocatori ai club durante le pause del Torneo. Tuttavia, se il vero motivo della marcia trionfale gallese fosse solo questo, non si spiegherebbero il quinto posto dello scorso anno e il mondiale disastroso in Francia, rimediati più o meno con gli stessi uomini. C’è dell’altro, è evidente. A cominciare dall’approccio mentale e fisico. Il merito è di Gatland. Con la naturale ventata di freschezza che ogni cambio di allenatore comporta, il neozelandese ha saputo ridare fiducia ai giocatori, recuperare e integrare elementi caratterialmente difficili quali Phillips e Henson. Inoltre, limitandosi a dotare la squadra di un minimo di strutture e di complessità di gioco, ha puntato ad alzare piuttosto il livello dell’intensità fisica. E ha fatto del combattimento individuale e collettivo uno degli elementi che hanno fatto la differenza. Sedute di allenamento brevi (40 minuti al massimo) ma a ritmi che gli stessi giocatori hanno definito al limite della brutalità. E superiori a quelli dei grandi match internazionali. Insomma se i Dragoni rossi sono venuti fuori nei secondi tempi (segnando 11 delle loro 13 mete), in particolare nell’ultimo quarto di gara, raddrizzando partenze piuttosto opache, la spiegazione c’è. Sta nella preparazione. Ma anche nella tattica e in un gioco al piede di grande importanza, intelligenza ed efficacia. Contro Italia e Irlanda su 60 palloni calciati in totale, solo 4 sono stati spediti in touche. E nella "finale" con la Francia si sono contati altri quattro palloni messi fuori, tutti da situazione difensive. Il resto sono stati calci lunghi in profondità carichi di pressione offensiva, che hanno portato, a seconda delle scelte dell’avversario, a touche molto favorevoli o a sequenze di raggruppamenti che hanno esaltato la loro preparazione fisica.
Terza e più importante chiave: la difesa. Subendo in tutto appena due mete, il Galles ha stabilito il nuovo primato del Sei Nazioni. Qui il merito è di Shaun Edwards, l’allenatore dei London Wasps, di estrazione tredicista, ingaggiato part-time con l’incarico di lavorare al sistema di opposizione. Una "rush defence", come la chiamano gli inglesi, alta, rapida e aggressiva. Giocatori lanciati come kamikaze con un movimento di linea rovesciato, per inibire il gioco sulle fasce. Di norma è stato il secondo centro, Shanklin, grande protagonista del Torneo con le sue rabbiose penetrazioni nel midfield, ad andare alto e a orientare il portatore della palla tra le "chele" velenose di Henson, il perno dell’intero sistema difensivo. Ma sugli sviluppi delle fasi dinamiche, quando Shanklin veniva assorbito dall’azione, è toccato spesso a Martin Williams o a Jonathan Thomas farsi carico di tagliare i collegamenti con il corridoio esterno. Mentre in mezzo, come contro i francesi Traille e Jauzion, agiva un Phillips dalla insolita duttilità tattica.
Un sistema accurato, contro il quale gli attacchi profondi o organizzati in doppia linea non hanno, per ora, avuto effetto.
Orquera decisivo.
Il Leicester di Castrogiovanni cede alle "vespe"
SHARKS E STORMERS – A metà cammino del Super 14 solamente Sharks e Stormers tengono alta la bandiera sudafricana. I primi hanno vinto tutte e 6 le partite disputate mentre gli Stormers hanno completato l’escursione agli antipodi vincendo 3 partite su 4. Gli uomini di Rassie Erasmus hanno totalizzato ben 16 punti ovvero la migliore prestazione di sempre di un XV sudafricano fuori casa nella storia di questa competizione. In testa i Crusaders di Deans che però nella combattuta vittoria di venerdì a casa degli Hurricanes (20-13) hanno perso la stella Carter. Per un infortunio alla caviglia l’apertura degli All Blacks dovrà rimanere a riposo non meno di 6 settimane.
DUE IN VETTA- Va al Tolosa il clou del 16. turno di Top 14. Tre drop e un calcio di Elissalde danno la vittoria ai rossoneri (Perugini entra al 63′), 12-6, contro il Biarritz. I tolosani vengono raggiunti in testa dal Clermont Auvergne che travolge con 7 mete l’Albi 52-17. Terzo lo Stade Français (Mirco Bergamasco entrato al 66′) facile vincitore a Bayonne 36-14. Decisivo Orquera (9 punti) nel successo interno del Brive sul Montauban 14-7.
GLOUCESTER RESISTE– Nella Premiership sconfitta interna del Leicester di Castrogiovanni (uscito al 61′) contro i Wasps 19-24. Perde anche il Gloucester a Worcester 17-14 (Bortolami e Nieto 80′) mentre i Saracens di Ongaro (entrato al 62′) fanno un sol boccone del Leeds, 66-7. Dopo 18 turni guida il Gloucester con 56 punti seguito ad una lunghezza dal Bath, a 2 dagli Harlequins ed a 3 dal Leicester.
AGUILAS A FATICA – Il XV di Buenos Aires si è qualificato per la finale della 64. edizione del Campionato argentino vincendo 24-21 col Rosario grazie ad un piazzato di Serra a 2 minuti dal termine. Sabato prossimo in finale troverà il Tucuman (39-10 al Cordoba).
Giampaolo Tassinari
STATISTICHE AZZURRE.
CANALE A SEGNO DOPO 2 ANNI
Parisse supera Checchinato tra i numeri 8
Nel Sei Nazioni appena concluso l’Italia occupa per la 6. volta su 9 edizioni l’ultimo posto in classifica. I 131 punti subiti sono la seconda miglior performance di sempre (125 nel 2006) mentre le 13 mete incassate sono un record. Lo scarto subito con l’Irlanda (-5) è il più basso mai rimediato contro i Verdi, ai quali abbiamo concesso solo una meta dopo le vendemmie precedenti: 6 mete nel 2000, poi 5, 3, 5, 3, 3, 2 e 8 nell’infausto 2007. Con l’Inghilterra lo scarto (-4) è pur record, mentre è solo sfiorato il miglior punteggio con la Francia (-12): nel 2000 e 2001 era stato -11. La vittoria sulla Scozia ha invece lo scarto più striminzito (+3 ). Mallett ha utilizzato 30 giocatori nel torneo e fatto debuttare 5 azzurri (Cittadini, Reato, Sgarbi, Buso, Erasmus, di cui 4 italiani di formazione (80%) . Bortolussi, Marcato, Patrizio e Travagli, tutti già "capped" hanno debuttato nel torneo. Sul piano disciplinare dura squalifica a Mauro Bergamasco (13 settimane) e 2 cartellini gialli come nel 2007 e nel 2006; eravamo stati più virtuosi nel trienno 2003-05 (uno solo per edizione). L’Italia è la squadra più corretta, ha concesso meno penalty agli avversari, e quella con meno punizioni a favore.
In fatto di presenze entrano nel ristretto club dei 50 (in tutto 24 azzurri) Mirco Bergamasco (52), Castrogiovanni (54), Dellapè (50), Parisse (53) e Perugini (51). Bortolussi ha segnato i suoi primi punti nel torneo (20) e sale a 153 totali, quinto marcatore azzurro dietro a Dominguez, Bettarello, Troiani e Pez. Marcato ha raggranellato 24 punti. Castrogiovanni eguaglia il record di mete in una edizione (3) e diventa il terzo avanti più prolifico dopo il manager Checchinato (21) e BergaMauro (13). Insieme a Properzi occupa il terzo posto della classifica nelle presenze del ruolo di pilone, Kino e Martin hanno davanti solo Massimo Cuttitta (68) e Lo Cicero a 76.Canale non segnava dal 19 novembre 2005 a Genova con l’Argentina, cioè da 2 anni e 117 giorni: un’astinenza di 23 partite. Dellapè con 50 cap, ha superato Giacheri (48) fra le seconde linee, davanti ha solo l’imprendibile Bortolami (62). Parisse 45 volte terza centro è il recordman delle presenze in tale ruolo, ha superato Checchinato (42).
Walter Pigatto
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