In assenza di mete all’Italia servono punti di piede
In corsa Mirco Bergamasco, Gower e McLean
Calci piazzati
Mallett scommette sulla formula a tre
Di Ivan Malfatto
L’unione di tre debolezze può fare una forza? Forse. Di certo è un’invenzione con cui ingegnarsi quando non si hanno alternative. Ovvero non si possiede un piazzatore dalle alte percentuali in squadra.
È l’invenzione a cui è ricorso il ct azzurro Nick Mallett nei Cariparma test autunnali per portare a casa una percentuale del 53% di realizzazione. Un 8/15 complessivo ottenuto sommando nell’arco delle tre partite il 5/8 dell’apertura Craig Gower, lo 0/2 dell’estremo Luke McLean e il 3/5 dell’ala Mirco Bergamasco (drop esclusi). Non un granchè. Ma sufficiente per conquistare la vittoria necessaria (Samoa) e fare una discreta figura con Nuova Zelanda e Sudafrica. Se le percentuali fossero state più alte l’Italia avrebbe potuto far tremare nel punteggio, oltre che nel gioco di mischia, anche le due big dell’emisfero Sud. Invece ha dovuto accontentarsi di far loro il solletico, e un uscire a testa alta.
Un lusso che non potrà permettersi nel prossimo Rbs Sei Nazioni. Quando dalla buona percentuale di realizzazione nei calci dipenderà la buona percentuale di vittoria contro la Scozia e forse qualche altra nazionale. L’Italia non ha nelle mete l’arma principale per far punti. Perchè rispetto alle rivali ha scarsa capacità di produrre gioco (pur aumentata con il ritorno del maul e del dominio azzurro in chiusa). Deve capitalizzare quindi i calci, ottenuti con il gioco di conquista, avanzamento e occupazione. Ma se manca un cecchino alla Diego Dominguez anche questa è un’arma spuntata.
Ecco allora la strategia di Mallett. Ideata durante i test e applicabile nel Sei Nazioni. Non uno, ma tre calciatori alla pari si contenderanno la possibilità di far punti. Anzi quattro, perchè «a loro c’è da aggiungere il mediano di mischia Tito Tebaldi» ha detto lo stesso ct. Nei prossimi mesi i quattro atleti saranno seguiti dal preparatore specifico del settore Philippe Doussy. Chi avrà le percentuali migliori calcerà al Sei Nazioni. Com’è successo contro Samoa. Quando Mirco Bergamasco, che prima non aveva mai piazzato in azzurro, ha fatto lo score migliore durante le sessioni di allenamento (21/25) e si è trovato in partita primo calciatore.
Ai quattro poi è da aggiungere Andrea Marcato. Quello che ha sempre dimostrato di avere il piede più caldo. Ma che deve riprendersi dal grave infortunio alla spalla (ha iniziato da poco a fare contatto in allenamento). E che soprattutto non è più sicuro del posto in squadra, con Gower "blindato" all’apertura e McLean preferito ad estremo. Alla fine quindi le debolezze da unire sono addirittura cinque. Riusciranno mettendosi insieme a fare una forza? Leggi un calciatore decente da schierare alla piazzola nel prossimo Sei Nazioni?
Delusione Sudafrica
L’Europa si avvicina
Sei Nazioni al riscatto. Queste le prime indicazioni che si desumono dal probante novembre internazionale. E non solo per alcune vittorie prestigiose ottenute da Irlanda, Francia e Scozia ma soprattutto per il netto avvicinamento che le compagini dell’Emisfero Boreale hanno mostrato nell’approccio in mischia ordinata e nei punti di incontro dove da parecchi anni lo strapotere dell’altra metà del pianeta era apparso enorme.
Se i miglioramenti troveranno conferma allora potremo parlare di un secondo periodo d’oro delle mischie europee dopo quello storico degli anni settanta che misero in ginocchio a ripetizione gli avversari, neozelandesi in testa. Se ne tornano a casa con le ossa rotte gli Springboks, con moltissime ferite i deludenti Wallabies nonché i Pumas, entrambi alla ricerca di una loro precisa fisionomia di gioco.
Con molti punti interrogativi tra gli avanti rientrano in patria anche gli All Blacks, comunque nuovamente primi nel ranking dell’Irb e che a Marsiglia hanno in parte riscattato la tournée. Tra le nazionali europee svetta l’Irlanda imbattuta, che ha proposto Jonathan Sexton quale erede di O’Gara, con a seguire una Francia finalmente con una spina dorsale solida, sebbene pasticciona contro i kiwi, a cui si affianca la Scozia del nuovo corso Robinson, che solo per immaturità ha perso con i Pumas, ma che ha notevoli margini di progresso. Rimandato il Galles, sparito inspiegabilmente con i Wallabies, e male l’Inghilterra.
Super 10
Il Benetton fa suo il derby con il Casinò di Venezia e allunga in testa alla classifica, complice la sorprendente caduta del Viadana sul campo del Gran Parma (13-10).
I trevigiani, privi dei molti internazionali e con Botes alla terza partita consecutiva da apertura (13 punti al piede), prendono il largo negli ultimi 20’. Mete di Kingi e Vilk che si aggiungono a quella di Mulieri nel primo tempo (28-6 il finale). In evidenza la linea arretrata biancoverde, dove hanno brillato Vilk, Galon e Botes. Bene tra gli avanti Enrico Pavanello, man of the match.
Il Venezia Mestre, con l’ex mediano di mischia del Benetton Lucchese all’esordio, scivola all’ultimo posto in classifica. Problemi in touche, dove si è fatta sentire l’assenza di Montauriol, e di tenuta con un calo evidente nell’ultimo quarto. Il tecnico Canale si deve accontentare del primo tempo equilibrato (6-8) e di una certa reazione sul piano mentale. Di Duca i 6 punti dei veneziani.
Tradizione, passione e colpi di scena nell’altro derby veneto, a Padova, di fronte a 2500 spettatori.
Il Petrarca dopo aver subito per 70 minuti si è scatenato negli ultimi 10 con una esaltante rimonta concretizzata al 79’ dalla trasformazione di Mercier. Trascinato da un un eccellente Immelman, autore di una meta, il Rovigo allo scoccare dell’ora di gioco era avanti per 17-6 su un Petrarca brutto e pasticcione. Ma nel finale la reazione del pacchetto e le iniziative di Ambrosio hanno capovolto la situazione, complice anche alcuni regali dei rossoblù. Un calcio di Ambrosio dopo un’azione prolungata degli avanti, ha trovato Gatto che in palleggio ha servito Gastaldi per la meta dell’11-17. All’ultimo minuto dopo un’altra azione degli avanti, la meta di Ambrosio ha portato il Petrarca sul 16-17. Mercier non ha fallito la trasformazione decisiva (per il francese anche 2 piazzati). Nei 4 minuti di recupero i Bersaglieri hanno avuto la possibilità di tornare in vantaggio ma un intercetto di Spragg e un tenuto di Basson hanno vanificato i tentativi. Per la Femi Cz in meta anche Bacchetti in avvio di ripresa, 2 trasformazioni di Bustos in giornata nera dalla piazzola, e un cp di Basson (a.li).
MISCHIA APERTA
Il gioco al piede risposta corretta ma serve qualità
Il gioco al piede è la risposta più efficace e pertinente ai problemi del rugby moderno. Le fasi dinamiche oggi sono caratterizzate dall’assorbimento di pochissimi giocatori nei punti d’incontro e da una linea di difesa che arriva ad essere composta anche da 12 elementi. In una simile situazione gli spazi si creano dietro la barriera. Superarla col gioco alla mano può richiedere anche una decina di fasi dispendiose. Magari sterili, senza avanzamento, per perdere infine il possesso. Perchè allora non ricorrere a un calcio che in un colpo solo può ribaltare la pressione subita e far guadagnare 40-50 metri di campo con un basso consumo energetico?
Gli Springboks è così che hanno vinto il mondiale prima e il Tri Nations quest’anno. La Francia ha adottato il medesimo sistema per battere gli Springboks. E gli stessi All Blacks vi ricorrono quando il loro gioco creativo non decolla. Ci sono partite importanti in cui si arrivano a contare 5 calci al minuto, compresi quelli in porta.
L’Italia ha fatto bene ad adeguarsi. La crescita nei confronti con l’emisfero australe, dalla tournée di giugno ai test autunnali, oltre che nella mischia e nella difesa, trova fondamento proprio nel ricorso a un gioco al piede tatticamente più importante, reso possibile anche dall’arrivo di Gower all’apertura.
E tuttavia si sarà notato come questo gioco che consente all’Italia di reggere fisicamente più a lungo, di stare lontano dalla propria linea di meta e di avvicinarsi ai pali avversari, non sempre sia supportato dalla qualità necessaria. L’efficacia lascia a desiderare: touche non trovate, palloni fuori misura o troppo agevoli per la copertura difensiva. Il recupero dell’ovale per gli azzurri è statisticamente debole.
Si tratta di una fase di gioco collettiva che va lavorata di più, specie per il mediano di mischia e i trequarti. Serve sì un buon pallone. E un calcio con la precisione di un passaggio alla mano. Ma altrettanto importanti sono il piazzamento dei sostegni, la comunicazione tra calciatore e compagni, il timing di salita della linea in pressione, le traiettorie di corsa e la tecnica di ricezione. Bisogna lavorare con intelligenza sul punto di caduta della palla per sperare di recuperarla.
Il football rugby è il mezzo tattico del momento. Ma non lo si può improvvisare.
Parisse operato al ginocchio
Rientro previsto tra sei mesi
(im) Riuscito l’intervento in artroscopia al ginocchio del capitano azzurro Sergio Parisse ieri ieri alla clinica "La Madonnina" di Milano per ricostruire il legamento crociato anteriore destro. Sarà dimesso oggi, tempi di recupero 180 giorni.
Sul fronte tv Italia-Samoa è stata vista mediamente da 735.000 telespettatori su La7 (share 5,9%) e 153.910 su Sky. La7 chiude il trittico con la media spettatori (1.067.000) e share (8,43%) più alta da quando trasmette i test.
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