Una veneta in finale e un azzurro sul trono inglese
Una squadra veneta sarà sicuramente in finale del Groupama Super 10.
Un azzurro sarà sicuramente campione della Guiness Premiership inglese
(per la prima volta). Sono i due verdetti emersi dall’ultima giornata
dei rispettivi campionati, che hanno definito la griglia delle
semifinali play-off.
In Italia Treviso affronterà Padova (andata sabato 5 al Plebiscito ore
16, ritorno sabato 12 a Monigo ore 18,30) in una riedizione dei duelli
degli anni ’90. Per tutte e 4 le volte (’92 nei quarti, ’97 in
semifinale, ’98 e ’99 in finale) l’ha sempre spuntata il Benetton.
Precedenti e maggiore solidità mostrata nell’ultima fase del torneo
sbilanciano quindi il pronostico a favore dei trevigiani. Il Carrera,
però, è la squadra che quest’anno ha messo in maggiore difficoltà i
rivali (vittoria in casa, sconfitta immeritata sul neutro di Rovigo).
I giochi quindi non sono fatti. La semifinale tutta lombarda
Calvisano-Viadana (andata sabato 5 alle 18,15, ritorno sabato 12 alle
20,30) vede invece l’Arix favorito. Il Cammi sta pagando il prezzo
degli azzurri immolati sull’altare del Sei Nazioni e mai come stavolta
rischia di non centrare la sua settima finale consecutiva.
In Inghilterra le semifinali secche, sabato incasa della miglior
classificata, sono Gloucester-Sarances (derby Nieto, Bortolami-Ongaro)
e Leicester-Bristol (Castrogiovanni, Moreno-Stanojevic, Pozzebon).
Comunque vada a finire per gli azzurri sarà un successo. E un segno
dei tempi che cambiano per il rugby italiano.
Ivan Malfatto
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Nell’ultima giornata del “Groupama Super 10″ il Petrarca perde
nettamente a Viadana e chiude la stagione regolare al quarto posto. In
semifinale affronterà i cugini
Carrera crolla e si ritrova Treviso sulla strada
L’Arix domina centrando la seconda piazza, trovando soltanto Little
(due calci fra i pali e un legno) in grado di concretizzare
Viadana
NOSTRO SERVIZIO
Netta vittoria dell’ Arix sul Carrera Padova nell’ ultima giornata del
Groupama super 10. Padroni di casa nettamente superiori in mischia ed
in touche contro un Padova sottotono che non è riuscito ad evitare il
quarto posto in classifica e dovrà giocarsi la semifinale con Treviso.
L’ Arix invece, dimostratasi piuttosto in forma ha imposto un buon
ritmo alla gara, alternando percussioni con gli avanti a veloci
aperture dell’ ovale che Padova ha saputo controllare sino ad un certo
punto, impegnata a subire oltre ogni previsione lo strapotere
viadanese in mischia. Buon per il XV di Presutti che l’ Arix abbia
concretizzato poco in termini di punti l’ enorme possesso di palla
avuto, forse per eccessiva precipitazione soprattutto con i tre
quarti.
Per la cronaca la gara è scivolata via per venti minuti senza
registrare movimenti nel punteggio. Unica occasione per il piede di
Pilat dopo dieci minuti con l’ ovale calciato malamente. Poi al 20°
dopo una serie insistente di drive della mischia viadanese una bella
invenzione al piede di Pilat manda in meta Pace.
La fisionomia della gara non cambia, Viadana macina gioco e Padova si
difende anche con ordine ma senza riuscire a mettere il naso fuori
dalla propria metà campo. Sul finire del tempo Pilat riesce a centrare
i pali ed allungare il vantaggio ma il Carrera è ancora in partita,
almeno col punteggio.
In avvio di ripresa Padova riesce ad essere più concreto ed
organizzato anche con gli avanti e Little dopo aver stampato sul palo
un facile piazzato riesce al secondo tentativo a portare i primi tre
punti in cascina.
Viadana reagisce immediatamente e prima col piede di Pilat e poi con
una bella meta di potenza di Aguero ristabilisce ed aumenta le
distanze.
Little a metà tempo riesce a spezzare il predominio dei padroni di
casa centrando i pali per la seconda volta, ma un minuto dopo sarà il
giovane Bortolussi a conquistare palla sulla tre quarti campo del
Padova , ad involarsi in meta e chiudere di fatto l’ incontro.
Grazie a questa vittoria l’ Arix conquista il secondo posto alla fine
della stagione regolare nel Super 10 e si giocherà le semifinali
contro i cugini di Calvisano.
Per il Carrera ci sarà il derby con Treviso, proprio quello che
Presutti voleva evitare alla vigilia di questa gara.
Luigi Malaspada
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Bettarello, 20 anni fa la prima con i Barbarians
Bararello? Bararello chi? Alla reception dell’albergo, una signorina
gentile e incredula controllò più volte la lista degli ospiti senza
trovare quel nome insolito. Stefano sillabò: Bet-ta-rel-lo. Ma lei di
rimando: Ba-ra-rel-lo? I’m sorry.Una goccia di sudore affiorò sulla
fronte del mediano di apertura del Treviso e dell’Italia. Pensò che
forse non si trovava a Cardiff ma stava sognando. Oppure si trattava
di uno scherzo di qualche compagno del Treviso. Insistette nel suo
inglese stentato. Ma la signorina lo scrutava inflessibile e
sospettosa: un italiano nei Barbarians? Ma chi vorrà prendere in giro,
sembrava chiedersi. Ci pensò il direttore dell’hotel, chiamato
d’urgeneza, a mettere fine a quell’assurdo imbarazzo. Aveva origini
italiane: «Stefano, ma certo. Qui c’è molta curiosità per te».
Era il venerdì santo. La sera i Baa-Baas sostennero un sommario
allenamento sul campo dell’Athletic Cardiff cui seguì la cena in
albergo. Tra i britannici ci fu molta cordialità mentre Bettarello
rimase un po’ in disparte con il terza linea della Romania Morariu.
Erano i soli esterni all’International Board. «Mi pare che ci sia un
po’ di diffidenza nei nostri confronti, è naturale» confidò
Bettarello. «Se ci hanno chiamati è per giocare ma per domani la vedo
dura». Invece quando alzarono da tavola il capitano del Galles
Pickering avvicinò l’apertura del Treviso: «Allora, domani giochi».
Il 18 aprile 1987 i Barbarians affrontarono il Cardiff all’Arms Park,
sul campo che ospitava abitualmente il club. Era un pomeriggio di
sole, senza una bava di vento. Bettarello interpretò subito la partita
secondo il dogma dei Barbarians, sollecitando a ripetizione la linea
dei trequarti nella quale spiccava la star inglese Carling. Dopo una
decina di minuti l’arbitro concesse una punizione da oltre metacampo.
«Adesso fai vedere chi sei» disse tra sè Stefano. Piazzò il pallone:
52 metri, centrale. Un brusio di sorpresa si levò dalle tribune.
Bettarello fece i suoi soliti 5 passi indietro, seguiti dai tre
laterali a semicerchio. Infine aggiustò la posizione dei piedi,
allontanandosi di dieci centimetri dalla palla. Rilassò le spalle e
rallentò il respiro. Guardò i pali. Poi solo la palla. Unì il pollice
e l’indice della mano sinistra e, come sempre quando compiva quel
gesto, pensò a Roby Robazza tallonatore azzurro e suo maestro di
training autogeno. Trascorsero tre secondi di vuoto mentale. Chiuse
gli occhi per un attimo. Infine la breve rincorsa. Colpì di collo
pieno. La palla si alzò dritta. «Va, va, va…» momorò il mediano
d’apertura. Un boato accompagnò il tiro che entrava tra i pali. La
partita dell’apertura azzurra proseguì sullo stesso livello: un
monumentale calcio di spostamento dai propri 22 metri ai 22 avversari;
tre mete trasformate delle quali due dalla linea di touche. E un’altra
punizione da 48 metri. Alla fine 100% al piede, e scelte di gioco
perfette. I Barbarians in vantaggio 18-3 alla fine del primo tempo
furono rimontati e sconfitti (33-24) dalla forza del collettivo del
Cardiff. Il gior
no dopo le pagine dei quotidiani erano tutte per
Bettarello “padrone della scena” paragonato per creatività a Barry
John. “Ah, se la mamma gli avesso messo nome Gareth…” sospirò il
cronista del Sunday Mail.
Il giorno di Pasqua i Baa Baas si riunirono a pranzo in un ristorante
sulla scogliera tra Cardiff e Swansea. All’improvviso Pickering
picchiettò con il coltello sul bicchiere. Si fece silenzio ed entrò
tra gli applausi un cameriere con una torta e una candelina. Sulla
torta c’era scritto “happy birthday”. Stefano compiva 29 anni ma non
l’aveva detto a nessuno. Il ghiaccio era sciolto. Contro ogni
previsione fi schierato dal primo minuto anche l’indomani a Swansea,
dove i Barbarians vinsero 30-17 con 6 mete. Bettarello rinunciò
sistematicamente a piazzare è realizzò 3 trasformazioni. L’anno dopo
fu invitato di nuovo. Giocò entrambe le partite e segnò all’ultimo
minuto il drop della vittoria (22-21) a Swansea che diede al capotano
dell’Inghilterra Orwin il suo primo successo in Galles.
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A L’AQUILA
Rovigo perde ma centra il bonus e si mette al sicuro
L’Aquila
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Questa storia inizia il 30 aprile del 1967, quando 15 ragazzi
aquilani, sostenuti da un’intera città, conquistano sul campo romano
del “Tre Fontane”, il primo scudetto neroverde, superando in una
memorabile gara di spareggio gli avversari di sempre delle Fiamme Oro
Padova. Da quel tricolore sono trascorsi 40 anni e la festa del
ricordo, oggi, si trasforma in attesa e speranza di non vedere
crollare di botto una storia fatta di sacrifici, di passione e
soprattutto di aquilanità.
La vittoria conquistata contro il Rovigo concede ai neroverdi la
possibilità di avviare le procedure di un ricorso necessario, dopo la
penalizzazione inflitta dalla Federazione, per mantenersi in vita nel
massimo campionato. Il responso del campo, alla luce dei risultati
ottenuti, condannerebbe il Catania, sconfitto a Treviso nell’ultima
giornata e fermo a quota 23 punti, risparmiando Rovigo – che ora con
il punto di bonus conquistato e comunque vada il ricorso dell’Aquila
può considerarsi salva – e L’Aquila. Ma in attesa che la Federazione
notifichi i provvedimenti e del successivo ricorso, L’ Aquila deve
purtroppo accontentarsi solo di una speranza.
La partita contro il Rovigo non ha lasciato altri segni, se non quello
di aver chiuso una stagione indecifrabile. Per i neroverdi, partiti
con un nuovo assetto societario, con l’arrivo di sponsor e risorse ma
con poche vittorie e tanti rimpianti, ma anche per Rovigo, rinato in
agosto dopo una crisi societaria che ne aveva quasi causato la
scomparsa e fino all’epilogo che ha quasi il sapore di uno scudetto.
In campo L’ Aquila ha vinto, senza però spazzare via tutti quei dubbi
che l’hanno accompagnata nel corso dell’intero campionato. I 24 punti,
frutto di 8 piazzati di Peens, sono bastati per un successo
sicuramente diverso da quello ottenuto due settimane fa contro il
Parma. Al Rovigo, invece, non è bastato mettere a segno l’unica meta
della gara, giocata con poca disciplina, ma anche con tanta stanchezza
dopo la partita di mercoledì con la Capitolina. In fondo Il massimo
campionato è assicurato anche per la prossima stagione.
Pino Fugaro
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Benetton in forma playoff: cinque mete il Catania
Treviso
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Il Benetton ha messo sotto anche l’Amatori Catania chiudendo al
comando la Regular Season. In semifinale affronterà il Carrera, andata
a Padova e ritorno a Treviso.
Un Benetton che per la quarta volta consecutiva ha chiuso al comando
la prima parte della stagione, ma ancora non ha vinto nulla, il
primato al termine della Regular Season ha un valore relativo e il
Campionato vero comincerà solo sabato con la prima sfida playoff.
Ieri, nell’ultimo turno della prima fase, Treviso ha risolto la
pratica Catania in poco più di mezzo tempo (24-0 al 27′); tre mete,
tutte più o meno belle, di Sbaraglini, Williams e Goosen nell’ordine,
hanno spianato la strada, poi i Campioni d’Italia si sono fermati
senza più segnare nei restanti 13′ della prima frazione. Anzi,
all’inizio della ripresa è stato il XV ospite a prendere in mano le
redini dell’incontro. Pur con tanta confusione, l’Amatori è riuscito a
segnare una prima meta con Viassolo e poi si è visto assegnare una
meta tecnica a causa di un in avanti volontario a discrezione di
Sironi, arbitro bocciatissimo dell’incontro commesso da Sgarbi. Sotto
di 10 punti (14-24) Catania ha preso coraggio e dopo un piazzato di
Goosen, il XV siculo ha segnato la terza meta portandosi ad appena 8
punti (19-27). Il forcing e le speranze di Catania sono però finite
lì. Green ha inserito forze fresche e il Benetton ha ripreso a
segnare. Due mete prima della mezz’ora di Palmer e Mulieri e sul 41-19
la partita era abbondantemente chiusa. Catania ha comunque cercato
fino alla fine la meta del bonus, ma Treviso ha fatto buona guardia e
il risultato non è più cambiato.
Adesso, dunque, sotto col derby. Una sfida che nei playoff mancava
dalla stagione 98/99 quando Treviso e Padova si affrontarono nella
finale di Rovigo. Una sfida nella sfida, basti pensare che Padova è
stata l’unica squadra ad aver avuto la supremazia su Treviso nel
doppio confronto della stagione regolare: sconfitta di un punto
all’andata e vittoria di 16 al ritorno.
Ennio Grosso
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Azzurre sconfitte a Madrid
EUROPEO DONNE È iniziata con una sconfitta l’avventura italiana agli
Europei di Madrid. Azzurre battute 15-6 dalla Spagna (2 piazzati di
Veronica Schiavon.
SERIE C Chiusa la prima fase. Riviera promosso in serie B, agli
spareggi promozione la Tarvisium, al barrage Montebelluna e
Montereale. Da verificare i requisiti per l’ammissione. Elite:
Riviera-Oderzo 33-0, Lemene-Tarvisium 14-26, Frassinelle-Montebelluna
3-64, Alpago-Belluno 14-24, Vicenza-Casale 17-37, riposava il Lido.
Riviera 89, Tarvisium 79, Montebelluna 76, Belluno, Oderzo 67, Casale
50, Alpago 36, Lemene 24, Vicenza 21, Frassinelle 14, Lido 10. CIV:
Montereale-Ped. Livenza 53-18, Jesolo-Valdagno 47-20, West Verona-The
Monsters 5-45, Pordenone-Valpolicella 37-0, Trento-SudTirolo 17-24,
riposava il Cus Verona. Montereale 87, Jesolo 82, The Monsters 67.
UNDER 15 Il Nordest ha conquistato a L’Aquila il torneo internazionale
“Sanofi Aventis” battendo in finale il Nordovest 17-0. L’Under 16 del
Nordest è stata invece sconfitta in finale dal Northampton Shire per
3-0.
E.G.
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