Dal Gazzettino (29.01.2007)

Azzurri in raduno – Almaviva vs. Petrarca -Terapia d’urto per club e campionato – Il rientro di Troncon – I 7 punti dell’assemblea LIRE

DA IERI AZZURRI IN RADUNO PER L’ESORDIO CONTRO LA FRANCIA 

Parisse e Canale recuperano 

Capitan Bortolami in meta contro il Sale. I transalpini perdono anche Rougerie (espulso)

Nulla di grave per i 24 azzurri da ieri sera in raduno al Park Hotel di Roma per il Sei Nazioni. Parisse deve smaltire i postumi della febbre, Dellapè ha subìto un pestone alla mano, Festuccia ha male a un dito, Canale alla spalla (risonanza negativa). Pez sta bene, ma non ha mai giocato dopo la frattura al piede, questo alza le quotazione di Scanavacca.
PORTOGALLO AVANTI – A Lisbona nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo il Portogallo ha battuto 16-15 il Marocco (andata vittoria 10-5) e si è qualificato per lo spareggio con l’Uruguay. La vincente andrà nel girone dell’Italia.

NAZIONALE AIn vista dell’incontro con la rappresentativa degli England Saxons ad Exeter venerdì alle 20 locali (le 21 in Italia), Marzio Zanato, tecnico della Nazionale A, ha convocato 22 giocatori: Aguero (Arix), R. Barbieri (Overmach), Cagnoni, Cittadini, Dal Maso (Cammi), De Jager (Amatori Ct), Del Fava (Bourgoin), Ferrario (Carrera), Galante (Rolly), Ghiraldini (Cammi), Leonardi (Carrera), Mandelli (Rolly), Marcato (Benetton), Mazzantini (Rolly), M. Nitoglia (Amatori Ct), Orquera (Brive), Padrò (Biarritz), Pozzebon (Bristol), Pratichetti (Cammi), Reato (Femi Cz), Staibano (Overmach), Vella (Arix).

FRANCIAOtto forfait per la Francia in vista del match del Sei Nazioni contro l’Italia: capitan Pelous, August, Vermeulen, Elissalde, Boyet, Michalak, Castaignede e Rougerie (espulso in campionato, quindi squalificato). Da notare il rientro di Harinordoquy e la convocazione di Mignoni.

TOP 14Stade Français-Toulouse 22-20 (Parisse febbricitante, Mauro Bergamasco entrato al 55′, Perugini 80′), Agen-Clermont Auvergne 22-18 (Canale 80′, Troncon in panca), Perpignan-Bourgoin 16-9 (Del Fava 60′), Biarritz-Brive 15-6 (Masi 80′, Dellapè 40′, Orquera 67′ e un piazzato), Montauban-Albi 15-19 (Arganese 75′), Castres-Narbonne 62-14, Montpellier-Bayonne 39-17 (Stoica dal 63′). Stade Français 65, Clermont 59, Perpignan 55, Toulouse 53, Biarritz 52, Bourgoin 45.

PREMIERSHIPLeicester-Newcastle 39-5 (Castrogiovanni dal 53′), Northampton-Bristol 8-14, Gloucester-Sale 44-24 (Bortolami 78′ e una meta, Nieto 80′), Worcester-London Wasps 3-3, Saracens-London Irish 19-8 (Ongaro entrato al 43′), Bath-Harlequins 31-23. Leicester 47, Bristol 46, Gloucester 41, L. Wasps 39, Saracens 36, Sale 33.

CONTEPOMIIl giocatore della Femi Cz Rovigo Manuel Contepomi, è stato convocato nell’Argentina per il tour in Inghilterra dal 4 al 12 febbraio.

Ennio Grosso

Nel posticipo del Super 10 il Petrarca soffre contro l’Almaviva.

Ma all’ultima mischia una meta di Koyamaibole, trasformata da Little, porta i padovani al terzo posto in classifica  Sisa sbanca Roma, sorpasso allo scadere per il Carrera

 
 
Cuore e batticuore. Il cuore è quello che ci mette il Carrera nei minuti di recupero della partita con l’Almaviva Capitolina. Il batticuore lo provoca Sisa Koyamaibole, quando all’ultimo istante in uscita da mischia realizza di potenza la meta (poi trasformata da Little) che consente al Carrera Petrarca di vincere un incontro che pareva segnato e che, onestamente, non è meritato.
La partita l’ha fatta l’Almaviva; il Carrera, se possibile, ha giocato peggio di come aveva fatto a L’Aquila. La differenza è che stavolta i padovani sono stati fortunatissimi. Pasquale Presutti, profetico, temeva molto l’Almaviva e aveva affermato che sarebbe stato felice di vincere all’ultimo minuto. Accontentato.Il ritmo molto basso e un terreno di gioco, apparentemente perfetto, in realtà scivoloso, ha favorito l’Almaviva che dispone di un buon pacchetto di mischia, ma che non ha un grosso potenziale offensivo. I romani conquistando regolarmente la palla nei raggruppamenti e nelle rimesse laterali, hanno la superiorità territoriale. Nei primi 40 minuti Raineri mette tra i pali tre calci su altrettanti tentativi. Il Carrera praticamente si affaccia vicino alla linea dei 22 romani solo al 24′, ottenendo una punizione che Little realizza.Nella riprasa si assiste subito ad una fiammata del Carrera. Un’azione a più fasi sfrutta una punizione che Little realizza portando il punteggio sul 9-6. Ma è un fuoco di paglia e l’incontro riprende a ritmi lentissimi. Roma continua a mantenere la supremazia territoriale – senza tuttavia riuscire ad essere realmente pericolosa – ma a differenza di quanto era accaduto nella prima frazione, Raineri fallisce per due volte dalla piazzola, impedendo così alla sua squadra di acquisire un vantaggio di sicurezza. Al 34′ però l’apertura dell’Almaviva mette nell’acca e il punteggio è di 15-9.

Solo a questo punto il Carrera dà i primi segnali di risveglio. Il XV padovano attacca, ma in maniera molto confusa. Presutti, che ha cambiato due piloni (Rondinelli e Giovanchelli per Rizzo e Boccalon) e una seconda linea (Tumiati per Saccardo) per soffrire meno in mischia, ottiene ciò che voleva. Il Carrera prova lo sfondamente centrale, appoggiandosi quasi sempre a Sisa. Puntualmente, la difesa della Capitolina riesce a bloccarlo. Naturalmente i falli in questa fasa abbondano. L’arbitro Passacantando assegna cinque minuti di recupero. Il Carrera, ormai stabile dentro l’area dei 22 romani, per tre volte riununcia a piazzare e sceglie la touches. L’ultima viene controllata con grande difficoltà da Galatro. Si forma un raggruppamento. Il Carrera tenta due volte di sfondare. Inutilmente. Finchè la palla arriva nelle tenaglie di Sisa. Il figiano stavolta il pertugio lo trova e con due avversari attaccati alla schiena va a segnare la meta che consente al Carrera di vincere.

Alberto Zuccato


Club e campionato serve una terapia d’urto

 
 
Le coppe europee ci hanno consegnato un’altra stagione deprimente per le italiane. E lo strappo del Benetton, fuoriuscito dalla Lega, ha il merito di mettere la questione all’ordine del giorno. Nei giorni scorsi c’è stato un incontro tra presidente della Fir Giancarlo Dondi e quel che resta della Lire (con Treviso è fuori anche Calvisano, di fatto le due di Heineken Cup). Sono state fatte proposte anche apprezzabili. Ma ancora parziali e insufficienti. La riduzione da 12 a 11 giocatori di formazione italiana, per dire, non cambierebbe certo la vita a chi dovrà affrontare i grandi club europei che possono schierare chi gli pare; e l’impegno a fermare l’emorragia degli azzurri verso i campionati stranieri assomiglia più un indeterminato auspicio che una soluzione forte a breve termine. Insomma l’aspirina. Mentre quello che serve è una terapia d’urto.
Il problema, sia chiaro, non è solo del campionato di basso livello. Perché non siamo competitivi complessivamente come movimento, come settori giovanili, come arbitri (quante partite del Sei nazioni dirigono?) e, a ben guardare, anche come Nazionale che non si regge sulle proprie gambe ma deve ricorrere in maniera massiccia al settore giovanile argentino e agli equiparati dell’emisfero australe. Ma siccome è di club e di campionato che si discute, e della loro funzione di volano insostituibile nella diffusione del rugby in Italia, proviamo a riepilogare alcune ipotesi a suo tempo formulate su queste colonne.Un campionato a 8 squadre (Super 8) da febbraio a metà giugno in modo da renderlo più combattuto e incerto e da liberare date per una competizione di livello più alto: una Supercoppa nazionale con i 100 migliori giocatori italiani (tutti gli azzurri obbligatoriamente presenti), oriundi e stranieri che militano nel campionato, suddivisi in quattro squadre (le due finaliste del Super 8 più una selezione con base al Nord e un’altra al Centro-Sud). Ipotetetico calendario: ritiro ad agosto, amichevoli internazionali a settembre, da ottobre a gennaio sei partite di Supercoppa (andata e ritorno) più la finale nel primo week end dell’anno. Con i sei turni delle coppe europee, far
ebbero in tutto 12-13 partite: nell’insieme, più o meno, l’equivalente di una Celtic League ma col pregio di lasciare spazio a un campionato dei club con tutte le stelle presenti (tranne che in un paio di sovrapposizioni col Sei Nazioni) articolato su mezza stagione ma con continuità. E con in palio, oltre allo scudetto, due posti in Europa. Contestualmente a Supercoppa e coppe europee, le società del Super 8 e quelle della seria A (altre 8?) potrebbero disputare, da ottobre a dicembre, una Coppa Italia finalizzata al lancio dei giovani e alla ricerca del gioco.

Una formula di stagione che è una via di mezzo tra il modello franco-inglese e quello celtico, ed abbastanza simile a quello neozelandese: dove da febbraio a maggio si svolge il Super 14 (equivalente alle coppe), seguono i test-match e il Tri-Nations, mentre il campionato nazionale Npc va da fine luglio a fine ottobre. Naturalmente si tratta solo di ipotesi che non hanno la pretesa di essere esaustive ma solo di indicare il tenore delle scelte da fare accanto a quelle economiche. Su questo il dialogo con tutte le componenti del movimento è necessario. E la convocazione degli stati generali del rugby sarebbe certo la strada migliore. Ma in ogni caso dovrà essere la Federazione, con una chiara assunzione di responsabilità, a indicare la rotta per i prossimi anni e ad elaborare un progetto complessivo di sviluppo. Solo su questi presupposti ci potrà essere un confronto credibile e proficuo.

Italia, l’ultima sfida del guerriero Troncon 

Sabato contro la Francia inizierà lo storico torneo. Il mediano di mischia racconta il suo ritorno a 34 anni. «Disintossicato e pronto a cogliere l’attimo» 

«Al Sei Nazioni abbiamo vinto 2 partite su 3 la prima giornata, crediamoci. Al Mondiale, se mi convocano, chiudo con l’azzurro»
 
Il guerriero Alessandro Troncon è tornato. Per l’ultima campagna di battaglie. Partenza sabato 3 febbraio a Roma, con Italia-Francia del Sei Nazioni. Arrivo, si spera, il 7 ottobre a Parigi. Sempre Francia-Italia, ma quarti di finale della Coppa del Mondo. In mezzo 13 partite che possono portare il mediano di mischia trevigiano a 100 presenze in test-match internazionali (è quota 90). Solo altri 5 giocatori al mondo finora sono riusciti.
Un sigillo da leggenda alla sua carriera, ci pensa?

«Francamente no – confessa Tronky – Non faccio voli pindarici. In azzurro smetterò con il Mondiale, se mi convocano. Con il rugby alla scadenza del contratto al Clermont, a giugno 2008. Vivrò l’ultimo anno e mezzo partita per partita, situazione per situazione, cercando di cogliere l’attimo. A 34 anni (in settembre, ndr) non posso fare altro. Prendo quello che viene».

Sarà, ma a 34 anni è la novità principale di quest’Italia, che affronta un Sei Nazioni cruciale ed è alla ricerca di un leader, carismatico e del gioco. Proprio come è lei…

«L’Italia ha fatto bene anche senza di me. Non so sei posso essere il suo leader. O se sarò un leader in più, oltre a quelli che già ci sono. Qualsiasi cosa sarà, ben venga. Sono pronto a giocarmi ogni chance».

Avevano scritto che si era ritirato dalla Nazionale. La sua ultima apparizione risale al Sei Nazioni 2005, anche lì contro la Francia. Con Berbizier ct non ha mai giocato. Ci ha ripensato?

«Non ho mai detto che volevo ritirarmi. Solo che avevo bisogno di riposare e rifiatare. Ho fatto quasi due anni lontano dalla Nazionale, ora mi sento pronto».

Come e quando è nata la convocazione?

«A settembre, quando Pierre Berbizier e il team manager Carlo Checchinato sono venuti a Montferrand per vedere Gonzalo Canale. Ho preso un caffè con loro, mi hanno chiesto se ero disponibile e ho risposto sì. Mi sentivo bene di testa e di fisico, ma non mi facevo molte illusioni per l’azzurro».

Invece ora lo indosserà di nuovo. Si rassegnerà a fare la riserva di Paul Griffen, come di Pierre Mignoni al Clermont?

«A Montferrand la prima volta (3 stagioni dal 1999/00, ndr) ero il re, uno dei leader e per un anno anche il capitano. Da quando sono tornato, nell’ estate 2006, mi vedono come giocatore d’esperienza, che può entrare in determinati momenti, giocare determinate partite. Non è il massimo per il mio carattere, ma a 34 anni ci si adegua. Io cerco sempre di dare il massimo e loro sono contenti. Con l’Italia deciderà il tecnico dove mettermi, panchina o titolare a me va bene».

E come coppia di mediana, Troncon-Pez o Troncon-Scanavacca?

«Intanto direi Griffen-Pez o Griffen-Scanavacca, il titolare finora è lui. Per il resto sono due aperture con caratteristiche diverse, entrambe valide a livello internazionale. Bisognerà vedere Pez in che condizioni è dopo la frattura al piede di un mese fa».

Sabato prima sfida con la Francia, che Sei Nazioni sarà?

«Particolare per Francia e Inghilterra, alla vigilia del Mondiale fanno sempre esperimenti per definire gli assetti di squadra. L’Italia invece deve confermare quanto di buono fatto nel 2006, cercando di essere subito al 100%. Nella partita d’esordio abbiamo centrato 2 delle 3 vittorie su 35 partite del torneo, contro Scozia (’00) e Galles (’03). Con la Francia dobbiamo riprovarci».

Ivan Malfatto

DOPO L’ASSEMBLEA LIRE 

Soldi, tecnici, italiani e vivai Ecco i 7 punti della riforma 

 
 
(im) «Le tematiche sono stati messe sul piatto, ora bisogna passare ai fatti». Ovvero la Fir deve approvare nel prossimo consiglio federale (a marzo?) quanto proposto dal presidente Giancarlo Dondi ai club della Lire, nell’assemblea di lunedì scorso a Bologna.
È un Sandro Manzoni soddisfatto quello che commenta l’esito dell’assemblea, venuta dopo lo strappo del Benetton e del Calvisano (che non perderà le dirette tv: era stata solo la proposta di qualcuno, non una delibera, e comunque sul tema decide Sky). Un presidente della Lire convinto del «ruolo di sindacato delle società del Super 10» che riveste la lega e del «ruolo di presidente di tutti i club, non solo di quelli forti» che lui riveste personalmente. Da Bologna è uscito con 7 punti dai quali iniziare (si spera) il rilancio del rugby di vertice. Eccoli. I primi 5 sono per ora solo proposte, che la Fir deve approvare in consiglio. Gli ultimi 2 sono già realtà.

1) «Accademie under 17 e 18 in tutti i club del Super 10. Il tecnico federale Mario Lodigiani inizierà a breve un tour delle città per definire tempi e modalità».

2) «Supercorso per formare allenatori di settore giovanile da destinare ai 10 club. Per questi due punti Dondi ha parlato di progetto triennale di investimenti economici e tecnici della Fir a favore della Lire così ripartiti: 1 milione di euro il primo anno, 2 il secondo, 3 il terzo. In tutto 6 milioni».

3) «Potenziamento delle iniziative pubblicitarie sui media per il Super 10, come già avviene per la Nazionale».

4) «Stanziamento di contributi speciali per chi partecipa alla Heineken Cup, visto che ha bisogno di rose più competitive».

5) «Riduzione a 11 degli italiani obbligatori nella lista dei 22 e basta obbligo dell’under 19. Per gli altri 11, due extracomunitari e poi tutti i comunitari che si vogliono, come avviene in Europa. In passato la Lire aveva chiesto di inserire gli equiparati negli 11 italiani, ma il consiglio federale ha bocciato l’idea. Non so se Dondi intenderà riproporla».

6) «La circolare informativa, ovvero il regolamento su cui si basa la stagione, è già pronta a fine gennaio e non a giugno come in passato. Su di essa è così possibile fare osservazioni prima del varo ufficiale. Avverrà dopo che il consiglio federale avrà deciso sulla proposta degli 11 italiani».

7) «I contributi Fir ai club di Super 10 sono passati da 900mila euro del 2006 (anno solare) a 1.586.000 euro del 2007. Comprendono esenzioni all’iscrizione al campionato, soldi per i giocatori in Nazionale maggiore, A, under 21 e altre voci. Aggiunti ai 2.295.000 euro previsti dall’Erc per
le coppe stagione 2006/07 fanno 3milioni 881mila euro da ripartire per i dieci club del massimo campionato».
 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *