Dal Gazzettino del 28 febbraio 2010

Il film del match – Italia il cuore e l’orgoglio – Mallet: una vittoria che fa bene al morale

Il film del match

ROMA – (I.M.) Partita ricca di emozioni. Con i primi 20’ per l’Italia, il ritorno scozzese e zampata decisiva azzurra nel momento migliore della Scozia.
      PRIMO TEMPO – 8’, Ingresso laterale su raggruppamento nei 22, cp di Mirco Bergamasco(3-0). 13’ L’Italia ruba palla in ruck, fuori gioco su raggruppamento, cp Mirco (6-0). 19’ Touche azzurra persa (4 su proprio lancio), percussione, fallo in ruck nei 22, cp Parks (6-3). 30’ Fallo su ruck nei 35 mt, cp Parks (6-6). 36’ Palla persa a metà campo, Danielli corre in diagonale, Parks a Beattie che spreca il 2 contro 1.
      SECONDO TEMPO – 1’, ingresso laterale su raggruppamento dopo percussione di Zanni, cp Mirco da 40 mt (9-6). 4’ Attacchi su più fronti, Jacobsen si porta 3 avversari denro, ma il tmo non concede la meta. Dalla mischia a 5 azione del drop da 10 mt di Parks (9-12). 10-21’ Azione azzurra ricca di off loads sprecata da un avanti di Garcia e fuga di Mirco all’ala fermata da un’ostruzione non fischiata. 22’ Fallo in ruck di Gower sui 35 mt, cp Parks (9-12, unico vantaggio scozzese per 4’). 26’ Ruck vinta, Gower lancia Canale, break a metà campo, sostegno di Canavosio e meta (16-12). Nel ’06 sempre lui aveva segnato la meta del 18-18 a Cardiff. 31’ Touche persa, Jacobsen in meta ma il tmo non concede, mischia a 5, nell’azione successiva calcio stoppato a Canavosio che finisce in mano a Canale. 40’ Ultimo assalto scozzese a tuttocampo, Mauro Bergamasco sbaglia calcio in touche, di nuovo a difendere, Aguero ruba palla su ruck e finisce.

ITALIA: il cuore e l’orgoglio

di Ivan Malfatto

ROMA – Quella con la Scozia nel 3. turno dell’Rbs Sei Nazioni era la partita da vincere per evitare il cucchiaio di legno. L’Italia l’ha vinta, come due anni fa, e legittimamente esulta. Non grazie a un drop mozzafiato allo scadere, ma con l’unica meta della partita. Nata al 26’ della ripresa da una combinazione Gower-Canale, break di quest’ultimo e riciclo decisivo per Canavosio. Tre giocatori di formazione straniera, per capire a chi deve dire grazie la nazionale: la settima vittoria su 53 partite, la quinta con la Scozia, la prima dopo due anni nel torneo.
      Canavosio decisivo nell’azione della meta, ma soprattutto nel prendere per mano la squadra dal 51’ dopo la pessima prestazione di Tebaldi (sostituito). Il rugby come il calcio azzurro del Mundial ’82, almeno per un giorno, ha trovato il suo Pablito. Anzi, «il piccolo Pablo» come l’ha chiamato Nick Mallett. Sarà un caso, ma proprio come Paolo Rossi ieri indossava il numero venti.
      Nella vittoria azzurra decisivi anche altri quattro elementi. La difesa (110 placcaggi riusciti), che ha impedito quasi sempre ai rivali di trovare la linea del vantaggio. Il piede di Mirco Bergamasco (100%), che dimostra come con l’applicazione (40’ di allenamento specifico al giorno) si raggiungono buoni livelli di precisione su questo fondamentale. «La capacità italiana di rallentare i palloni e impedirci di svillupare il nostro gioco», come ha confidato il ct della Scozia Andy Robinson. L’incapacità degli scozzesi di concretizzare il superiore gioco tattico al piede e quello più brioso alla mano: due volte il tmo ha negato la meta a Jacobsen, una se l’è mangiata Beattie sprecando un sovrannumero (36’ pt).
      Fra le istantanee da conservare nella memoria della giornata vincente c’è anche il sostegno del pubblico. «Il XVI uomo in campo, a cui dedichiamo il successo» dice capitan Leonardo Ghiraldini. Al 4’ della ripresa ha cantato in coro un "Fratelli d’Italia" da brividi quando l’Italia stava subendo attacchi su tutti i fronti, la prima meta non concessa a Jacobsen e tre mischie sui cinque metri in difesa. Piace pensare che anche quel ruggito sia servito agli azzurri per togliersi dai guai. Guai ora tutti di Robinson, il ct inglese della Scozia che vive in tribuna il match come il più mediterraneo, rumoroso e gestuale degli allenatori. Tanto da sentire il dovere di dire signorilmente ai giornalisti vicini: "Scusatemi, sono un tipo molto emotivo". La scusiamo tutte le volte che vuole, se ci lascia sempre vincere così!

 

I COMMENTI

Mallet: «Una vittoria che fa bene al morale»

 

ROMA – «La Scozia non è riuscita a segnare le sue mete con Jacobsen, l’Italia ha segnato la propria con Canavosio. La differenza nella partita sta solo qui». È il commento di Massimo Cuttitta, ex pilone e capitano azzurro, ora allenatore della mischia scozzese, che ha retto il confronto con quella più accredita azzurra, costringendola anche al fallo in alcune occasioni. «Quattro anni fa in questo fondamentale di gioco gli scozzesi non esistevano, oggi grazie al lavoro avete visto i progressi».
      Cuttitta si abbandona all’abbraccio con il presidente Giancarlo Dondi, che quasi si scusa con lui: «Avremmo voluto battere l’Inghilterra due settimane fa, invece è toccata a voi».
      Poi butta lì una frase sulla telenovela Celtic League: «Al momento è più no che si. Non siamo disposti ad attendere ulteriormente. Se ci andremo lo faremo alle nostre condizioni. Entro la prossima settimana decideremo la struttura dei nostri campionati».
      Il ct Nick Mallett focalizza i meriti dell’Italia: «Con la Scozia avevamo la possibilità di vincere e l’abbiamo fatto. Questo è importante per il morale della squadra, che ha dimostrato di saper giocare sia con la palla in mano, attaccando e utilizzando gli off loads, sia quando è senza palla. Cioè in difesa. Dieci anni fa dopo due o tre fasi si creava il buco e gli avversari andavano in meta. Ora non succede più».
      Divertente infine l’ironia con cui un collega scozzese ha chiuso il suo pezzo: «Roma è una città dove tutti al mondo vogliono venire, tranne i giocatori e i tecnici scozzesi». Da ieri nella lunga lista ci sono anche Andy Robinson e i suoi.

  I.M.

    


      GRANDE IRLANDA – A Twickenham Inghilterra-Irlanda 16-20, venerdì a Cardiff Galles-Francia 20-26. Classifica 3. turno: Francia 6 p., Irlanda, Inghilterra 4, Galles, Italia 2, Scozia 0.

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