Dal Gazzettino (25.06.2007)

Panchina azzurra tra Jones e quattro francesi – Berbizier e i Bleus più completi della storia – Coach in poule per allenare l’Italia – All’esordio nel Tri Nations gli All Blacks raddrizzano la partita nel finale
Gli Springboks ci restano male – Il pilone dei London Wasps McKenzie al Calvisano, Bordon affianca
Ringeval a Roma – Nel Super 10 gli spettatori sono aumentati del 20%.

La scelta del ct che assumerà la guida della Nazionale dopo la Coppa

del mondo: dubbi sull’australiano, in pista anche Lairle, Gajan e Lanta

Panchina azzurra tra Jones e quattro francesi

Ma si fa strada anche una soluzione transitoria con il ritorno di

Coste per una stagione, in attesa di Mallett o Saint-Andrè

Tre piste per arrivare al futuro allenatore dell’Italia. Una che porta
a un ct di grande prestigio (Eddie Jones). La seconda di continuità
con la linea francese (Serge Lairle, Cristian Gajan, Cristian Lanta o
un altro tecnico di questo calibro). La terza interlocutoria (George
Coste, l’attuale staff e Alessandro Troncon per il Sei Nazioni ’08).
Sono questi gli scenari apertisi dopo il no di Philippe Saint-André.
Il candidato numero uno alla panchina azzurra. Con lui sembrava
praticamente fatta. Mancavano solo dettagli all’accordo. Poi
motivazioni familiari, la pressione del Sale dove ha ancora un anno di
contratto (in particolare dei giocatori portati da lui), la speranza
di giocarsi fino in fondo la corsa alla guida della nazionale francese
(Bernard Laporte da ottobre farà il segretario di Stato per lo sport)
e forse i dubbi sull’effettivo potenziale azzurro hanno fatto sfumare
l’intesa. Così l’Italrugby per il dopo Berbizier sta valutando tre
soluzioni. La decisione sul nome sarà presa da qui alla Coppa del
Mondo, ma potrebbe essere ufficializzata dopo. Verrebbe così meno
l’ipotesi di affiancare il nuovo allenatore allo staff durante la
preparazione o il torneo, perché conosca meglio l’ambiente azzurro.

UN GRANDE CT – Eddie Jones, 47enne vice campione del mondo con
l’Australia di cui è stato ct nel 2001-05), vincitore del Super 12 nel
’01 con gli Act Brumbies, è un nome ad effetto. E’ considerato uno
degli allenatori più preparati a livello internazionale. Dopo la
pessima stagione con i Reds (ultimi nel S14) non vuole più allenare in
Australia. Trasferirsi in Europa, dove è già consulente del Saracens,
sarebbe per lui una grande opportunità. I colloqui con i dirigenti
italiani sono stati proficui. C’è da superare solo un problema di
tempi. Lui è intenzionato a rimanere in Europa pochi anni. Cerca un
contratto breve, non per un quadriennio. Ipotesi che può fare il gioco
anche della Fir, impegnata nella scadenza elettorale dopo l’Olimpiade
di Pechino.

LA LINEA FRANCESE – Ma un ct australiano con il suo gioco strutturato è
adatto per gli azzurri? E’ vero che l’Australia come l’Italia pesca da
numero ridotto di giocatori, quindi l’approccio alla selezione è
simile, ma mentalità e professionalità latina sono diverse da quelle
anglosassoni. Ne abbiamo visto l’esisto con i due ct neozelandesi.
Così la tentazione francese rimane forte. I big o si sono accasati
(Novès altri 4 anni a Tolosa), o ambiscono alla panchina di casa
(Saint-Andrè, Galthiè) o hanno situazione personali che li tengono in
Francia (Lagisquet). Allora si apre il vasto mercato degli allenatori
di seconda fascia, che possono comunque bastare all’Italia. Circolano
i nomi di Serge Lairle, 50 anni, ex pilone che dal 30 giugno lascia
Tolosa dove come uomo di campo di Guy Novès ed esperto della mischia
ha vinto 5 scudetti e 3 Heineken Cup; Christan Lanta (lascia il Lione
dopo una stagione fallimentare) e Christian Gajan (è in Giappone ai
Fukuoka Sannix Blues), due vecchie conoscenze per gli scudetti vinti a
Treviso. Girava anche il nome di Laurent Rodriguez, 47 anni, ex 3.
linea (56 caps con la Francia), che l’anno scorso ha salvato il
Catania e nel Top 14 ha guidato Pau, Brive ed è stato co-allenatore 6
anni a Biarritz. Ma nei giorni scorsi è stato confermato dall’Amatori
e un accordo, con rescissione del contratto con il club, sembra
difficile.

IL QUADRUMVIRATO – Infine lo scenario dell’interregno, che verrà
scelto solo se uno dei primi due non sarà perseguibile. Carlo Orlandi
(mischia) e Jean Philippe Cariat (trequarti) restano nello staff dopo
la partenza di Berbizier. Pilotati dalla vecchia volpe Coste, già
sotto contratto con la Fir, e affiancati per i mediani da Troncon, se
deciderà di appendere le scarpe al chiodo, potrebbero costituire il
quadrunvirato che traghetti l’Italia fino al giugno 2008. Quando si
libereranno altri tecnici di spessore internazionale (Nick Mallett
dagli Stormes, Saint-André se resterà al Sale, ecc.) fra cui
scegliere. Oppure saranno maturi i tempi per un allenatore italiano.

Ivan Malfatto

Berbizier e i Bleus più completi della storia

Vent’anni fa, a pochi mesi dalla prima edizione della Coppa del mondo,
la Francia conquistava il suo quarto grande slam nel Cinque Nazioni.
Squadra concreta e allo stesso tempo seducente plasmata da due mediani
di mischia di pasta antica: piccoli, coraggiosi e ispirati. E dal
temperamento di fuoco: Jacques Fouroux, scomparso nel dicembre 2005
dopo essere stato allenatore dell’Aquila, e l’attuale ct dell’Italia
Pierre Berbizier.
Fouroux dopo lo slam da capitano nel ’77, aveva ripetuto l’impresa
nell’81 da allenatore, con Berbizier al comando della mischia. Tra i
due si era creata un’affinità sorprendente. Il tecnico fu il mentore
di Telemaco "Berbize": stesso rigore tattico, stessa passione per il
combattimento collettivo. Ma capaci nelle iniziative individuali di
una leggerezza che toccava la poesia. Pierre era sempre nel vivo
dell’azione. E di una precisione assoluta nei passaggi. Con il pilone
Dubroca guidava una mischia di ferro, nella quale troneggiava un
leader naturale, Laurent Rodriguez. Il mediano di mischia, con Blanco,
era anche uno degli animatori delle costruzioni offensive. L’estremo e
il centro Sella, poi facevano soffiare il vento dell’imprevedibilità
in un linea di trequarti molto muscolare per il rugby di quegli anni.
E regalarono a noi italiani, quando ancora spiavamo il Torneo dal
piccolo schermo, immagini ed emozioni indelebilii. Durante un terzo
tempo a Treviso capii dai racconti dell’amico Richard Escot, scrittore
e famosa penna sportiva, anche quale posto occupasse quella squadra
nella memoria dei francesi: la più completa della loro storia.

Forti del successo sugli All Blacks in autunno a Nantes (16-3) al
termine di una partita segnata dalla durezza del combattimento,
aprirono il Torneo il 7 febbraio a Parigi contro il Galles. I Bleus si
svegliarono nel secondo tempo e chiusero 16-9. Due settimane dopo a
Twickenham sotto un cielo da lupi le cose sembrarono mettersi male. I
francesi negli impatti subivano sistematicamente la pressione. Erano
sul punto di rottura quando un’illuminazione improvvisa nel pomeriggio
nero e umido scompigliò la scena. Intercettato un lungo passaggio di
Hill a Andrew davanti all’area dei 22 metri, Sella si scagliò come una
saetta nella metacampo inglese: con una finta mise a sedere sull’erba
bagnata Rose e Underwood e firmò una meta sontuosa dopo una cavalcata
di 70 metri: 19-15.

A marzo si presentò al "Parco dai Principi" una Scozia preoccupata
soprattutto di contenere il talento smisurato di Sella e Blanco.
Invece esplose Eric Bonneval. Il ragazzo terribile del Tolosa aveva
qualità atletiche che ricordavano Kirwan e Campese. Segnò tre mete.
Sul primo tuffo in bandiera Jeffrey, lo "squalo bianco", riuscì appena
a sfiorargli i pantaloncini. Nell’ultima meta ridusse gli scozzesi a
paletti di uno slalom. Ma quelli del Border, la piccola regione a sud
di Edimburgo che pulsa rugby, non si arresero: Rutherford, Robertson,
Dean, lo stesso Jeffrey, reagirono con fierezza accettando la sfida
del gioco. Match memorabile. La rincorsa si fermò sul 22-28. Il 21
marzo a Dublino ci fu la battaglia del grande slam. Lansdowne Road, al
solito, era spazzato da un vento rabbioso. Si andò al riposo sul 10-0
per i verdi. I galletti rischiavano il naufragio. Ma nella ripresa
Berbizier assunse il controllo totale delle operazioni. Prima lanciò
in meta Champ, il pirata de Toulon, con un astuto passaggio corto. E
quando arrivò la seconda marcatura, su intercetto di Bonneval,
strinsero i denti per contenere la furia irlandese. Berbizier strinse
saggiamente anche il perimetro delle operazioni, tenne il Trifoglio
sotto i cingoli della propria mischia. Fu il trionfo del gruppo, della
solidarietà. Come amava ricordare Fouroux, "un grande slam è come
farsi una famiglia".

Christian Lanta

Ha lasciato la direzione tecnica del Lyon dove era approdato dopo
numerose stagioni da allenatore ad Agen. Una sola stagione a Treviso
nel ’97-98 coronata da scudetto e Coppa Italia.

Serge Lairle

Tolosano, 50 anni, ex pilone. Da giocatore tre scudetti (85, 86, 89) e
una coppa Du Manoir (88) con lo Stade Toulousain. Da allenatore, con
lo stesso club, 5 campionati e 3 Heineken Cup.

Christian Gajan

Ex tecnico dei trequarti dello Stade Toulousain e poi capo allenatore
a Castres, 49 anni, allena ora in Giappone. A Treviso ha vinto il
campionato ’98-99, eliminato in semfinale l’anno dopo dall’Aquila.

Gli Springboks ci restano male

All’esordio nel Tri Nations gli All Blacks raddrizzano la partita nel finale

(a.li) Il mondo ha sognato per 70 minuti sabato a Durban e davanti ai
televisori. Settanta minuti intensi, nella seconda giornata del Tri
Nations, che stavano dimostrando che questi All Blacks, a due mesi e
mezzo dall’inizio della Coppa del mondo in Francia non sono
imbattibili. Invece gli Springboks, grossi e cattivi come non mai,
alla fine sono rimasti di sasso. Su due palloni di recupero i
neozelandesi hanno raddrizzato le sorti della partita.
Al ’69 un contrattacco partito da una touche non trovata dai
sudafricani, ha portato a una monumentale discesa di So’oailo che,
fermato a ridosso dell’area dei 22 metri ha trovato il sostegno di
Collins per un’altra "trapanata" alla difesa. A quel punto l’azione è
stata trasformata sull’asse laterale per una serie di ruck.
Dall’ultima capitan McCaw è schizzato come un freccia verso la meta.
Carter (in una giornata balisticamente incerta) ha trasformato e
portato i Blacks a due sole lunghezze (19-21). Poco dopo, il sorpasso.
Pietersen perde il possesso in attacco, McDonald si fionda e governa
un tre contro due per Rokocoko all’esterno che sigla la sua
trentottesima meta in 42 test. Carter aggiunge due punti: 26-21 e non
se ne parla più.

Ma per tutto il primo tempo la Nuova Zelanda aveva subito di brutto, e
in ogni settore, la pressione degli Springboks: touche e ruck rubate,
una difesa intrattabile e armata ai limiti del lecito. La squadra di
McCaw sembrava intimidita. Si esibiva in un paio di azioni
inconcludenti. Mentre i sudafricani trovavano la meta alla fine del
primo tempo su un maul penetrante (schiacciata di BJ Botha), e in
avvio di ripresa raddoppiavano con Butch James su intercetto.

Ma gli Springboks sono calati di intensità mentre al contrario gli All
Blacks si sono impadroniti delle fonti di gioco, in particolare hanno
messo una pressione enorme in mischia chiusa. Ritrovata la qualità dei
possessi, affidata a Carter una maggior occupazione del campo al
piede, sono tornati a eccellere nell’arte di evitare gli impatti
frontali grazie all’agile gioco di finte e appoggi. L’efficace
conservazione che ne è derivata, aggiunta alla precisione e alla
velocità nel gioco di passaggi, ha ridato loro il controllo del match.
Anche se poi le mete sono venute da palloni di recupero.

Il pilone dei London Wasps McKenzie al Calvisano,
Bordon affianca Ringeval a Roma

La settimana appena trascorsa ha sancito gli arrivi al Benetton
Treviso del piloneGaston De Robertis, 26 anni, italo-argentino, lo
scorso anno in forza al Biarritz, in Francia, quindi quello diAlistair
McKenzie, inglese, pilone, al Cammi Calvisano proveniente dal London
Wasps, recenti vincitori della Heineken Cup, mentreAlvaro Tejeda,
tallonatore in scadenza di contratto e lasciato libero dal Benetton,
si è accasato a Parma, sponda Overmach, proprio nella squadra contro
la quale aveva giocato l’ultima partita prima della lunga squalifica
che lo aveva di fatto tolto dalla disputa dell’ultima parte della
stagione scorsa.
Il Casinò di Venezia ha ingaggiato Harley Crane, mediano di
mischia-centro, proveniente dal XV francese del Montpellier, ma anche
con una lunga militanza all’Arix Viadana. L’AlmavivA Capitolina ha
chiuso con due argentini,Gaston Llanos, seconda linea, ex di Petrarca
e nella scorsa stagione al Gran Parma, quindiFernando Guatieri,
tallonatore, proveniente dal XV francese di seconda divisione del
Tarbes e prima ancora a Bordeaux e a Piacenza.

L’Amatori Catania ha confermato il franceseLaurent Rodriguezcome
allenatore, mentreLoreto Cucchiarelli, nuovo ds dell’Aquila, affiderà
la guida tecnica aDarren Coleman, australiano di 34 anni, per il
rilancio della società abruzzese.

Ramiro Martinez, pilone del Gran Parma e prima ancora di Grenoble e
Benetton, passerà alla Futura Park Roma in serie A da dove se ne vaWim
Visser, seconda linea, altro nome conosciuto nel Veneto per aver
militato parecchie stagione nel Benetton. Visser giocherà sempre a
Roma ma con la Lazio. E alla Futura Park arriverà anche il
polesanoStefano Bordon che affiancherà il franceseMichel Ringeval alla
guida tecnica. InfineSantillo, ala, passerà dall’AlmavivA Capitolina
all’Aquila.

NUOVA STAGIONE La Lire ha ufficializzato le date d’inizio della
prossima stagione. Si giocherà ancora in prevalenza di sabato e il
Groupama Assicurazioni Super Ten scatterà il 13 ottobre, mentre la
settimana precedente (venerdì 5 ottobre o sabato 6) ci sarà la sfida
di Super Coppa di Lega tra Arix Viadana e Benetton Treviso, che
diversamente dalle altre discipline e rispetto a quanto stabilito lo
scorso anno dalla stessa Lire, stavolta si giocherà in casa della
vincitrice della Coppa Italia, l’Arix.

Ennio Grosso

Nel Super 10 gli spettatori sono aumentati del 20%

SPETTATORI SUPER TEN Un recente studio della Lire ha evidenziato che
sono stati 135.708 gli spettatori che hanno assistito alle partite
della Regular Season e dei playoff dell’ultimo Super Ten, con un
incremento di presenze rispetto al Campionato precedente di 22.000
spettatori, circa il 20 per cento.
I Club con maggior incremento di pubblico sono stati Arix Viadana,
Carrera Padova e Infinito L’Aquila.

PACIFIC NATIONS CUP Nel quinto e ultimo turno del Sei Nazioni
dell’Emisfero Sud, gli All Blacks Junior hanno rullato anche il
Giappone chiudendo a punteggio pieno. All Blacks Junior-Giappone 51-3,
Samoa-Tonga 50-3, Fiji-Australia A 14-14. Classifica: All Blacks
Junior 25, Australia A 16, Samoa 13, Fiji 9, Tonga 5, Giappone 4.

CURRIE CUP Nel primo turno a valanga i Cheetahs. Risultati:
Cheetahs-Boland 91-3, Blue Bulls-Falcons 43-26, Western Province-Lions
18-13, Griquas-Sharks rinviata. Cheetahs, Blue Bulls 5 punti, Western
Province 4, Lions 1, Griquas, Sharks, Falcons, Boland 0.

SEVEN Per le finali Fira Seven di Mosca, il tecnico Marco Gabrielli ha
convocato 10 giocatori: De Jager, M. Nitoglia (Amatori Catania),
Erasmus, Mariani (Arix), Gentile, Molaioli, Sepe (Capitolina),
Pucciariello (Munster), Rosa (L’Aquila), Varani (Roma).

SHELFORD MALATO Wayne Shelford, capitano degli All Blacks dal 1987 al
1990, sarebbe malato. A Shelford sarebbe infatti stato diagnosticato
un cancro.

LOMU NELLA HALL OF FAME I. Evans (Galles), Gerber, Osler e J. Van der
Westhuizen (Sudafrica), Slattery e Kiernan (Irlanda), Leonard
(Inghilterra), Lomu e Mourie (Nuova Zelanda) sono stati inseriti nella
lista dei membri della Hall of Fame dell’IRB. È la prima volta di un
giocatore ancora in attività come Lomu.

E.G.

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