Dal Gazzettino (17.12.2007)

I 40 anni del gioco totale Grazie mister Allen – Rissa notturna dei giocatori di Saracens e Worcester – Il Benetton ritorna protagonista in Europa – SOLDI AI CLUB CHE FANNO GIOCARE GLI ITALIANI – L’INTERVENTO – Nuovi libri – Coppe europee

I 40 anni del gioco totale Grazie mister Allen

Si dice spesso che il rugby si nutre di culture e tradizioni. Valori
sempre più sostituiti dal denaro. Ma se ancora qualcosa resta del
patrimonio storico e umano, sarebbe il caso festeggiare e dire grazie
a Fred Allen. E in prima fila vorrei vedere tutti gli apostoli del
rugby totale. E stato infatti questo allenatore neozelandese dalla
personalità complessa e dal carattere determinato, che 40 anni fa ha
acceso nel mondo la scintilla del gioco di movimento, rompendo con il
rigido modulo del rugby limitato ai primi dieci uomini. Lo strappo
ebbe casualmente come teatro l’Europa. Gli All Blacks in quel 1967
avrebbero dovuto affrontare il tour in Sudafrica. Ma le leggi razziali
spinsero la federazione springbok a porre come condizione l’esclusione dei giocatori di colore dalla squadra Kiwi. La Nuova Zelanda rifiutò e
in sostituzione mise in piedi una tournée in Canada, Francia e Isole
britanniche. La squadra capitanata dal mitico Brian Lochore, che aveva nel seconda linea Colin Meads il vero leader, affrontò il primo test il 4 novembre a Twickenham contro l’Inghilterra (23-11) dando subito una dimostrazione della miscela di potenza ed abilità. Negli ultimi 40
anni gli All Blacks non avevano mai giocato in maniera così aperta. Il
merito era anche del manager Charlie Saxton, uno dei massimi teorici
del gioco, che sostenne fino in fondo il progetto rivoluzionario di
Allen. Non fu facile. Perché la Nuova Zelanda aveva fondato la propria
reputazione su una mischia onnivora i cui uomini formavano un club
molto esclusivo. Allen ribaltò gli equilibri mettendo il pack al
servizio dei trequarti. Gli avanti avevano il compito di cercare spazi
e soprannumeri attraverso l’impostazione di una o due fasi. Meads e
gli altri della mischia erano molto scettici. E "il pino", come veniva
chiamato il seconda linea, lo disse apertamente quando fu illustrato
il piano di gioco. Alla fine trovarono un accordo: gli avanti
avrebbero dato una possibilità alle teorie di Allen.Galles (13-6) e
Francia (21-15) furono battuti senza troppe difficoltà. Ma che partita
a Parigi. Anche i Galletti stupirono per la qualità. Ma ciò era nulla
al cospetto della frenetica "onda nera" che spazzava il campo da una
parte all’altra. «Vogliamo tentare sempre qualcosa ogni volta che il
pallone arriva nelle nostre mani» spiegò Lochore. C’era anche molta
durezza in quella squadra. La conobbe Villepreux che rimediò una
doppia frattura costale. Lo testimoniò il 2 dicembre l’espulsione di
Meads contro la Scozia (14-3) per intervento pericoloso e doppia
ammonizione. Ma quella asprezza era orientata alla costruzione di un
gioco tra i più completi della storia. Azioni luminose il cui genio
abitava nel talento dell’estremo Fergi McCormick, con i suoi
sorprendenti inserimenti sul lato chiuso, e nel magnifico "spin pass"
di Chris Laidlaw immediatamente imitato in tutto il mondo. Il biondino
dovette battere la concorrenza per la maglia numero nove niente meno
che di Sid Going, amato e protetto dai giganti della mischia. Una
concorrenza forse assurda, tenuto conto delle esigenze del nuovo
gioco.
Solo un’epidemia di afta impedì agli All Blacks di raggiungere Dublino
per il grande slam delle Isole britanniche. Ma rimasero imbattuti. Il
bilancio fu di 16 vittorie e un pareggio: 3-3 contro l’East Wales, una
selezione in cui svettavano Barry John, Gareth Edwards e Gerald
Davies. Talenti che rimasero rapiti dal rugby totale, che con il
Galles e i Lions contribuiranno a diffondere nel mondo.

NOTIZIARIO

Rissa notturna dei giocatori di Saracens e Worcester

Stavolta la mischia l’hanno fatta in mezzo ad una strada di Parma.
Protagonisti della rissa la scorsa notte i giocatori inglesi dei
Saracens e del Worcester, rivali in coppa di Viadana e Gran. La peggio è toccata al 25enne ala-estremo dei Saracens Edd Thrower (non era
sceso in campo) che ha rotto il vetro di un autobus con un pugno e con
la testa. Poi è scoppiata la rissa: insulti, sputi e cazzotti. A
sedarla sono intervenuti i Carabinieri, che hanno identificato alcuni
giocatori e trasportato il ferito al pronto soccorso. Ma qui Thrower
ha continuato ad andare in escandescenze, infastidendo altri pazienti
e i dottori, tanto che stavolta ha dovuto intervenire la polizia per
placarlo. Dopo l’episodio di Treviso della settimana scorsa,
protagonisti i gallesi dei Dragons, un altro esempio di maleducazione
britannica, che non depone a favore del rugby "sport dei valori".

SERIE C – 10. turno,

élite: Montereale-Lemene 0-48, Belluno-Conegliano 58-10, Vicenza-Alpago 7-24, Jesolo-Casale 5-43, Montebelluna-Moneselice 17-15, Oderzo-Herons Villadose 19-19,

clas. Casale 42, Belluno 38, Monselice 35;

Civ: Pedemontana Livenza – Pordenone 8-6, Lido-Valsugana 83-0, Valpolicella-Frassinelle 0-18, Valdagno-Cus Verona 12-7, Sudtirolo-Monsters 15-25, West Verona-Trento 8-5,

clas. Lido 45, Livenza e Pordenone 40.


UNDER 19

10. turno, Benevento-Benetton 10-34, Cammi-Mps 19-8,
Tarvisium-Noceto 31-12, Carrera-Parma 15-5, Capitolina-L’Aquila 27-12.
Clas. Benetton 45, Capitolina 38, Tarvisium e Cammi 33.

A FEMMINILE9. turno, Biella-Roma 10-30, Lupe-Monza 0-6,
Pesaro-Benetton 0-59, Grazia Deledda-Sitam 0-29.

Class. Benetton 45, Sitam 33, Monza 31, Roma 29, Pesaro 18, Biella 9, Lupe 8, G. Deledda -8.

Da Smith (in campo con il Bourgoin) a Smith (in panchina con i Dragons) Treviso ritrova il successo in coppa dopo 16 sconfitte e tre anni di amarezze

Il Benetton ritorna protagonista in Europa

Heineken: incredibile ko di Viadana, parziale di 0-31 nella ripresa.
Challenge: trionfo bis di Calvisano, 4 mete di Gear a Parma

Newport
NOSTRO SERVIZIO

L’impresa è venuta dopo 16 sconfitte e quasi 3 anni di amarezze. Il
Benetton, davanti al nuovo ct del Galles Warren Gatland, ha vinto
sabato a Newport contro i Dragons ripetendo gli exploit in Europa già
compiuti a Bourgoin (Francia), a Londra contro gli Harlequins, in
Galles contro il Pontypridd. Successi arrivati in momenti in cui la
forbice non si era ancora allargata a dismisura come succede ora in
Heineken Cup. Fino a qualche anno fa il rugby italiano di club poteva
competere con parecchi degli squadroni europei. Poi, quando gli
italiani buoni hanno cominciato la fuga all’estero, la Fir ha imposto
regole assurde e suicide (gli 11 italiani in lista), il divario si è
fatto enorme.

Treviso quest’anno ha voltato pagina. Ha messo assieme una bella rosa,
ha cambiato allenatore e metodologie di gioco (rischiando, perchè
serve tempo per amalgamare tanti giocatori nuovi e assimilare un gioco
diverso) e ha provato a tornare protagonista in Europa. Il tecnico
Franco Smith, con lui in campo l’ultima vittoria in coppa prima di
questa risalente al gennaio 2005 contro il Bourgoin, lo sapeva. Perciò
sin da inizio stagione, quando Treviso stentava e subiva sconfitte,
predicava di aver pazienza, perchè risultati e gioco non sarebbero
potuti arrivare subito. Qui è uscita tutta la forza di un club senza
eguali in Italia. Nessun problema per certe sconfitte dolorose, ma che
non scalfivano la fiducia nella rosa e nel tecnico. Fino al recupero
in campionato e al successo di sabato in Galles, grazie a un calcio di
Marius Goosen nei minuti di recupero. «E’ stata una sfida dura ammette
Dion Kingi, uno dei migliori a Newport il risultato lo dimostra e in
campo è stata aspra battaglia dal primo all’ultimo istante. Una
partita molto fisica come quelle che si giocano a questi livelli».

Treviso ha compiuto progressi enormi, in touche ad esempio

«C’era solo bisogno di tempo, squadra e certi schemi sono nuovi. Ma la
situazione ora è un po’ diversa: ci alleniamo assieme da tempo, tutti
conosciamo le giocate e sappiamo cosa dobbiamo fare. Con questi
presupposti era normale che potessero esserci progressi, perché i
giocatori buoni ci sono e l’allenatore è preparato».

Qualcuno ha detto che sei stato il migliore in campo.

«Mi fa piacere, ma penso che tutta la squadra abbia giocato bene,
d’altra parte nel rugby bisogna che funzioni il collettivo, non il
singolo. In particolare in una partita di Heineken Cup, nella quale il
livello di gioco è molto elevato».

Ennio Grosso

SOLDI AI CLUB CHE FANNO GIOCARE GLI ITALIANI – L’INTERVENTO

«La Fir premi chi produce più giovani»

Caro Gazzettino,
prendo spunto dall’articolo del 10 dicembre sui premi stabiliti dalla
Fir per i club di rugby che inseriscono nella propria rosa un numero
maggiore di giocatori di nazionalità italiana. In virtù della mia età
e della mia "piccola" esperienza di rugby, vorrei alimentare il
dibattito.

Prima riflessione: i club italiani hanno nella loro rosa stranieri di
qualità in grado di competere attualmente in Europa? Non ricordo
vittorie eclatanti o prestazioni degne di menzione. Seconda
riflessione: se al posto di questi stranieri ci fossero più giocatori
italiani i risultati in campo europeo avrebbero passivi più pesanti?
Probabilmente sì, ma qualche meta subita in più o in meno non
cambierebbe la sostanza. Terza riflessione: in assenza del
professionismo la Rugby Rovigo ha prodotto fior di giocatori che hanno
ben figurato in campo nazionale ed internazionale, vedi Quaglio,
Visentin, Rossi De Anna, Zanella, ecc. All’epoca in un club erano
ammessi solo tre stranieri, spesso di livello mondiale, ora cosa
impossibile visto che il professionismo permette solo alle grandi
squadre con risorse finanziarie importanti di avere atleti di tale
caratura.

Quindi come mai in questi anni i club italiani non hanno attinto ai
giocatori dei propri vivai? Come mai si è preferito inseguire atleti
stranieri pescando dai club argentini, sudafricani, australiani? Tutti
Mondiali hanno applaudito l’Argentina, dove esiste un campionato
dilettantistico, e di conseguenza i migliori giocatori militano nei
club europei, ma dove tutti hanno in comune l’essere usciti dalle
scuole di rugby e dai vivai di club locali. Mi trovo quindi in
perfetta sintonia con quanto affermato da Fulvio Lorigiola, presidente
del Petrarca, relativamente al fatto che la Fir debba premiare lo
sforzo dei club per "produrre" più giovani dai nostri vivai,
incentivando tutte quelle realtà di scuole di rugby giovanili che in
passato hanno fornito grandi campioni al nostro amato sport.
Ringraziandovi per il vostro lavoro saluto con l’affetto di un ormai
"vecio" rugbysta.

Giovanni Raisi

Campione d’Italia con la Rugby Rovigo

Il Mondiale azzurro, i 60 anni del Petrarca e la storia di Ivan Francescato

(im) Continua la pioggia di libri rugbistici nella stagione di Coppa
del Mondo. È uscito il volume ufficiale del Mondiale azzurro "Ad un

passo dal sogno" (Step, pp. 144, 15 euro), curato da Gian Franco
Bellé. Con le statistiche e belle foto di Francesca Battilani, propone
dei 32 giocatori scritti da altrettanti giornalisti. Una piccola
antologia. "Uno di sessanta" (Anemos, pp. 208, 44 euro) è invece
l’originale celebrazione dei 60 anni del Petrarca Padova attraverso il
racconto di una sola stagione, l’ultima. Artistiche le foto di Stefano
Zardini ed Elena Barbini, letterari i testi di Giorgio Sbrocco. Più
che un libro una griffe. Una biografia scritta con il cuore, che scava
nel profondità, è "La finta di Ivan. Mete, placcaggi e terzi tempi

infiniti: il rugby di Francescato (Aviano.com editore, pp. 146, euro 9,80). Scritto da Elvis Lucchese, impreziosito dalle incursioni nella memoria di Andrea Passerini, sarà presentata sabato alle 17,30 nella sala stampa di Monigo. È l’inizio di una collana proposta della
rivista "Rugbyclub".

Quarto turno di Heineken Cup eGloucesterche …

Quarto turno di Heineken Cup eGloucesterche con 26 punti del 21enne
gioiello di casa Ryan Lamb (che ha costretto a fare le valige al
neo-petrarchino Loudovic Mercier) travolge il Bourgoin. LoStade
Françaiscade all’Arm’s Park contro i Blues in cui il giovane David
Flanagan segna 16 punti ben coadiuvato dall’inventiva di Jamie
Robinson e Gareth Thomas. Ora i parigini sono nei guai. Per
qualificarsi ai quarti devono vincere le ultime due gare. Crolla
l’Arix Viadanain casa: avanti 26-3 nel primo tempo (mete Steven
Bortolussi, Robertson e 2 Erasmus con 6 punti al piede di Howarth),
subiscono la reazione ospite capeggiata dal piede del cecchino kiwi
Glen Jackson (19 punti), con un parziale nel 2. tempo di 0-31.
L’italo-inglese Danny Cipriani, 10 punti, architetta un 1. tempo da
favola deiWasps(mete Voyce, Sackey e Reddan) che resistono alla
rimonta del Clermont, che guadagna un importante punto di bonus.
Azzurri in campo:Del Fava(Ulster) ultimi 15′ con
giallo,Nieto(Gloucester) uscito al 62′,Bortolami(Gloucester) entrato
al 54′,Dellapé(Biarritz) 80′,Ongaro(Saracens) entrato al
4′,Pucciariello(Munster) ha giocato 57′,Perugini(Tolosa) entrato al
69′ eCastrogiovanni(Leicester) 80′.

Nella Challenge ilCammi Calvisanocentra il secondo successo, dopo
quello del Dax, battendo in casa il Leeds con mete di Nitoglia,
Cittadini e 17 punti al piede tra il trevigiano Buso e Griffen. Il
Worcester domina invece ilRolly Gran Parma(meta Onori e 11 punti
Wakarua per i parmensi) grazie 4 mete dell’ex-ala All Black, Rico
Gear.Overmach Parma(mete di Sciarretta e Rubini e 10 punti di Irving)
ko di misura nella trasferta di Auch.

HEINEKEN CUPGruppo 2: Ulster (1)-Ospreys (13) 8-16, Gloucester (19)-Bourgoin (5) 51-27. G3: Blues (12)-S.Français (9) 31-21, Bristol (12)-Harlequins (2) 20-7. G4: Biarritz (13)-Glasgow (11) 21-14, VIADANA (2)-Saracens (15) 26-34. G5: Wasps (13)-Clermont (10) 25-24, Munster (14)-Scarlets (0) 22-13. G6: Edinburgo (5)-Leinster (8) 29-10, Tolosa (14)-Leicester (9) 22-11.

EUROPEAN CHALLENGE Gruppo 1: Bath (18)-Albi (6) 59-15, Auch (10)-PARMA (6) 24-20. G2: Montauban (11)-Bucuresti (6) 34-6, GRAN PARMA (2)-Worcester (19) 16-66. G3. El Salvador (0)-Brive (14) 8-40, Newcastle (15)-Connacht (9) 39-0. G5: Dax (2)-Castres (13) 15-16, CALVISANO (9)-Leeds Carnegie (15) 27-26.

Giampaolo Tassinari

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