La prima agenda ovale
(im) Anche il mondo del rugby dal 2009 avrà la sua agenda. Un’agenda
libro dove ogni giorno, accanto alle pagine per gli appunti, si
trovano gli aneddoti, i racconti, le testimonianze, le mete più
entusiasmanti, gli atleti, i libri e i film che raccontano il rugby.
Più le citazioni classiche o ad effetto da sfoggiare con appassionati
e profani, tipo "I vecchi giocatori di rugby non muiono mai. Al limite
passano la palla". S’intitola semplicemente "Agenda del rugby"
(Ediciclo, pp. 400, euro 14,90). A scriverla è una coppia affiatata
come Marco Pastonesi, giornalista della "Gazzetta dello Sport", ed
Enrico Pessina, ex giocatore, che ha già pubblicato vari libri. Le
foto sono dell’aquilano Roberto Grillo, uno dei big in Italia per gli
scatti ovali.
Mondiali under 20 nelle "capitali" venete
I gironi saranno ospitati a Rovigo, Padova, Venezia e Treviso, l’Irb
chiede stadi da almeno cinquemila posti
(im) Il consiglio federale di venerdì 19 dicembre nominerà anche il
presidente del comitato organizzatore della Coppa del Mondo under 20
edizione 2011. L’International Rugby Board l’ha infatti assegnata
all’Italia. Si svolgerà nel mese di giugno in Veneto. Si tratterà
della prova generale per gli eventuale Mondiali assoluti, se nel 2015
o 2019 verranno assegnati al nostro Paese, che è fra i 10 candidati.
Per questo a capo del comitato organizzatore dovrebbe porsi lo stesso
presidente Giancarlo Dondi, o il vice vicario Nino Saccà.
Secondo il progetto di massima presentato all’Irb, la Coppa del Mondo
2011 si svolgerà nelle quattro principali piazze rugbistiche del
Veneto: Rovigo, Padova, Venezia e Treviso. A ognuna sarà assegnato un
girone con 4 delle 16 nazionali partecipanti. L’Irb chiede che i match
si disputino in stadi da almeno 5000 posti. Questa è stata l’affluenza
media del Mondiale u20 in Galles quest’anno (finale 20 mila
spettatori). I candidati sono quindi il "Battaglini", il "Plebiscito",
"Monigo" e per quanto riguarda Venezia gli stadi di San Donà o
Mogliano (quello del calcio). Il terreno di Favaro Veneto, dove gioca
il Casinò di Venezia, non raggiunge infatti tali dimensioni. La finale
dovrebbe disputarsi a Treviso, com’è successo in passato per i
Mondiali under 19. Ma se la rugbymania in Italia continuerà a
crescere, e la promozione porterà folte comitive dall’estero, non si
può escludere l’ipotesi di andare in uno stadio più grande. Magari
l’Euganeo, com’è successo per Italia-Australia.
La Fir organizzerà in prima persona l’evento, proprio nell’ottica
della "prova generale". Il rapporto sarà con i proprietari degli
stadi, ma l’obiettivo è di coinvolgere anche le società venete (non
solo delle 4 città interessate) e il maggior numero di volontari. Il
budget di spesa previsto è di circa tre milioni di euro. Si conta di
coprirlo fra federazione, Irb, sponsor e incassi. La scansione
temporale sarà di due match al giorno ogni girone e tre giorni di
pausa. Per gli allenamenti saranno utilizzati anche gli stadi di
calcio delle zone limitrofe. Per il Veneto sarà un’importante vetrina
e opportunità turistica, oltre che sportiva.
COPPA EUROPA.
ANCORA UN TURNO DI SCONFITTE PER LE DUE ITALIANE
Un drop di Evans complica i sogni di Parisse e dei fratelli
Bergamasco. Carter subito profeta del Perpignan
Pronta rivincita del Munster contro il Clermont. I campioni d’Europa
si sono però imposti solo nel finale quando prima Marcus Horan al 78′
e poi Niall Ronan allo scadere hanno varcato la linea di meta
transalpina dopo che gli ospiti avevano dominato possesso e territorio
per gran parte della partita . Da segnalare che Clermont era rimasta
in 14 per l’espulsione di Cudmore dopo soli 18′. Ronan O’Gara con gli
8 punti segnati ha varcato il fatidico muro dei mille punti realizzati
in Heineken Cup salvando quindi Munster da una possibile seconda
storica sconfitta di sempre nelle coppe al Thomond Park di Limerick.
Esordio vittorioso per Dan Carter a Perpignan: i Sang et Or grazie a
16 punti del fuoriclasse neozelandese, ed a 2 mete di Britz, superano
il Leicester mantenendo vivo il pur tenue lumicino della speranza di
disputare i play-off. Il lanciatissimo Leinster cade invece vittima
del furore del Castres, desolatamente penultimo dopo 12 giornate nel
Top14 transalpino, che con 6 piazzati dell’apertura Lagardère vince
una gara improbabile mentre non va meglio l’Ulster rimontato dagli
Scarlets che fermano così la serie di 10 sconfitte consecutive in
coppa pareggiando 16-16 allo scadere con un piazzato di Stephen Jones.
Nell’Ulster assente Carlo Del Fava, operatosi in settimana d’ernia
inguinale: ne avrà per 8 settimane di convalescenza e salterà quindi
il prossimo 6 Nazioni. Ho calciato il più brutto drop della mia vita
ha ammesso l’apertura ex-All Black degli Harlequins, Nick Evans, che
all’84′ ha così castigato i sogni di gloria dello Stade Français
uscito scornato dallo Stoop Memorial 19-17 (Parisse, Mirco e Mauro
Bergamasco tutti 80′) e che vede tutta in salita una possibile
qualificazione ai quarti di finale. I parigini si erano portati avanti
17-16 con un drop dell’argentino Hernandez a 8′ dal termine. Tolosa
(Perugini entrato al 50′) continua sicuro la propria marcia espugnando
Newport con 2 mete di Médard ed una di Heymans ma perde Skrèla dopo
soli 8′ di gioco per uno stiramento agli adduttori.Quattro vittorie su
quattro anche per Cardiff che vince una dura battaglia a Biarritz con
una meta nel primo tempo di Jamie Robinson e 5 punti al piede del kiwi
Blair. Senza paracadute infine la caduta delle italiane: il Benetton
(meta Williams e 11 punti Marcato) cede nettamente agli Ospreys così
come Calvisano (meta Fraser) non è mai in partita a Gloucester
(Bortolami 80′, Nieto uscito al 75′) in cui Watkins e Vainikolo
segnano 2 mete ciascuno.
Risultati 4° turno Heineken Cup (tra parentesi i punti in classifica):
Gruppo 1 Munster (13)-Clermont (8) 23-13, Montauban (6)-Sale (11)
16-12; Gruppo 2 Castres (5)-Leinster (15) 18-15, Wasps (12)-Edinburgh
(4) 19-11; Gruppo 3 Benetton (0)-Ospreys (15) 16-36, Perpignan
(9)-Leicester (15) 26-20; Gruppo 4 Scarlets (3)-Ulster (6) 16-16,
Harlequins (17)-Stade Français (11) 19-17; Gruppo 5 Newport Gwent
(5)-Toulouse (17) 13-26, Glasgow (4)-Bath (15) 19-25; Gruppo 6
Biarritz (7)-Cardiff (18) 6-10, Gloucester (14)-Calvisano (0) 48-5.
Giampaolo Tassinari
Eletti Zanandrea Besio e Rosolen
(im) La Fira (Federazione europea di rugby) nell’assemblea generale di
Parigi ha confermato presidente il francese Jean Claude Baqué. Tre i
dirigenti italiani inseriti nelle sue strutture di vertice, due dei
quali veneti: il vice presidente federale Zeno Zanandrea nella carica
di vice presidente (sostituisce Giancarlo Dondi, passato
nell’esecutivo Irb) e Tullio Rosolen fra i 12 del comitato esecutivo.
Il terzo italiano è Roberto Besio fra i membri dell’assemblea.
SUPER TEN
Dopo due settimane di sosta per gli impegni nelle coppe
europee, riprenderà sabato il Campionato Super Ten con l’ottavo turno
di andata, l’ultimo del 2008. Questo il programma. Sabato, inizio alle
15: Cammi Calvisano-Benetton Treviso, Carrera Padova-Montepaschi
Viadana, Casinò di Venezia-Almaviva Capitolina, Futura Park Roma-Femi
CZ Rovigo; domenica (inizio alle 14, diretta su Rai Sport Più):
Plusvalore Gran Parma-Overmach Parma. Classifica: Benetton 25,
Montepaschi 24, Overmach 23, Femi CZ 19, Cammi 17, Carrera 16, Futura
Park, Plusvalore 13, Casinò di Venezia 11, AlmavivA 3.
TELEVISIONE Detto del derby di Parma di domenica, l’altra partita in
televisione definita dalla Lire sarà quella del nono e ultimo turno di
andata in programma martedì 6 gennaio 2009 che vedrà di fronte Femi CZ
Rovigo e Casinò di Venezia (inizio alle 14.45).
Under 19. Il Carrera conquista Benevento
UNDER 19 Nona giornata con parecchie partite rinviate a causa del
maltempo. Girone 1: Antares Benevento-Carrera Padova 10-19,
Montepaschi Viadana-Vibu Noceto 28-19, Ruggers Tarvisium-Cammi
Calvisano 3-0, Plusvalore Gran Parma-Giunti Firenze 27-8, AlmavivA
Capitolina-Benetton Treviso rinviata; Carrera 40, Benetton 32,
Montepaschi 27, AlmavivA, Plusvalore 26, Cammi 20, Vibu 16, Giunti 12,
Antares 5, Tarvisium 4. Girone 2: Amatori Milano-Donelli Modena 27-5,
rinviate le altre; Amatori San Donà 39, Overmach Parma 24, HBS Colorno
25, Amatori Milano 24, Femi CZ Rovigo 22, Casinò di Venezia 20, Grande
Milano 19, Donelli Modena 14, MarchiolSanMarco, Mirano 0.
Ennio Grosso
SERIE A1
10
Livorno – San Marco 10 – 3
L’aquila – San Dona’ 39 – 16
Firenze – Consiag Po 6 – 22
Udine – Alghero 8 – 11
Lazio 1927 – Colorno 24 – 15
Milano – Piacenza 16 – 11
Prossimo TURNO (21/12/08):Colorno – Milano, Alghero – Lazio 1927, Consiag Po – Udine, San Dona’ – Firenze, San Marco – L’aquila, Piacenza – Livorno,
SERIE A2
10
Vibu Noceto – Calvisano 39 – 0
Benevento – Benetton Tv 5 – 27
Pro Recco – Colleferro 17 – 0
Badia – S. Gregorio 23 – 11
Lyons – Brescia 22 – 34
PROSSIMO TURNO (21/12/08):S.
Gregorio – Lyons, Colleferro – Mirano 2008, Benetton Tv – Pro Recco,
Calvisano – Benevento, Brescia – Vibu Noceto,
SERIE B/3
10
Villadose – Cus Padova 26 – 54
Valpolic. – Rubano 23 – 8
Casale – Paese 13 – 10
Tarvisium – Cus Verona 16 – 12
Valsugana – Villorba 26 – 13
Petrarca – Riviera 13 – 21
PROSSIMO TURNO (21/12/08):Cus Padova – Valpolic., Rubano – Tarvisium, Riviera – Casale, Villorba – Petrarca, Cus Verona – Villadose, Paese – Valsugana,
Due selezioni gestite dalla federazione
Due selezioni gestite dalla federazione per le sei (o più in caso di
qualificazione) partite di Heineken Cup. Ne farebbero parte i migliori
giocatori italiani e, se necessario, alcuni stranieri. Ai club che
forniscono gli atleti andrebbe in cambio un indennizzo economico da
quantificare. Oltre ad esso in Europa potrebbero disputare la
Challenge Cup (4 posti) e distribuirsi i soldi che arrivano all’Italia
dall’Erc (come adesso). Il progetto partirebbe già la stagione
2009/10. Se matureranno le condizioni, in futuro potrebbe essere
esteso alla Celtic League. Il campionato, nel frattempo, resterebbe
immutato nella formula. Vedrebbe protagonisti tutti gli atleti delle
selezioni, quando non sono impegnati in Heineken o con la Nazionale.
Particolare più, particolare meno, è questa la "rivoluzione" della
stagione rugbistica italiana che dovrebbe essere dibattuta e votata
dal consiglio federale di venerdì 19 dicembre a Roma. Corrisponde alla
seconda fra le quattro proposte illustrate ai presidenti di club
nell’incontro di mercoledì 10 a Bologna. È stata poi affrontata
nell’esecutivo Fir di qualche giorno dopo, spaccatosi sembra per la
contrarietà all’ipotesi espressa dal vice presidente Cesare Barzoni
(Viadana). Si tratterebbe di una "mezza rivoluzione", che limita alla
sola Heineken la grande novità delle selezioni. In pratica l’Italia
adotterebbe il modello della Scozia (dove ci sono Edimburgo e
Warriors), mantenendo però il proprio campionato al posto della Celtic
League (giocata dagli scozzesi).
Le due selezioni sarebbero guidate dai tecnici dello staff azzurro. In
pratica diventerebbero delle sotto nazionali. Una sorta di Italia A e
Italia B. La scelta di coloro che ne fanno parte e la distribuzione
nelle due squadre avverrebbe a giugno. Aggiunte sarebbero possibili in
seguito per altri giocatori che si rivelassero di interesse nazionale.
I club di appartenenza conserverebbero la titolarità del giocatore.
Per le settimane di utilizzo nelle selezioni verrebbero risarciti con
due livelli di indennizzo da definire: uno più basso per i giovani
emergenti, uno più elevato per gli azzurri affermati.
Gli atleti dal canto loro avrebbero un doppio beneficio dalla riforma
delle selezioni in Heineken. Finanziario: i soldi della Fir oltre a
quelli del contratto con il club. Di stimolo agonistico: far parte di
un team intermedio fra club e nazionale con cui giocare la coppa più
importante d’Europa. L’obiettivo già dichiarato dalla Fir è di avere
il maggiore controllo sugli azzurri, trattenendo in Italia quelli che
sono intenzionati a emigrare e facendone tornare dall’estero il più
possibile.
Le selezioni si ritroverebbero in occasione delle soste del Super 10
per le coppe europee. Giocherebbero in stadi da almeno 5.000 posti.
Quali è ancora da definire. Potrebbero essere quelli delle prime due
classificate in campionato, se hanno i requisiti. I giocatori sommando
le 6 partite di Heineken alle 11 con l’Italia disputerebbero almeno 17
match di alto livello l’anno, a cui sommare quelli di campionato. Non
sarà come in Inghilterra o Francia, ma è ritenuto un passo avanti.
In tutto questo disegno manca ancora l’ok dell’Erc, che però ha detto
«parliamone». Come la Fir pensa di trasformare una disponibilità in un
assenso? Già i vertici europei hanno deciso di togliere all’Italia il
barrage con una gallese per il terzo posto in Heineken. Visti i brutti
risultati degli ultimi anni, con le italiane pesantemente sconfitte e
sempre squadre materasso che condizionando l’andamento del girone, c’è
già stata la minaccia di togliere anche il secondo posto. Le
selezioni, essendo di fatto sotto nazionali, vengono ritenute più
competitive. Questo porterebbe a match dal risultato meno scontato, a
un incremento di pubblico e alla stima di una triplicazione dei
diritti televisivi che l’Erc può incassare dalle emittenti italiane.
Tutto questo da progetto, proposta, idea o come lo vogliamo chiamare
diventerà realtà? La risposta la darà il prossimo consiglio federale.
Ivan Malfatto
Una scelta rischiosa Serve un ampio confronto
La prima considerazione è di metodo: una riforma dalle ripercussioni
così pesanti va discussa alla luce del sole con tutte le componenti
del movimento. Visto che si tratta allo stesso tempo di decidere sulla
storia e sul futuro, sui tifosi e sulle città, sui settori giovanili,
gli allenatori e gli arbitri. In definitiva sul modello che si vuol
dare al rugby italiano. Nell’incontro preliminare tra il presidente
della Fir Dondi e i rappresentanti dei club non sono emerse
indicazioni precise. Ma era logico che fosse così visto che le società
non solo sono divise ma anche prive di un soggetto (la Lega) in grado
di costruire un progetto unitario. Per contro proprio in virtù del
grande successo elettorale raccolto, il presidente della Fir ha
l’autorevolezza necessaria a formulare un progetto articolato e a
procedere a un ampio confronto fra tutte le parti.
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Due selezioni gestite direttamente dalla Fir in Heineken Cup
trattenendo gli atleti tentati di emigrare all’estero (pochi) e
facendo tornare a casa qualche azzurro. Più un ristretto numero di
stranieri. I giocatori lascerebbero i club per mettersi a disposizione
delle selezioni il lunedì e rientrarvi dopo le partite di coppa. Se
questa è la proposta, francamente mi sembra poca cosa al di là dello
scippo (discutibile) dell’Europa alle società. Sei partite non bastano
ad alzare il livello tecnico. Ne servirebbero almeno il doppio. E poi,
per essere realmente competitivi e avere nelle gambe il ritmo da
Heineken, bisognerebbe prepararsi con un’altra competizione. In
assenza della quale i benefici sarebbero limitati a sei settimane di
affiatamento in più per gli azzurri che probabilmente verranno
raggruppati per blocchi: avanti in una squadra, trequarti nell’altra.
Per questo quella della Fir è destinata ad essere una soluzione
transitoria che inizialmente mantiene in vita il campionato riducendo
le resistenze dei club. Ma presto l’approdo in Celtic League sarà
inevitabile aprendo scenari sismici. Di fatto anzichè rilanciare il
campionato, come da anni si chiede, lo si declasserebbe relegando i
club, comprese le città venete e la loro storia, in una anonima
seconda divisione, privati per l’intera stagione di tutti i pezzi
migliori e a quel punto anche dei contributi delle coppe che saranno
necessari alle selezioni, una volta raggiunta la Celtic, per reggere
alla meno peggio la sfida.
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Si creerebbe così un’anomalia senza precedenti nel mondo del rugby:
una nazione dovrebbe cercare di sviluppare la propria base senza la
spinta di una forte competizione interna, con la sola propulsione
della nazionale e delle due sottosquadre. Difficile ipotizzare in
queste condizioni un futuro, per quanto lontano, all’altezza di un
paese di 60 milioni di abitanti. Di Francia e Inghilterra per
intenderci. L’effetto nella migliore delle ipotesi sarebbe il
consolidamento della regionalizzazione del rugby.
La questione è complessa. Ed è certamente vero che, specie in tempi di
crisi economica, le selezioni possono rappresentare una immediata
risposta a club sempre più in difficoltà con i bilanci. Ma è
altrettanto vero che le ristrettezze potrebbero aggravarsi non appena
verranno meno non solo i contributi federali ma gli sponsor e il già
scarso pubblico. Ogni scelta, dunque, va attentatamente ponderata.
Anche perchè la prima risposta non riguarda la scelta tra club o
selezioni. Ma dove vuole andare il rugby italiano. E perchè.
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