Dal Gazzettino (12.03.2007)

Under 21 e under 16 – Sfida a tre Inghilterra Francia Irlanda – CANALE AL 90 PER CENTO FUORI, AL SUO POSTO BARBINI
L’arbitro: «Mi scuso per l’equivoco finale» – “E i gallesi che s’incazzano…” – Una manna mediatica con qualche rischio.

Vince l’Under 21, perde l’Under 16

UNDER 21 La vittoria della Nazionale maggiore contro il Galles era
stata preceduta da un altro successo, quello dell’Under 21 che venerdì
a Piacenza aveva battuto i pari età gallesi 22-21. Per gli azzurrini
una meta del pilone sandonatese, in forza all’Overmach Parma, Alberto
De Marchi, poi una trasformazione e 5 piazzati del centro Davide Duca.

UNDER 18 Sconfitta per l’Italia nel primo turno del Sei Nazioni. In
Galles gli azzurrini sono stati battuti 22-3. Per l’Italia un piazzato
del sandonatese Pierfrancesco Dotta.

DONNE Secca sconfitta della Nazionale femminile nella quarta giornata
del Sei Nazioni. Italia battuta a Roma dal Galles 24-0.

COPPA ITALIA Sarà Arix Viadana-Cammi Calvisano la finale del Trofeo
AAMS Coppa Italia 2007 in programma domenica a Jesolo (stadio Picchi,
inizio alle ore 15, diretta televisiva su Sky Sport).

Nelle semifinali giocate rispettivamente a Viadana e Calvisano, l’Arix
ha battuto l’Overmach Parma 13-9 (pt 3-6), il Cammi ha piegato
l’AlmavivA Capitolina 30-16 (pt 10-6).

Una sola meta a Viadana, a segnarla l’ala Accorsi dell’Arix; a
Calvisano tre mete a una per il Cammi: alle marcature di Spragg (2) e
Persico per il Cammi, ha risposto proprio alla fine il pilone Battisti
della Capitolina. Arix-Cammi sarà la stessa finale delle edizioni del
2003 e del 2004 con vittorie alterne. Giovedì, alle 11.30, presso la
Sala di Rappresentanza del Comune di Jesolo, si terrà la presentazione
della finale.

SERIE A Recupero 15. giornata: Segni-Cus Firenze 25-23.

AMICHEVOLE Mercoledì a Dublino i campioni d’Italia del Benetton
affronteranno in amichevole la Provincia irlandese del Leinster.

Ennio Grosso

Sfida a tre Inghilterra, Francia, Irlanda

(E.G.) ALTRE Due mete dell’Inghilterra di Flood e Tindall riaprono il
Sei Nazioni. Ora tre squadre appaiate al primo posto, Francia,
Inghilterra e Irlanda. Nell’ultimo turno solo la Francia giocherà tra
le mura amiche. Partita equilibrata quella tra inglesi e francesi con
5 sorpassi. Solo alla fine il XV inglese ha allungato vincendo 26-18.
Dopo un primo tempo (12-9 per la Francia) nel quale il punteggio è
stato mosso dai calci (Skrela 3, Yachvili 1 e Flood 3), nella ripresa
l’Inghilterra (assente Wilkinson, infortunato) ha trovato nuove
energie vincendo una partita importante. Usciti per infortunio i due
registi, Skrela per la Francia, Flood per l’Inghilterra. Nell’altra
sfida di sabato tra Scozia e Irlanda, altri 80′ tirati con l’Irlanda
che prevaleva 19-18. Per l’Irlanda tutti punti di O’Gara (meta,
trasformazione e 4 piazzati), per la Scozia 6 piazzati di Paterson.

GUINNESS PREMIERSHIP Gloucester-Leicester 28-24, Bristol-London Irish
7-12, Harlequins-London Wasps 16-23, Newcastle-Saracens 20-14,
Bath-Northampton 22-17, Sale-Worcester 12-18. Leicester 58, Gloucester
54, Bristol 52, London Wasps 51, Saracens 47, London Irish 43,
Harlequins 40, Bath 37, Sale 35, Newcastle 34, Northampton 26,
Worcester 25.

SUPER 14 Blues-Lions 41-14, Cheetahs-Sharks 14-30, Waratahs-Bulls
19-32, Western Force-Hurricanes 18-17, Highlanders-Reds 33-17,
Brumbies-Stormers 26-13. Blues 23, Sharks 20, Bulls 18, Highlanders,
Lions, Western Force 16, Brumbies, Hurricanes 14, Cheetahs, Crusaders
12, Stormers 10, Chiefs, Waratahs 7, Reds 6.COPPA DEL MONDO Il
Portogallo ha vinto il primo spareggio per la World Cup imponendosi
sull’Uruguay 12-5. Il 24 marzo il ritorno a Montevideo.

CANALE AL 90 PER CENTO FUORI, AL SUO POSTO BARBINI

L’arbitro: «Mi scuso per l’equivoco finale»

Roma
NOSTRO INVIATO

«Mi scuso per quanto è successo nel finale di Italia-Galles: c’è stato
un equivoco». Lo sostiene l’arbitro della partita, l’inglese Chris
White, in un comunicato che ha fatto diffondere tramite
l’organizzazione del Sei Nazioni. «Mi sono già scusato – ha aggiunto
White – con lo staff tecnico e i giocatori del Galles per questo caso
di fraintendimento. Voglio ringraziarli per la comprensione con cui
hanno accettato le mie spiegazioni». Negli istanti finali della sfida
con l’Italia, l’arbitro ha assegnato una penalità al Galles, il cui n.
12 James Hook ha scelto di calciare in touche invece che tentare la
trasformazione del piazzato che avrebbe fruttato, se realizzato, il
pareggio per 23-23. I gallesi sostengono che l’arbitro gli abbia detto
che c’erano ancora dieci secondi da giocare, poi però appena la palla
è finita in fallo laterale White ha fischiato la fine.

CANALE OUT – Al 90% l’Italia dovrà rinunciare a Gonzalo Canale contro
l’Irlanda. L’emorragia subita dopo il colpo alla tibia per il
placcaggio di Shanklin è più vasta del previsto. Oggi nuova ecografia
e poi la decisione. Intanto il ct ha convocato il padovano Matteo
Barbini, che dovrebbe sostituirlo. In raduno con gli azzurri anche
Fabio Ongaro e Josh Shole, che si aggiungono ai 24 del Galles.

COMMOZIONE DONDI – «Appena entrato nello spogliatoio – racconta il
presidente Fir Giancarlo Dondi – i ragazzi mi sono corsi incontro
abbracciandomi e mi sono commosso». Non capita tutti i giorni.

VIA IL PIZZETTO – Il medico Marco Patacchini aveva promesso che se lo
sarebbe tagliato dopo 15 anni se l’Italia avesse vinto. L’hanno fatto
direttamente i giocatori.

ASCOLTI RECORD – Esulta La7, che da anni punta meritoriamente sul
rugby: 1.126.000 spettatori per Italia-Galles (10,22% share), con
picchi di quasi 1,5 milioni (13%.)

STRISCIONI PIÙ BELLI – Hollywoodiano: “E l’Oscar va a Troncon per il
film: l’ultimo re di Scozia”. Epico: “Macchè Ben Hur, Troncon còre de
Roma”. Da innamorata: “Sono veronese, ma amo Bergamasco”. Orgoglio
rossoblu: “A Rovigo Bersaglieri, al Flaminio gladiatori” e “Habemus
Pepem” (per Scanavacca in panchina). Da cartone animato: “Speed
Gonzalo” (con disegno di Speedy Gonzales). Toscanaccio: “Ci garbano le
palle ovali”. Appassionato: “Rugby Feltre c’è, forza azzurri”.

ATTO DI FEDE – Nonostante il tutto esaurito annunciato da tempo e i
problemi di bagarini chi è partito senza biglietto l’ha trovato. E non
sempre a caro prezzo. Un esempio? Michele, Luca e Roberto, tre
ferraresi, hanno rimediato le curve a 35-40 euro (prezzo base 22). Un
bell’atto di fede ripagato.

I. M.

E i gallesi che s’incazzano…

Roma
NOSTRO INVIATO

“E i gallesi che s’incazzano…” canterebbe Paolo Conte, se usasse la
sua arte per descrivere l’epica del rugby, invece che quella del
ciclismo. Un’arrabbiatura generata dall’impossibilità di giocare
l’ultima touche a causa del fraintendimento con l’arbitro (il giallo
di mister White, l’abbiamo chiamato) che va al di là del singolo
episodio. Episodio che ha segnato il 23-20 con cui l’Italia ha vinto
contro il Galles nel 4. turno dell’Rbs Sei Nazioni.

Il successo le ha permesso di centrare la prima storica doppietta,
dopo la Scozia, e di conquistare l’ottava posizione nel ranking
mondiale (anche questa una primizia, oggi l’ufficializzazione). Ora,
teoricamente, può addirittura vincere il torneo (più realisticamente
invece si giocherà il terzo-quarto posto).

L’esito negativo della decisione di giocare a soli 10″ dalla fine la
punizione in touche per poi cercare la meta, invece di piazzare il
comodo calcio del pareggio, verrà ricordato come un segno dei tempi.
Come il simbolo che qualcosa è cambiato, definitivamente, nei rapporti
di forza del rugby internazionale. Ovvero: la fiducia assol
uta nei
propri mezzi sconfinante nell’ottusità e il complesso di superiorità
verso i latini non basteranno più d’ora in poi ai maestri del gioco
britannici per vincere le partite. Lo ha sancito la sequenza dei due
storici trionfi con Scozia (17-37), Galles e l’onorevole sconfitta
(20-7) in Inghilterra. Se anglosassoni e celtici vogliono avere
ragione anche della “piccola Italia” devono cambiare atteggiamento.
Ritrovare l’umiltà e prendere tutti i punti che ci sono da prendere.
Come hanno fatto per riuscire a battere in un passato più remoto la
Francia e in uno più recente l’Argentina, le latine che hanno
raggiunto prima di noi il livello d’eccellenza.

Partiamo da sabato scorso. Il tecnico del Galles Garet Jenkins ha
ammesso che «nello spogliatoio si respirava un’atmosfera orribile dopo
la sconfitta». Il fantasma del quarto cucchiaio di legno in 124 anni
di storia nel torneo (i gallesi sono quelli che ne hanno “vinti” meno)
è apparso. Eppure Jenkins non ha preso in minima considerazione l’idea
di calciare quella punizione da 25-30 metri per cercare il pareggio ed
evitare il simbolico trofeo di chi perde tutte le partite. «La
decisione di andare in touche è stata degli uomini in campo, ma io
stesso avrei fatto questa scelta – ha spiegato il ct – Eravamo venuti
qui per vincere». E invece se ignori i fondamentali del gioco (uno
dice: tutti i punti facili si prendono) perdi anche con l’Italia.
L’avrà capito il Galles?

Lo stesso errore di presunzione, più macroscopico, l’aveva fatto
quindici giorni prima la Scozia. Sotto per tre mete d’intercetto
(21-0) dopo soli 6′, ha rinunciato a piazzare tutti i calci nonostante
vanti un cecchino da oltre il 90 per cento come Chris Paterson.
«Quando piazzi devi ripartire da 40-60 metri indietro – aveva detto il
ct scozzese Frank Hadden – Noi non potevamo permettercelo dovendo
recuperare tanti punti per vincere». Almeno 15-18 di quei punti, però,
sarebbero finiti nel carniere grazie alle numerose punizioni concesse
nei 40 metri degli azzurri. E il risultato avrebbe preso un’altra
piega. L’avrà capito la Scozia?

Contro l’Inghilterra, Jonny Wilkinson i calci li ha messi
impietosamente dentro tutti. Qui gli inglesi hanno vito il match.
Compensando l’errore tattico (e di presunzione) commesso nel piano di
gioco: cercare di stroncare la resistenza dei rivali con gli avanti,
il punto di forza dell’Italia. «Un errore di cui mi assumo tutte le
responsabilità» aveva onestamente ammesso il ct Brian Ashton. Lui non
ha dovuto pagare dazio per capire.

Ora tocca all’Irlanda. Nell’ultimo turno a Roma si giocherà un
successo nel Sei Nazioni che insegue da 22 anni. Per vincere non dovrà
commettere errori di presunzione e rinunciare ai punti facili. La
doppietta dell’Italia ha cambiato la storia. Speriamo, almeno fino a
sabato prossimo, che gli irlandesi non l’abbiano capito…

Ivan Malfatto

Una manna mediatica con qualche rischio

Siamo aggrappati al pack. La forza di questa Italia in grandissima
parte è radicata nel rendimento degli avanti, specialmente in chiusa e
nei raggruppamenti penetranti. Oltre che nell’accortezza tattica
rispetto alla quale Troncon è il leader che si aspettava, una
formidabile miscela di passione e fosforo. Al suo fianco sia Pez che
Scanavacca (pur non immuni da errori) hanno dimostrato di poter
reggere con dignità la scena. Dalla piazzola non hanno fatto
rimpiangere la precisione di Bortolussi. E per le ambizioni attuali
può bastare.
La mischia chiusa oltre a fornire qualche buon pallone per l’attacco,
destabilizza all’origine le offensive degli avversari, e ad ogni
passaggio in avanti li obbliga a un terribile giogo. La potenza di
Nieto e compagni, la loro tecnica collettiva, producono un importante
effetto usura che si materializza nell’ultimo quarto di gara, quello
della verità, delle energie che si esauriscono e dei riflessi che si
appannano. Con una difesa finalmente solida si è in grado di provocare
frequenti cortocircuiti nel sistema di gioco avversario:
occupazione-pressione-mischie sui passaggi in avanti. E quando la
partita approda al punto critico, la mischia azzurra produce un
supplemento di intensità al quale né la Scozia né il Galles hanno
saputo resistere.

Una delle chiavi di questi finali all’italiana è il maul, per troppe
partite ignorato. Attorno all’efficacia dei raggruppamenti palla in
mano l’Italia ha fatto lievitare la dimensione tattica che le ha
consentito di occupare meglio il campo, di mantenere il possesso, di
avanzare, di sguarnire le difese. Di segnare una meta (Murrayfield) e
di farne segnare un’altra (al Flaminio). Senza dimenticare i calci
piazzati conquistati. A ciò aggiungiamo l’uso del gioco al piede
offensivo presente in entrambe le segnature di sabato, quello di
Robertson per se stesso e quello di Pez per i Bergamasco. Mettiamoci
anche le mete su intercetto contro la Scozia ed ecco i rimedi trovati
alla sterilità offensiva che ha afflitto gli azzurri fino alla partita
con l’Inghilterra. Una presa d’atto di come di fronte a difese sempre
più folte e organizzate sia difficile creare spazi per il gioco alla
mano in linea. E l’aver trovato una pluralità di soluzioni offensive
per approdare in area di meta ha rappresentato una svolta.

Certo adesso qualche osservatore straniero che prima ci rimproverava
perchè non si vinceva (agitando lo spettro di un ingresso
dell’Argentina nel Sei Nazioni) ora storce il naso per il modo con cui
si vince. Osservazioni che non dovrebbero imbarazzare. L’Italia si è
imposta legittimamente con i mezzi di cui dispone. Rispettando i
fondamentali e con intelligenza. Inoltre le forme di gioco utilizzate
vanno per la maggiore un po’ ovunque, rappresentando risposte coerenti
a problemi nuovi posti dalle difese.

Attenzione piuttosto la sbornia da successo. Alla troppa euforia.
Sarebbe certo delittuoso non sfruttare la manna mediatica che sta
piovendo sul rugby italiano. Ma sarebbe stolto spacciare questi due
emozionanti trionfi come lo specchio fedele di uno sport in piena
salute. Sappiamo tutti che c’è ancora molto lavoro da fare per
allargare la base del movimento, formare i tecnici, riorganizzare
l’élite, riempire gli stadi nei sabati di campionato. La nazionale
deve essere il traino del movimento e non l’alibi per mantenere lo
status quo.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *