Faliva approda alla Femi Cz, Benetton corteggia Borges
MERCATO Gli ultimi colpi della campagna trasferimenti riguardano Femi
Cz e Benetton. Rovigo ha ingaggiato Gianluca Faliva, 33 anni, pilone,
proveniente proprio da Treviso. I Campioni d’Italia hanno preso il
pilone della Leonessa, ex Nazionale Under 21, Emanuele Borboni e
starebbero trattando Lucas Borges, 27 anni, argentino, ala dei Pumas,
proveniente dallo Stade Français.
AMICHEVOLI Venerdì sfida in famiglia in casa Benetton. I Blue (di
capitan Orlando) hanno sconfitto i Verdi (squadra di Goosen) 38-33, 6
mete a 5. Esordio di alcuni dei nuovi arrivi come Borboni, Duca,
Labuschagne, Mauger, Rosa e Vidal. Netta vittoria sabato del Casinò di
Venezia che nella prima amichevole stagionale ha sconfitto il
MarchiolSanMarco 48-0; per i veneziani 8 mete. Esordio stagionale
anche per il Femi Cz Rovigo che ha perso contro l’Overmach Parma
38-12. Amichevole pilotata (senza risultato) infine tra Carrera e Cus
Padova.
TROFEO PEDRINI Sabato a Badia Polesine, presso il nuovo impianto
Comunale, alle 16 si disputerà il 1. Trofeo Adriano Pedrini con la
partecipazione di tre formazioni del Super Ten, Benetton, Femi Cz e
Casinò di Venezia, quindi altrettante di serie A, oltre ai padroni di
casa dello Zhermack, Benetton 2 e Termoraggi Piacenza. Due gironi da 3
squadre con partite da 30′, prima di ciascun girone direttamente in
finale (ore 19). Al miglior giovane andrà la terza targa Enzo
Belinazzo.
CURRIE CUP Dopo la decima giornata sempre più soli i Cheetahs Free
State. Griquas-Cheetahs 17-21, Western Province-Sharks 22-19,
Lions-Blue Bulls 27-22, Boland-Valke 24-20. Cheetahs 47, Sharks 36,
Blue Bulls 29, Lions 27, W. Province 25, Boland, Griquas 17, Valke 3.
MAGNERS LEAGUE A singhiozzo è partita la Magners League (Celtic
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League). Tre gare in due settimane e Cardiff protagonista.
Cardiff-Ospreys 17-15, Llanelli-Dragons 23-30, Dragons-Cardiff 13-40.
Cardiff 9, Dragons 4, Llanelli, Ospreys 1, gli altri non hanno
giocato.
PREMIERSHIP In pieno Mondiale scatterà sabato il Campionato inglese
denominato ancora Guinness Premiership. Prima giornata:
Bath-Worcester, Harlequins-London Irish, London Wasps-Saracens,
Bristol-Leicester, Leeds-Gloucester, Newcastle Falcons-Sale Sharks.
Ennio Grosso
Dopo gli All Blacks fa paura anche la Romania
Azzurri obbligati a reagire con i rumeni. A tre giorni dalla sfida Masi avverte: «Sono una squadra molto fisica, tre anni fa ci hanno battuto». Fox: «Ingiudicabile il match con la Nuova Zelanda, ma con la Scozia potete farcela». Perplessità sulla risposta all’haka
Marsiglia
NOSTRO INVIATO
«Il divario di esperienza e competitività fra Italia e Nuova Zelanda è
troppo ampio per giudicare la prestazione di entrambe. I confronti si
fanno fra squadre di pari livello. Nel caso vostro con la Scozia, che
sono convito potete battere».
Il giorno dopo la batosta (76-14), viene proprio dal campo degli All
Blacks il giudizio più appropriato sugli azzurri. A pronunciarlo è
Grant Fox, tanto preciso (al piede) e pragmatico (nel gioco) quando
all’apertura guidava la squadra campione del mondo nell’87, quando
oggi nel ruolo di commentatore. Due realtà diverse si possono
paragonare, è il succo (condivisibile) del suo discorso. Non puoi
confrontare un peso mosca e un massimo nel pugilato, la Minardi e la
Ferrari F1 nell’automobilismo, la Reyer e una formazione Nba nel
basket. Idem per Italia e All Blacks nel rugby, almeno oggi. Giocano
la stessa Coppa, ma sono unità di misura diverse. Un chilo contro un
quintale. La sconfitta pesante con loro fa male, ma non fa testo. Quel che conta per valutare il Mondiale azzurri sono la vittoria (d’obbligo) mercoledì con la Romania e il confronto del 29 settembre con la Scozia.
«È stata una partita simile al debutto nell’ultimo Sei Nazioni con la
Francia (39-3) – commenta il centro Andrea Masi – Pensavamo di poterli
sfidare, di contrapporre loro il nostro gioco, invece non abbiamo
proprio giocato. La sconfitta con i francesi ha prodotto la reazione
che ci ha portato a giocare il Sei Nazioni più bello. Qui, ci ha detto
Berbizier, a fine gare deve succedere lo stesso».
Pierre Berbizier continua dunque a battere il tasto del mentale.
Fedele al suo motto: "il muscolo più importante del rugby è la testa".
E tornando sul match afferma: «Abbiamo pensato di affrontare il mito
degli All Blacks, non la squadra della Nuova Zelanda. Così invece di
giocare la partita ci siamo passati accanto». Per esorcizzare
l’approccio al mito c’è stata addirittura una risposta mai vista prima
all’haka (azzurri stretti in cerchio senza guardarla). Una direttiva
dello staff tecnico che a qualche giocatore non è piaciuta. Ascoltare
in silenzio le loro urla maori ha accresciuto la tensione, invece di
stemperarla. Anche la scarsa analisi al video degli avversari nel
pre-partita ha mosso qualche mugugno nel gruppo. Piccoli segnali di
una sicurezza azzurra minata dopo la batosta. Anche la Romania così
diventa uno spauracchio.
«Nella mia carriera non ho mai preso 80 punti da un avversario – dice
l’assistant coach Jean Philippe Cariat – Oggi l’Italia ha i mezzi per
non subirli dagli All Blacks. Nella lavagna degli schemi difensivi ci
sono ancora i disegni delle coperture sui calcetti di Carter, ma non
sono state eseguite e abbiamo subito tante mete. Ora i rumeni daranno
la risposta sul nostro vero valore. Hanno tutti gli uomini di mischia
che militano in squadre del Top 14 francese. Sono freschi perchè è il
loro primo match. Hanno come obiettivo l’Italia, unica rivale di
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spessore con cui possono provare a vincere al Mondiale. Noi al
contrario abbiamo solo tre giorni di recupero. O reagiamo, o ci
saranno problemi».
Sul fronte infortuni Perugini (distorsione caviglia) non ce la farà;
Bernabò ha un dolore alla schiena; Barbieri è fuori dal gruppo; Del
Fava rientra ma non dovrebbe essere pronto, Aguero, Sole, Pez e Canale
sì. Oggi alle 18 la formazione. «La Romania è una squadra molto
fisica. Gioca stretta vicino alla mischia. Tre anni fa più o meno con
gli stessi uomini ci ha battuto (25-24)», mette in guardia Masi. «Se
giochiamo come sappiamo non c’è partita – dice invece il presidente
della Fir Giancarlo Dondi – Ma se giochiamo come contro gli All Blacks
avremo dei problemi». In qualsiasi caso scopriremo il vero volto
dell’Italia. Per cui la Coppa del Mondo comincia mercoledì.
Ivan Malfatto
L’emisfero australe allunga il passo
La sesta Coppa del mondo si è aperta sotto il segno dell’emisfero
australe. Il divario rispetto all’Europa sembra tornato abissale.
L’Inghilterra, pur allenata da un genio del gioco come Brian Ashton, è
lontana da quella che quattro anni fa conquistò il titolo in
Australia. Per difenderlo fino in fondo dovrebbe disporre sempre del
suo pack migliore in modo da ristabilire le basi del gioco.
Soprattutto non può prescindere da Wilkinson divenuto un oggetto
misterioso a causa della normalità con cui infortuni di ogni genere lo
perseguitano da quattro anni.Non è inferiore l’incertezza che grava
sulla Francia dopo la sconfitta contro l’Argentina. Il primo posto nel
girone è a rischio per i Galletti che se non dovessero battere
l’Irlanda verrebbero eliminati. E in caso di una seconda piazza
dovrebbero vedersela nei quarti con gli All Blacks, i grandi favoriti,
dai quali in autunno hanno rimediato una memorabile strapazzata in
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casa. Certo i francesi hanno il sostegno del pubblico e sono abituati
alle imprese impossibili esattamente come alle figuracce. Ma la
partita con i Pumas ha lasciato molti interrogativi sugli effetti
della lunga e meticolosa preparazione voluta dallo staff di Laporte:
non sembra colmato il gap con le nazionali del Sud. Inoltre restano i
vecchi dubbi sulle capacità mentali di una squadra latina di produrre
quegli exploit in serie che servono per vincere una competizione come
questa.
Per trovare una plausibile "anti Nuova Zelanda" bisogna restare
nell’emisfero australe. La più accreditata è l’Australia che l’ha
sconfitta nel Tri Nations della scorsa estate. Connolly ha modificato
il gioco sull’onda dell’esperienza alla guida dei club europei. A
cominciare dalla considerazione delle fasi di conquista, dall’uso del
maul (eresia tra i canguri fino all’altro ieri) e del gioco al piede.
Il grosso problema è la materia prima degli avanti: non si discutono
tecnicamente, ma è il numero, la qualità dei ricambi in prima linea
che lasciano a desiderare. C’è poi il Sudafrica, che se quest’anno non
ha piegato gli All Blacks lo però ha fatto più di una volta in
precedenza. La difesa degli Springboks dà molto fastidio anche agli
"dei neri": non concede un centimetro di vantaggio, è aggressiva al
limite del regolamento, organizzata a gabbie: i sostegni difensivi
anticipano il movimento obbligando i ballerini di tip-tap neozelandesi
a impattare frontalmente sul placcatore e a rallentare l’azione se non
a perdere la palla.
E’ proprio a partire da questo dato che i coach kiwi hanno rimodellato
il loro rugby. Una volta deliziavano con i passaggi, la tecnica
raffinata e la velocità. Cominciavano la Coppa da favoriti ma finivano
regolarmente bastonati da una difesa ermetica o da una conquista più
dura e organizzata. Dopo il successo nella prima edizione della Coppa
del mondo, solo delusioni. Ora hanno deciso di rilevare la sfida dei
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fondamentali: dispongono di una delle migliori mischie al mondo, di
una touche superorganizzata, di un gioco al piede micidiale che ha in
Carter il faro. Sono diventati pragmatici. Degli speculatori tattici.
Un tempo avrebbero pensato solo a fare il proprio gioco. Oggi, più
umilmente, si adattano all’avversario. Ne sfruttano cinicamente le
debolezze. La prova l’hanno data contro l’Italia, con gli affondi in
touche o i calci in profondità. Dunque, anche se una squadra riuscirà
a impedire i semievitamenti nei placcaggi, chiave delle loro
costruzioni offensive, e ridurrà a zero le occasioni di contrattacco,
gli All Blacks potranno comunque contare su altri mezzi per imporsi.
Ecco perchè non hanno mai avuto un vantaggio tanto netto.
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CURIOSITÀ
Il viatico di Sarkozy negli spogliatoi E Bergamasco difende la Marsigliese
Marsiglia
NOSTRO INVIATO
PETRUCCI FUORI – La Fir ha chiesto due "biglietti autorità" per Gianni
Petrucci e Raffaele Pagnozzi, che vorrebbero essere a St. Etienne per
Italia-Scozia. Il comitato organizzatore dei Mondiali ha risposto
picche. Tutto esaurito. Non c’è più posto nemmeno per il presidente e
il segretario del Coni.
SARKOZY DENTRO – «Io ho vinto le elezioni, voi dovete vincere il
Mondiale», ha detto il presidente della Repubblica francese Nicolas
Sarkozy ai giocatori della Francia negli spogliatoi come viatico per
l’evento. Con l’Argentina non ha portato bene.
MALLET AZZURRO – Il tecnico sudafricano Nick Mallet, in corsa per la
panchina azzurra, così ha commentato il 76-14 con gli All Blacks
sull’Equipe: «L’ampiezza del punteggio dimostra la grande differenza
di livello fra le due squadre, ma io sono preoccupato per il rugby
europeo perchè gli italiani non erano in campo per perdere così
pesantemente. Va ricordato che non sono così lontani dall’Irlanda e
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hanno buoni giocatori che militano nel campionato francese. Malgrado
il rigore di Berbizier, e la qualità dei suoi allenamenti, l’Italia si
è frantumata in mille pezzi".
MAURO E IL CALCIO – Mauro Bergamasco, italiano a Parigi dove gioca con lo Stade Francais, condanna i fischi alla Marsigliese durante
Italia-Francia di calcio, sabato sera a Milano: «È una questione di
cultura sportiva ed educazione. Nel pubblico del calcio esiste una
parte sana, ma c’è anche un cancro che è più grande di quanto
potessimo immaginare. Da parte di certi tifosi del calcio ci vorrebbe
più rispetto».
IL SOGNO DI DONDI – «Una signora – racconta il presidente della Fir –
mi ha detto di aver fatto un sogno dove Italia e Argentina disputavano
la semifinale del Mondiale. Le ho detto che non è possibile, per la
composizione del tabellone potremmo incontrarci nei quarti, ma mi
accontenterei anche di quello…».
ALTRI RISULTATI – Completata ieri con tre punteggi pesanti la prima
giornata dei gironi eliminatori alla Coppa del Mondo di rugby. Per il
Gruppo B a Nantes il Galles ha battuto il Canada 42-17 (pt 9-17). I
dragoni hanno ipotecato la vittoria nella ripresa, con un parziale di
33-0, dopo che i nordamericani avevano chiuso sorprendentemente in
vantaggio la prima metà della gara. A Parigi, nel Gruppo A,
Sudafrica-Samoa 59-7 (pt 21-7). Per gli gli Springboks quattro mete di
Habana, due di Montgomery, una a testa per Fourie e Petersen. Per
Samoa meta e trasformazione di Gavin Williams. Il samoano Brian Lima,
entrato nel secondo tempo, è diventato l’unico rugbista ad aver
giocato in cinque edizioni della Coppa del Mondo, dal 1991 ad oggi. A
St. Etienne, nello stesso Gruppo dell’Italia, la Scozia ha battuto il
Portogallo 56-10 (pt 28-10).
I.M.
Sky, troppe pretese per gli azzurri in Tv
(im) Retroscena sul mancato accordo per mostrare in chiaro in Tv le
partite dell’Italia alla Coppa del Mondo. La trattativa sarebbe
saltata per la contropartita chiesta da Skysport, detentrice dei
diritti, giudicata troppo alta dalle altre emittenti eccessiva. Alla
Rai sarebbero stati domandati in cambio alcuni match dell’Europeo di
calcio 2008. A La7 gli incontri del Sei Nazioni 2008, dove non ci sono
gli azzurri. Così la Nazionale di rugby resta l’unica criptata. Ma per
Italia-Scozia non sarebbe ancora detta l’ultima parola…
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