SEI NAZIONI Gli azzurri, alle prese con una squadra di esordienti, non riescono a incidere con i trequarti e pagano un «in avanti» fatale di Canale
L’Italia non punge, la giovane Francia sì
Mallett: «È stata la nostra miglior partita da tanto tempo». E sabato c’è la Scozia per evitare il cucchiaio di legno
Parigi
NOSTRO INVIATO
Una Francia sperimentale, giovane e zeppa di esordienti, basta a regolare un’Italia volonterosa e valida intorno al pacchetto, ma incapace di pungere con i trequarti. Il citì Nick Mallett non la pensa così e afferma di essere molto contento della prestazione del reparto arretrato. «I trequarti hanno avuto una buona occasione con Canale e due con Robertson – afferma – Abbiamo finito la palla in mano per oltre 3′. È stata la nostra miglior partita da tanto tempo». L’unica meta, però, l’ha segnata sul maul conseguente a touche ancora Castrogiovanni. Che sale a quota 3 (su 4 in tutto della squadra) e diventa sempre più metaman azzurro. Lui, un pilone. Emblematico.
Ancora sul banco degli imputati Canale. Come a Cardiff al 21′ si è mangiato con un avanti una meta fatta, dopo che Ghiraldini l’aveva liberato con una splendida corsa all’ala, nata da azione ripetuta con gli avanti. La palla è caduta dalle mani del centro italo-argentino sul più bello e ha fatto sobbalzare sulla sedia Mallet. Con quei 7 punti, sarebbe stata meta al centro dei pali, più i 3 regalati da Canale per ostruzione su David al 26′, il primo tempo sarebbe finito 13-7 per l’Italia e la ripresa avrebbe potuto avere un altro corso. Proprio come in Galles. Bortolami lo difende dicendo: «Non è stato un errore suo, ma un passaggio poco pulito di Ghiraldini». L’impressione avuta è un’altra. Passi se errori così li fa gente non ritenuta matura a livello internazionale. Ad esempio ali o aperture, ruoli nei quali «non abbiamo dei Rougerie, Rokocoko, Hernandez o Montgomery», si sono giustificati all’unisono il citì e capitan Parisse. Ma da Canale ci si può aspetta molto di più. Anche in fatto di linee del vantaggio conquistate.
La partita non è stata spettacolare. Si è sviluppata su ritmi non forsennati e su folate. Quello che serviva all’Italia per stare a galla fino al termine. La sconfitta è stata netta, ma si è evitata la dura punizione e l’onta del -39 in Galles è stata in parte cancellata. Proprio quello che si chiedeva alla trasferta di Parigi, da dove nessuno si illudeva di tornare vincitori. Per completare l’opera ora bisogna battere la Scozia ed evitare il cucchiaio di legno. Li sì che si chiede all’Italia di vincere, o perlomeno di giocarsi le chance fino in fondo.
Dopo un inizio equilibrato, gli azzurri potevano crollare sulla meta-capolavoro siglata dai francesi al 13′. Un’azione capace di alternare gioco del pack, al piede, rapidità dei trequarti e abilità individuali come raramente si vede. Conquista a metà campo sul lato destro, maul strepitosa di 30 metri, palla fuori a Trihn-Duc che cesellato un calcio di spostamento del fronte per Malzieu sul lato opposto, salto dell’ala e tap-in al volo stile basket per l’accorrente Floch che entra in meta. Spettacolare e devastante, ma gli azzurri non si piegano. Mettono in grave difficoltà la touche (4 rubate) e la conquista dei francesi, difendono con aggressività, si portano nella metà campo avversaria (possesso e occupazione quasi pari i primi 40′) e strappano i due calci per stare a galla. Entrambi per falli in raggruppamento. A Marcato non trema il piede (100%) e il primo tempo si chiude a distanza di break.
A ripresa inoltrata c’è il secondo allungo della Francia. Per metterlo a segno c’è bisogno ancora di una genialità al piede. Segno che la difesa azzurra è ancora solida. Stavolta è il piede magico di Yachvili (12′) a concretizzare una serie di ripetute percussioni dentro ai 22 scodellando un millimetrico calcetto a scavalcare la linea sul quale si avventa dentro l’area di meta il 19enne David. Miglior esordio per lui non poteva esserci. L’Italia però reagisce ancora. Sostituisce come previsto 2/3 della prima linea per dare dare il colpo di grazia agli stanchi rivali con i freschi Ongaro, Perugini e alla prima touche trovata nei 22 trova anche la meta. Lancio preciso, conquista sicura, rolling maul, cambio di direzione e avanti oltre la linea. Castrogiovanni si rialza per ultimo col pallone in mano. Azzurri addirittura a -5.
I francesi vogliono però chiudere il discorso e scatenano la cavalleria. Dopo essersi visti al 21′ non assegnare dal tmo la meta sulla galoppata irresistibile di Rougerie (Bergamasco e Sole lo girano impedendogli di schiacciare), piazzano con l’ala il colpo del ko. Mischia ai 10 metri, palla aperta in prima fase Yachvili, Trihn-Duc e poi a Traille con quest’ultimo che fa il buco e dà all’interno per il compagno libero. La difesa stavolta dorme, ma gli azzurri non muoiono nemmeno qui. Sparano le ultime cartucce d’orgoglio con un’interminabile azione di possesso nei 22 avversari. Rinunciano due volte a piazzare per cercare la meta, ma non sfondano. Il -12 finale è superiore solo di un punto del record azzurro a Parigi (-11 nel 2000). Meritava di essere battuto, come quelli nei precedenti match con l’Irlanda e l’Inghilterra.
Ivan Malfatto
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La triplice corona del Piccolo diavolo
A Shane Williams bisognerebbe attribuire honoris causa un seggio tra i potenti dell’International Board. Con il mandato di difendere i diritti dei giocatori piccoli e creativi come lui. Un fagotto di nervi e muscoli agili, la fantasia dispettosa del folletto, il trequarti ala del Galles è l’ultima bandiera del rugby sport per tutte le taglie fisiche nell’era dei Rambo. La sua insostenibile (per le difese) leggerezza ha deciso al 51′ la partita con l’Irlanda a Dublino, che vale la diciannovesima triplice corona dei Dragoni e la candidatura al Grande Slam sabato prossimo contro la Francia. Il punteggio era sul 6-6. E Phillips era da poco rientrato dopo l’espulsione temporanea che aveva costretto proprio a Williams sostituirlo nella guida degli avanti. E anche da mediano di mischia aveva inquietato assai i grossi irlandesi, costantemente in allerta a causa del fastidioso ronzare di quella mosca rossa. Tanto che in un paio di occasioni si era vista spuntare dal mucchio una mano seccata pronta ad afferrarlo per il collo. Tornato a trottare nella prateria al largo, Shane era rimasto nascosto in tutte le prime cinque fasi dell’azione della meta gallese, nata da un recupero di Martin Williams in un raggruppamento sulla linea dei dieci metri. L’attacco si era subito giovato di una secca penetrazione di Shanklin sulla fascia destra fino a ridosso dell’area dei 22. Poi la sequenza si era sviluppata con mini fasi costruite con un passaggio e un punto d’incontro, in un monotono "andata e ritorno" verso la linea di touche della parte opposta. Un "tergicristallo" che non aveva guadagnato un metro.
Ma in sesta fase Shane si è materializzato a destra, all’interno di Shanklin, determinando un improvviso soprannumero. Stephen Jones gli ha dato urgentemente la palla. Lui l’ha stretta al petto, ha puntato con lo sguardo la bandierina d’angolo e, caricata la caviglia destra, ha esploso la sua rapidità. Con il primo side-step ha mandato a vuoto Horgan infilando l’intervallo interno tra l’ala e Trimble che stava chiudendo a tenaglia. Sul biondo centro del Trifoglio ha allora stampato il più svelto dei frontini, sgusciando inafferrabile in avanti, mentre i due trequarti irlandesi finivano uno contro l’altro con lo sguardo sbalordito dei ragazzini al circo di fronte a un numero di giocoleria inatteso. Mancavano ancora dieci metri alla meta. L’ala gallese ha accelerato, piegando di nuovo verso la bandiera per l’ultima sfida con Kearney che gli arrivava di lato come un missile. L’estremo si è buttato alla disperata con il braccio sinistro proteso a cercare la caviglia di Williams. Il gallese ha corretto appena l’angolo di corsa torcendo bruscamente il piede d’appoggio per tuffarsi all’interno. Il replay ha mostrato la sua caviglia come un coniglio nella manona di Kearney. Come sia riuscito a sfilargliela resta un mistero. Fatto sta che il gigantone irlandese è finito dritto sulla bandierina mentre "Tip tap" concludeva con il tuffo in meta. Si è trattato della sua quarantesima marcatura in 55 test. Solo Gareth Thomas ha fatto altrettanto nella storia del Galles. «Un giocatore speciale, uno dei più eccitanti che abbia mai visto» ha detto dopo la partita, vinta dal Galles 16-12, Shaun Edwards, il tecnico dei Wasps che Gatland ha voluto accanto a sé per allenare la difesa. Il bello è che nei piani del nuovo staff dei Diavoli rossi, Williams, 31 anni da poco compiuti, dovrebbe essere solo la famosa ciliegina della torta in un sistema che esalta l’organizzazione, la forza e l’intensità fisica. Invece con le sue corse effervescenti e imprevedibili, della torta gallese è una fetta molto grossa. Che rischia di diventare persino imbarazzante.
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Da sabato l’Europeo fra Treviso e Venezia
(e.g.) Scatta sabato l’Europeo Under 18 che si svolgerà tra le province di Treviso e Venezia. Questo il calendario dei quarti del Girone A, il più importante e dal quale uscirà la vincente: domenica 16 marzo, alle 16, Italia-Romania a San Donà, Francia-Spagna a Villorba, Irlanda-Russia a Casale e alle 18.30, Inghilterra-Georgia a Mogliano. L’Italia, che si radunerà mercoledì a Paese, in caso di vittoria con la Romania affronterà la Francia mercoledì 19 marzo a Casale alle 20, in caso di sconfitta incontrerà la Spagna, sempre il 19 marzo alle 20, ma a Mogliano.
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Il Cardo si gode il trionfo sull’Inghilterra.
Hadden: «Grande merito alla difesa»
Rinasce la Scozia dopo il successo nella Calcutta Cup. «Grande merito va alla nostra difesa per lo sforzo con cui ha giocato – dice raggiante il citì scozzese Hadden – Sapevamo che la battaglia sarebbe stata in mischia chiusa e nelle ruck, abbiamo giocato bene commettendo però ancora troppe ingenuità». Felicissimo anche capitan Blair: «Vincere contro gli inglesi ci riempie di immensa gioia. E’ uno dei giorni più belli della mia vita». Sulla storica rivalità commenta anche il primo ministro Alex Salmond presente in tribuna: «Questa vittoria risveglia l’orgoglio in tutta la Scozia». Molto deluso invece il citì inglese Ashton: «Non abbiamo mantenuto la disciplina. Abbiamo concesso troppe punizioni permettendogli di alzare la testa senza nemmeno farli faticare per riuscirci. Pieno merito alla Scozia. Siamo stati giustamente puniti per come ci siamo comportati». Monocorde il commento dei quotidiani scozzesi. Scotsman: "Risurrezione scozzese, ci riprendiamo la Calcutta Cup"; Sunday Herald: "Sconfitto il Vecchio Nemico, torna la coppa". Impietosa la carta stampata inglese. Sunday Telegraph: "Un’Inghilterra inetta viene umiliata dalla Scozia".
Sulle ali di questo successo la Scozia si presenterà tra cinque giorni al Flaminio senza oramai nulla da perdere. La loro stagione infatti è già salva. Hadden ha fino ad ora utilizzato 31 giocatori in 4 gare del Torneo per trovare le giuste alchimie in una squadra che ha messo a segno una sola meta e ne ha subite ben 11. In ogni incontro di questo Sei Nazioni il XV del Cardo è riuscito comunque a migliorarsi: sabato sono state evidenziate ottime qualità di conquista e conservazione dell’ovale con una terza linea molto mobile (White, Strokosch e Taylor), un timing eccellente nei punti di incontro e nei placcaggi e, più in generale, si è assistito ad una ritrovata fiducia del collettivo grazie anche nuovamente alla presenza di Paterson in cabina di regia ed al propositivo Southwell, ultimo baluardo. Questo stile di gioco basato sulla esasperata fisicità dei propri avanti, molto simile quindi a quello dell’Italia, potrebbe essere di presagio ad una partita giocata alla baionetta sabato prossimo a Roma dove gli Azzurri cercheranno con tutti i mezzi leciti di evitare il Cucchiaio di Legno.
Giampaolo Tassinari
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Coppa Italia: Treviso fuori, Petrarca in finale
COPPA ITALIA
Sarà Overmach-Carrera la finale di Coppa Italia domenica a Parma. Eliminati in semifinale il Benetton dei giovani e il Montepaschi Viadana. Il Carrera ha battuto il Montepaschi 12-8 con 4 piazzati di Mercier contro una meta di McGrath e un piazzato di Howarth. Primo tempo sul 3-3, poi nella ripresa Carrera che fugge fino al 12-3 e nel recupero meta mantovana del 12-8. L’Overmach a sua volta ha sconfitto 14-10 un Benetton presentatosi anche in semifinale con la seconda squadra. A lungo veneti in vantaggio: chiusi i primi 40′ sul 10-5 per Treviso, meta di Malneek per l’Overmach, quindi drop di Duca e meta di Ansell trasformata da Duca per i trevigiani, nella ripresa Parma ha invertito la sorte grazie a 3 piazzati di Irving. In prospettiva futura chi può dormire sonni più tranquilli sembra però Smith, più che Cavinato, visto che Parma, pur affrontando un Benetton2, ha rischiato di perdere mettendo in mostra un gioco approssimativo.
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ITALIA DONNE
A Valance, Francia-Italia 35-6. Per le azzurre 2 piazzati di Veronica Schiavon.
ITALIA UNDER 20
A Portovecchio Francia-Italia 26-14. Mete italiane del rodigino Bacchetti e D’Apice. Trasformazioni di Bocchino.
SERIE C
Elite
Risultati: Monselice-Casale 15-43, Belluno-Oderzo 12-0, Alpago-Villadose 16-12, Montereale-Montebelluna 21-33, Conegliano-Jesolo 17-12, Vicenza-Lemene 15-20.
Classifica: Casale 76, Belluno 63, Monselice 62, Villadose 54, Montebelluna 47, Oderzo 43, Jesolo 42, Lemene 34, Conegliano 31, Alpago 25, Vicenza 14, Montereale 7.
Civ
Risultati: Valpolicella-Pordenone 5-33, Frassinelle-Ped. Livenza 8-22, Lido Ve-The Monsters 38-0, Cus Vr-West Vr 27-5, Valeggio-Valdagno 10-27, SudTirolo-Trento 20-13.
Classifica: Pordenone 77, Lido Ve 74, Ped. Livenza 69, The Monsters 63, Valdagno 44.
Ennio Grosso
Dalla Francia
NOSTRO INVIATO
(I.M.) Il più schietto a fine partita è Fabio Ongaro. Il tallonatore si gode il ritorno in azzurro (fuori i primi 3 match) e afferma: «Chissà quando potremo ancora giocare contro una Francia così. Ovvero una squadra totalmente rivoluzionata e molto inesperta. Peccato, poteva essere la volta buona. Non capitano tutti i giorni occasioni del genere». Non pronuncia la parola "per vincere", ma si capisce che quello intende.
Il più commosso è Marco Bortolami e non per i cinque punti di sutura al sopracciglio destro. Anche lui ritrova l’azzurro (da titolare) e ripensare al calvario di infortuni e gli fa scappare una lacrima: «Sono contento di essere finalmente tornato e di aver giocato una buona partita». Coronata dai dieci placcaggi che lo mettono in testa alla classifica dei "Top tacklers" di giornata davanti a Castrogiovanni, Sole e Ouedraogo (8).
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Il più onesto con se stesso è Mirco Bergamasco, che confessa: «La maggior parte di quanto è andato male in difesa è colpa mia, mi prendo la responsabilità». Un discorso che gli fa onore. La ferita del buco di Traille nella terza meta deve bruciargli non poco.
Il più scherzoso come sempre è Martin Castrogiovanni. Felice per la meta segnata si schermisce: «Tutto merito del lancio di Ongaro». Felice per essere il metaman azzurro del torneo a quota 3 si sminuisce: «Non ho fatto poi queste grandi mete. Due sono nate grazie al maul e ai compagni che mi hanno portato dentro. Nell’altra mi sono trovato in mano la palla di un lancio balordo del tallonatore gallese». Poi però torna più serio e ammette: «Evidentemente il maul e il reparto di prima linea sono due delle cose che più funzionano di questa nazionale». Come dargli torto, visto che l’unica meta azzurra del Sei Nazioni non targata Castrogiovanni è venuta su intercetto (Picone).
Il più generoso nei complimenti all’Italia è Marc Lièvremont, il citì francese. Nessuno gliel’ha chiesto in conferenza stampa, ma lui ci ha tenuto ad affermarlo: «Sono stato impressionato da questa squadra azzurra molto giovane, che ha perso alcuni dei suoi migliori giocatori over 30. Sono convinto che nel torneo del prossimo anno farà dei match molto interessanti».
Il laboratorio Italia, insomma, come il laboratorio Francia guarda al futuro. Ma per entrambe c’è pure l’impellente presente da soddisfare. Per i francesi significa giocarsi la vittoria del torneo. Dopo il risicato successo con gli azzurri (+12) rispetto a quello ottenuto dai gallesi (+39), sabato nello scontro diretto di Cardiff i transalpini dovranno battere il Galles di +20 per imporsi. Altrimenti dopo le ultime due stagioni targate Francia il torneo cambierà padrone. «Non lo sapevo» dice Lièvremont, dimostrando di tenere più al suo laboratorio che alla vittoria.
Lo stesso discorso non possono farlo gli azzurri, per i quali evitare il cucchiaio di legno è obiettivo prioritario da sempre. Ma con la Scozia sabato a Roma non sarà facile. «È vero che loro nel Sei Nazioni hanno segnato solo una meta e noi quattro – commenta Ongaro – È altrettanto vero che hanno una vittoria contro l’Inghilterra e noi nessuna. E per me conta molto di più quest’ultima statistica. Purtroppo li affronteremo di nuovo da sfavoriti, con la pressione addosso, come a St. Etienne. Speriamo che l’esito del match sia diverso». Di tutt’altro avviso Bortolami: «Roma è un campo difficile per tutti, l’ha provato sulla sua pelle anche l’Inghilterra. Questa settimana gli scozzesi non dormiranno sonni tranquilli».
Più tranquilli dei nostri, però, non c’è dubbio che lo saranno…
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