Con la conquista del suo primo tricolore a Monza, il tallonatore del
Calvisano corona una stagione da sogno: titolare nel Sei Nazioni e ora
leader nel tour azzurro
Ghiraldini, lo scudetto della consacrazione
Delpoux promuove a pieni voti il padovano: «Un grandissimo capitano,
sarà importante anche per la Nazionale»
«Sapevamo che lui non è un grande, ma un grandissimo. Con Ciccio De
Carli a inizio stagione ci abbiamo puntato come capitano. È stata
un’idea nostra, portata avanti con piena convinzione. Ed è stata
vincente. Durante la finale abbiamo visto un grandissimo capitano, che
in futuro lo sarà anche per la nazionale italiana». Marc Delpoux nella
festa per il secondo scudetto del Cammi Calvisano, strappato al
Benetton Treviso con il 20-3 di sabato a Monza, tesse le lodi di
Leonardo Ghiraldini. Le parole dell’allenatore francese scudettato
escono spontanee, sincere, consapevoli. Consacrano la nascita di una
stella. Quella del tallonatore padovano, 23 anni, leader dei campioni
d’Italia. Il tricolore, l’aver propiziato la meta del break (da 6-3 a
13-3) e l’elezione a uomo del match hanno suggellato la sua "stagione
perfetta", come si direbbe negli sport americani.
Ghiraldini l’ha iniziata a settembre, debuttando in Coppa del Mondo
con la maglia azzurra. Era il terzo tallonatore, dopo Ongaro e
Festuccia, ma il suo turno è arrivato nel match con il Portogallo. A
ottobre è stata la volta della fascia di capitano del club. A soli 22
anni (23 li ha compiuti il 26 dicembre). Una bella responsabilità. Lui
l’ha vestita a pennello. Come lo smoking dei banchetti al Sei Nazioni,
nel quale è diventato titolare con l’Italia in febbraio-marzo. A
maggio è arrivata la nomina del ct Nick Mallett a capitano azzurro per
il tour in Sudafrica. Mancava l’ultimo traguardo. L’ha centrato a
Monza, da protagonista.
«È il mio primo scudetto, una gioia indescrivibile – spiega Ghiraldini
– Sono contento per il gruppo e per me stesso, visto il premio a uomo
del match». Un premio conquistato grazie a una partita in cui ha
alternato lavoro oscuro in mischia chiusa, dove Calvisano ha fatto
soffrire Treviso; abilità nel gioco aperto, grazie alla quale ha
propiziato la meta di Treloar e messo altre volte in difficoltà i
rivali; capacità di leadership, tenendo in pugno la squadra nei
momenti difficili del primo tempo e facendole sferrare l’uno-due
decisivo nell’ultimo quarto.
«Per quanto riguarda la meta – racconta – ricevuta palla ho cercato di
fissare i due difensori che avevo davanti. Quando ho scoperto che uno
era il tallonatore ho sperato di arrivarci io in meta. Invece mi hanno
chiuso, ho passato palla e i miei compagni (Justin Purll sull’out,
Treloar all’interno) sono stati bravi nel sostegno. Non è un caso che
io fossi in quella posizione. Nel gioco aperto è mio compito coprire
il canale di sinistra. Noi abbiamo provato tutto l’anno a giocare su
tutto lo specchio del campo. Abbiamo uomini adatti a farlo. Sappiamo
che in Italia così si possono aprire gli spazi e le difese. Sono
felice che ci siamo riuscito anche nella finale contro Treviso».
Non è un caso nemmeno che un tallonatore riceva e passi la palla come
un trequarti, sia solido in mischia e dinamico fuori, sappia cosa fare
in ogni situazione di gioco. Ghiraldini è tutto questo e Giorgio
Sbrocco, tecnico del vivaio del Petrarca, spiega perchè: «È cresciuto
alla Guizza giocando nelle giovanili in molti ruoli: fino all’under 13
tutti quelli della linea arretrata, nell’u15 centro e terza linea,
nell’u17 centro, ala e tallonatore, nell’u19 centro, flanker e
tallonatore». Un metodo made in Petrarca che ha dato frutti anche con
Bortolami, i fratelli Bergamasco e altri talenti.
Talenti che vanno a conquistarsi gloria fuori dal Veneto. Lo scudetto
di Calvisano è il primo anche per Paolo Buso, 21 anni, apertura di
Paese (Tv) che ha avuto il duro compito di sostituire l’infortunato
Gerard Fraser, e Alessandro Zanni, 24 anni, terza linea di Udine. Per
David Dal Maso, 27 anni, di Rovigo, terza linea anch’egli, è invece il
secondo dopo quello del ’06 a Treviso.
Ivan Malfatto
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L’anno difficile della ricostruzione
Il professionismo chiede risultati immediati. Ma in un anno non si
ricostruisce una squadra. Soprattutto nel rugby, dove i meccanismi
collettivi contano più che in altre discipline. Il Calvisano di
Delpoux nello scorso campionato non è arrivato alla finale. E ha
vissuto momenti difficili anche in questa stagione. In inverno
latitava a metà classifica. E’ stato persino settimo. Il tecnico era
in discussione. In primavera i bresciani si sono invece prodotti in
una rimonta entusiasmante, infilando una serie di dieci vittorie
consecutive. La pazienza ha premiato. E’ venuto il tempo della
raccolta.
Nemmeno a Treviso potevano onestamente pensare di ricostruire una
squadra e un nuovo corso tattico in un batter d’ali. Certo per quel
che si è visto a Monza, con una maggior disciplina, anche tattica, e
il favore degli dei il Benetton avrebbe potuto conservare il titolo.
Ma i miracoli non possono riuscire tutte le settimane. E già la
domenica precedente nel ritorno col Viadana, i trevigiani avevano
bruciato tutta la magia con un finale epico, di straordinaria
intensità emotiva.
La stagione del Benetton, con la partenza, dopo 5 anni, del
neozelandese Green, l’arrivo sulla panchina del sudafricano Smith e il
radicale rinnovamento della rosa, è stata sicuramente difficile.
L’allenatore ha impostato a ottobre un rugby costruito su lunghe
sequenze alle quali la squadra non era più avvezza. Un gioco multifase
che ha dovuto correggere strada facendo anche sulla scorta della
disponibilità e del rendimento degli uominii. Non si trattava solo di
assimilare i principi tattici, mettere a punto gli automatismi e
cementare il gruppo. Ma anche di mettere a punto la rosa. Non è
possibile che tutti gli acquisti si inseriscano perfettamente, per
quanto bravi. Una squadra si completa stagione dopo stagione. E a
Treviso occorrerà come minimo un altro anno, forse due per portare a
compimento il nuovo progetto. Così se Van Zyl, Louw, Robert Barbieri e
De Jager sono già dei punti di riferimento altri come Mauger,
Heidtmann (bersagliato dagli infortuni) e lo stesso Borges, puma
immalinconito in campo e fuori, non hanno pienamente convinto.
Ma la squadra ha già dimostrato in questa stagione di possedere nei
momenti difficili risorse umane imprescindibili: la solidarietà del
gruppo, l’anima, la forza interiore. È a queste riserve che ha
attinto, oltre che alla qualità tecnica dei suoi uomini, per eliminare
il Viadana.
Certo in finale ha regalato molto: punizioni, superiorità numeriche,
mete. Specie nel primo tempo. E la touche ha vissuto un secondo tempo
imbarazzante. Ma c’è stata anche un difesa in crescita, tranne che per
il black-out (tre placcaggi mancati) sulla meta di Treolar. Nella
ultime settimane del Super 10 la linea di opposizione biaoncoverde si
è espressa su livelli insolitamente elevati per il Super 10,
ricordando quella micidiale un tempo comandata con successo in Europa
proprio da Smith. Una barriera rapida ed efficace nella salita, con un
movimento già abbastanza omogeneo, che mette pressione e comincia a
recuperere qualche pallone. Una linea che con l’arrivo Watson, fresco
campione d’Inghilterra e perno difensivo del London Wasps, cioè di uno
dei migliori muri d’Europa, è destinata a fare un ulteriore salto di
qualità. Elementare. Se Treviso saprà trovare un "signore dei nembi"
capace di attaccare al piede con arguzia e precisione, la difesa potrà
fare il resto per una occupazione efficace del campo. Le premesse ci
sono.
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Un centinaio di tifosi ha accolto domenica notte il rientro della
squadra. Smith e Goosen i più acclamati
A Treviso pensano già alla riscossa
Treviso
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Quando la mezzanotte era passata da una quarantina di minuti il
pullman che trasportava la squadra del Benetton ha varcato la soglia
dello stadio di Monigo. E lì la delusione per aver lasciato ad altri
lo scudetto del rugby è stata resa meno amara dall’abbraccio di un
centinaio di tifosi che, nonostante la rassegnazione e la stanchezza
per il viaggio, hanno atteso ugualmente i loro beniamini nella club
house del campo trevigiano e li hanno accolti con un caloroso applauso
e un altrettanto sincero grido di Leoni, Leoni.
I più acclamati sono stati l’allenatore Franco Smith, al primo anno
col nuovo incarico. Una stagione non facile. Ma Smith, seppur
sconfitto, è stato capace di portare la squadra in finale e in
Heineken Cup. Quindi un’ovazione speciale anche per Marius Goosen,
sparito dopo l’espulsione, ma sempre uomo faro degli ex campioni
d’italia..
Una sorta di ritrovo, perché di certo non è stata una festa, alla
quale hanno partecipato tutti all’infuori di Ben De Jager, distrutto
dalla battaglia che l’ha visto sempre in prima fila e giustamente
filato a letto.
Treviso, dunque, volta pagina e nonostante i giocatori Nazionali a
parte siano in vacanza, da oggi in casa biancoverde si comincerà a
pensare alla prossima stagione, quella del riscatto. Alla nuova rosa,
meno folta ma ancor più competitiva. Arriveranno a Treviso il centro
inglese Fraser Waters, neo vincitore del titolo inglese con i London
Wasps, il centro italo-sudafricano Marco Neethling, proveniente
dall’Overmach Parma, dal cui club arriverà anche il trevigiano Ezio
Galon, utilily back, cresciuto nelle giovanili biancoverdi e poi
emigrato, prima in Francia, quindi a Parma. Inoltre due rinforzi in
prima linea, il ritorno di Augusto Allori, pilone uruguaiano e
l’arrivo di Giorgio Intoppa, tallonatore del Calvisano con la cui
maglia, pur giocando poco, ha vinto il suo secondo scudetto.
Lascerà Treviso per Venezia, Scott Palmer, dopo 133 incontri, 107 in
Campionato e 26 in Coppa Europa. Quasi certamente lascerà Franco
Sbaraglini (Italia o Francia?), mentre in questi giorni la società
valuterà la situazione dei vari Ansell, Johnson, Heidtmann e Borges.
Ennio Grosso
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(e.g.) La nazionale maggiore si …
(e.g.) La nazionale maggiore si radunerà domani a Roma per ultimare la
preparazione prima di partire per il Sudafrica, dove il 21 giugno
giocherà un test con gli Springboks a Città del Capo. Il 28 giugno a
Cordoba invece test match con i Pumas. Le condizioni fisiche degli
azzurri sembrano buone anche dopo l’ultimo turno di campionato in
Italia e Francia.
Intanto scatta mercoledì la terza edizione della IRB Nations Cup, in
programma a Bucarest, in Romania, dall’11 al 20 giugno. Alla
manifestazione l’Italia si presenterà con la rappresentativa A ed
affronterà mercoledì 11 giugno la Russia, domenica 15 giugno gli i
sudafricani degli Emerging Springboks, vincitori della passata
edizione, infine venerdì 20 giugno la Georgia.
Ben 12 i giocatori triveneti o militanti in squadre del Triveneto.
Piloni: Alberto De Marchi, sandonatese dell’Overmach Parma, Juan Pablo
Orlandi (Femi Cz), Michele Rizzo (Carrera), Franco Sbaraglini
(Benetton); Tallonatori; Lorenzo Giovanchelli (Carrera); Seconde
Linee: Antonio Pavanello (Benetton), Stefano Baldo (Hafro Udine);
Terze Linee: Silvio Orlando (Benetton); Mediani di mischia: Pietro
Travagli, trevigiano dell’Overmach; Aperture: Paolo Buso, trevigiano
in forza al Cammi, Davide Duca (Benetton); Centri: Alberto Sgarbi
(Benetton).
UNDER 20 Contro il Galles, padrone di casa, nel match inaugurale dei
Mondiali Under 20 giocato al Liberty Stadium di Swansea, l’Italia ha
tenuto in scacco i dragoni rossi fino ad oltre metà della ripresa
prima di concedere, nel finale di gara, due mete che hanno dato ai
gallesi il successo per 29-10. Per gli azzurrini una meta del rodigino
Andrea Bacchetti, quindi una trasformazione e un piazzato di Riccardo
Bocchino. Domani, alle 17 locali (le 18.00 in Italia) l’Under 20
italiana giocherà nuovamente al Liberty Stadium di Swansea per
affrontare la Francia.
SUPER TEN -Brendan Williams del Benetton è stato il metaman del Super
Ten con 12 mete. Rima Wakarua del Rolly Gran Parma il principale
marcatore con 199 punti.
SERIE CSi sono giocate ieri le finali di andata per la promozione in
serie B. Questi i risultati: ASR LeccoUnion Rapps Pordenone 29-3
(5-0), Primavera RomaCus Pavia 26-10 (4-0), Reno BolognaLions Amaranto
Livorno 16-14 (4-1), Fulviatour VilladoseBiella RC 20-19 (4-1).
Domenica il ritorno a campi invertiti.
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