Rugby. Caro Mallett, basta esperimenti
Evitiamo altre figuracce nel Sei Nazioni
VENEZIA (9 febbraio) – La sconfitta più ampia del previsto (-25 rispetto a -4 dell’anno scorso) contro l’Inghilterra e l’anomalo utilizzo di Mauro Bergamasco a mediano di mischia hanno riempito di delusione i tifosi per la prestazione dell’Italia e scatenato le ire contro il citì Nick Mallett.
Peggior modo per iniziare il Sei Nazioni del decennale proprio non c’era. Per fortuna il torneo nel corso delle sue sette settimane ha un andamento spesso imprevedibile. Talvolta per una nazionale inizia male e finisce in gloria. Nel 2007 all’Italia è successo proprio così. Batosta all’esordio a Roma contro la Francia dell’orco Chabal (2 mete). Trionfo alla fine per la prima storica doppietta di successi (Scozia, Galles). Speriamo sia così anche quest’anno, visto che gli scozzesi battuti ieri nettamente dal Galles sono parsi (come sempre) alla nostra portata anche di una squadra azzurra in affanno. Intanto domenica arriva l’Irlanda resuscitata dal neo citì Declan Kidney. Se alla vigilia sembrava la rivale più battibile fra le tre da affrontare al Flaminio, oggi appare un banco di prova terribile.
Sul fronte delle critiche a Mallett, voglio fare il bastian contrario, spostando il tiro rispetto a quanto gli imputano i tifosi azzurri e la stampa inglese. Più che per l’esperimento di Mauro Bergamasco mediano di mischia, il citì è contestabile per l’approccio alla conduzione di una nazionale come l’Italia, da pilotare in maniera diversa rispetto agli Springboks o ad una grande dell’emisfero nord. Inutile pensare (o giustificare) tutte le scelte in chiave del quadriennio mondiale. L’ultima proprio quella di Bergamauro, definito dal citì il «potenziale mediano di mischia del 2011». La vera Coppa del Mondo per gli azzurri è il Sei Nazioni. Dove fare bella figura ogni anno per alimentare la passione ovale e le casse federali.
Le scelte tecniche quindi vanno fatte per avere la migliore formazione in campo domenica contro l’Irlanda, non fra due anni in Nuova Zelanda. Sono infortunati Picone, Travagli, Canavosio e l’unico mediano di mischia con esperienza internazionale è il "vecchietto" Griffen? Sì deve scegliere lui. Oppure dare fiducia all’acerbo Toniolatti, se lo si ritiene da nazionale. Non inventarsi strade improbabili da gallina domani al posto dell’uovo oggi. Al grande allenatore Mallett lo ha insegnato anche l’aspirante allenatore Martin Johnson. Chiamando Ellis e Goode, che non faranno parte della spedizione mondiale, per vincere subito e fare un passo per uscire dalla crisi che ha appassito i petali della Rosa.
Pierre Berbizier, l’aveva capito dal primo giorno. E i risultati gli hanno dato ragione. Anche Mallett deve fare uno sforzo in tale direzione. E il dietro front su Griffen sembra un segnale. Caro Nick, pensiamo a schierare la squadra più efficace domenica con l’Irlanda, indipendetemente da anagrafe e programmi iridati. Il nostro vero Mondiale comincia proprio da lì.
Galles Favorito
Il Galles conferma appieno la propria candidatura a squadra favorita del 6 Nazioni 2009 vincendo d’autorità 26-13 (pt 13-3) a Murrayfield contro la Scozia.
Una meta a testa di Tom Shanklin e di Alun-Wyn Jones a metà del primo tempo hanno spianato la strada del successo al XV di Gatland che nella ripresa è andato ancora in meta con i guizzi del giovanissimo Leigh Halfpenny e con Shane Williams, quest’ultimo alla sua 45esima segnatura in casacca gallese. Solo nel finale si è avuta la reazione dei locali con la meta di Max Evans mentre quasi allo scadere il cecchino scozzese Chris Paterson non è riuscito a schiacciare oltre la linea l’ovale rimbalzante, dopo avere battuto sullo scatto l’estremo ospite Lee Byrne.
«Abbiamo messo in evidenza una difesa molto attenta che è riuscita a fermare sul nascere le minacce della Scozia decidendo di fatto la contesa» ha dichiarato il centro gallese Jamie Roberts nominato a fine gara man of the match. Parte col piede giusto l’Irlanda che, sfavorita dal pronostico e dai precedenti storici, ha avuto la meglio su una Francia incapace di rovesciare il risultato dopo l’intervallo. Si è trattato inoltre dell’esordio in questo torneo per il nuovo coach irlandese Declan Kidney che al termine della gara, visibilmente euforico, ha dichiarato: «Ogni volta che una squadra irlandese ne batte una francese è un giorno da ricordare e festeggiare. Non potevamo concedere spazi ai pericolosissimi avversari e i nostri avanti sono stati immensi». Anche la vecchia guardia ha avuto parole di lode per la prestazione del collettivo. Capitan O’Driscoll ha ricordato che «sono ancora capace di segnare una meta ma la cosa più importante della partita è stata la capacità di mostrare quello spirito di combattività che è riuscito a respingere nel finale l’assalto transalpino». Mentre Ronan O’Gara ha detto che «questa è una squadra che ha grande fiducia in sé stessa e oggi non si è mai scomposta davanti alla pressione avversaria. Sicuramente un promettente inizio della gestione Kidney».
Delusione e amarezza hanno invece fatto da contraltare nel campo francese. «E’ stata una grandissima delusione ed una grande frustrazione» ha ammesso il citì Marc Lièvremont che ha aggiunto «paghiamo la nostra indisciplina che fin da inizio partita ha permesso all’Irlanda di prendere le redini del gioco, fattore questo che non le si può concedere al Croke Park. Inoltre non siamo riusciti a concretizzare la mole di gioco che ci ha permesso diverse volte di penetrare la difesa avversaria, incapacità rivelatesi poi decisive ai fini del risultato finale». Si preannuncia quindi un match difficilissimo per l’Italia che domenica prossima ospiterà un’Irlanda in salute che non intende certo fermarsi dopo l’exploit contro i Bleus.
Ascolti TV
L’Italia nonostante il ko di Twickenham continua ad avere alti consensi in tivù. Inghilterra-Italia su La7 ha ottenuto un ascolto medio pari a un milione di spettatori (994.479) con uno share del 7,66% e quadi 3 milioni e 400 mila contatti unici. Il primo tempo è stato seguito da 1.074.000 telespettatori, il secondo da 916.000. Il picco massimo è stato raggiunto fra le 16,05 e le 16,07 con un milione e 200 mila spettatori (9,2%). Dati che rinnoveranno la polemica sulla Nazionale dal prossimo anno criptata, visto che i diritti del torneo sono stati acquistati da Sky.
Ls stampa inglese
Londra
La stampa inglese è abituata a non andare troppo per il sottile. Infatti lo ha crocifisso. «Mauro Bergamasco con la maglia numero nove è stata una delle più pazze idee viste nel rugby internazionale» spara "The Indipendent". Rincarando poi la dose: «L’Inghilterra ha capitalizzato la decisione stravagante di optare per lui come mediano di mischia». «Crudelmente gettato da Nick Mallett in questa posizione – è l’opinione del "Times" – Mauro ha vissuto un pomeriggio da incubo».
Spietato l’ex seconda linea Paul Ackford sul "Telegraph": «La malsana decisione del ct italiano di utilizzare un giocatore in maniera così evidentemente fuori ruolo è costato all’Italia ogni chance di vittoria. Mallett è un tecnico intelligente e capace. Ha avuto successi con lo Stade Francais e il Sudafrica, ma chiedere a Mauro Bergamasco, un flanker, di giocare un match di Sei Nazioni in mediana è semplicemente ridicolo».
Quasi offensivo la dichiarazione di un opinionista del sito della Bbc riportata dall’Ansa: «Il folle esperimento di Mallett con Bergamasco mi ha ricordato quello di uno psichiatra nel 1962 che ha iniettato 297 grammi di Lsd a un elefante per vedere cosa sarebbe successo». Chiude "The Mail" (ma la lista dei detrattori sarebbe ancora lunga) nominando Harry Ellis eroe (per le due mete) e il ct sudafricano buffone del match (villain il termine inglese) per la sua scellerata decisione.
Il giorno dopo la sconfitta per 36-11 dell’Italia a Twickenham nell’esordio dell’Rbs Sei Nazioni sul banco degli imputati c’è solo lui. Nick Mallett. Il santone sudafricano (17 vittorie consecutive con gli Springboks, 2 scudetti allo Stade Francais) chiamato dalla Fir a 350 mila euro l’anno per far compiere un salto di qualità alla Nazionale. La colpa della pessima prestazione di Bergamauro fuori ruolo è solo sua. È stato il ct stesso ad assumersi tutte le responsabilità quando ha chiesto al flanker padovano di giocare in una posizione anomala. Così giornali inglesi, tifosi italiani (fra i quali dopo i test autunnali ha iniziato a perdere appeal) e ambiente azzurro puntano il dito contro di lui.
Mallett così ha fatto dietro front. Ieri ha convocato in azzurro il mediano di mischia del Cammi Calvisano Paul Griffen, 33 anni, equiparato neozelandese. Lo stesso sul quale alla vigilia aveva detto: «È un buon giocatore, ma non rientra nei miei progetti. Per questioni di età non posso pensare a lui come il mediano di mischia dell’Italia alla Coppa del Mondo del 2011». Lo stesso su cui a fine partita ha detto: «Mi prenderò un paio di giorni per riflettere e discutere con Troncon che scelte operare sul ruolo, poi deciderò». I due giorni sono diventati lo spazio di una notte.
Cambiare idea riconoscendo i propri errori è indice di intelligenza. Che Mallett sia un tecnico intelligente e una persona onesta è fuori di dubbio. Certo che dopo l’esperimento fallito di Andrea Masi all’apertura l’anno scorso e quello abortito di Mauro Bergamasco numero 9 dopo soli 25′ di partita (mentre fino a 1′ prima di scendere in campo era il potenziale mediano del 2011) si sta giocando una buona fetta di credibilità. Anche perchè nelle sue giustificazioni continua a ricordare che le rivali hanno infortuni pescano su un ampio serbatoio di giocatori di alto livello (per l’Inghilterra l’uomo del match Ellis o l’apertura Andy Goode) mentre l’Italia dietro le prime scelte ha poco o nulla. Sacrosanto. Ma non lo sapeva prima di venire nel nostro Paese che gli azzurri non sono gli Springboks?
Ora il citì ha altre quattro partite del torneo per riconquistare la fiducia volubile di tifosi ed opinione pubblica. Ci riuscirà? Oltre a Griffen ha richiamato del Carlo Fava rimessosi dall’infortunio (Marco Bortolami toccato duro al ginocchio è in forse). Fuori con l’Irlanda invece Andrea Marcato per la ginocchiata in testa rimediata a Twickenham. Gli ha provocato una piccola concussione cerebrale. Che sfortuna per il padovano. Al suo posto giocherà apertura Luke McLean.
Campionati Italiani
COPPA ITALIA – Al via ieri la ventunesima edizione della Coppa Italia con Benetton, Carrera e Overmach subito vittoriose. Girone A: Overmach-Montepaschi 24-21, 3-21 fino a metà ripresa, poi 3 mete parmensi hanno ribaltato la gara; Cammi-Femi CZ rinviata, riposava l’AlmavivA. Overmach 4, Montepaschi 1, AlmavivA, Cammi e Femi Cz 0. Prossimo turno: Femi CZ-AlmavivA (14.02, ore 15), Montepaschi-Cammi (13.02, ore 19), riposa l’Overmach. Girone B: Benetton-Plusvalore 20-7 (doppietta di Sgarbi del Benetton); Carrera-Futura Park 44-10 (doppiette di Rosa e Spragg del Carrera), riposava il Casinò di Venezia. Benetton, Carrera 5, Casinò Venezia, Futura Park e Plusvalore 0. Prossimo turno (14.02, ore 15): Futura Park-Casinò Venezia, Plusvalore-Carrera, riposa il Benetton.
SERIE A – Nel Girone 1 due recuperi: MarchiolSanMarco-Giunti Firenze 25-12, Termoraggi Piacenza-Colorno 20-21; Prato 64, L’Aquila, Lazio 47, Colorno 41, MarchiolSanMarco 37, San Donà 33. Nel Girone 2 due recuperi: Noceto-Antares Benevento 62-5, Brescia-SanGregorio 15-0; Noceto 63, Brescia 53, Benetton 44, Badia 34.
SERIE B – Tre recuperi nel Girone 3: Roccia Rubano-Cus Padova 21-14, Villadose-Carrera 16-19, Villorba-Casale 3-8; Cus Verona 65, Riviera 64, Carrera 57, Cus Padova 52.
SERIE C – In campo solo il Girone CIV Ovest: Villadose-Vicenza 3-31, Valeggio-The Monsters 7-31, Trento-Altovicentino 7-10, Valpolicella-Cus Verona 0-8, West Verona-SudTirolo 31-12, riposava il Frassinelle; Vicenza 63, The Monsters 44, Altovicentino 37, Frassinelle 32, Cus Verona 29, West Verona 28, Valeggio 15, Valpolicella 13, SudTirolo 11, Trento 5, Villadose -3.
UNDER 19 – Un recupero nel Girone 1: Vibu Noceto-Benetton 22-10; Carrera 60, AlmavivA, Benetton 44, Montepaschi 42; tre recuperi nel Girone 2: Femi CZ-Orved San Donà 12-33, Mirano-Casinò Venezia 10-33, Grande Milano-Modena 8-21; Orved 62, Casinò Venezia 45, Colorno 39, Femi CZ 32, Amatori Mi, Grande Mi, Overmach 29, Modena 22, Marchiol 4, Mirano 0.
UNDER 20 – A Worcester, in un Sixways Stadium deserto – le tribune ghiacciate, infatti, hanno indotto l’organizzazione a disputare il match a porte chiuse per motivi di sicurezza – la Nazionale italiana Under 20 è stata sconfitta dai pari età inglesi per 17-0. Due mete inglesi nel primo tempo hanno permesso al XV della Rosa di amministrare con tranquillità la ripresa, costringendo spesso gli azzurrini di Romagnoli e Ghini nella propria metà campo grazie agli ottimi calci tattici del numero 10 Clegg. Sabato, sul terreno del Beltrametti di Piacenza (inizio alle 20.00, diretta su RaiSportPiù), secondo impegno del Torneo contro l’Irlanda.
DONNE – Dura sconfitta della Nazionale italiana femminile battuta dall’Inghilterra per 69-13 sul terreno dei London Welsh. Italia in gara appena 5′ (3-7 con piazzato di Veronica Schiavon), poi le inglesi hanno preso il largo e chiuso il primo tempo sul 45-3. Nella ripresa un altro piazzato di Veronica Schiavon, poi 4 mete inglesi intervallate dall’unica meta azzurra siglata a metà tempo dalla trevigiana Peron e trasformata dalla solita Schiavon. Sabato prossimo a Colleferro (inizio alle 14.30) secondo incontro della Nazionale azzurra che ospiterà l’Irlanda.
Jean Francois Montauriol
Jean Francois Montauriol, nato a Tolosa il 21 marzo-1983 alto 1,99 per 106 chili, terza linea del Casinò di Venezia, mamma friulana di Fagnagna (Udine), è il seicentesimo azzurro del rugby italiano. Tutto ha inizio nel 1929 e nei primi pionieristici anni si giocano solo una o due partite all’anno per cui devono passare 19 anni per avere, nel 1948, il centesimo azzurro Sergio Barilari, romano, ingegnere, un avanti di qualità che giocò in Francia nel Vienne per 4 anni e fu poi anche CT azzurro a varie riprese. Un balzo di 17 anni è necessario per arrivare, nel 1965, al 200° azzurro Domenico Armellin, trevigiano al quale è intitolato lo stadio di Monigo. Nel 1973, quindi dopo solo 8 anni il rodigino Raffaello Salvan è il 300° azzurro; il periodo molto stretto è dovuto al fatto che si giocarono 37 partite, non poche per quei tempi, ma soprattutto alle dieci direzioni tecniche che guidarono la nazionale in quel periodo. Nel 1987, 14 anni dopo al primo mondiale in Nuova Zelanda, Rodolfo Ambrosio è il 400° azzurro ed è anche il primo oriundo argentino di una serie che fino ad oggi comprende 28 emigranti di ritorno. Passano altri 12 anni e nel 1999 a Dublino debutta il 500° azzurro: è il veneziano Giacomo Preo. Infine sabato 7 gennaio 2009, nella 386esima partita degli azzurri l’italofrancese Montauriol è il seicentesimo azzurro. Auguri.
Ma Dondi che aspetta a rimandre Mallett a contar gazzelle nel suo paese natio. Ha rotto in testa Masi e Marco e con loro tutti i ns avanti. Abbiamo fatto un balzo all’indietro di 10 anni. Ha fatto giocare i Test Match a giocatori che poi non ha chiamato al nazioni.
Non saimo al trofeo Topolino! E’ in gioco la ns credibilità ( ammesso che ce ne sia ) nazionale ed internazionale. Le ns sconfitte erano ONOREVOLI ora sono VERGOGNOSE. Ridateci BErbizier