Cresce l’importanza del maul penetrante
Ciclicamente il maul torna in auge. Il mondiale in Francia ha confermato la sua importanza: se è vero che attaccare significa avanzare, non vi è dubbio che i raggruppamenti penetranti sono uno dei mezzi più efficaci a disposizione del rugby moderno. Non solo per le mete su penaltouche, che dal Duemila, con la legalizzazione dell’ascensore, sono diventate l’arma fatale alla quale molte squadre ricorrono. In una stagione in cui è arduo superare, con una combinazione di gioco o un exploit individuale, prime linee di difesa sempre più dense (si arriva a 12 giocatori) i maul dinamici sono diventati uno strumento alternativo al gioco al piede. Vi ricorrono soprattutto i grandi club e le nazionali più attrezzate, nei lancio di gioco da mischia ordinata e da touche, con l’obiettivo di concentrare gli avversari nel piccolo perimetro per poi trasformare velocemente l’attacco all’esterno su spazi e intervalli agibili e in condizioni di equilibrio numerico.
Azioni simili se ne sono viste un sacco anche in passato, in particolare dalla metà degli anni Ottanta, quando è stato vietato il crollo del maul. Ma una differenza tattica c’è: prima del Duemila, con le debite eccezioni, si trattava soprattutto di raggruppamenti di consolidamento della conquista. Ora le esigenze sono cambiate. Non si tratta più solo di consolidare, ma di produrre uno squilibrio immediato e profondo nella difesa, di usare il maul come strumento non opzionale ma preferenziale per superare una linea del vantaggio altrimenti inviolabile. Una volta blindata, la mischia aperta palla in mano è tremendamente efficace grazie anche alle regole attuali che, tra l’altro, consentono di ripartire entro qualche secondo dal primo arresto della progressione. Uno studio fatto durante la Coppa del mondo del 2003 in Australia ha rivelato un’efficacia dell’81% nelle penetrazioni dirette o negli attacchi a raso, e del 58% nella zona della cerniera. Dato interessante, quest’ultimo. Perché è proprio nel fragile settore dei mediani che se ne possono immaginare gli sviluppi in relazione alle problematiche del gioco. Il fatto che nel 42% dei casi l’esito dei raggruppamenti in quella zona non abbia prodotto effetti positivi, non deve ingannare. Probabilmente è solo perché non c’è stata ancora sufficiente applicazione. Il maul penetrante in pieno campo, se ben congegnato e lavorato, potrebbe secondo parecchi tecnici portare a superiorità numeriche importanti inghiottendo nella macina i trequarti.
Il fatto è che i difensori non sono sciocchi come la lepre di Esopo nella gara con la tartaruga. Quando un "carrettino" si muove lontano dalla linea di meta perde gran parte dell’efficacia perchè non consuma avversari. Si preferisce lasciarlo infatti progredire, badando a coprire piuttosto gli spazi al largo, sperando che si sfaldi o perda il possesso sotto la sua stessa azione. In ogni caso un maul ben strutturato, anche se lontano dalla meta, paga in termini di conquista di terreno e di usura dell’avversario. A volte frutta preziose punizioni.I vantaggi in pieno campo certo non sono ancora quelli per cui le grandi squadre fanno investimenti tattici massicci. Ma il discorso potrebbe essere solo rinviato. Sempre che le nuove regole dell’International Board non provochino un terremoto.
A. Liviero.
GROUPAMA SUPER 10
Con il 13-13 a Parma, Treviso è a un passo dal sesto
titolo di campione d’inverno in sei anni. Unico ostacolo il Petrarca
Benetton solo in vetta, la crisi è un ricordo
Orlando: «In realtà non c’è mai stata, era solo adattamento. Palmer
alternativa di peso all’ala. Felice per la meta dell’ex Pavan»
Nell’8. turno del Groupama Super 10 l’incrocio fra le prime 4 della
classe si risolve a favore delle venete. Padova spegne le ambizioni di
Viadana (17-11) e sale al 3. posto. Treviso resiste al Parma (13-13) e
resta sola in vetta. Il 26 gennaio, dopo 2 settimane dedicate alle
coppe, il derby Benetton-Carrera deciderà chi chiuderà in testa
l’andata. Considerato che il Petrarca ci dovrebbe arrivare con 2
squalificati di lusso (Padrò, Koyamaibole) e che il fattore campo
pesa, i trevigiani sono a un passo dal 6. titolo di campioni d’inverno
i 6 anni di gestione Zatta-Munari. Titolo nel rugby tutt’altro che
platonico: finora 4 volte su 5 è stato completato dallo scudetto. Chi
l’avrebbe detto, dopo lo 0-33 di Viadana, il ko di Rovigo, i problemi
di adattamento al nuovo tecnico Franco Smith, i mugugni di gente
insoddisfatta perchè sottoutilizzata.
Crisi passata, capitan Silvio Orlando?
«La crisi non c’è mai stata – risponde il 26enne 3. linea biancoverde
– Abbiamo solo pagato dazio con due sconfitte ai nuovi schemi
dell’allenatore e ai tanti nuovi compagni che non parlavano nemmeno
italiano».
Un adattamento che ora si può dire completato?
«Miglioriamo di settimana in settimana, vinciamo partite importanti
come a Newport, ma abbiamo ancora potenzialità immense. Sta solo a noi svilupparle».
Il pari di Parma in questa risalita come lo giudica?
«Ci può stare, in trasferta e contro una squadra valida, che esprime
bel gioco e può mettere in difficoltà tutti. Anche noi».
Perchè all’ala ha giocato Palmer, lasciando Borges in panchina?
«Perchè è un 3. linea veloce, potente e all’ala può essere un’alternativa tecnica di peso. Con un campo pesante, e una partita da giocare più in mischia e vicino ai raggruppamenti che al largo, avere in campo 9 avanti invece di 8 ha fatto comodo».
Brucia la meta dell’ex, Riccardo Pavan?
«Come squadra sì. Personalmente no. Il fatto che abbia segnato un
21enne che fino a due stagioni fa era al Benetton mi fa solo piacere.
Spero che continui a crescere bene insieme al gemello Gilberto, però
facendo meta ad altri e non più a noi».
Il titolo di campione d’inverno è ormai alla portata.
«Bisogna stare ancora attenti. In un torneo equilibrato come questo
anche l’ultima può battere la prima. A parte un paio di squadre, tutte
le altre sono cresciute. Per sperare di vincere bisogna affrontare
tutti con lo stesso approccio, dal Catania al Viadana.»
Ivan Malfatto
Le palette colorate di Smith svelate ai suoi da Cavinato
(im) Diavolo d’un Andrea Cavinato! Sentite come sabato il tecnico
trevigiano dell’Overmach ha neutralizzato le chiamate di gioco da
touche del Benetton Treviso. «L’allenatore rivale Franco Smith era in
tribuna – racconta – con palette di differenti colori, che alzava a
seconda del tipo di giocata da adottare. Quando mi sono accorto non è stato difficile decriptare i segnali. Così nel secondo tempo (iniziato
in svantaggio 3-7, ndr) sono sceso a bordo campo e ad ogni alzata di
paletta ho spiegato la chiamata di gioco ai miei. Ha funzionato!».
Quel che non fuzionata bene, purtroppo, sono i reni di Cavinato. Da
tempo soffre di dolori per i calcoli e oggi subirà un intervento
all’ospedale di Parma. Auguri di pronta guarigione.
SERIE A
Recupero Easy Living L’Aquila-Marchiol San Marco 23-6 (punti4-0).
Moreno dal Leicester al Tolone Bath "stregato" per Bortolami & C.
(g.t.) Il 34enne pilone italo-argentino Alejandro Moreno (4 caps)
lascia il Leicester di Loffreda per andare ProD2 francese al Tolone di
Umaga.
Per la Guiness premiership inglese (10. turno) terreno Bath
ancora "stregato" per il Gloucester: il 17. tentativo di vincere dal
1987 sul terreno rivale per la capolista termina con la sconfitta 10-5
(Bortolami 53′, Nieto 80′). Leicester-Harlequins 42-13 (Castrogiovanni
49′), Bristol-Sarances 18-3 (69′). Nel 6. turno del Top 14 francese
Stade Francais 33-6 sul Montpellier (Parisse 59′, Mirco Bergamasco
62′), Biarritz-Montauban 10-8 (Masi 75′, Dellapè dal 60′),
Clermont-Auch 26-16 (Canale 47′), Perpignan-Brive 23-19 (Orquera 80′).
In ProD2 Narbonne-Racing 9-6 (Festuccia e Lo Cicero 80′), Mont de
Marsan-Oyonnax 22-6 (Travini dal 58′).
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