Marcato e la ricerca della partita perfetta
Sette minuti. Sette a zero. E un ragazzo al settimo cielo: Andrea Marcato. E’ suo il gesto che manda subito in testa il Treviso nello scontro al vertice con il Viadana. Da una ruck sulla fascia destra il mediano di apertura riceve la palla in mezzo all’area dei 22 metri. Il balenare dello sguardo coglie dalla parte opposta De Jager, alto, solingo, bramoso. Il ragazzo non esita. Oscilla il destro con facilità tracciando nell’aria una diagonale perfetta che finisce nelle braccia di "DJ" oltre la linea di meta. Marcato stesso trasforma. Un numero da Sei Nazioni. Ma il golden boy padovano che bussa alla porta di Mallett per la maglia numero dieci della nazionale non è d’accordo. Marcato coltiva la modestia del carattere. «E un gesto che provo abitualmente in allenamento, non è difficile» assicura.
Diagonale a parte, è stato nella conduzione del gioco che è piaciuto sabato. Dei tre azzurri in campo (gli altri erano Robertson e Sole) è quello che si è mosso meglio. Nella ripresa ha persino rimontato in velocità, e placcato, l’ala viadanese. L’apertura ha lasciato su Monigo un’impressione di novità e di freschezza. Un altro mediano rispetto a quello intristito e a tratti insicuro che si era visto in certi pomeriggi di campionato dopo che la nazionale di Berbizier lo aveva dimenticato. Nella vittoriosa sfida con il Viadana ha mostrato piglio e personalità, è sembrato, per usare una metafora cara allo scozzese MacEwan, il grande generale in sella al cavallo bianco. Lucidità tattica. Buona occupazione del campo nel primo tempo. Qualche problema nella ripresa controvento. E 4 su 5 dalla piazzola. Evidentemente la fiducia del Benetton (10 presenze in 12 partite di Super 10, apertura titolare dalla quinta giornata) e il Sei Nazioni gli hanno fatto bene. Un giorno nel ritiro azzurro Sergio Parisse, amico di vecchia data, lo ha chiamato da parte per fargli un discorso. Erano giorni in cui Andrea partiva dalla panchina: «Sei il nostro numero dieci. Anche se tanti di noi hanno già 50 partite in nazionale sei tu che devi guidarci e portarci avanti. Crediamo in te. Gioca come sai fare e non preoccuparti». Così parlò il capitano.
E così parla di sè Marcato: «Ora mi sento mentalmente più forte. Dopo l’esperienza azzurra ho maggior consapevolezza dei miei mezzi e so che devo essere sempre il punto di riferimento della squadra. Anche quando la stanchezza rischia di eclissarmi dal gioco». Marcato è autocritico. Fino a tormentarsi. Se gli dicono bravo non gli interessa. E’ stato così anche dopo il drop vincente contro la Scozia. In questo assomiglia a Wilkinson. Se gli parlate di Berbizier ammetterà senza problemi «di non essersi mai sentito all’altezza di quella squadra». E quando Mallett dice che al ventiquattrenne del Benetton manca la "densità fisica" per giocare un intero Sei Nazioni da apertura lui dà ragione all’allenatore. Per placcare, placca. Da quanto è arrivato a Treviso ha già messo su 6-7 chili. Ma resta leggerino (82) per il citì che continua a considerarlo un estremo. «Io mi sento un’apertura – confessa l’interessato – ma non mi è dispiaciuto giocare estremo. C’è meno responsabilità e più spazio».
Un altro aspetto sui cui sta lavorando a Treviso è il piede. Vuole alzare la percentuale di realizzazione. Dice di non avere un calcio naturale. Il fatto è che quando giocava nelle giovanili del Petrarca erano talmente forti che vincevano senza bisogno di piazzare le punizioni. Alla Guizza è nato il suo stile ispirato ed elegante, l’abilità nell’evitamento e nei passaggi. Ma la sua filosofia non è quella di giocare per divertirsi: «Esco soddisfatto dal campo solo se sento di aver giocato bene. Sono un perfezionista: gli errori mi urtano terribilmente» mi raccontava dopo la partita nella club house di Monigo.
Il suo sogno è giocare la partita perfetta. L’ha detto senza imbarazzo. Una specie ricerca del Santo Graal, credo, che rischia a volte di diventare ossessione: «Finora non l’ho ancora giocata» ha ammesso col mezzo sorriso di chi non si arrende. Ero tentato dal dirgli che la partita perfetta non esiste o è casuale. Ma mi ha preceduto: «In effetti, ho visto davvero poca gente giocarla».
NOTIZIARIO
La Capitolina stende Padova anche con gli under 19
SERIE A FEMMINILE
Un turno alla fine della regular season. Definito il primo posto, dal secondo al quarto tutto potrà succedere.
Risultati: Benetton Treviso-Red&Blu Roma 49-7, Monza-Cds Pesaro 36-7, Sitam Riviera del Brenta-L’Orso Biella 80-0, Grazia Deledda Cagliari-Le Lupe Piacenza 0-61.
Classifica: Benetton 65, Monza 42, Sitam 40, Red&Blu 39, CDS 29, Le Lupe 24, L’Orso 13, Grazia Deledda -6.
SERIE C
Girone d’Elite: Con il successo sul Lemene il Casale è ad un passo dalla promozione in B. Lemene-Casale 14-43, Monselice-Belluno 49-5, Villadose-Montereale 61-7, Montebelluna-Jesolo 37-17, Oderzo-Vicenza 43-5, Alpago-Conegliano 29-17.
Classifica: Casale 82, Monselice 72, Belluno 67, Villadose 63, Montebelluna 56, Oderzo 53, Jesolo 42, Alpago, Lemene 34, Conegliano 33, Vicenza 14, Montereale 6.
Girone Civ: Cus Verona-Pordenone 0-25, Valsugana-Ped. Livenza 14-19, Lido Ve-Valdagno 35-3, The Monsters-Valpolicella 13-13, Frassinelle-SudTirolo 76-0, Valeggio-Trento 32-10, riposava il West
Classifica: Verona. Pordenone 87, Lido Ve 84, Ped. Livenza 77, The Monsters 65.
UNDER 19
Girone 1:Vibu Noceto-Benetton 12-23, AlmavivA Capitolina-Carrera Padova 15-3, Tarvisium-Cammi Calvisano 12-22, Montepaschi Viadana-Barilla Parma 22-15, L’Aquila-Benevento 22-18.
Classifica: Benetton 59, AlmavivA 56, Cammi 52, Tarvisium 45, Carrera 42, Benevento, Montepaschi 29, Vibu 28, L’Aquila 25, Barilla 24.
Girone 2:Rolly Gran Parma-Femi Cz Rovigo 20-6, Orved San Donà-Grande Milano 26-6, Donelli Modena-Mirano 31-12, Banco Brescia-Cus Genova 10-34, Casale-MarchiolSanMarco 8-22.
Classifica: Rolly 70, Orved 66, Donelli 59, Cus Genova 43, Femi Cz 40, Grande Milano 37, Mirano 33, MarchiolSanMarco 23, Banco Brescia 11, Casale 3.
a cura di Ennio Grosso
GROUPAMA SUPER 10 Dopo la vittoria sul Viadana il presidente del Treviso lancia la proposta: «Costa poco e farebbe crescere il movimento»
«Aiutiamo gli arbitri con la tv a ogni partita»
Zatta: «Per me Smith può restare allenatore del Benetton a vita». Opzionato Neethling (Parma). Elogio a Duca e alla linea giovane
Franco Smith uomo ideale sulla panchina di Treviso, nonostante le perplessità emerse dall’ambiente. «Per me potrebbe restare allenatore a vita per il modo in cui, come uomo e tecnico, interpreta lo spirito societario».
Arbitri categoria da aiutare, non da criticare, per far crescere il rugby. «La mia proposta, già lanciata quando ero in Lega, è di far riprendere da due telecamere ufficiali della Fir tutte le partite del Super 10. Poi mettere le immagini a disposizione di giudice disciplinare, direttori di gara e club. A loro servirebbero per crescere, conoscere nel dettaglio la realtà disciplinare del campionato. Per i giocatori più scorretti sarebbe un deterrente micidiale. A tutto il movimento sarebbe utile per crescere. E’ un progetto fattibile. Secondo i miei calcoli non costerebbe più di 100-150mila euro complessivi a stagione».
Benetton proiettato nella costruzione della squadra futura con un occhio di riguardo ai giovani. Avrebbe già opzionato Marco Neethling, 23enne centro italo-sudafricano del Parma. «Ormai le strategie le pianifichi due anni prima, no a marzo-aprile. Noi due stagioni fa siamo partiti con la seconda squadra, che oggi in serie A sta facendo maturare esperienza ai vari Duca, Rosa, Sartoretto, Candiago, Riva, Muccignat e altri sui quali puntiamo, insieme ai prodotti del nostro vivaio. Ovvio che se vedremo qualche elemento buono in giro lo prenderemo, come abbiamo sempre fatto».
È un Amerino Zatta attivo e propositivo quello che commmenta il 24-19 con cui il suo Benetton ha battuto il Montepaschi Viadana nella 3. giornata di ritorno del Groupama Super 10. Un presidente con la valigia, era appena arrivato da Città del Messico, che però sottolinea: «Finora ho perso solo un paio di partite della stagione». Traccia il bilancio di un Treviso non brillante come in passato, ma comunque a un solo punto dalla vetta.
«Cambiare un allenatore dopo 5 anni non era compito facile – afferma – Ogni tecnico ha i suoi concetti guida, il suo modo di interpretare il rugby. Ha bisogno di tempo per applicarli. Con Franco (Smith, ndr) l’applicazione sta avvenendo per gradi. Avrà tutto il tempo di cui ha bisogno per farli assimilare ai giocatori. Ma i risultati si stanno già vedendo. Prendiamo come parametro proprio Viadana. Nella finale di Supercoppa ci ha battuto perchè eravamo ancora incompleti. All’andata ci ha rifilato una batosta (33-0), perchè noi stavamo assimilando i metodi di Smith, loro avevano una squadra già rodata dove hanno piazzato solo alcuni innesti di qualità. Sabato li abbiamo sconfitti dimostrando netti miglioramenti di gioco e presenza in campo, anche se ci manca ancora un po’ di attività per raggiungere il meglio».
L’obiettivo dichiarato resta la finale scudetto. In lotta per la quale «vedo ancora le 5 favorite della vigilia per i play-off. Non è ancora deciso niente. Anche il Petrarca, pur caduto a Roma, merita rispetto. È una squadra che può mettere in difficoltà tutti. Solo gli scontri diretti delle prossime settimane faranno chiarezza». Infine una parola su Andrea Marcato, eroe del Sei Nazioni, sabato protagonista anche contro il Viadana. «Finora ha sempre giocato, sia in Super 10 che in Heineken Cup. Non c’era bisogno del Sei Nazioni per scoprire che è un ragazzo intelligente e capace. Gli manca solo un po’ di aggressività. Ma a Treviso con due maestri come Marius Goosen e Smith ha tutte le qualità per emergere e diventare un ottimo giocatore». Da apertura, ovviamente, non da estremo. Nick Mallett è avvisato.
Ivan Malfatto
QUARTI DELLE COPPE EUROPEE
La marea inglese porta Ongaro in semifinale Resistono Tolosa e Munster. Stoica in meta
(Gia. Tas.) Sei squadre su 8 possibili in semifinale ed il titolo di Challenge già nel sacco. Il verdetto dei quarti di finale delle coppe europee premia abbondantemente i club inglesi, lasciando a Munster e Tolosa il compito di sbarrare in Heineken Cup il passo alle sorprese stagionali London Irish e Saracens. Le due inglesi hanno vinto agevolmente contro Perpignan e Ospreys.
I biancoverdi londinesi con 5 piazzati di Hewat ed una meta di Danaher hanno risolto una gara in cui gli avanti ospiti hanno patito una netta inferiorità lenita parzialmente solo da sporadiche occasioni che hanno fruttato 3 calci di Percy Montgomery. I Saracens hanno sorpreso i favoriti Ospreys che 2 settimane fa nella semifinale della Anglo-Welsh Cup avevano vinto 30-3. Privi dell’infortunato mediano di mischia Matt Phillips, i gallesi sono rimasti imbavagliati dalla mobilità della mischia dei "Sarries" (Ongaro è entrato al 76′) che con 14 punti al piede di Jackson ed una meta dell’argentino Leonelli hanno risolto la sfida.
La giornata no di Paterson (0 su 3 dalla piazzola) è costata cara a un Gloucester ombra di sé stesso (giallo a Nieto al 14′, Bortolami sostituito al 52′) contro un Munster (Pucciariello entra al 34′ ed esce al 66′) implacabile che con due mete delle ali Howlett e Dowling ha concretizzato la gran mole di gioco. Decisivi gli ultimi 10′ a Tolosa dove i locali hanno piazzato due zampate con Clerc e Bouilhou chiudendo lo score su di un rotondo 41-17 (Perugini 80′).
Nel Challenge un super McAlister con 19 punti travolge il Brive (Orquera gioca solo gli ultimi 2′), il solito Wilkinson (15 punti) piega la resistenza iniziale del Castres, 3 mete dell’ala Banahan e 22 punti al piede di Barkley premiano il Bath. Il Worcester batte un Montpellier rimaneggiato, dove Stoica va in meta.
HEINEKEN CUP: London Irish-Perpignan 20-9, Gloucester-Munster 3-16, Saracens-Ospreys 19-10, Tolosa-Cardiff 41-17. Semifinali (25-27 aprile):Saracens-Munster, London Irish-Tolosa.
EUROPEAN CHALLENGE: Sale-Brive 49-24, Worcester-Montpellier 36-26, Bath-Leeds 57-5, Newcastle-Castres 40-13. Semifinali:Worcester-Newcastle, Bath-Sale.
STUDIO DELL’IRB SUL GIOCO DELL’ULTIMO SEI NAZIONI
La creatività ha ceduto il passo alla difesa
Meno mete, decisivi il piede e la mischia
In un interessantie studio dell’Irb sull’ultimo Sei Nazioni appare evidente come il gioco, almeno dal punto di vista della creatività, abbia subito una lieve flessione a favore del gioco difensivo.
La media dei punti per partita è stata di 39,66 a fronte dei 46 nel 2007, dei 42 nel 2006 e dei 45 tre anni fa. Sette punti in meno per match esattamente quindi una meta netta mancante in ogni partita nel 2008 con una media di 3.3 contro il 4.3 di un anno fa (4.1 nel 2007 e 4.7 nel 2005). La minore creatività nel 2008 ha però innalzato la media-partita dei piazzati a segno: 5.5 lievemente minore rispetto all’anno scorso (5.7), ma superiore al 2006 (4.9) e al 2005 (4.4). Ad aggravare queste statistiche ci si è messa la percentuale di tempo dell’ovale in gioco che ha raggiunto il 50% dove però si sono avute molte più ruck e maul (179) e meno passaggi (259) per ogni partita in confronto al passato.
A eccezione del Galles che ha innalzato il computo totale di mete segnate, da 7 dell’anno scorso a 13, tutte le altre squadre hanno realizzato meno mete. La sola Irlanda ne ha concesse di più rispetto a 12 mesi fa (10 contro 5). Tutte le altre pretendenti hanno sensibilmente ridotto la quantità di quelle subite. La creatività minore non ha però del tutto abbandonato una delle massime espressioni mondiali in tal senso, la Francia.
I transalpini sono l’unica compagine ad avere segnato più punti tramite mete (53%) rispetto a tutte le altre squadre compresi i pur ascendenti gallesi (44%). Benino l’Italia con il 34%. Otto minuti e 17 secondi di media di ovale in gioco sono bastati al Galles per segnare, per la Francia sono dovuti trascorrere 10 minuti e 3 secondi, per l’Irlanda 10 minuti e 53 secondi, per l’Inghilterra 11 minuti e 31 secondi, per gli Azzurri 16 minuti ed 1 secondo e per la Scozia 33 minuti e 31 secondi.
Fonte primaria delle mete è stata la mischia con propria introduzione seguita dal recupero su turnover e, a pari merito, da rimesse laterali e contrattacco su ricezione di calci di spostamento. Un contrattacco che ha premiato con 7 mete il Galles e 6 la Francia evidenziando un’arte di leggere il gioco, quindi una forma di creatività, che ha in una certa misura ridimensionato l’impatto statistico del calo di punti e mete per partita.
Su questi dati l’Irb baserà la valutazione di quanto anche desunto dalle nuove regole sperimentali in atto al momento nel Super 14 per introdurle empiricamente anche in Europa dopo l’estate.
Giampaolo Tassinari
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