Benetton conquista il ventunesimo scudetto.
Stagione perfetta e 21. scudetto per le Red Panthers della Benetton Treviso: 16 vittorie in altrettanti incontri, dominando (58-5 lo score al termine del match) la finale della Serie A Femminile contro l’avversario di sempre, il Sitam Riviera del Brenta, che riconsegna alle trevigiane lo scudetto vinto nel 2006/2007.
Che per le brentane sarà una gara in salita lo si capisce dopo appena due minuti dal calcio d’inizio fischiato da Barbara Guastini, ventottenne di Prato, prima donna a dirigere una finale di campionato nella storia del rugby italiano: la Benetton muove palla con i trequarti, allarga il gioco e trova libera l’ala Furlan, che apre le marcature. Già all’undicesimo le sorti della partita iniziano a definirsi, due fasi di gioco sono sufficienti al capitano del Treviso Stefan per mettere a segno la seconda marcatura, 12-0. Altri sette minuti e tocca a Michela Tondinelli, apertura romana al suo secondo anno con le Red Panthers, trovare un varco nelle maglie della difesa del Sitam. Le campionesse in carica cercano di scuotersi, ma il Treviso è superiore con la mischia, micidiale coi trequarti e, al ventesimo minuto, arriva la quarta meta che, di fatto, vale l’ipoteca sull’incontro: Federica Renosto, diciottenne ala trevigiana, spacca la retroguardia in maglia gialla e vola al di là della linea, sino in mezzo ai pali. Troppo facile, per la Tondinelli, siglare il 24-0. Ancora Treviso, al ventottesimo con la Colusso ed al trentesimo con la Renosto, poi con Giovanna Bado quasi allo scadere: 41-0 quando si entra nel recupero ed il Sitam Riviera del Brenta prova a rialzare la testa.
La reazione c’è, appena abbozzata, e Maria Diletta Veronese sorprende le Red Panthers per la prima ed unica volta nel match, mandando le squadre a metà gara sul 41-5. Si parte per la ripresa, la seconda meta del centro Karen Colusso permette a Treviso di allungare se ancora ce ne fosse bisogno sul 48-5. L’ultimo sussulto è trevigiano, in pieno recupero: Carlet segna la meta del 55-5, Silvia Peron trova i pali con un drop dalla distanza per celebrare la nomina a miglior giocatrice del match. Antonella Rossetti, tecnico delle Red Panthers, al secondo anno sulla panchina trevigiana: "Abbiamo dominato".
SITAM RIVIERA DEL BRENTA: Zampieri (38′Ceradini); Gabrieli (33′Di Martino), Veronese, Pizzati (cap.), Molic (36′st Gabrieli); Zangirolami, Schiavon V.; Toniolo (5′st Boscain), Bettin, Vigato (36′st Nespoli); Fattori, Basso (30′Scarin); Bonaldi (37′st Gavagnin). Allenatore: Schiavon.
BENETTON TREVISO: Barattin; Furlan, Colusso, Peron, Renosto (32′st Oraria) F.; Tondinelli (10′st Carlet), Costa; Bado G., Agostinelli (22′st Menuzzo), Bado A.; Gallina F., Severin (22′st Tronchin); Innocente, Stefan (cap), Franchin (32′st Gallina R.). Allenatore: Rossetti.
ARBITRO: Barbara Guastini (Prato).
MARCATORI: P.T. 3′m Furlan, 12′m Stefan tr. Tondinelli, 19′m Tondinelli, 21′m. Renoso tr Tondinelli, 29′m Colosso tr Tondinelli, 32′m. Renosto,39′m G. Bado, 42′m Veronese. S.T.: m Colosso tr Barattin, 42′m Carlet tr Barattin, 46′ drop Peron.
NOTE: P.T: 5-41. Spettatori 700.Calci. Treviso 5/9 (Tondinelli 6 punti, Barattin 4 punti), Riviera 0/1. Migliore in campo: Silvia Peron
————————————–
Immelman, gigante con i numeri da trequarti
Bella stagione quella di Abraham Immelman. Il terza linea sudafricano è giunto a Rovigo dopo un anno a Montauban tormentato dai guai al ginocchio sinistro. Tra Adige e Po ha ritrovato la condizione fisica e affermato la propria identità di gioco. Cresciuto in una fattoria nei dintorni di Città del Capo, "Bram", come lo chiamano i compagni, è figlio di agricoltori afrikaner. Il padre Kobus è un omone che oltre a coltivare la terra ha giocato seconda linea. Il ragazzo gli assomiglia nel fisico con i suoi 110 chili per 195 centimetri. Del colosso ha tutte le caratteristiche: la schiena che sembra una spianata, braccia e gambe possenti. Infatti nelle fasi statiche si fa sentire: imponente nelle battaglie aeree in fondo touche, dà solidità al pacchetto in mischia chiusa entrando con lo slancio del bobbista.
Ma chi si aspettava un classico numero otto che lavora di martello pneumatico a raso del pack, è rimasto sorpreso. Pur avendone i mezzi fisici, Immelman non possiede la forma mentis per quel compito. Ha rivelato invece qualità tecniche e tattiche al di sopra della media del Super 10 e stoffa di leader del gioco accanto ai mediani. Legge la partita e va dove lo porta il pensiero. Flaviano Brizzante, l’allenatore degli avanti rossoblù, ne apprezza assai la rapidità e la sicurezza con cui porta fuori la palla dalla mischia ordinata. Spesso sotto pressione. Mete non ne ha ancora fatte. Spiega Immelman: «La mia filosofia è il collettivo. Mi piace lavorare con gli altri, per la squadra. Quest’anno non ho segnato, è vero. Ma ho contribuito a far segnare». Lello Salvan, centro tra i più creativi del rugby italiano, dopo la partita di Treviso confidava la meraviglia per l’abilità nel passaggio, da mediano di mischia.
Un’altra perla del suo repertorio il numero otto l’ha sfoggiata nel secondo tempo del match vinto con il Viadana. Ricevuta palla in attacco sul lato chiuso di una ruck, anziché andare in percussione si è lasciato cadere il pallone con naturalezza sul destro, e di interno lo ha accarezzato per un calcetto basso a seguire. Nello scatto ha superato quattro difensori prima di incontrare l’ostacolo dell’ala, voltatasi di schiena. Non ha recuperato l’ovale ma ha trovato una touche a ridosso della meta.
Il segreto di tanta abilità gestuale e del "pensare rugby" risale ai suoi 18 anni. Giocava primo centro e talvolta apertura. Jacques Hanekom, allenatore al college, lo convinse a passare in terza linea. Non è mai diventato un cacciatore di palloni implacabile. Gli piace di più giocare l’ovale. Correre al largo, mescolarsi ai trequarti. All’inizio lo si può vedere un po’ defilato per comprendere meglio la situazione prima di tuffarsi negli intervalli. I difensori preferisce evitarli, se può. E’ nel suo Dna. Del resto a 26 anni conta su caviglie, forza e agilità sufficienti per fintare e cambiare passo. I dieci metri in Italia li guadagna così. Di finezza. Sui calci degli avversari gli piace invece farsi trovare piazzato in copertura, raccogliere e rilanciare.
Peccato che per ora non possa esprimersi con una mischia che avanza. Ma alle difficoltà è abituato. Era tra i candidati alla maglia degli Springboks under 21 quando un doppio infortunio al ginocchio destro gli ha tolto due stagioni. Si è ripreso, ha lasciato la Western Province per tentare la fortuna nei Natal Sharks. Due anni nel Super 14. Ma lì la concorrenza è tremenda. E ha deciso di rilanciare la carriera in Europa. Si è sposato a settembre, dice che a Rovigo si trova bene. Le offerte per cambiare squadra non gli mancano. Ma assicura che vorrebbe restare per vedere l’ottimo lavoro di quest’anno dare frutto.
Il Venezia dopo la salvezza ora punta all’Europa
Il presidente Pipitone: «Il problema è che abbiamo una struttura sportiva inadeguata». Il tecnico Casellato: «Pronto al rinnovo del contratto»
Mestre
NOSTRO SERVIZIO
Il Casinò di Venezia non ci ricasca più: questa volta il Super Dieci non dura solo il tempo di una stagione in laguna. Dalla salvezza dipendeva il futuro a medio termine di tutto il movimento guidato dal presidente Tommaso Pipitone. Che dopo la permanenza in prima divisione appena conquistata con l’affermazione sul disastrato Amatori Catania, già guarda alla prossima stagione. "Non ci basterà salvarci ma punteremo all’ingresso nelle competizioni europee, dove già quest’anno potevamo esserci se non avessimo perso per strada punti come quelli lasciati un mese fa a Treviso nel pareggio" dice Pipitone, che si avvicinò alla palla ovale per seguire il figlio Michele, sabato in campo come tallonatore, e che da allora non ha più smesso di credere e investire nel rugby veneziano. Che secondo lui meriterebbe più attenzione da parte di tutti, pubblici e privati. "Siamo in prima divisione con una struttura sportiva inadeguata negli spazi per il pubblico e per i giocatori – dice Pipitone – tanto che talvolta dobbiamo chiedere in giro ospitalità per allenarci. Ci stiamo guardando attorno per il prossimo anno, ma le alternative sono difficili".
Il presente parla intanto della salvezza e di una stagione un po’ contrastata. "Beh contro Catania mancava solo la matematica – prosegue Pipitone – ci contavamo tutti, la squadra messa insieme era più che buona, adesso si tratta di aggiungere qualche tassello. E comunque respingo le critiche di chi parla di rosa ristretta, fare giocare sempre i soliti è stata una scelta tecnica non sempre dettata dalla ristrettezza dell’organico. Merito comunque agli allenatori, per avere organizzato tatticamente una squadra in gran parte rinnovata".
Già gli allenatori: il contratto biennale di Umberto Casellato scade il 30 luglio, è ora il tempo di prendere delle decisioni. Soprattutto per chi come Casellato ha deciso di mollare l’attività familiare di più generazioni, e dedicarsi totalmente al rugby. Si fermerebbe ancora al Casinò di Venezia? "Mi trovo bene se la società me lo chiede mi fermo per il terzo anno – risponde il tecnico di Treviso – potrebbe essere quello di troppo, come invece quello necessario per raccogliere i frutti, ne parleremo in settimana". Torniamo allora alla salvezza tanto agognata. "Adesso puntiamo a finire a 33 punti", conclude Casellato.
Il giocatore Harley Crane ha portato l’esperienza a Mestre e l’ha messa a disposizione della squadra, anche se lui si sente un po’ fuori ruolo. "No scherzo, se gioco centro vorrei il nove, se gioco mediano vorrei avere il dodici", dice Crane, che per intanto ha lasciato il posto di mediano a Mauro Marcuglia, a 37 anni Man of the match contro l’Amatori: "Serviranno cinque o sei buoni rinforzi".
Michele Salin
Parisse in meta con il Bourgoin.
Leinster campione di Celtic League
FINE TABU’ – Dopo 10 anni di digiuno la franchigia del Capo torna a sconfiggere i Brumbies. Sabato nell’11° turno del Super14 gli Stormers hanno superato i biancoblu 20-10 grazie ad una meta di capitan Jean de Villiers e con il fantasioso gioco illuminato dall’apertura Peter Grant. Dopo questa vittoria, la 7. negli ultimi 8 incontri, gli Stormers salgono al 4. posto.
LEINSTER CAMPIONE – Due mete del pilone Ollie le Roux, nel match di addio prima di rientrare in Sud Africa, ed uno scatenato Brian O’Driscoll mandano in paradiso il Leinster che travolge 41-8 i Newport Dragons aggiudicandosi il titolo della Magners League. Incolmabile infatti per i Cardiff Blues lo svantaggio di 9 punti ad un turno dalla fine.
FINALE TUTTA MUNSTER – Cork Constitution-Garryowen sarà la finale di prima divisione in Irlanda. Nel derby di Limerick il Garryowen, campione in carica, supera lo Shannon 31-6; a Cork i locali sconfiggono 17-3 il Clontarf.
MELROSE DI COPPA – Il Melrose dell’ex-nazionale scozzese Craig Chalmers ha vinto la Coppa di Scozia battendo in finale 31-24 l’Heriot’s con 4 mete realizzate nei primi 40′. Un’efficace difesa ha contenuto la parziale rimonta avversaria dopo la pausa.
LUSITAN OVALE – Settimo titolo nazionale per il Belenenses che nella finale di Divisao de Honra ha superato 22-21 l’Agronomia grazie ad una meta allo scadere del tallonatore maori William Hafu. Agronomia in questa stagione aveva già vinto Coppa Iberica e Supercoppa portoghese.
GIAPPONE A VALANGA – Nel 2° turno del Cinque Nazioni d’Asia: Giappone-Golfo Arabo 114-6 (Onozawa 3 mete), Hong Kong-Kazakistan 23-17.
PARISSE META – Vince 34-20 lo Stade Français contro il Bourgoin nel posticipo del 20° turno di Top14. Una delle mete porta la firma di Sergio Parisse. Clermont Ko a sorpresa in casa con Castres 28-35.
GIALLO NIETO – Nel penultimo turno di Premiership il Gloucester passa sul terreno dei London Wasps 25-17 nonostante l’espulsione temporanea di Carlos Nieto nel primo tempo. Perde anche il Leicester (Castrogiovanni esce al 50′) sul terreno del Newcastle, 28-25.
Giampaolo Tassinari
Il Carrera Petrarca torna a credere nei playoff.
Padova
NOSTRO SERVIZIO
Il Carrera Petrarca torna a credere nei playoff. Il sofferto successo sull’Overmach Parma, ha infatti ridato la quarta posizione al XV allenato da Pasquale Presutti. I tre punti di vantaggio sulla squadra di Andrea Cavinato, non possono però far dormire sonni tranquilli, visto che nelle ultime due giornate il Carrera dovrà vedersela con il Viadana in trasferta e con la Benetton a Padova. «Sappiamo che per qualificarci per le semifinali – dice Presutti – sarà necessario fare altri punti. Anche perché l’Overmach, all’ultima giornata gioca con il Catania retrocesso e quei cinque punti li prende di sicuro».
A voi potrebbero bastarne solo due, perché in caso di arrivo in parità con l’Overmach avete migliori scontri diretti.
«Sono calcoli che è meglio non fare. Dobbiamo affrontare Viadana e Benetton con l’intento di vincere e non di accontentarci di portare a casa il punticino di bonus. Sappiamo che sono due partite molto difficili, ma la vittoria con l’Overmach, oltre a ridarci un po’ di quel morale che era finito sotto ai tacchi, ci ha dato anche qualche nuova certezza».
A cosa si riferisce?
«Che, finalmente, ho capito che la convivenza tecnica tra Niky Little e Lodovic Mercier è possibile. Per tre quarti di campionato ho fatto giocare Mercier apertura e il figiano centro. I due si pestavano un po’ i piedi, ma fino a quando si vinceva il problema sembrava marginale. Quando è iniziato il periodo negativo, mi sono detto che valeva la pena tentare di trovare un’altra soluzione. E così ho riportato Little all’apertura, spostando Mercier a estremo. Tatticamente funziona. Certo, potevo pensarci anche prima, ma può essere una soluzione importante per questo finale di Super 10».
L’infortunio di Sisa Kaiamaybole ha però aperto una nuova crepa, visto che nessuna delle vostre terze linee è in grado di contenere fisicamente giocatori come Vosawai.
«È evidente che l’assenza di un giocatore come Sisa si fa sentire sia in fase difensiva che in attacco, perché oltre ad essere potente è anche molto tecnico ed è un finalizzatore. Però ormai abbiamo recuperato Mariano Lorenzetti».
Calvisano e Benetton hanno preso il largo, mentre il Viadana, che andrete ad affrontare sabato, ha bisogno di un’altra vittoria per essere certo almeno del terzo posto.
«Anche se avesse avuto qualche punto in più, sarebbe stato lo stesso. Si tratta di una squadra di grossa».
Tanto meno al Carrera che in questa stagione l’ha battuta sia in campionato che nella semifinale di Coppa Italia.
«Di regali una squadra come il Viadana non ne fa a nessuno. Punta a vincere il campionato e ha la mentalità vincente. Questo non significa che anche la mia squadra non abbia le medesime qualità e gli stessi intenti».
Tra Viadana e Petrarca (si giocherà alle 18,30 con diretta su Sky) sono sempre state partite molto tirate, tanto che negli scontri diretti, che sono appena 15, c’è un equilibrio pressoché perfetto, con otto vittorie dei padovani e sette per i mantovani. Un equilibrio che Pasquale Presutti – ora che la sua squadra ha ritrovato fiducia – spera si rompa sabato.
Alberto Zuccato
Leave a Reply