SEI NAZIONI
- Italia, dopo l’Irlanda aperte le porte della Celtic. Il presidente Healy invita ufficialmente gli italiani a entrare nel torneo.
- Incontro Fir-club sulle selezioni.
- Record di ascolti su La7
- Fra gli uomini di Mallett forfait di Canavosio (spalla), chiamato Patrizio del Petrarca.
- L’Inghilterra perde Tindall e altri 3 big
Dublino
NOSTRO INVIATO
La bella prova contro l’Irlanda fa risorgere l’ipotesi di ingresso dell’Italia nella Celtic League. È il retroscena politico dell’11-16 con il quale gli azzurri sono usciti a testa alta dal Croke Park di Dublino nel primo turno dell’Rbs Sei Nazioni.
RILANCIO CELTIC – L’invito è stato pubblicamente rivolto dal presidente della federazione irlandese David V. Healy ai dirigenti italiani al banchetto ufficiale. Nel 2007 anche gli scozzesi avevano espresso un simile auspicio. La Celtic League ha problemi finanziari. Non è mai decollata a livello tecnico, di popolarità e business. Conta su un bacino di pochi milioni di abitanti. Il nuovo ingresso sarebbe visto come una possibilità di sviluppo. L’Italia da 3 stagioni compete alla pari con le altre nel Sei Nazioni. Il rugby da noi è uscito dalla nicchia: 21 partner commerciali e bilancio di 25 milioni di euro per la Fir. I migliori giocatori azzurri sono affermati all’estero. Su queste tre basi si può innestare l’idea Celtic League. Come?
COMITATO SEI NAZIONI – Novità in vista anche per il comitato Sei Nazioni. Il mandato del presidente Jacques Laurans scade in aprile. I francesi hanno già la guida dell’Irb (Bernard Lapasset) e dell’Erc (Jean Pierre Lux) e così i celtici chiedono la presidenza per loro. In lizza l’irlandese Peter Boyle e il gallese David Pickering. Il voto dell’Italia potrebbe diventare importante merce di scambio politico.
PROGETTO SELEZIONI – Avviando il progetto delle selezioni. Il citì Nick Mallett lo dice dal primo giorno: la federazione deve creare 2 selezioni con i 60-80 migliori italiani che giochino Heineken Cup e Celtic League per alzare il livello tecnico. E i club? La Fir pare voglia incontrarli per trovare una soluzione. Sul piatto anche l’ipotesi di un sistema misto: 2 selezioni federali di italiani (più 2 stranieri), 2 squadre legate ai club capaci di affrontare il professionismo libere di ingaggiare chiunque. Dietro a tale attività internazionale (alto livello) verrà quella nazionale e semiprofessionistica (medio livello) del campionato.
PATRIZIO AZZURRO – Sul fronte della Nazione, che domenica a Roma affronterà l’Inghilterra nel 2. turno del torneo, è stato convocato Enrico Patrizio. Il 23enne centro del Carrera Padova, originario di Camposampiero, sostituisce Pablo Canavosio. L’ala italo-argentina del Castres soffre da tempo di problemi alla spalla, in Irlanda è uscito al 23′ pt e forse dovrà operarsi. Rientra il pilone Carlos Nieto, dopo il lutto per la morte del padre, al posto di Lorenzo Cittadini. In fatto di infortuni se la passa peggio l’Inghilterra, che ha perde 4 giocatori: il centro Mike Tindall per tutto il torneo (Tait o Noon al suo posto); i flanker Rees, Moody e l’ala Strettle per la sfida agli azzurri. Il citì Brian Asthon deve ancora annunciare i sostituti.
RECORD TIVÙ – La7 ha centrato un ascolto record per Irlanda-italia: 1.391.000 spettatori di media (11% di share) fra le 15 e le 17, con 4 milioni di contatti complessivi.
Nella fascia oraria 15-18 il dato dell’emittente è sceso a 1.116.000, ma La7 ha comunque superato gli ascolti di Rete 4 (849 mila), Rai 3 (749) e Rai 2 (1.015). L’anno scorso per il debutto di Italia-Francia gli spettatori sono stati 890mila (share 6,8%).
Se sommiamo i 989mila davanti al video (share 5%) per "Album d’Aprile" di Marco Paolini venerdì sera il successo di La7 è completo. Il rugby è in crescita, anche in tivù. Quando si sveglierà la Rai?
Ivan Malfatto
Conquista e difesa ci sono Manca il gioco al piede (di A. Liviero)
Sugli altari del terzo tempo nella gelida Dublino i tifosi consacrano all’Italia di Mallett la giusta dose di libagioni, grasso e onori.
D’accordo, i nostri tifosi hanno fame atavica e sono di bocca buona: tripudiano per le briciole anche quando potrebbero metter dentro l’arrosto. Ma bisogna ammettere che la sconfitta di misura in una fase delicata come quella del cambio di allenatore, consente un minimo di ottimismo per le prossime settimane del Torneo.
Anche perché quando soffia il vento d’Irlanda è dura per tutti. E sabato sull’erba un po’ matta di Dublino lo banda O’Driscoll ha cercato subito il ribollimento furioso in campo. L’hanno messa sul ritmo. O ‘Gara ha spinto i suoi cavalli nella pianura. O’ Driscoll, Trimble e Dempsey hanno fatto volare la palla con fiammate sugli spazi. Ma si sono trovati di fronte una difesa fitta, cupa, irta di lance e di scudi tra le cui file si aggirava come una belva Mauro Bergamasco. Ma tutta la squadra si è affrettata al combattimento.
Con i corpi, le mani, le braccia hanno eretto una solida diga per arginare il fiume irlandese. Per superarla O’ Gara è stato costretto a ricorrere ai suoi luminosi piedi: un cross come un bisturi per Trimble che sul placcaggio di Mauro Bergamasco ha servito Dempsey per la meta.
Quello della difesa è il primo incoraggiante mattone posato dal nuovo citì nell’opera di consolidamento dei fondamentali. L’altro riguarda la conquista. Impeccabile, persino avida, la touche: quattro lanci scippati contro uno e una piattaforma per gestire quasi una ventina di palloni di qualità. Metà sono stati investiti nel driving maul, confermatosi più che mai arma dei poveri, anche se poi lo usano tutti.
L’Italia vi è salita sia per uscire dagli impacci difensivi che per avvicinarsi alle porte e alle alte mura irlandesi. Riuscendo a fare breccia allo scoccare dell’ora di gioco. Quando Parisse su una penaltouche ha riunito la famiglia a una quindicina di metri dalla meta attorno a una sontuosa presa a due mani di Dellapé. Bergamasco ha blindato il lato sinistro e il carro ha cominciato ad avanzare ammutolendo lo stadio.
Il capitano si è sfilato allora dalla testa ed è passato in coda per ricevere e mettere al sicuro il pallone. Il carro ha piegato lievemente all’interno per poi girare vorticosamente a destra in seguito al brusco scarto di Castrogiovanni. Bergamasco, Del Fava e Perugini sono stati catapultati fuori trascinandosi un grappolo di avversari. Mentre il capitano con a fianco il fido Zanni e alle spalle Castro scendeva sulla terra feconda. 13 a 8 e l’odore della vittoria.
L’Italia non ce l’ha fatta per evidenti lacune. Alla trilogia classica cui punta Mallett manca ancora un fondamentale decisivo accanto a difesa e conquista: il gioco al piede. Ci si è affidati quasi solo ai calcetti di Travagli, non sempre precisi, alle spalle del pack avversario. Tanto che Masi, nello spaesato esordio all’apertura, ha stabilito un record: il primo numero 10 a giocare un’intera partita senza usare i piedi. Il gioco ne ha sofferto com’era ovvio, gravato di prevedibilità oltre che dalla cronica incapacità dei trequarti di bucare la difesa. Purtroppo quasi mai una meta basta per vincere. E gli azzurri non hanno mostrato valide opzioni alternative al maul. Molti guai sono venuti anche dalla mancanza di disciplina: errori capitali e possessi regalati in situazioni favorevoli. Valgano per tutti il fallo di Travagli su O’Gara dopo una mischia vinta che ci è costato i primi tre punti e l’espulsione di Dellapè rimediata mentre il pack stava mettendo l’Irlanda alle corde. Occasioni d’oro sprecate.
IL MATCH DI MOGLIANO. ITALIA 2 DELUDENTE
Gli scozzesi prendono il largo nel secondo tempo
Mogliano
Quella che doveva rivelarsi come una rivincita della sconfitta beffa dello scorso anno a Perth è stata invece una disfatta. L’Italia A è stata battuta largamente dalla pari selezione scozzese al termine di una partita non bella e costellata da molti errori. Se da questa squadra Nick Mallett dovrebbe pescare per eventuali sostituti nella Nazionale maggiore c’è poco da stare allegri. Una squadra che a livello difensivo ha fatto vedere delle lacune terribili e anche con la palla in mano più volte non ha saputo cosa fare. In particolare dalla linea arretrata sono arrivate le delusioni più grosse.
L’Italia ha tenuto poco più di un tempo (3-11 all’intervallo, 10-11 al 3′ della ripresa), poi la Scozia è scappata mettendo in evidenza i limiti italiani. Cinque mete scozzesi contro due italiane. Per l’Italia due mete di Padrò ed Erasmus, la prima ad inizio ripresa della terza linea del Petrarca dopo un break di Buso, la seconda siglata dalla terza linea del Viadana dopo un buco di Toniolatti entrato in sostituzione di uno spento Semenzato. Pochi gli azzurri a salvarsi, senza dubbio Orlando, in particolare per la difesa, attorno al pack ma anche al largo, quindi Ferraro. Come reparto, buona la touche.
Ennio Grosso
Avvio travolgente di Petrarca e Treviso
Prima giornata di Coppa Italia.
Nel girone A il Carrera Petrarca ha travolto il Vibu Gran Parma 59-10 conquistando il bonus offensivo, mentre nel derby di Rovigo il Benetton ha liquidato la FemiCz 31-0 incassando a sua volta il bonus.
Classifica: Carerra e Benetton 5, Femi, Vibu e Casinò di Venezia 0.
Prossimo turno (8/9 febbraio): Benetton-Casinò, Vibu-FemiCZ. Riposa il Carrera.
Girone B:
Almaviva-Overmach 21-27, Amatori Catania-Cammi 13-22. Classifica: Cammi 5, Overmach 4, Almaviva 1, Montepaschi e Amatori Catania 0.
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