La delusione del flanker udinese per il ko con la Scozia: «Sbagliamo e non sappiamo perchè. Ora ci toccano i due match più difficili»
«Italia, troppi errori e difesa non all’altezza»
Alessandro Zanni, re dei placcatori: «Se quando entri nei 22 metri non fai punti, a livello internazionale sei spacciato»
Edimburgo
NOSTRO INVIATO
Con tredici placcaggi è stato il cacciatore di uomini più efficace della partita. Meglio anche di Mauro Bergamasco (12), che contro l’Irlanda l’aveva battuto di uno (16-15). Alessandro Zanni però non si gode il primato. E nemmeno il fatto di aver raggiunto a 25 anni e 28 caps la maturazione nel ruolo di terza linea sul lato chiuso. Ottimo in difesa, presente nel gioco aperto, utile come opzione in touche. Gli occhi del flanker udinese sono smarriti. Come la squadra di Nick Mallett dopo il ko 26-6 nel 3. turno dell’Rbs Sei Nazioni contro la Scozia. Anticamera al cucchiaio di legno.
Deluso?
«Sì, la partita con la Scozia poteva essere lo spartiacque del nostro Sei Nazioni. Non siamo riusciti a cogliere l’occasione».
Come mai?
«Neanche noi ci diamo una spiegazione di perchè le cose non vanno. In settimana lavoriamo bene. Poi non riusciamo a tradurre nel match quando facciamo, proviamo, apprendiamo in allenamento».
Cosa non ha funzionato nell’Italia?
«Abbiamo commesso troppi errori, sempre i soliti da qualche partita a questa parte, che però non correggiamo mai. Abbiamo perso i tre incontri del torneo soprattutto per questo».
Avete toccato il fondo in attacco: da 11 a 9 a 6 punti, con una meta segnata in tre partite.
«Contro la Scozia le occasioni ci sono state. Siamo arrivati spesso dentro i 22 metri. Ma una volta lì non concludiamo. Invece bisogna tornare dall’occupazione del campo avversario traducendola inpunti, meta o calci non importa. A livello internazionale con le difese sempre più blindate se non sfrutti a dovere le poche occasioni di segnare che si presentano non vai da nessuna parte».
Una è capitata proprio a lei, con l’intercetto su Ugo Southwell. Ha fatto tornare alla memoria le tre mete del successo a Edimburgo nel 2007. E alla fine dell’azione ha portato i tre punti sul drop di capitan Parisse.
«In quell’azione sono salito veloce per chiudere. Non mi aspettavo che l’avversario passasse la palla. Invece me la sono trovata in mano. Sono partito da fermo e non sono riuscito a prendere sufficiente velocità perchè qualcuno mi fermasse prima della linea. Mi dispiace».
Lei è stato il miglior difensore del match, ma in fatto di difesa l’Italia non ha brillato.
«Mete in prima fase da touche come quella di Simon Danielli, su un semplice incrocio interno dei trequarti, non si possono prendere a livello internazionale. E’ la marcatura che ci ha tagliato le gambe».
È il peggior momento della Nazionale da quando, nei test autunnali 2005 con ct Berbizier, è entrato a farne parte?
«Ci sono stati altri momenti duri. Certo che stavolta abbiamo perso tre partite per nostri errori. E un punteggio pesante come il 26-6 (peggior passivo in 10 anni di torneo contro la Scozia, il precedente – 18, ndr) ci condanna senza appello».
E adesso?
«Ci toccano le due partite più difficili del torneo, dopo quanto si è visto venerdì in fatto di intensità e gioco in Francia-Galles. Sarà dura, ma non possiamo provare a far altro che rialzare la testa».
I tormenti di Paterson,
piede d’oro costretto alla panchina
Con 714 punti in 94 test si è portato a sole 19 lunghezze dal record di Hastings. Una vocazione da apertura che non ha mai convinto i tecnici
Da oramai undici stagioni è un punto di riferimento indispensabile della nazionale scozzese, grazie ad una visione di gioco sopraffina e ad un piede precisissimo che ha molto spesso levato le castagne dal fuoco al Cardo. Eppure Chris Paterson, “Mossy” per tutti (soprannome mutuato da uno dei suoi eroi dei cartoons di quando era bambino), non ha quasi mai potuto dimostrare tutto il suo talento nel ruolo attribuitogli da madre natura: quello di mediano d’apertura. Proveniente da una famiglia di rugbisti doc e protagonisti col leggendario Gala Rfc (suo zio, Duncan Paterson, è stato mediano di mischia della nazionale scozzese negli anni ’70), Mossy ha fino ad oggi realizzato 714 punti in 94 test con la casacca della nazionale scozzese situandosi a sole 19 lunghezze dal record di marcature detenuto da Gavin Hastings laddove per numero di presenze invece sia al primo posto assoluto nella lista di tutti i tempi. Eppure solamente 11 volte Paterson ha potuto giocare con la maglia numero 10. Infatti in 27 occasioni è stato schierato ad estremo ed in ben 45 all’ala ovvero disputando 72 partite fuori ruolo naturale.
Mossy col Gala si era segnalato fin da giovanissimo quale talento molto promettente nel ruolo di apertura, caratteristica confermata con la prima squadra dei “Maroons” e poi successivamente con i Glasgow Caledonians e con l’Edinburgh Rugby. Non si è mai capito del tutto perché tecnici come Jim Telfer, Ian McGeechan, Matt Williams e Frank Hadden non abbiano creduto fino in fondo al talento ed alle qualità di Chris schierandolo sistematicamente in altri ruoli e soprattutto preferendogli col numero 10 compagni come ad esempio Duncan Hodge, Gordon Ross, il kiwi Brendan Laney, il pur esperto Gregor Townsend, o l’erratico Dan Parks, rivelatisi tutti inferiori a Mossy, dati alla mano.
In silenzio e con una applicazione certosina negli allenamenti, Paterson ha comunque saputo scavarsi un inamovibile posto da titolare in squadra tra l’altro perso solamente di recente quando Hadden lo ha schierato in panchina nelle prime tre uscite dell’attuale edizione 2009 del Sei Nazioni, sabato scorso contro gli Azzurri incluso. Nella lista dei migliori mediani d’apertura di sempre del suo paese Mossy entra di diritto nel gotha in compagnia di assi celebrati come Gordon Waddell, Colin Telfer e John Rutherford avendo inoltre dimostrato un attaccamento ed una fedeltà alla casacca della nazionale encomiabile soprattutto in quest’ultimo decennio in cui la Scozia ha vissuto alterne fortune nel 6 Nazioni e nelle altre manifestazioni del panorama internazionale.
La grande speranza scozzese adesso si chiama Phil Godman ma sono ancora in molti a chiedere, a gran voce, l’inserimento stabile di Mossy in mediana dove potrebbe costituire un tandem di grande qualità assieme a Robbie Blair. Ma non è il caso di farsi grandi illusioni: a volte certi destini sono davvero segnati e nemmeno 3 Mondiali disputati ed un tour con i British Lions hanno la forza di cambiarli…
Francia-Galles
I gallesi: "ci rifaremo a Roma".
E Lievremont annuncia una nuova ondata di cambi nella Francia.
Marc Lièvremont. Toh, chi si rivede. Vituperato e bersagliato a più riprese dai media di casa sua durante tutta la settimana, il tecnico transalpino è riuscito a correggere a tempo di record molte delle lacune evidenziate nelle prime due uscite del Sei Nazioni e a creare così la sorpresa venerdì sera contro il favoritissimo Galles. «I media hanno tutti i diritti di criticare il mio operato. Facciano pure. Io penso già alla trasferta di Twickenham» ha dichiarato Lièvremont che dopo il fischio finale non è stato animato da alcun desiderio di polemica. «Pensiamo che la parola "continuità" debba entrare a far parte stabilmente della nostra esperienza agonistica. Vogliamo poggiare su basi solide e di continuo progresso» ha poi aggiunto il citì transalpino che però ha concluso segnalando che «contro Inghilterra ed Italia, come annunciato prima dell’inizio del torneo, faremo cambi ed inseriremo altri giocatori. Perché nessuno ha il posto garantito e tutti debbono sempre sentirsi stimolati a dare di più causa la concorrenza esistente».
Si è dunque fermata a sette il numero di gare vinte consecutivamente dal Galles di Warren Gatland nel Sei Nazioni. La perdita dell’imbattibilità è stata giustificata dal coach kiwi con «i troppi errori commessi sebbene nulla sia ancora compromesso e si possa ancora vincere il torneo» mentre l’apertura Stephen Jones si è lamentato nel dopopartita perché «non abbiamo quasi mai usufruito di palloni di qualità, non riuscendo pertanto ad imporre il nostro gioco. A Roma ci presenteremo per riprendere il bandolo della matassa smarrito contro la Francia».
Un Martin Johnson visibilmente furioso non ha saputo trattenere il suo disappunto per la sconfitta a Dublino. Per la terza partita di seguito l’Inghilterra ha dovuto giocare con un uomo in meno per 20 minuti causa le due espulsioni temporanee di Phil Vickery e Danny Care che hanno permesso ai padroni di casa l’allungo risultato poi decisivo. «Lavoriamo sodo per preparare la partita e poi la nostra indisciplina rovina tutto» ha ammesso lo sconsolato Johnson a cui ha fatto eco capitan Borthwick ammettendo che «le 18 penalità concesse oggi sono davvero troppe».
Brian O’Driscoll ha preso in mano le sorti della sua Irlanda conducendola alla risicata, ma importantissima, vittoria: «Una vittoria contro l’Inghilterra, anche se per un solo punto di differenza, la si sottoscrive sempre» ha dichiarato lo stellare centro che ha concluso sorridendo «certo che giocare contro solo 14 avversari per 20 minuti ci ha sicuramente reso più facile il compito odierno».
Statistiche azzurre.
I fratelli bergamasco strappano il primato ai Cuttitta: 40 volte in coppia.
Mauro e Mirco Bergamasco sono i fratelli che hanno giocato più partite contemporaneamente in nazionale. Con quella di sabato in Scozia sono 40 ed hanno battuto il record precedente detenuto dai fratelli Cuttitta che ne sommano 39 in contemporanea, il primo dei quali ottenuto nel 1990 contro la Polonia a Napoli e l’ultimo nel 1999 a Genova contro la Francia.
Mauro Bergamasco, nato nel 1979, ha debuttato nel 1998 ad Huddersfield contro l’Olanda e al debutto di Mirco, nato nel 1983, contro la Francia nel 2002 sommava già 19 cap.
Le famiglie di fratelli in azzurro sono 20. Ai Bergamasco e ai Cuttitta seguono Nello e Rino Francescato con 18 partite insieme, i romani Francesco e Piero Vinci 10 volte, Denis e Manuel Dallan 8 volte, Bruno e Nello Francescato 6 volte, gli aquilani Giorgio e Giancarlo Morelli 3 volte, i livornesi Fabio e Fabrizio Gaetaniello 2 volte.
Un poker di fratelli , gli aquilani Berardino e Giovanni Di Cola, i sandonatesi Adriano e Paolo Fedrigo, i poliziotti delle Fiamme Oro Giuseppe e Roberto Martini, Guido e Piero Romano, azzurri nel 1942, chiudono l’elenco con una sola partita giocata insieme.
Vedere in campo tre fratelli insieme in maglia azzurra è successo solo 3 volte , di cui 2 con Francesco, Paolo e Piero Vinci e una con Bruno, Nello e Rino Francescato.
I fratelli Vinci sono la sola famiglia ad aver schierato 4 fratelli in contemporanea, impresa non riuscita in maglia azzurra nemmeno ai Francescato, in quanto Ivan era nato dieci anni dopo Rino che era già più giovane di Nello e Bruno.
Ci sono poi altre coppie famose di fratelli: Claudio e Sergio Appiani, Franco e Romano Baraldi, Francesco e Mario “Maci “ Battaglini, Ottorino e Romano Bettarello, Amerigo e Riccardo Centinari, Fabio e Paolo Gargiulo, Luigi detto “Ciano” e Roberto Luise, Leonardo e Massimiliano Perziano. Tutti fratelli e azzurri, protagonisti assoluti con la casacca dei club, ma senza la soddisfazione e l’emozione di aver giocato insieme con la maglia della nazionale.
Il record dei Cuttitta è durato 10 anni e 33 giorni, ma possono continuare a sorridere perché detengono ancora il record di caps insieme come gemelli, Mauro e Mirco infatti non lo sono. Non è azzardato ritenere che il record dei gemelli Cuttitta durerà molto a lungo, infatti in 80 anni di attività azzurra e 601 azzurri si contano solo 3 coppie di gemelli: Cuttitta, Fedrigo e Romano.
Altre Brevi
ITALIA UNDER 20 – Ancora una sconfitta per gli azzurrini di Romagnoli e Ghini. Nel 3. turno del Sei Nazioni, l’Italia è stata sconfitta dai pari età della Scozia 14-10 (pt 3-10). Tutti i punti del trevigiano Benvenuti, meta, trasformazione e piazzato.
Altri Risultati: Francia-Galles 40-20, Irlanda-Inghilterra 19-18;
Classifica: Irlanda 6, Francia, Inghilterra, Scozia 4, Galles, Italia 0.
SEI NAZIONI ITALIA DONNE – Il quarto d’ora finale è stato fatale alle azzurre; dopo aver chiuso il primo tempo avanti 7-5 ed essersi portate sul 10-5 a metà ripresa (meta di Stefan, trasformazione e piazzato di Veronica Schiavon), le italiane sono state battute dalla Scozia 13-10 nel 3. turno del Sei Nazioni.
Altri Risultati: Francia-Galles 27-5, Irlanda-Inghilterra 13-29;
Classifica: Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda 4, Scozia 2, Italia 0.
ITALIA A – Solo una meta nel finale nega all’Italia A di vincere a Perth con la Scozia A. Alla fine un pareggio, 22-22. Per l’Italia tutti i punti di Burton, meta, trasformazione, 4 piazzati e un drop.
COPPA ITALIA – Ad un turno dalla conclusione della prima fase solo l’Overmach Parma ha la certezza di aver raggiunto le semifinali. Il Casinò di Venezia ha battuto il Benetton a Paese e rimesso in discussione la questione della qualificazione.
Girone A: Cammi-Overmach 13-25, AlmavivA-Montepaschi 25-17, riposava il Femi CZ.
Classifica: Overmach 13, AlmavivA 9, Femi CZ, Montepaschi 6, Cammi 2.
Prossimo turno: Overmach-AlmavivA, Montepaschi-Femi CZ.
Girone B: Benetton-Casinò di Venezia 3-26 (due mete veneziane di Mentz e Canale), Rolly-Futura Park 19-16, riposava il Carrera.
Classifica: Benetton, Carrera 10, Casinò di Venezia 9, Futura Park 5, Rolly 4.
Prossimo turno: Carrera-Benetton, Casinò di Venezia-Rolly.
SERIE C – In campo solo il Girone Civ “Ovest”:
Frassinelle-Vicenza 12-12, SudTirolo-Monsters 22-46, Cus
Verona-Altovicentino 36-10, Villadose-Valpolicella 7-41,
Trento-Valeggio 41-5. Vicenza 70, Monsters 59, Frassinelle 44, Cus
Verona 43, Altovicentino 42, West 28, Valpolicella 24, Trento 14,
SudTirolo, Valeggio 11, Villadose -3.
RECUPERI
Serie A–Girone 1: Colorno-Alghero 44-6;
Classifica: Prato 74, Lazio 61, L’Aquila 58, Colorno 51, MarchiolSanMarco, San Donà 37.
Serie A–Girone 2: Zhermack Badia-Colleferro 18-13, Cammi-Recco 7-26;
Classifica: Noceto 68, Brescia 58, Benetton 44, Zhermack 39, Recco 33.
Under 19 – Girone 2: Modena-Casinò Venezia 0-10, Mirano-Colorno 8-38, Overmach-Grande Mi 24-3;
Classifica: Orved 67, Casinò Venezia 54, Colorno 53, Femi CZ 40, Amatori Milano, Overmach 34.
BEACH RUGBY – Flavio Tonello del Montebelluna Rugby, è il nuovo Presidente della Libr (Lega Italiana Beach Rugby). Vice Presidenti, il patavino Enrico Gottardo ed il cagliaritano Marco Tanda.
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