RUGBY A Monza nella finale per il titolo i trevigiani migliori nel
primo tempo per mole di gioco ma crollano nettamente nella ripresa
La difesa Cammi scuce lo scudetto al Benetton
Goosen sbaglia i calci di spostamento, errori collettivi nelle rimesse
– Annulata alla moviola una meta di De Jager
Monza
NOSTRO INVIATO
"Per la storia e per la gloria conquistiamo la vittoria" recitava
sugli spalti uno striscione dei tifosi del Benetton. A seguirlo alla
lettera, però, è stato il Cammi Calvisano.
Ieri allo stadio Brianteo di Monza, meno pieno dell’anno scorso, ha
conquistato lo scudetto (il secondo della sua storia) nella finale del
Groupama Super 10. Ha battuto un Treviso che meritava la vittoria nel
primo tempo per la mole di gioco, ma è crollato nella ripresa.
Soprattutto nella testa dei suoi uomini guida. La chiave della
vittoria del Cammi è stata la gran difesa. Ne è uscito esaltato
Leonardo Ghiraldini, padovano e capitano, eletto man of the match.
Partenza dura. Terribile cravatta su Mafi di Costanzo, richiamato. Si
gioca a ritmo basso e con ripartenze continue vicino al pacchetto.
Treviso domina territorialmente. Primo break al 10′ di Goosen, dopo
che Williams scompagina due volte la difesa, fermato sulla linea dei
22. Il risultato però si sblocca al 16′ appena il Cammi varca metà
campo. Su fallo a fondo touche di Barbieri, Griffen centra i pali dai
22 (3-0). Treviso è più falloso (4 contro 2). Per ostruzione a terra
di Pavanello resta in 14, ma Griffen non approfitta del calcio dalla
linea dei 10 metri. Goosen zoppicante sbaglia i calci di spostamento,
i suoi compagni si fanno sporcare le touche.
Al 30′ bella azione di Treviso, nata da touche presa da Louw,
continuata con il maul e più fasi, ma un tenuto nel cuore della difesa
bresciana rovina tutto. Idem un minuto dopo per avanti di Barbieri
dopo break di 20 metri di Picone. Il Benetton gioca meglio, è sempre
nella metà campo rivale, ma non concretizza. Fino a quando,
recuperando su punto d’incontro al 40′, la palla dopo vari pick and go
arriva a Borges. Taglio del fronte e allungo sull’out a De Jager che
schiaccia pur placcato. Sembra meta, ma il tmo dice no: l’ala ha prima
toccato la bandierina.
Un bel boccone amaro per i trevigiani. Per loro fortuna non acuito dal
drop (fallito) di McLean al 5′ di recupero. Il Benetton ha condotto
tutto il primo tempo, dominato territorialmente, ma va negli
spogliatoi sotto 0-3. Punteggio d’altri tempi. Peccato, perchè se
Goosen piazzava invece di giocare il calcio dato nei minuti iniziali
nei 22 poteva essere 3-3.
La ripresa inizia nello stesso modo. Fallo in rimessa laterale e
Griffen da 30 metri piazza il calcio dello 0-6. Ma Treviso reagisce
immediatamente e su fallo per giocatore non rotolato via dal
placcaggio sblocca lo zero con calcio da 30 metri laterali di Goosen.
Ancora lui all’11′ produce un break, dopo efficaci penetrazioni che
guadagnano metri, fermato sulla linea dei cinque metri. E’ l’ennesima
volta che la difesa del Calvisano fa la differenza. E al 15′ entra nei
22 e con una serie di percussioni, due dell’onnipresente Ghiraldini,
crea pericolo. Proprio lui è decisivo nella meta che al 23′ fa il
break nel puntenggio: percussione di McKenzie centrale, apertura sulla
corsie sinistra presiadata costantemente dal tallonatore, palla a Purl
e poi all’interno a Treloar che schiaccia (3-13). Treviso ora è in
ginocchio.
Infatti prima con un break di Garcia, poi con un calcio laterale di
Buso per Mafi placcato ad un passo dalla meta, Calvisano mette alla
corda i rivali. Ora è installato dentro o intorno la metà campo
trevigiana. Ruba, continua a sporcare le touche e placca tutto. Al
Benetton per capovolgere l’inerzia serve un miracolo. Ci prova
Williams al 35′ con una corsa stile Brunello finale 1988, ma una volta
catturato il suo passaggio non è raccolto a metà campo. Sulla palla
vagante un duro placcaggio di Louw su Griffen fa scoppiare una rissa.
Al terza linea tocca il giallo, a Goosen che protesta e manda a quel
paese l’arbitro il rosso. In campo volano i cartoni coprisedili della
parte di pubblico trevigiano, stizzito per la decisione. Se non altro
andava sanzionato anche Griffen, protagonista di una reazione
violenta, con due pugni a Louw.
È la fine. I 5′ di recupero servono solo a scavare ulteriormente il
solco, con la meta di Pratichetti su palla recuperata da un Benetton
ormai dalle file scompaginate (3-20). Lo scudetto si scuce dal petto e
prende la strada di Calvisano.
Ivan Malfatto
CONSIGLIO FIR – Basta parlare di Celtic League fino a quando non
arriverà una proposta ufficiale dal comitato, un progetto di accademia
per gli arbitri e test d’autunno con i Pacific Islanders probabilmente
a Reggio Emilia. Sono alcuni dei temi trattati. Nominati i nuovi
tecnici delle nazionali: Guidi (A), Romagnoli (u20), Doussy (u19),
Troiani (u18).
———————————————————
Monza
NOSTRO INVIATO
(im) Il vincitore, Paul Griffen, arriva di corsa, strappa la coppa di
campione d’Italia a Gonzalo Garcia in mezzo al campo e gli urla:
«Dammela che vado in spogliatoi a farci l’amore». Lo sconfitto, il
presidente del Benetton Amerino Zatta, parlando del suo leader Marius
Goosen e del cartellino rosso un’ora dopo la fine del match rivela:
«Andate in spogliatoio a vedere, è rimasto da solo ed è ancora là che
piange. Pensate quanto è nervoso e dispiaciuto».
Tra questi due estremi si consuma il dopo Treviso-Calvisano. In casa
Benetton il volto della delusione è quello del neo tecnico Franco
Smith. «Le palle in touche sono il cibo necessario per segnare le mete
e loro ce l’hanno sempre rubato – spiega soffermandosi sulle chiavi
della sconfitta – Ero convinto che in Italia quando riesci a produrre
7-8 fasi di gioco o segni, o perlomeno prendi una punizione. Noi il
primo tempo l’abbiamo fatto, ma non abbiamo segnato e le punizioni le
hanno prese gli altri».
Conferma Simon Picone: «Abbiamo avuto pochi palloni puliti in touche,
abbiamo giocato solo su quelli di recupero. Il giallo a Ottie Louw ci
ha tagliato del tutto le gambe».Duro il dg Munari sull’arbitro: «Il
problema degli arbitri italiani è che, soprattutto quelli di Super 10,
hanno atteggiamenti e modalità di interpretazione delle partite che
non sono ciò di cui il nostro rugby oggi a bisogno».
In casa Cammi il tecnico Delpoux annuncia che ha già firmato per un
altra stagione e spiega: «La prima chiave della vittoria è stata
andare subito in vantaggio, se lasci Treviso prendere 3-6 punti non lo
prendi più. La seconda sono state la difesa, la disciplina e la
calma».Con Calvisano oltre a Ghiraldini (padovano), festeggiano il
tricolore gli altri veneti Buso (trevigiano), Dal Maso (rodigino) e il
friulano Zanni.
—————————————————
Capitan Orlando: «Gara equilibrata fino a pochi minuti dal termine,
poi loro sono stati migliori»
Al triplice fischio finale di Damasco, il cielo si fa grigio agli
occhi dei giocatori della Benetton. Il 20-3 finale pesa come un
macigno per i biancoverdi che non hanno saputo contrastare la maggiore
determinazione del Calvisano, più forte nella conquista, più abile nei
momenti decisivi del match. Dopo una stagione di fatiche e di sudore,
fermarsi sul più bello equivale a bere un sostanzioso ed amaro calice
fino all’ultima goccia e solo chi indossa la fascia da capitano può
farlo con dignità ma soprattutto a testa alta. Silvio Orlando, terza
linea del Benetton Treviso, cerca le parole giuste per poter soffocare
il dispiacere della sconfitta mentre gli avversari alzano la coppa dei
vincitori al centro del campo:«Mi sarebbe piaciuto – ha esordito
Orlando – venire a parlare con voi con un altro spirito e festeggiare
il terzo scudetto consecutivo ma dobbiamo fare i complimenti al
Calvisano che ha meritato questa vittoria». Nonostante il punteggio
sembri disegnare una gara a senso unico, a poco più di un quarto d’ora
dal termine il Calvisano conduceva solo di tre lunghezze sul 6-3 per
poi aprire la breccia con l’australiano Treloar e chiudere in discesa
il match:" È stata una gara equilibrata – ha spiegato Orlando – fino a
pochi minuti dal termine poi è stata una questione di pochi
particolari che Calvisano ha saputo sfruttare al meglio". L’episodio
clou a tre minuti dal termine sul 13-3 Calvisano. Louw placca al collo
Griffen e si becca il giallo mentre il guardalinee non bada alla
reazione del mediano giallonero che esce indenne dalla zuffa. Goosen
perde le staffe e manda platealmente a quel paese Damasco che estrae
il rosso per l’apertura biancoverde:«Marius lo conosco bene – ha
continuato il capitano del Benetton – e quello che ha fatto non
rispecchia il suo normale comportamento. Sicuramente il fattore stress
gli ha giocato un brutto scherzo proprio perché mancavano pochi minuti
dal termine ed ha visto come tutti gli altri lo scudetto volare via,
peccato perché eravamo ancora in partita». Il lato biancoverde della
tribuna scoperta del Brianteo comincia a svuotarsi di fronte
all’amarezza della sconfitta mentre i tifosi gialloneri festeggiano
con i propri beniamini il secondo storico scudetto. Nascono qui le
parole d’orgoglio del capitano Silvio Orlando:«Dispiacerà molto
giocare la prossima stagione senza il tricolore sul petto. La
sconfitta di oggi (ieri ndr) deve dare la carica giusta per
riconquistarlo attraverso l’allenamento e la forza del gruppo che non
ci è mai mancata. Non dobbiamo essere appagati dal fatto che nella
storia del nostro club sono arrivati tanti successi, dobbiamo avere
sempre fame di vittorie». Arrivano anche le parole di elogio per gli
avversari da parte di Paul Griffen, decine di caps in azzurro e classe
da vendere:" Abbiamo battuto una grande squadra – ha esordito il
numero 9 giallonero – ho perso tante finali e vincere la seconda è una
gioia immensa. Goosen?Lui è un grande giocatore e il momento in cui è
stato espulso era sicuramente sotto pressione ed è stato difficile
gestire la situazione".
————————————————–
La sconfitta per i Leoni arriva nei minuti finali, dopo una partita
assai combattuta e nervosa
Benetton, il giorno più amaro
Poca voglia di parlare in casa biancoverde e si guarda già al futuro:
«Torneremo vincenti»
Monza
Poca voglia di parlare in casa Benetton dopo la cocente sconfitta
contro il Calvisano che evita la terza vittoria consecutiva ai
neroverdi e va a scucire dal petto il tricolore dalle gloriose maglie
dei «Leoni».Il Brianteo di Monza fa da cornice quindi alle parole
amare ma decise del Team Manager e Vice Allenatore del Benetton
Treviso Franco Comperti:" Abbiamo iniziato bene la gara e giocato un
buon primo tempo che ha lasciato in equilibrio il punteggio – ha
spiegato Comperti – poi nel secondo tempo il Calvisano ha dominato in
touche e da lì sono iniziati i problemi".La conquista, valore primario
della palla ovale assieme all’avanzamento è venuta a mancare tra i
neroverdi che hanno visto sgretolare il proprio castello con il
passare dei minuti.
«Senza il possesso – ha continuato Comperti – siamo calati
vistosamente, dovevamo stare più attenti dal punto di vista della
disciplina perché abbiamo affossato regolarmente i loro attacchi
subendo calci di punizione importanti e ci siamo lasciati andare a
gesti di nervosismo che hanno complicato ancora di più la situazione».
Impossibile non parlare del gesto «calcistico» di Goosen che ha
contestato platealmente l’operato di Damasco, mal coadiuvato dal
guardalinee che non ha ritenuto opportuno estrarre il cartellino
giallo ai danni di Griffen:" Marius ha capito di aver sbagliato –
spiega Comperti- è nuovo a questi tipi di reazione, non c’è stato
bisogno di dirgli nulla".Insieme a Goosen, Brendon Williams
rappresentavano i maggiori pericoli per Calvisano ma «Dingo» non ha
saputo far breccia nella difesa dei bresciani:
"Non siamo riusciti a mettere gli avversari in difficoltà con i
trequarti – continua Comperti – la linea del Calvisano è sempre salita
bene, tanto di cappello a loro che hanno saputo tenere a bada un
giocatore come Williams".Ora lo sguardo va al fututo dove per Franco
Comperti non ci sono dubbi:«Siamo una squadra vincente e l’anno
prossimo saremo ai vertici, come sempre».Sorriso smagliante, invece, e
tanta carica nelle parole di Marc Delpoux allenatore dei nuovi
Campioni d’Italia, capaci di confermare la leadership del campionato
con dei playoff perfetti:" La partita di oggi – esordisce Delpoux – è
lo specchio della nostra stagione. Abbiamo avuto un inizio difficile,
crescere con il tempo per poi essere imprendibili per tutti.Siamo una
squadra fatta per soffrire, oggi non c’è bisogno di parlare di tecnica
o di tattica, è doveroso sottolineare il cuore di questi ragazzi".
L’allenatore francese va a ruota libera e dedica un pensiero forte a
chi lo ha accompagnato in questa avventura vincente:" Questa è la
vittoria del gruppo – ha esclamato Delpoux – di tanti ragazzi che
hanno fatto parte della squadra anche nella passata stagione e che
hanno contribuito alla crescita sia tecnica che caratteriale del
Ghial".Gli allenatori francesi sono sempre stati preziosi nella storia
del rugby azzurro e Delpoux spende parole di elogio sul potenziale dei
giocatori nostrani:«Una squadra italiana ha bisogno di giocatori
italiani, bisogna farli lavorare con calma per poter ottenere i
risultati che si sperano.Gli stranieri sono importanti ma solo se
capaci di permettere il salto di qualità ad una squadra già
collaudata».
————————————————
Il fallimento di un sistema e la strada giusta per risalire
di Carlo Felice Dalla Pasqua
Le partite si vincono in due modi: o con la tecnica e la tattica o con
la testa. Una volta Treviso era di una spanna o due superiore a tutti
e la concentrazione poteva non essere un fattore decisivo. Ora non
più: i buoni giocatori li hanno anche gli altri e per prevalere non ci
si possono permettere leggerezze, bisogna prendere le decisioni giuste
al momento giusto e non commettere errori, come invece è avvenuto ieri
contro Calvisano. Il Benetton può tornare sul tetto d’Italia e può
farlo presto, ma deve sapere che deve ricostruire un gruppo
mentalmente forte, tecnicamente e tatticamente all’avanguardia. E, in
prospettiva, deve anche tornare a produrre dal proprio vivaio alcuni
dei giocatori che poi potranno diventare campioni d’Italia con la
maglia della propria città. Non per stupido sciovinismo, ma perché
quella è l’unica strada per restare all’avanguardia.
La sconfitta di ieri del Benetton parla anche allo sport di tutta la
città. Per i risultati questo è stato l’annus horribilis dello sport
trevigiano: oltre al rugby, ci sono stati il basket a lungo in zona
retrocessione, il volley che da ere geologiche non veniva eliminato ai
quarti, e il calcio, che era partito per tornare in serie A e che deve
ringraziare vari santi in paradiso se si è salvato nelle ultime due
partite. Non sono passati molti anni da quando il calcio era in serie
A e le tre squadre di Benetton, mal che andasse, arrivavano in
semifinale e spesso vincevano i campionati. Siccome i risultati sono
raramente frutto del caso, è necessaria una riflessione sul perché di
questo 2008 fallimentare: la devono fare coloro che gestiscono le
squadre (devono capire che non si vince soltanto perché c’è una
tradizione e che i successi passano attraverso investimenti adeguati)
e coloro che amministrano la città, perché lo sport è un patrimonio di
tutti e ha bisogno di adeguato sostegno
Leave a Reply