Con quella faccia un po’ così… (raccontino di Pasqua 2008)

A proposito di Parma, del problema del campo, della eliminazione (?) del Tardini, del “Lanfranchi” (?) ecco un “raccontino” scritto sei anni fa ma che torna attuale.

Con quella faccia un po’ così…

Per dirla alla Paolo Conte, noi ragazzini del Rugby di Torino facevamo la stessa espressione quando si parlava di Parma, del suo rugby e dei suoi campioni d’Italia..

L’anagrafe non mi ha permesso di esserci stato, né di avere vissuti quei momenti. Ma loro, i giocatori torinesi, li ricordo ancora, appena dodicenne, vederli allenare al vecchio Campo di Lucento e poi al Motovelodromo.

E sono proprio loro che mi hanno poi parlato, a me neo-ragazzino/appassionato e praticante degli anni 60, di quel Parma e di quella Parma.

Proprio loro, ….quelli che c’ erano stati a Parma: i "veci". Quelli grandi , che venivano a vedere le partite di noi della giovanile: talvolta anche ai nostri allenamenti.

Bonino, Vigna, Casalegno, Aleati, Guglielmino, Marazzina e tutti gli altri loro compagni del Cus Torino….. che inchiodavano la nostra attenzione con i loro resoconti.

Travaglini, uno dei reduci del Ginnastica Torino campione d’Italia del 1947 mi raccontava di trasferte in treno tipo: accelerato delle 5.40 fino a Voghera, poi coincidenza/diretto fino a Piacenza, cambiando ancora per Parma, dove si arrivava verso le 11.30 giusto in tempo per mangiare qualcosa, a volte sulle panche dei giardini della stazione, quanto ci si era portato da casa.
L’immancabile pane e formaggio, le uova sode, il fiasco di vino………
Pranzo al sacco che poi, noi rugbisti degli anni a venire, chiameremo picnic, o tramezzini……

Bonino, faceva il macellaio e racconta che una volta portò costine e bistecche crude da fare alla griglia.

"Ma laggiù hanno salami buoni" gli rispose qualcuno.

"Perché i miei come sono!!!! –tuonava arrabbiato- Ci mettiamo da una parte ed accendiamo un fuoco……ci vuole un attimo, " e poi i negossi sun serrà la duminica (i negozi sono chiusi la domenica) aggiungeva saggiamente.

Si racconta ancora che accendere il fuoco ed arrostire non fu possibile e che le bistecche furono ugualmente consumate. Così com’erano: crude e per non farle andare in malora….

"A Parma potete venire solo mangiare, perché a giocare ci pensiamo noi" sfotteva divertito uno del Parma, tale Rigolli, come mi raccontava Marazzina

Proprio lui, il dott. Marazzina, che chiudeva il discorso dicendo "Niente da fare…a Parma sono forti…e basta. Poi hanno un campo che qui ce lo sognamo….."

E noi "bòcia" ad ascoltarlo estasiati.

Proprio con quella faccia un po’ così……l’espressione un po’ così….

Esaltazione? Leggenda? Mito?

Chissà……

Qualcuno ha scritto che "…non c’è bellezza che non abbia qualcosa di leggendario".

Dev’essere proprio così.

Ruggero Rizzi (aprile 2002)

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