Nato a Dublino il 21 gennaio 1979, Brian O’Driscoll è cresciuto a Clontarf, dove quasi mille anni prima King Boru, che guarda caso si chiamava anche lui Brian, ha sconfitto i nordici vichinghi in una battaglia epocale, liberando la sua Patria dall’invasione. Considerato all’unanimità il miglior centro del mondo O’Driscoll è anche un talismano portafortuna: la squadra in verde, infatti, in 38 partite con lui in cabina di comando ha conseguito 28 vittorie.
Ha iniziato a giocare a rugby con la squadre del college di Blackrock, dimostrando fin da subito di possedere doti che combinano pura determinazione, brillanti qualità difensive, attacchi efficaci e mentalità vincente. Insomma, con l’ovale in mano è sempre stato un genio e la sua accelerazione nei 15 metri non ha eguali. Per questo, nello spazio di soli tre anni, è passato dalla squadra della scuola alla nazionale, con la quale ha vinto il campionato del mondo Under-19.
Il 12 giugno 1999, durante il tour estivo che l’Irlanda ha affrontato in Australia, Brian ha conquistato il suo primo cap con la nazionale maggiore, a Brisbane, partita persa dai verdi 46 a 10. Sempre quell’anno, durante la Coppa del Mondo, ha giocato tutte le partite del torneo, siglando la sua prima meta contro gli Stati Uniti.
Anche durante il 5 Nazioni del 2000 O’Driscoll è stato sempre presente, coronando il torneo con una superba prestazione contro la Francia.
Nel 2001 ha aggiunto lo status di superstar del rugby durante il tour dei Lions in l’Australia, mentre nel 2002 è stato nominato dall’IRB ‘Best World Player of the Year’.
Il biondo dublinese ha capitanato l’Irlanda per la prima volta quando ha raggiunto il suo 31° caps, sempre contro l’Australia, nel novembre 2002, rilevando poi definitivamente il comando della squadra durante il Sei Nazioni 2004, dopo il ritiro di Keith Wood.
Durante lo stesso anno, ma questo con il rugby centra poco, Brian O’Driscoll è stato votato anche ‘uomo più sexy d’Irlanda’.
L’attuale capitano del Leinster ha continuato ad essere determinante per l’Irlanda nei vari tornei tra il 2004 e il 2007, conducendo gli uomini in verde ad alcune fantastiche vittorie contro squadre del calibro di Inghilterra, Sud Africa e Australia.
Brian, sempre devastante sia in difesa sia in attacco, ha avuto un ruolo primario nelle tre Triple Crown vinte dall’Irlanda durante il suo capitanato. Da notare anche che con le sue 17 mete marcate è al primo posto nella classifica dei metamen della storia del Sei Nazioni.
Nel 2005, durante il tour dei Lions in Nuova Zelanda, O’Driscoll è diventato il primo capitano irlandese della selezione in maglia rossa dal 1983, quando lo era stato Ciaran Fitzgerald, anche se una lussazione alla spalla causata da uno scontro con Tana Umaga ha rovinato quel suo tour.
Tornato idoneo, è riuscito a condurre l’Irlanda alla vittoria delle due Triple Crown, nel 2006 e nel 2007, quando è anche stato nominato miglior giocatore del Sei Nazioni entrambe le volte.
Durante l’ultima gara del Six Nations 2007, quella vinta contro l’Italia, Brian ha battuto il record di 36 caps come capitano della nazionale in verde che apparteneva a Keith Wood, mentre la meta da lui siglata nella gara d’esordio contro il Galles è stata la sua 29 diventando top scorer irlandese in compagnia del suo collega del Leinster Denis ‘DenDen’ Hickie.
A seguito di un mondiale, quello francese, e di un Sei Nazioni 2008 non proprio entusiasmanti, Kidney, che ha sostituito recentemente O’Sullivan sulla panchina della nazionale dell’Isola di Smeraldo, ha dichiarato che è intenzionato a togliere ad O’Driscoll la fascia di capitano, nel tentativo di aiutare la star del Leinster a concentrarsi solamente sul gioco e a ritrovare la sua forma migliore. Candidati alla successione sono Paul O’Connell e Ronan O’Gara.
Brian non si demoralizzi però. Ha scritto un’ autobiografia diventata un best-seller, ha raccontato in un dvd il tour 2005 dei Lions in Nuova Zelanda, ha una serie di sponsor ai suoi piedi e in Irlanda è considerato un vero eroe, forse più del suo omonimo sovrano di mille anni fa.
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