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[RUGBYLIST] I: R: I: i maestri e Doro
Salvatore Messina
salva.messina a yahoo.it
Mer 8 Apr 2015 13:05:31 CEST
Non so che dirti...Ho iniziato a giocare a 14 anni ed a 49 sono ancora qua che mi diverto a giocare ed insegnare il rugby come all'inizio. Non ho mai fatto il professionista, non ho mai allenato professionisti ed alla sera preferisco mangiare un piatto di pasta e bere una birra in club house dopo gli allenamenti insieme ai ragazzi, che rimangono perché si sono divertiti (non solo perché la cuoca è brava).Probabilmente a qualcuno da solo fastidio che per il terzo tempo si debbano giocare i primi due... Mi dispiace deluderli ma il rugby pare sia uno sport che va comunque giocato in campo, poco o tanto ed a qualsiasi livello.
P.S. Per inciso il mio hobby principale è la pesca e d'inverno 2 mesi di stagione sciistica non me li leva nessuno. Ho un lavoro che mi impegna 8 ore al giorno e mia moglie non si lamenta delle prestazioni coniugali e prima di lei un certo numero di morose (i rugbysti piacciono). Quindi o non so scrivere o il mio concetto di divertimento e di tutti quelli che ho incontrato sui campi da rugby in tutti questi anni è diverso dal tuo... A meno che non si confonda "alto livello" con il semplice "saper giocare". Io parlo di saper giocare... l'alto livello è altra cosa ed oggi per professionisti... Molti confondono il giocare a rugby con il saper giocare a rugby. Io ogni tanto gioco a calcio ma non so giocare a calcio visto che non so nemmeno palleggiare la palla. Tanti giocano a rugby ma non sanno fare un passaggio preciso di 3 metri con la sinistra. Non è colpa loro... devono solo imparare...
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Martedì 7 Aprile 2015 22:01
Oggetto: [RUGBYLIST] R: I: i maestri e Doro
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Da:rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Perconto di Salvatore Messina
Inviato: martedì 7 aprile 2015 13:41
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] I: i maestri e Doro Ah ah ah! Prendo a spunto le tue paroleper una mia considerazione "ignorante"... Per imparare a fare qualsiasicosa bisogna prima capirne la finalità: un cucchiaio serve a mangiare meglioche con le mani, il cambio automatico a tenere entrambe le mani sul volante, iltelaio computerizzato a tessere disegni complicati in breve tempo e l'amante atamponare quando la moglie ha il mal di testa. Una volta capito questo ci siguarda in giro e si vede come sono fatte queste cose e come si usano al meglio.Se si è bravi si migliorano altrimenti si impara a costruirle e ad usarle. Noi italiani in questo siamobravissimi perché, contrariamente a quanto si creda, la concorrenza nel nostropaese è fortissima e fin da bambini impariamo a "passare davanti aglialtri in fila". Questo perché ci guardiamo ingiro, osserviamo, copiamo e poi realizziamo ciò che abbiamo capito. Lo stesso avviene con ilrugby solo che per noi il rugby significa qualcosa di COMPLETAMENTE diverso dalresto del mondo. Non lo abbiamo cioè capito. Continuiamo quindi ad impegnarci,investire, spremerci il cervello, copiare ma finché la nostra idea di rugbysarà diversa saremo competitivi con il resto del mondo solo nelle occasioni incui il nostro rugby coincide con quello degli altri. Alcuni luoghi comuni... "Il rugby sport pertutti" Non è assolutamente vero: pergiocare a rugby bisogna essere forti, veloci ed aggressivi; in grado disopportare (veramente) il dolore e la fatica e con una massa muscolare adattaad assorbire i colpi. Il fighetto o il panzone perderanno sempre contro il"figlio di puttana". "L'importante èpartecipare" L'importante è vincere. Sipuò partecipare ad una partita di tennis, una partita di calcio o a briscola maper placcare l'avversario o superare un placcaggio bisogna avere VOGLIA divincere altrimenti lo si prende per la maglia o si fa una ruck (questa lacapiscono in pochi!)... Così come scalare una montagna o una salita inbicicletta.. devi aver fame di vincere non di partecipare, altrimenti simolla... "Terzo tempo" Il terzo tempo è unainvenzione tutta nostra. Per i non anglo-sassoni non è concepibile prendersi amazzate e poi ridere e scherzare assieme. I latini odiano in segreto, ticolpiscono alle spalle e considerano la violenza come un mezzo per raggiungereuno scopo. Gli altri si prendono a botte perché è divertente, al pari di bere efare sesso... Così negli ultimi 20 anni si è enfatizzato il terzo tempo perportare al campo gente che con il rugby non aveva niente a che fare ma a cui piacevaavere un motivo per mangiare e bere e fare casino... Risultato? Olimpico e clubhouse stracolmi ma in campo i soliti 4 gatti! "Rugby sport dicontatto" Mi sono sempre domandato checosa sia il contatto... L'unica cosa che mi viene in mente è una ragazzinatimida che cerca di sfiorare il corpo del suo amato segreto. Il rugby è uno sport discontro. E' un combattimento tra me e l'avversario e quando si va a placcare100 kg in piena velocità la tecnica serve a poco se non hai "istintoomicida". La differenza, da spiegare alle mamme (ma che loro non capirannomai appunto perché sono mamme) è che l'aggressività non va repressa ma gestitaperché nella vita prima o poi capiterà quel momento in cui devi tirare fuori leunghie e i denti. Oltretutto se la nostra situazione psichica non è equilibratapotrà esplodere incontrollata per futili motivi. "Rugby sport divalori" Qui dovrei scomodare Kant maè troppo anche per me... Però aveva ragione su tantissime cose, in primis lamorale umana. "Sport educativo" Nessuno ha dubbi su questo.Semmai la domanda sta nel concetto stesso di educazione nel nostro paese.Sopratutto cosa vogliamo e-ducare... "Metodo globale" Lasciato per ultimoappositamente. L'unico concetto "tecnico" ma che riassume in se tuttele mancanze del nostro rugby. Se ne sono dette tante e tante ancora se nedicono tra chi ringrazia, maledice, benedice o semplicemente è in disaccordocon Villepreux che ha inventato (???) "la madre" di tutte lemetodologie didattiche dell'ital-rugby. Diciamo subito che di per seè valida così come è valido un antibiotico. Quello che però dobbiamo valutarneè la posologia. Se ho mal di denti forse è un tantino inutile... (Sospiro...) Tanto per riassumere l'ideadel famoso metodo di insegnamento del rugby ha origini lontane e si basaessenzialmente sul famoso metodo Montessori (e/o Agazzi) in cui il bambinoessenzialmente scopre e si auto-forma in base all'esperienza (guarda caso ideanata da italiani...). Senza dare un giudizio positivo o negativo, laparticolarità del francese sta nel fatto di aver utilizzato tale metodo comestratagemma per facilitare l'insegnamento del rugby nelle scuole francesi ancheda parte di insegnanti (insegnanti laureati) che non lo conoscevano. Applicato da noi è statosfruttato per far insegnare il rugby anche a persone che non sapevano nemmenocosa fosse... E i risultati si vedono! La differenza tra noi e laFrancia sta nel fatto che alla scuola francese il rugby serviva come sussidioeducativo. Stava poi alla FFR ed ai club convogliare i ragazzi che se neappassionavano oltre l'attività educativa scolastica. Da noi invece si è usato ilmetodo globale direttamente sui campi a mano di insegnanti volenterosi ma chenella maggior parte dei casi (sopratutto negli ultimi anni a seguito dell'inserimentodelle "obbligatorietà") non avevano un vissuto rugbystico perdefinire gli obbiettivi da raggiungere con il metodo globale. Con l'avvento delrugby-televisivo anche i pochi obbiettivi tecnici rimasti sono statimiseramente confusi... C'è altro ma qui ho esposto ipunti salienti delle peculiarità del nostro modo di interpretare il rugby.Alcuni sono antichi, altri sono più moderni intervenuti ad"incancrenire" la situazione. Cambiamo il nostro rugby oritiriamoci a giocarlo solo tra di noi... Salvatore Messina ----- Messaggio inoltrato -----
Da: "luciano37 a libero.it" <luciano37 a libero.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Venerdì 3 Aprile 2015 12:06
Oggetto: [RUGBYLIST] i maestri e Doro Con gli auguri per la Pasqua, chiedo agli amici della List di accettare anche una breve considerazione sul "dibattito" in atto aproposito di Georgia e Italia.
Nei miei, purtroppo lunghi anni con, o accanto, la Nazionale, a ogni delusioneazzurra ho visto concretizzarsi l'ammirazione per nuovi"maestri" o modelli da imitare.
Così prima la Francia, poi la Romania, poi perfino l'Urss (i cui tecniciaffermavano di avere affinato il loro rugby sui filmati del "CinqueNazioni") e quindi, a cascata, tutto il rugby di lingua inglese, per nonparlare dell'Argentina. Adesso la Georgia.
Non entro nel merito, ricordo solo una frase tanto giocosa quantolapidaria, dell'indimenticato Doro Quaglio: " Nonostante tutti questimaestri, di rugby non abbiamo imparato quasi niente. Ma quanto ignorantisiamo, noi italiani?"
Auguri ancora
Luciano Ravagnani
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