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[RUGBYLIST] R: R: R: Malagò e la scuola
luciano37 a libero.it
luciano37 a libero.it
Dom 3 Ago 2014 18:01:12 CEST
Condivido Giorgio, eccome. E non da ora.
Esperienza personale: quando anni fa, molti anni fa purtroppo, andavo in vacanza con figlio piccolo al seguito, il problema era non far annoiare il bambino durante le soste. Nel bagagliaio un pallone da rugby ed era fatta. E non c'era ancora il Sei Nazioni e la tv globale!
Un giorno, sul prato della Basilica del Macereto, nelle Marche, mio figlio, avvicinandosi col pallone a un gruppo di bambini, ebbe dapprima curiosità poi un successo enorme. Dopo pochi minuti tutti amici e tutti a giocare. Ho ancora una foto: 17 bambini. E intanto i genitori facevano conoscenza, Il che non guasta mai, e apprendevano che il rugby non era quello dei film americani.
Se si può fare nei prati, sì, penso si possa fare anche a scuola, anche con numeri ristretti....
L. Rav.. .
----Messaggio originale----
Da: gima_g a libero.it
Data: 03/08/2014 15.21
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: R: Malagò e la scuola
Se volete fare un processo agli insegnanti mi ritiro in buon ordine, se invece volete provare a discutere di lanciare il Rugby nella scuola italiana dobbiamo parlare realisticamente.Se andiamo in una qualunque scuola italiana dalle elementari alle superiori e mettiamo in mano un pallone da rugby ai bambini/ragazzi questi si divertiranno molto più che provando qualsiasi altro sport !!!!!IMPOSSIBILE CHE NON CONDIVIDIATEAllora creiamo le strutture con del personale adatto per fare ciò, dalla presentazione del progetto al Direttore didattico ai tecnici preparati che affianchino maestri/insegnanti ed il risultato arriverà in poco tempo.Poi ...... vedi puntate precedenti
un abbraccio a tutti
Giorgio
----Messaggio originale----
Da: jeppo678 a virgilio.it
Data: 03/08/2014 10.26
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: Malagò e la scuola
Visitando molte scuole in tutte le parti d'Italia è molto raro
vedere un insegnante di Educazione Fisica indossa una tuta, e in realtà di
insegnare tecniche e abilità. Jeans, caffè e giornale sono all'ordine del
giorno, comprese le conversazioni su imminente pensionamento e 'non vedo
l'ora'.
I giovani possono scegliere di non partecipare in attività
motoria a tutte le età, senza motivo particolare. Alcuni prendono parte senza
cambiare i loro vestiti, ma sono dotate di spray deodoranti per dopo. Ci sono
poche altre materie scolastiche che possono scegliere di partecipare
(religione?).
La gente va in palestra, ma si lamentano che non possono
parcheggiare abbastanza vicino, o che devono salire le scale per raggiungere la
palestra. Portano cmq. le ultime mode nell'abbigliamento palestra.
Luciano fa giustamente notare le statistiche relative alla
partecipazione, e questo; in qualche modo; in grado di spiegare le cifre basse.
Egli ha tuttavia chiesto la domanda migliore; quanti
insegnanti/allenatori/educatori sono preparati per insegnare l'attività di
qualità nelle scuole? Vorrei chiedere; Quanti club in realtà monitorare il
progresso e lo sviluppo delle loro allenatori, e offrono percorsi di
miglioramento? Qui abbiamo poi una anomalia; molte persone con tempo per
visitare le scuole e insegnare lo sport sono anche disoccupati. Possano essere
invitato a partecipare ad un aggiornamento tecnico ogni due anni per mantenere
la loro tessera F.I.R.. Questo spesso può essere lontano 100 km., e la spesa può
essere proibitivo.
Troppi club; e cito per esperienza diretta; vedano i loro
allenatori Mini Rugby come babysitter. Se l'allenatore è assente allora chiunque
farà; un paio di giocatori Under 16; un genitore ecc. Un presidente di club mi
ha chiesto perché era necessario per gli allenatori di essere qualificati e
perché avevano bisogno di frequentare corsi di aggiornamento. "Loro sanno come
giocare il rugby; hanno giocato per 15 anni in C1, sanno come allenare ...
".
I club in zone di rugby stabiliti non hanno alcun problema con
il loro reclutamento, e sono aiutati da finanziamenti F.I.R. per premiare 2 x
Under 14 ecc. Forse questi premi dovrebbero invece essere assegnati ai club che
stanno effettivamente cercando duramente per avere uno Under 14, ma lotta perché
mancanza di risorse; non può ottenere uno sponsor per pagare la benzina
dell'educatore, ecc.
Nell'ambiente federale sembra che la direzione in alto (la
testa del pesce) può cambiare, così come lo strato successivo di gestione. La
gestione attuale rapporti coi club non cambia mai però; è completamente
indipendente dalla dirigenza, e chiede semplicemente la gestione superiore a
ratificare i loro piani. Questo significa che i dipendenti sono 'auto-eletto',
non vi è concorrenza per posti di lavoro regionali, selezionando semplicemente
un lavoro per l'uomo, non l'uomo migliore per il lavoro. Non stupisce quindi che
le cose non cambiano mai, solo il volume di ciecamente dire 'sì'.
Jeppo
-----Messaggio originale-----
From: piero filotico
Sent: Sunday, August 03, 2014 1:03 AM
To: rugbylist a rugbylist.it
Subject: [RUGBYLIST] R: Malagò e la scuola
Caro Luciano, secondo me hai ragione da vendere e per questo mi fa
infuriare
il tempo e i soldi persi stupidamente fin dal primo 6 Nazioni che
tanti
entusiasmi fece nascere. Se si fosse cominciato allora a lavorare su
un
progetto serio, quanti bambini di quegli anni avremmo oggi sui campi?
E
quale sarebbe stato lo sviluppo geometrico del proselitismo? E chissà
che
qualche altro talento non fosse già pronto?
Ora tocca ricominciare daccapo, ma non mi pare che l'attuale vertice
sia
molto diverso da quello dondiano.
-----Messaggio originale-----
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di luciano37 a libero.it
Inviato: sabato 2 agosto 2014 18:53
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Malagò e la scuola
Cari amici di rugbylist,
ho letto e continuo a leggere con grande interesse il dibattito in List
sul
rugby e la scuola, che va avanti da parecchi giorni e desideravo mettere
nel
discorso il problema demografico, che - se non mi sono perso qualcosa -
non
mi pare sia stato mai citato.
Assodato che tutti gli sport puntano sulla scuola, non è importante - è
una
domanda, non una critica - nella scelta e/o nello sviluppo di un
progetto,
anche il numero a disposizione dei potenziali educatori dei futuri
rugbisti?.
Cito a memoria ma mi pare che, dati Istat, i nati in Italia (Paese a
crescita
zero) nel 2013 siano stati poco più di 510 mila, grosso modo metà maschi
e
metà femmine.
Sempre nel dibattito scuola-sport (che non è, quindi, solo del rugby)
ho
letto poco tempo fa che il calcio, che ha 13 volte i tesserati del
rugby,
attirerebbe almeno il 50 per cento dei bambini orientati allo sport,
seguito
da volley, basket e nuoto. Se la stima è concreta, fatti - anche
all'ingrosso - i dovuti conti e senza trascurare tutti gli altri sport
non
citati (arti marziali, tennis, ciclismo ecc.) il rugby avrebbe a
disposizione forse 10-15 mila bambini all'anno, femminucce comprese,
sui
quali "operare". Ma proprio Malagò ha detto che in Italia circa il 40
per
cento non fa nessuno sport. La cifra si riduce ulteriormente e il lavoro
mi
pare diventi veramente improbo per l'organizzazione del nostro rugby.
Un
bambino al rugby può equivalere alla scoperta di un tesoro? .
Se la mia osservazione è proprio fuori tema, scusate l'intrusione
Luciano
Ravagnani
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