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R: [RUGBYLIST] Rocco e Mariano

Pier Luigi Maciocia plmaciocia a mclink.it
Mar 25 Giu 2013 02:52:49 CEST


Grazie Luciano, solo tu potevi essere la memoria di noi tutti...vintage!!

plm

 

  _____  

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di luciano37 a libero.it
Inviato: lunedì 24 giugno 2013 18:20
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Rocco e Mariano

 

 Mi permetto di raccogliere l'invito di Pierluigi Maciocia e non essendo,
ahimé!, fra i "troppo giovani" , scrivo poche righe per Rocco Caligiuri e
Mariano Dal Martello, due che - come si dice - "hanno passato la palla". In
verità Rocco la calciava più che passava e Mariano era fra quelli che,
interpretando il rugby del suo tempo, non la mollava mai. Personaggi
totalmente differenti, di carriere nettamente distintcoe, ma entrambi hanno
lasciato un segno.

Rocco Caligiuri, morto a 63 anni, era un calabrese diventato romano. Il
disincanto in persona, il rugby della gioia di esserci, la battuta pronta,
il coraggio scavato nel serbatoio di un'innata pigrizia. L'ho visto esordire
con una maglia azzurra a 19 anni, contro il Galles a Llanelli, con l'Italia
Juniores. Fu l'unico a vincere, conquistando cuori femminili nel terzo
tempo. Un personaggio, fin da subito. Poi la Nazionale vera, per 26 volte,
tra il 1969 e 1979. Non pochi discutevano la scelta, ma Rocco era sempre
disponibile quando lo chiamavano. Ci teneva alla Nazionale, e con lui (e
Quaglio) la nazionale era di umore sempre positivo. Era un buon  difensore,
non un gran placcatore, ma aveva gambe da n. 15 moderno, e soprattutto un
piede, il sinistro, di caratura internazionale. "Piazzava" maluccio, ma nei
drop era fantastico. Nell'aria un po' rarefatta di Johannesburgh, al vecchio
Ellis Park, centrò tre drop contro un Transvaal XV  di caratura, a
concilusione del tour rugoso e abrasivo degli azzurri in Sudafrica nel 1973,
giocando 9 partite su nove. Fino a quel momento solo Albaladejo, francese,
vantava 3 drop in un match internazionale. Come fosse sfuggito indenne dai
placcaggi distruttivi (e in ritardo) dei sudafricani, restò una delle cose
più belle del tour. I suoi h tempi di inserimento in attacco potrebbero
essere ancora portati a esempio. Per i più giovani l'esempio di McLean mi
pare il più calzante. Solo che Rocco era veramente personaggio "pieno",
come lo è stato da imprenditore di grande successo. Gli avevano consegnato
recentemente il cap n. 224 della Nazionale. La Roma e gli amici delle
"rimpatriate" gli avevano conservato  una notorietà meritatissima.

Mariano Dal Martello, ex avanti del Rovigo, è morto a 71 anni. Aveva
terminato la carriera nel 1976, dopo 161 partite coi bersaglieri, in 10
campionati. Nel 1976, dopo lo scudetto dei rossoblui  in "Rugby come Rovigo"
avevo scritto di lui (chiedo scusa se mi cito): "Mariano è uno della
vecchia guardia, ha fatto da ponte tra il Rovigo del settimo scudetto (1964)
e quello attuale. Terza linea potente, dal corto raggio d'azione, è finito
con gli anni a giocare pilone per necessità motorie, rivelando una
sorprendente vocazione. Ambrogio Bona, unanimenente considerato il migliore
in Italia nel ruolo, ne parla in termini entusiastici. Però Dal Martello
non ha raccolto che un decimo di quel che ha seminato. Non ha mai giocato in
Nazionale e a scorrere i nomi di quelli che ci hanno giocato, durante  il
suo periodo migliore, c'é da rabbrividire".

Cose vissute e scritte tanti, tantissimi anni fa. A volte, essere vecchi,
ripaga per averle vissute. Forse è poco, ma i 70 mila che vanno ora
all'Olimpico, arrivano un po' anche dal sinistro di Rocco e dalle
mani-spatola di Mariano.     

Un saluto agli amici della List.

Luciano Ravagnani    

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