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[RUGBYLIST] la nazionale la frustrazione la fir
antoniomangano1962 a libero.it
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Mar 13 Mar 2012 13:56:01 CET
Dire che molti dei ns nazionali sono degli splendidi perdenti e che soffrono l’
ansia di risultato è la faccia della stessa medaglia. Ma chi impone queste
scelte, l’allenatore? Lo staff tecnico? i dirigenti? Il presidente? Sono le
normali domande che un tifoso o un dirigente si pone nella seguire la sua
passione o nel guidare una società. Le accademie sono un’ottima scelta ma fin
quando, il tecnico della nazionale per sostituire Dominguez, perché di questo
si tratta, ricicla un onesto mestierante come Botes, a cosa servono? E il
lavoro che svolge la base. Parliamo della Sicilia che conosco bene. Prima dell’
avvento della presidenza Amore c’era il nulla totale. Si vivacchiava in B con
la retrocessione eclatante dell’Amatori Ct. Ora c’è una squadra in Eccellenza,
una in A, 2 in B e una C con due gironi e altre società che il prossimo anno
debutteranno tra i senior, campionato under 20 locale, 2 giorni di 16, una
trentina di squadre 14, varie 12, ragazzi che partecipano all’ASA, atleti nelle
accademie. Un incremento quantitativo e qualitativo nei tesseramenti
notevolissimo che riguarda anche gli arbitri e gli allenatori. Ma non sono
mancate le difficoltà e i bastoni tra le ruote. Tutto ciò grazie al lavoro del
presidente, del tecnico territoriale, dei consiglieri, insomma si è remato
tutti nella stessa direzione e spesso senza un’adeguata dote di soldi. Una
sorta di svolta epocale. Mi chiedo perché non può avvenire un’inversione di
tendenza anche a livello nazionale dove i soldi sembrano non mancare? Non se
può più di una nazionale perdente che mortifica le aspettative di un movimento
che aspetta le vittorie degli azzurri per esplodere definitivamente? Non se ne
può più di vedere i bambini delusi per l’ennesima sconfitta. Non se ne può più
di vedere gli allenatori che spiegano che anche nella sconfitte si può trovare
il motivo di un successo. Nella terra di Verga lo sappiamo già. I sacrifici li
facciamo giornalmente per vivere, praticare e far praticare il rugby. Quando
guardiamo le partite vogliamo vedere la squadra darci soddisfazioni. E ora di
cambiare se anche nel rugby italiano vige la regola della gerontocrazia, dai
tecnici ai dirigenti ai giocatori da 80 caps, allora è bene dedicarsi ad altra
migliore attività. A furia di prendere botte si perde lucidità. E ora di aria
nuova occorre rinnovare. Bisogna capire che di questo passo si perderà il VI
nazioni e soldi relativi. Quindi grazie a tutti per ciò che hanno fatto ma
occorre aria nuova. Gente con il coraggio di guardare all’utopia. Io gioco
sempre per vincere e voglio gente che nei fatti lavori per ciò. Le sconfitte
nascono dagli errori che li ha fatti è giusto che si faccia da parte.
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