Questo sito è dedicato alla rugbylist, un ritrovo "virtuale" dove si incontrano centinaia di appassionati di rugby.
I: I: [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
Salvatore Messina
totorugby a yahoo.it
Mer 2 Mar 2011 16:31:20 CET
Infatti intendevo l'investimento nel minirugby.
Purtroppo invece è così! Lo so che è una dura realtà e che per uno sport dei
valori come il nostro è difficile da accettare ma senza qualità (e non è detto
che nel volontariato non ci sia qualità!!!!!!!!!!!!) non si ottengono risultati
agonistici. Parlo esclusivamente di qualità tecnica perché la crescita morale la
si può dare solo, secondo me, partendo da un movimento altruistico e
disinteressato.
Per questo motivo URGE una ridefinizione dei campionati e degli obiettivi di
crescita: agonistico/professionista, agonistico, ludico (birra&salsiccia) e
formativo (scuola).
Questo minestrone attuale non porta a nulla: roviniamo i valori dello sport con
un agonismo dove non dovrebbe esserci e stemperiamo l'agonismo con l'educativo.
Mai come negli ultimi anni abbiamo avuto così tanti ragazzini e genitori
entusiasti del rugby. Poi alla fine, passato il minirugby, li perdiamo perché
non sappiamo o non possiamo dargli una offerta sportiva adeguata alle loro
aspettative.
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: antonio cinotti <antoncino a alice.it>
A: R.L. LR. <rugbylist a rugbylist.it>
Inviato: Mer 2 marzo 2011, 16:05:40
Oggetto: Re: I: [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
Squadre e aziende di rugby in Italia -
http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
__________________________________________
Forse non mi sono espresso bene:
* Il rugby a Siena nasce nel 1935, abbandonato dal 1944 fino al
1961, non è stabile fino al 1985, anno in cui il CUS riparte per 3
stagioni, poi riprende nel 1993 e da allora abbiamo fatto tutti i
campionati di serie C continuativamente, senza saltarne uno, sono
18 anni, non 7. Da 7, dal 2004 abbiamo iniziato a investire
risorse massicce sulle giovanili (le prime giovanili con il CUS
Firenze erano del 1996/7).
* Non un solo allenatore senese è un volontario, fino all'ultimo
animatore del minirugby ognuno prende un compenso oltre che i
rimborsi per chi è di fuori Siena e l'ho scritto chiaramente.
Non mi è chiaro come secondo te dovrebbe fare ad uscire dal rugby "volemose
bene" una piccola società visto che se non abbiamo allenatori con esperienza
(che costano soprattutto se non sono del luogo) di almeno 10/15 anni non se ne
esce fuori.
Noi a Siena non abbiamo un solo allenatore con più di 7 anni di esperienza nel
rugby, eccettuato quello dei seniores. Dobbiamo smettere perchè faremo sempre
schifo? Mi dispiacerebbe dirlo alle 200 e più persone che ogni domenica scendono
in campo con i nostri colori e che ultimamente iniziano anche a vincere
spesso...
Un NON allenatore ma preparatore atletico Riccardo Bani nella sua scuola (è
professore di Ed Fisica in un ITI) ha portato i suoi ragazzi alle finali
nazionali per due anni e se non sbaglio è arrivato terzo nazionale... è
allenatore, ma di basket!
Nicolò Baruffaldi ha avuto a Siena un allenatore con 4 anni di esperienza e uno
con 6, adesso è in Accademia, è solo fortuna?
Ribadisco il concetto, diamo sempre la colpa alle società che è più semplice!!
Continuiamo a pianificare a caso e poi lamentiamoci che le società non ci
seguono! Andiamo avanti a regalare risorse a chi ne ha già tante invece di
premiare chi è davvero interessato a crescere che la strada è quella, tanto poi
si fa giocare Wosaway, Garcia, Dellapè, Robertson (non per togliere niente a
loro, sia chiaro) e quindi se le accademie non vanno chi se ne frega!
poi ognuno ha le proprie idee, sia chiaro, ma non credo che la colpa della
mancanza dei risultati sia delle società di base... MAGARI!
Antonio
Il 02/03/11 11.55, Salvatore Messina ha scritto:
> Squadre e aziende di rugby in Italia -
>http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
>
>
> E chi ha detto il contrario!!!!!!!
>
> Vorrei solo far notare due cose:
>
> * avete iniziato nel 2004
> * vi basate sul volontariato
>
> Nel primo caso è logico che occorrano anni per offrire un prodotto sportivo ai
>ragazzi che sia anche competitivo.
> Nel secondo caso, avendo come linea di principio il volontario (a costo zero) e
>non il merito, il prodotto non sarà mai all'altezza.
> Un tecnico o un dirigente sportivo volontari _possono benissimo essere i
>migliori al mondo_ ma se la mia prima selezione per l'ingaggio è quella del
>volontariato è molto difficile che siano i migliori "sul mercato".
> Sopratutto in zone non di tradizione rugbystica.
>
> Finché non ci metteremo in testa che per crescere bisogna cercare il meglio
>faremo tanta promozione di valori sportivi e pochi risultati e non è nemmeno
>detto che il meglio sia per forza a pagamento (difficile ma non impossibile).
>
> Come faccio ad individuare un campione, quindi allenarlo di conseguenza, se di
>professione lavoro in banca e nel mio curriculum sportivo ci sono solo 10/15
>anni di rugby (magari nemmeno quelli)?
> Un allenatore che sia efficace deve avere esperienza di gioco, esperienza come
>allenatore, un bagaglio tecnico/didattico aggiornato, una buona conoscenza della
>psicologia, una buona formazione in tecniche di comunicazione, almeno delle
>conoscenze di base in medicina e, SOPRATUTTO, una predisposizione
>all'insegnamento. Un allenatore che sia stato anche un grande campione ma
>umanamente un po' "str..zo" difficilmente avrà una buona gestione dei ragazzi.
>
> Poi, per carità, va bene tutto ma se la base si poggia sul "volemose bene"
>quando all'estero il rugby ha basi scolastiche (professori preparati sia dal
>ministero sia dalla federazione sportiva) non pretendiamo molto di più di
>qualche onorevole (ma anche disonorevole) sconfitta ed una vittoria ogni tanto,
>per congiunture astrali favorevoli o con nazionali messe peggio di noi (sempre
>meno oltretutto...)!
>
> PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
>
> Salvatore Messina
>
>
> ----- Messaggio inoltrato -----
> *Da:* antonio cinotti <antoncino a alice.it>
> *A:* R.L. LR. <rugbylist a rugbylist.it>
> *Inviato:* Mar 1 marzo 2011, 18:42:32
> *Oggetto:* [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
>
> Squadre e aziende di rugby in Italia -
>http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
> Ciao a tutti,
> non mi risulta che negli ultimi anni siano state troppo ascoltate le società in
>merito a tante scelte, ma magari mi sbaglio... E' ovvio che se si va avanti a
>fare d'imperio il contrario di quello che ci si aspetta dalla base ad ognuno è
>dato il libero arbitrio di partecipare o no a campionati che hanno costi troppo
>alti e utilità dubbie(esempio campionato di under 20 della passata stagione
>clamorosamente partito zoppo ed arrivato in fondo alla stagione "strisciando"
>con ritiri e abbandoni).
>
> Per quanto riguarda il fatto che le giovanili non interessino perchè costano io
>mi sento di dire l'esatto opposto...
> Il minirugby ha costi ridicoli perchè gli educatori farebbero anche tutto
>gratis (cosa che noi non permettiamo, diamo a tutti un rimborso SIMBOLICO), non
>ci sono costi di pulmini perchè tutti i genitori vogliono accompagnare i
>ragazzi, magari portando i nonni ecc ecc, qualsiasi iniziativa si proponga sono
>presenti bambini e genitori, comprano gadgets e tutto il materiale tecnico ecc
>ecc.
> A noi dal minirugby avanzano risorse da dedicare al reclutamento, in più si
>guadagnano allenatori, dirigenti, appassionati, contatti con sponsor e chi più
>ne ha più ne metta. Se viene al campo un under 18 o un giocatore seniores
>abbiamo una persona, se viene un ragazzo dalla 16 in giù abbiamo un giocatore,
>spesso due genitori e a volte anche fino a 4 nonni, zii ecc ecc.
>
> Le nostre giovanili fanno pari tra quote di iscrizione, sponsorini di genitori
>ed amici, solo con i seniores "ci rimettiamo" 3-4mila euro da quest'anno per il
>pulman grande obbligatorio per le traferte lunghe (ma chiediamo un contributo ai
>ragazzi) sennò si faceva pari tra sponsor e quote da una parte, rimborsi ai
>tecnici e spese varie dall'altra.
> Io credo che una squadra se vuole fare dei passi in avanti sia obbligata a
>partire con le giovanili, non c'è bisogno che sia la FIR ad imporle, se non ci
>sono giovanili il movimento si esaurisce in 10 anni e non ha nuova linfa.
> Noi fino al 2004 abbiamo stentato con numeri e risultati seniores. Non è un
>caso che piano piano si sia iniziato, con il nostro vivaio, a cogliere risultati
>con i seniores.. che sono ragazzi che provengono dalle giovanili, lasciando in
>panchina o i tribuna i vecchietti miei coetanei!
>
> Certo potrebbero essere maggiori i contributi federali per chi fa attività
>superore a quella obbligatoria, noi quest'anno miriamo ad obbligatorietà (u16 e
>14), under 18 e minirugby.
> Non è detto che ci si faccia ma se ci si fa si rifanno le mute nuove per la
>prossima stagione con il contributo rugby di base! Almeno per i primi anni che
>si centra l'obiettivo di una nuova categoria le risorse potrebbero essere
>maggiori visto che lavoriamo per allargare la base.. e da una base più larga ci
>scappa fuori, dal Sabbione di Siena, anche un ragazzo che è in Accademia a Parma
>e che due settimane fa ha giocato titolare nella under 17 che ha vinto in
>Francia.. alla faccia delle strutture fatiscenti che abbiamo! Il suddetto
>ragazzo è stato da noi ceduto in prestito gratuito al Rugby Parma Junior, alla
>faccia di queste società che non sono lungimiranti e guardano sempre alla loro
>"pancia"!
>
> Adesso ne abbiamo un altro che è ai raduni di categoria Under 16 e speriamo che
>altri ne vengano fuori..
>
> Un riordino dei campionati sicuramente gioverebbe ma se al solito chi è al
>timone non sente la base penso ci sia poco da fare, saranno sempre imposizioni
>mal tollerate e non decisioni condivise...
> Buon rugby a tutti, io scappo al campo a correre!
>
> Antonio
>
> Il 01/03/11 13.06, Salvatore Messina ha scritto:
> > Squadre e aziende di rugby in Italia -
>http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> > __________________________________________
> >
> >
> > Analizzare una situazione serve per proporre delle soluzioni ad un evidente
>problema: la competitività del nostro rugby nei confronti delle altra nazioni,
>perché se rimaniamo in ambito nazionale non esiste nessun problema.
> >
> > Per analizzare una situazione occorre però tener conto delle variabili
>intervenute nel corso degli anni ed esaminare i dati oggettivi.
> >
> > L'Italia non è mai stata competitiva per molteplici fattori. Ad acuire il
>problema è sopravvenuto il professionismo che ha determinato una svolta epocale
>ed una accelerazione dei cambiamenti.
> >
> > Fondamentalmente nel 2011 stiamo ancora cercando di ridurre il gap esistente
>da prima del professionismo, dato da:
> >
> > * esiguo numero di praticanti;
> > * mancanza di basi tecniche e di una scuola di formazione;
> > * mancanza di impianti.
> >
> > Come si può ben vedere a tutt'oggi non siamo nemmeno sulla strada per volgere
>la situazione in positivo.
> >
> > Con l'avvento del professionismo si sono aggiunti questi altri impedimenti:
> >
> > * limitati budgets per squadre e nazionali;
> > * mancanza di normativa contrattuale;
> > * offerta di un prodotto spettacolo meno che scadente (a parte la
> > nazionale) per interessare il pubblico;
> > * mancanza di una strategia di marketing;
> > * mancanza di operatori qualificati a livello dirigenziale.
> >
> > L'unica figura nel panorama rugbystico nazionale ad aver tentato una
>soluzione a quanto sopra è stata la F.I.R.
> > Per quanto riguarda i club (salvo Treviso per l'area tecnico/manageriale
>sportiva e Viadana per quella di marketing/immagine) si è solo vista una
>gravissima involuzione che ha portato un abbassamento della qualità tecnica del
>nostro rugby rispetto a 20 anni fa.
> >
> > La C1 è stata abolita per scelta delle società. Così come adesso sono le
>società stesse a non volerla ripristinare. I motivi sono ben noti a tutti gli
>operatori.
> > Così come è stato abolito il "campionato riserve" poi "cadetto" per le
>continue lamentele di chi non vinceva tale campionato perché la domenica doveva
>giocare contro giocatori delle prima squadra in serie A.
> >
> > Le giovanili non interessano perché costano e costano perché viene offerto ai
>ragazzini un prodotto di scarto che non possiamo far pagare. Se così non fosse
>sarebbe il primo finanziamento dei clubs; così come avviene nel volley, nel
>calcio, nel basket, nella ginnastica artistica, nello sci, nel tennis ecc ecc
> >
> > In Italia siamo nella situazione di chi, per voler a tutti i costi mangiarsi
>l'uovo, non riuscirà mai ad avere la gallina, almeno per farci il brodo....
> > PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
> >
> > Salvatore Messina
> >
> >
> > ----- Messaggio inoltrato -----
> > *Da:* Giovanni Cardeti <gcardeti a yahoo.it <mailto:gcardeti a yahoo.it>>
> > *A:* rugbylist a rugbylist.it <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
> > *Inviato:* Mar 1 marzo 2011, 12:11:32
> > *Oggetto:* Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: R: [RUGBYLIST] Re:
>Obbligatorietà e campionati"minori"
> >
> > Squadre e aziende di rugby in Italia -
>http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> > __________________________________________
> > La tua proposta è la stessa organizzazione che 20 anni fa, prima dell'arrivo
>degli scienziati atomici foraggiati con i soldi del 6 nazioni, era in vigore in
>Italia.
> > Cambiava soltanto la serie A (divisa in due gironi A1 e A2 ciascuno di 12
>squadre) e la serie C (organizzata in 6 gironi da 10 squadre).
> > E' da non so quanti anni che sostengo che l'abolizione della serie C/1
>(campionato di basso livello ma che aveva una sua dignità, soprattutto per i
>giovani usciti dalle under 19 del tempo che si trovavano ad affrontare un
>campionato di livello discreto) è stato uno dei più grossi scempi fatti da
>questi scienziati.
> > Improvvisamente ha determinato una marmellata di campionati livellati al
>basso se non al bassissimo in cui si scontravano squadre che lottavano fino
>all'anno primo per la promozione in serie B e società nate da un mese.
> > Hanno letteralmente distrutto il livello della cosiddetta base (che poi a
>lungo termine è quello che va ad incrementare l'alto livello) e questo
>livellamento verso il basso ce lo siamo portati per circa una decina di anni.
> > Tutt'ora, nonostante qualche miglioramento determinato dalla creazione dei
>campionati di elitè (ma se guardiamo i criteri di partecipazione già ci mettiamo
>a ridere), non lo abbiamo superato.
> > Giovanni
> >
> >
> > --- *Mar 1/3/11, Oliver63 /<luca.oliva a katamail.com
><mailto:luca.oliva a katamail.com>>/* ha scritto:
> >
> >
> > Da: Oliver63 <luca.oliva a katamail.com <mailto:luca.oliva a katamail.com>>
> > Oggetto: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: R:
> > [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
> > A: rugbylist a rugbylist.it <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
> > Data: Martedì 1 marzo 2011, 09:51
> >
> > Squadre e aziende di rugby in Italia -
> > http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> > __________________________________________
> > Comunque Gaetano la mia proposta di riforma è la seguente:
> >
> > Serie A a 12 squadre con play-off, play-out e finale in campo neutro
> >
> > Serie B su due gironi da 12 squadre (nord e centro-sud)
> >
> > Serie C1 su quattro gironi da 12 squadre (nord-est, nord-ovest,
> > centro-sud e sud-isole)
> >
> > Serie C2 - gironi regionali organizzati dai Comitati,
> > eventualmente suddivisa in più gironi o accorpata tra regioni
> > vicinanti a seconda del numero di squadre
> >
> > Ciao.
> > Luca Oliva
> >
> > Il 28/02/2011 17.26, Gaetano Palmiotto ha scritto:
> >> Squadre e aziende di rugby in Italia
>-http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> >> __________________________________________
> >>
> >>
> >> Oggi abbiamo, di fatto, 8 livelli
> >>
> >> MAGNERS pro
> >> SUPER10 pro/semi-pro
> >> A1 semi-pro
> >> A2 semi-pro/dilettantistico
> >> B dilettantistico
> >> C1 dilettantistico/amatoriale
> >> C2 INTERREGIONALI amatoriale
> >> C3 TERRITORIALI amatoriale
> >>
> >> Stanti le attuali due squadre di alto livello, il resto lo organizzerei
>così:
> >>
> >> Un unico Campionato professionistico S12/S14 con obbligo di U14, 16, 20.
>Eventuale Campionato Seconde Squadre.
> >>
> >> Un campionato Semi-professionistico (Serie A) organizzato in 3/4 gironi
>zonali con finali per accesso alla Serie superiore con obbligo di U14,16 e 20
> >>
> >> Una Lega dilettanti (Serie B) organizzata in 4 gironi da 12 squadre con
>obbligo di U14 e U16
> >>
> >> Gran parte delle ultime tre categorie (parte della C1+C2 e C3) si
>potrebbero accorpare in un'unica amatoriale, senza obbligatorietà di under.
> >>
> >> Chi sale Lega dilettanti dalla Lega amatoriale ha tempo un anno per
>mettersi in regola con le Under, altrimenti penalizzazioni.
> >>
> >> Il rugby pro e semi-pro (fino alla A) dovrebbe essere gestito da organi
>separati.
> >>
> >> Saluti
> >>
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