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Re: [RUGBYLIST] Tra ciò che è vero e ciò che è FALSO.
Marco
marco_suomi a libero.it
Mer 5 Maggio 2010 14:26:31 CEST
>Da: paolo.valbusa a libero.it
>Concordo pienamente con Gaetano Palmiotto e Marco Baucherio. La
"calcizzazione"
>(orrendo neologismo) del pubblico è un fenomeno che sta interessando settori
>sempre più ampi della nostra disciplina
Caro Paolo, sono d'accordo che il rugby si stia "calcizzando" sempre di più,
soprattutto da quando il professionismo l'ha reso un business e non più
semplicemente uno "scontro regolato" tra amici che non si erano mai incontrati
prima.
Ma anche prima del professionismo certe società (che non nominerò) avevano
questo atteggiamento.
In giovanile, dopo aver segnato una meta (in una partita tra l'altro poi
persa), mi sono sentito dire dagli avversari "ti aspettiamo fuori" - come
spessissimo capita. Di solito è vento, quella volta in tre mi hanno aspettato.
Mona io che mi ero attardato in campo a raccogliere le tute e le borracce (ero
stato sostituito poco prima della fine della partita, ero scoppiato). E un
dirigente di quella società, qualcuno il cui nome ora si sente spesso
nell'ambiente, era presente e non ha detto nulla.
Lo stesso anno quella stessa squadra, che aveva dominato il girone, ha fatto
giocare i ragazzi più giovani (l'Under 17, ed eravamo in Under 19) nell'ultima
di campionato, lasciando la vittoria - e il passaggio ai playoff a nostre spese
- ad un'altra squadra che avevano ben battuto all'andata.
In trasferta poi, in casa proprio di quest'ultima squadra, il nostro
guardalinee (il papà del nostro estremo che, avendo giocato, si prestava al
compito) ha dovuto chiedere all'arbitro di poter cambiare lato del campo su cui
correre in quanto tempestato da insulti, sputi e tappi di bottiglia.
Se ero in Under 19 era il 1994. Prima del professionismo.
DOVER vincere fa male.
Marco Piva
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