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[RUGBYLIST] Reply: Addio Celtic

Antonio Mangano antoniomangano1962 a libero.it
Ven 29 Gen 2010 23:16:09 CET


Non volevo dire questo, ma semplicemente dire che la stessa base va "selezionata". Oggi è molto di moda il rugby. Ma quanti oggi svolgono improvvisandosi un lavoro proficuo? Sorgono le società, sono senza strutture, senza allenatori, spesso con un solo dirigente. Allora dico meglio mettersi insieme  piuttosto che vedere squadre di 12 elementi  e fare magari la prima e la seconda squadra. Ma con più allenatori e piu dirigenti forse si riesce a costruire di più e meglio e si evita la dispersione. Un'ultima cosa. Gli enti scolastici non li sviluppano le "grandi" società perché non è loro interesse o quanto meno dalle mie parti è così. Sono invece le piccole che lo fanno. Lasciano alle scuole "gli scarsi" e quelli buoni se li tengono...
  ----- Original Message ----- 
  From: Oliver63 
  To: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Friday, January 29, 2010 9:18 PM
  Subject: R: [RUGBYLIST] Reply: Addio Celtic


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  Fantastico veramente un commento illuminato .

  Tu restringeresti la base, fantastico . Ma il rugby non è soprattutto divertimento ?

  E tu vuoi impedire a un po' di ragazzotti di riunirsi, fare una squadra, mettere su un po' di giovanili dove il rugby non l'hanno mai sentito nominare perché poi magari il 90% dei tesserati scolastici abbandonano .

  Ma cosa c'entra scusa ? Gli enti scolastici li fanno proprio le società grandi . sono loro che "drogano" il mercato .

  Le altre società a stento riescono a fare qualche dimostrazione in una scuola elementare .

  Però però . il talento nasce dove capita ragazzi, non il buon giocatore quello lo costruisci nelle Accademie .

   

  Il "natural" come lo chiamano i saggi anglosassoni - e sottolineo saggi perché non ho nessuno spirito di rivalsa anzi ho sempre nutrito grossa stima verso la cultura britannica . - quello nasce in periferia, o dove cavolo gli pare . 

   

  Poi da lì si trasferisce e cresce . Allora ben vengano le piccole società con 12 giocatori in Under 16 non è quello il problema, il problema è che i ragazzi giochino e si divertano il più possibile .

   

  Poi arrivano i meccanismi di selezione, e le rappresentative e le accademie e i trasferimenti nelle grosse società e il professionismo .

   

  Ma se non hai il talento, costruisci squadre di buoni giocatori da materiale non eccezionale, per non dire scadente . e poi i risultati non ce li hai . Questo deve essere chiaro .

   

  E il talento - e qui chiudo il cerchio - lo trovi setacciando, setacciando, setacciando, come le buone pepite i cercatori d'oro . Non ti va di spezzarti la schiena ? Allora fai con quello che hai, ma poi non lamentarti dei risultati .

   


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  Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Antonio Mangano
  Inviato: venerdì 29 gennaio 2010 18.02
  A: rugbylist a rugbylist.it
  Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Reply: Addio Celtic

   

  ...ignominia...Franco con tutto il rispetto per le tue spesso molto precise opinioni mi sembra si sia passato il segno. Credo che il semplice fatto di discutere di queste cose, nel bene e nel male, sia dovuto a Dondi. Dondi ha portato il nostro rugby ai livelli attuali, che sono quelli di incazzarci se non stiamo in Magners. Cosa impensabile in altri tempi. Diverso il problema del rugby di base. Si parla tanto di allargare la base. Io personalmente la restringerei. Mi spiego ci sono così tante società che si potrebbero fare campionati provinciali in ogni provincia italiana. Ma non avviene. E per un solo preciso motivo. Nonostante l'immensa mole di marketing federale, nonostante i risultati talvolta deprecabili della nazionale, non si ottengono risultati positivi in termini, non di tesseramenti, ma di consolidamento di questi e di crescita dei ragazzi. Oggi si guarda ai numeri: X tesserati, Y società, etc. Ma quando una società non ha campo e strutture o allenatori cosa succede ai ragazzi. Quelli più volenterosi continuano ma il 90% dei tesserati enti scolastici abbandonano. E così con le società non strutturate, quelle che pur di fare attività mandano la 16 a giocare in 12 per tutto il campionato.  Prima di affiliare una società occorrebbe vedere il progetto di crescita, invece ne nascono come funghi, tesserano giocatori e poi? Io credo che alcuni ambiti territoriali più di un certo numero di società non posso assorbire. Per società intendo strutture che possano offrire un prodotto completo, di passione, professionalità e dignità. Dove ciò non è possibile bisogna spingere per consorziarsi intorno a progetti credibili. Distribuire soldi alla base, perché la base è brava e ci sa fare mentre a Roma non capiscono, mi sembra una stupidagine. Può sembrarvi un po' dura e fuori luogo, ma sono abituato a scrivere di getto e qualcosa dovrei approndirlo meglio. ma i fatti sono un po' questi 

    ----- Original Message ----- 

    From: allrugby 

    To: rugbylist a rugbylist.it 

    Sent: Friday, January 29, 2010 12:44 PM

    Subject: Re: [RUGBYLIST] Reply: Addio Celtic

     

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    Sottoscrivo in pieno quanto detto da Angelo, soprattutto nel punto che io avevo già indicato tempo fa: un qualsiasi dirigente, di qualsiasi azienda italiana, che al suo superiore avesse portato i risultati di Dondi, sarebbe stato cacciato fuori con ignominia solo dopo un anno.

    Ciao.

    Franco

    Il giorno 29 gennaio 2010 11.09, volpe_angelo a fastwebnet.it <volpe_angelo a fastwebnet.it> ha scritto:

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    Che delusione. Per tanti motivi, tra cui:
    - Come si fa a dire che solo all'ultimo momento sono venute fuori le richieste economiche e sperare di essere credibili? Una trattativa di simile livello che dura da mesi e mesi o anni in cui si tira fuori fuori la richiesta di 3 o 5 mln di euro (ma quanti in realtà?) solo nei giorni immediatamente precedenti alla decisione finale? Ma dai... ma siamo al luna park?
    - Il comunicato ufficiale parla di rinuncia anche perchè la distribuzione di tale enorme cifra avrebbe gratificato solo le federazioni britanniche. E a chi altri dovevano andare gli euri italiani? All'Italia stessa? Sul mio conto corrente? Comunque per il board della Magners sarebbe stato facile aggirare l'ostacolo posto in linea di principio: la cifra richiesta sale e invece di 3-5 mln ne vengono chiesti 5-7 e una parte ritorna nelle casse italiane. Perfetto, è la quadratura del cerchio. Contenti e soddisfatti così? Dove sta la differenza? Ma in Fir ci vogliono prendere in giro?
    - Roma, Calvisano che hanno dato forfait al Super 10...; Benetton che ha a libro paga un'enormità di giocatori, gran parte dei quali disputeranno forse solo la Coppa Italia per esuberanza di forze in rosa....; Viadana più o meno lo stesso...; Pretoriani che hanno smosso mari e monti nei palazzi romani fino all'inverosimile per avere sostegni politici ed economici...; quanto ancora si deve allungare la lista dei danneggiati da questa avventura in Celtic? E chi paga?
    - Alla fine di tutto l'Italia resta fuori perchè loro sono brutti, cattivi e ingordi? Non ci sarà qualche altra motivazione da ricercare nel modo in cui sono state condotte le trattative o la (in)capacità di "leggere" fino in fondo le richieste esplicite e implicite della controparte?

    Domanda: in una qualsiasi azienda, di fronte ad una debacle di tal fatta, quanto tempo ci metterebbe chi ha condotto le trattative ad essere sbattuto fuori o, in un rigurgito di orgoglio, a dimettersi?

    Angelo



    ---------- Messaggio inoltrato ----------
    From: gianni zanasi <zgianni2001 a yahoo.it>
    To: Rugbylist <rugbylist a rugbylist.it>
    Date: Fri, 29 Jan 2010 09:13:54 +0000 (GMT)
    Subject: [RUGBYLIST] Dondi e la Celtic
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                      L'insuccesso nell "affare Celtic", ha dato l'occasione a chi non ha fiducia in Giancarlo Dondi, di sfogare tutto il loro livore.  Stanno mettendo sul piatto negativo della bilancia gli errori, che non gli perdonano, dimenticando anche gli errori perdonati ai predecessori e sopratutto non vogliono rendersi conto cosa rappresentava il rugby 10 anni fa in Italia e nel mondo e quello che rappresenta ora. Non sarebbe meglio elencare i meriti assieme ai demeriti e poi farsi una onesta opinione?  Bene... gli scozzesi hanno fatto la barricata all'ultimo momento, facendo fare una brutta figura all'Italia del rugby e al suo presidente: l'unica risposta e attenderli al Flaminio e mandarli a casa con una sonora batosta, come è già accaduto in passato.  Scherzi a parte, leggere di Dondi, come se fosse un povero demente, non lo accetto sia da uomo d'esperienza, sia da vecchio rugbyman. Tutti possiamo sbagliare e Dondi che si avvicina ad una età pesante, sarà il primo a togliere il disturbo, perchè sa che dopo averlo fatto, ci saranno molti che lo rimpiangeranno, sopratutto per la prima parte dei suoi mandati.

                      Io la vedo così, a chi non è d'accordo, va il mio rispetto ugualmente. Vi prego solamente di lasciar perdere gli insulti.

                      Gianni Zanasi
                     
                       
                     

                
               

         

     


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