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[RUGBYLIST] Niente Celtic

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Ven 29 Gen 2010 08:11:07 CET


Da La Repubblica.

Rugby
L'Italia si ritira
Niente Celtic League
Dopo mesi di trattative la federazione annuncia l'addio al torneo a
cui partecipano rappresentative delle provincie irlandesi e superclub
gallesi e scozzesi: ''Decisione presa in seguito a richieste
economiche non accettabili''
di MASSIMO CALANDRI

L'Italia di scalda per il Sei Nazioni di P. Notargiacomo

ROMA - Alla vigilia del Sei Nazioni di rugby, l'Italia rinuncia alla
Celtic League, il campionato che schiera le migliori formazioni di
Galles, Irlanda e Scozia, e che dalla prossima edizione avrebbe dovuto
vedere al via anche due franchigie nostrane, Benetton Treviso e Aironi
del Po. Una questione di soldi, un improvviso ed "inaccettabile" gioco
al rialzo dei britannici, proprio come come aveva raccontato nei
giorni scorsi a Repubblica il presidente della Fir, Giancarlo Dondi.
Che ora parla ufficialmente di "richieste di natura economica da
ultimo avanzate dall'International Board, e ritenute dalla Federazione
italiana non accettabili per due motivi: l'entità, e perché rivolte ad
esclusivo beneficio delle sole selezioni già partecipanti alla
competizione". In altre parole, il dazio da cinque milioni di euro che
l'Italia avrebbe dovuto pagare per sedersi al tavolo dei grandi club,
sarebbe finito esclusivamente nelle tasche dei britannici.

Dondi commenta: "Ciò che più mi rincresce è che queste richieste siano
emerse solo nella fase finale delle trattative. Nel caso fossimo stati
messi preventivamente a conoscenza delle eccessive pretese economiche
del Board di Magners, avremmo evitato un lungo e laborioso percorso.
Questa amara decisione, che deriva dal solo intento di preservare la
dignità del rugby italiano, non può e non deve in nessun modo
rappresentare un freno alla crescita del movimento rugbistico nel
nostro Paese. Se non si verificheranno ripensamenti da parte del Board
celtico, sono sicuro che attraverso percorsi alternativi riusciremo
comunque a raggiungere i traguardi che con grande serietà e
perseveranza ci siamo prefissati. Nei prossimi mesi lavoreremo con
ancor maggiore intensità ed impegno per far sì che le competizioni
nazionali possano essere sempre più formative per l'alto livello ed
appetibili per gli sponsor ed il grande pubblico".

Il presidente era stato chiarissimo, solo pochi giorni fa: "Sono stati
gli irlandesi, a proporci per primi di entrare nella Celtic. Eravamo
entusiasti, ma poi qualcuno ha alzato il prezzo. Troppo. A suo tempo
l'entrata nel Sei Nazioni ce la siamo gestita, per sei anni ci siamo
arrangiati con le nostre forze. Qui in proporzione ci hanno chiesto un
sacco di soldi. Anche per pagare le trasferte dei loro club e
l'inevitabile allargamento delle loro 'rose' di giocatori. E del
denaro che avremmo dovuto mettere, a noi non sarebbe rientrato neppure
un centesimo. Volevano trattare personalmente i diritti televisivi.
Insomma, a queste condizioni era davvero dura. Qualcuno sosteneva che
io avessi convinto i colleghi dell'International Rugby Board, visto
che faccio parte dell'esecutivo, a coprire in qualche modo le spese:
vi assicuro che nessuno di loro ha mai aperto bocca, sul tema".

Vale la pena di ricordare che la partecipazione delle due franchigie
italiane aveva scatenato una corsa tra cinque pretendenti: in un primo
tempo con gli Aironi del Po, che fanno riferimento in particolare al
Viadana, erano stati scelti anche i Praetorians di Roma, in seguito
sostituiti dal Benetton Treviso.


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