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[RUGBYLIST] ... E' TUTTA COLPA DI DONDI ...

Ferrini Federico ferfed50 a yahoo.it
Gio 4 Feb 2010 03:17:55 CET



Caro Angelo ti ringrazio per il benvenuto! 
Ho già scritto in List il 20/1 c.a., in occasione del tuo sfogo di qualche giorno fa (autosospensione) ed in quella circostanza mi sono presentato. 
Come ho già detto, continuo ad apprezzare la tua presenza nella lista come una delle più significative e stimolanti. 
Mi sembra talvolta una presenza "di parte" (nel senso buono), ma anche molto calda ed "onesta".
Desidero comunque sottolineare alcune questioni di fondo, perché mi sembrano basilari per una analisi serena e soprattutto utile in un momento complesso e delicato come quello che il nostro rugby sta attraversando. 
Spero di non essere troppo stucchevolmente "politically correct" :-)), ma si tratta di quello che penso.

Non voglio entrare nel merito della politica federale, delle scelte fatte, delle loro motivazioni, men che mai dei "centri di potere" o delle lobbies.
Le scelte potrebbero essere anche sbagliate a partire dalla scelta Celtic e dalla sua gestione, le motivazioni non sempre trasparenti (anche se il rischio più o meno consapevole di fare "dietrologia" è sempre dietro l'angolo), le dinamiche di potere arroganti e regressive, tutto questo può accadere e non mi stupirebbe più di tanto: basta vedere quello che succede ovunque ed in tutti gli ambiti, politico, sociale, economico, amministrativo, imprenditoriale, ecc.. in questo particolare momento storico.
Viene detto che Dondi è al suo quarto mandato, ma forse ci dimentichiamo che Dondi è stato eletto ogni volta, per ben 4 mandati, proprio dalle Società e che i Consiglieri Federali sono espressione, emanazione quasi diretta, in chiave regionale, delle Società stesse.
Ma anche rispetto alla questione Celtic, abbiamo dimenticato lo "psicodramma delle votazioni di questi Consiglieri, il voto segretato, le alleanze ed i "tradimenti" consumati in tutta evidenza anche con il sorprendente stupore del Presidente Dondi. Per non parlare degli obbiettivi che stavano dietro queste strategie e tattiche societarie, obbiettivi manifesti ma anche latenti (le  alleanze tra  lombarde e romane ... le venete, etc). 

Vorrei invece sottolineare gli altri aspetti, quelli di cui si parla sempre molto poco e che incidono almeno tanto quanto le scelte del cosiddetto "palazzo" (a mio giudizio anche di più),  ammesso che queste siano così sistematicamente riprovevoli, come sembra dai più sostenuto.

Vorrei che si parlasse anche delle scelte fatte dalle singole società, dai loro dirigenti e tecnici, e delle loro politiche. 
Vorrei che si parlasse della qualità del loro agire, delle loro scelte, sui vari aspetti tecnici, organizzativi/gestionali, economici.
Vorrei che si analizzassero tali comportamenti a partire dalle società più significative ed incidenti, ma non solo .
Vorrei che si valutasse in modo altrettanto severo, quanto meno serio ed intellettualmente onesto, l'influenza di tali comportamenti sullo status del nostro movimento e sui problemi che denunciamo.

Non voglio dilungarmi, ma come ho già detto, CAMPANILISMI, LOCALISMI, INCAPACITA' DI PENSARE ED AGIRE IN FUNZIONE DI OBBIETTIVI GENERALI (CHE PURE SOTTENDONO INTERESSI COMUNI) E DI PROGETTI A MEDIO/LUNGO TEMPO , SONO LA REGOLA DIFFUSA, LA DINAMICA PREVALENTE CHE IMPREGNA DI SE EVENTI, COMPORTAMENTI ED IDEE, LA QUOTIDIANITA' DELLE NOSTRE SOCIETA'.

Caro Angelo, vivi a Padova. 
Per quello che constato vivi in una realtà evoluta nel panorama del nostro Rugby, forse la più evoluta. 
Il movimento giovanile ne è il segno più evidente: un movimento ricco di numeri e di qualità, particolarmente curato sia tecnicamente sia sul piano dei valori e dei comportamenti, conseguenza di un lavoro nelle scuole serio, a lungo termine, faticoso; movimento giovanile che è serbatoio di talenti per la prima squadra, dove gli stranieri sono pochi, qualificati ed utilissimi per la formazione e la crescita dei giovani: uno per tutti Mercier. Se poi volessimo andare a vedere quanti dei nostri Nazionali "Italiani" sono di formazione prevalente padovana avremmo ulteriori conferme. E si potrebbe dire ancora di più sull'organizzazione, la logistica e le strutture, ecc. ... in una parola la storia del Petrarca. Mi spiace che mio figlio non abbia avuto la possibilità di formarsi e di giocare a Padova ... ma chissà!?.
La tua positiva realtà forse non ti consente di vedere come funziona il "resto del mondo", le altre società.
Si potrebbero scrivere paginate intere: dinamiche come quelle che vedono il proprio orticello al di sopra di tutto, talvolta anche contro tutto e tutti (ma forse questo succede anche a Padova ?), i nostri campionati densi di stranieri spesso mediocri, con i nostri giovani relegati in panchina quando andava bene e con minutaggi ridicoli, stranieri acquistati per i campionati giovanili ... un professionismo gonfiato, illusorio, con i piedi di argilla, non supportato da presupposti adeguati (economici prima ed organizzativi dopo) neanche a livelli minimali ... tribune semideserte ... ma forse sto rischiando di essere "mortalmente" stucchevole 
Un'ultima cosa voglio però dirla, anche per non essere frainteso.
Vivo ad Arezzo, non sono tesserato a nessun titolo, ho giocato a rugby in serie A con l'Amatori Catania tra la fine degli anni '60 ed i primissimi '70. Ho dovuto smettere per gli esiti di un brutto incidente di moto, ma sono a tutt'oggi portatore malatissimo del virus della Rugbyte.
Mio figlio gioca a rugby e seguendolo ho potuto apprezzare, l'impegno, la preparazione, l'entusiasmo di alcuni tecnici federali e la passione che trasmettono ai loro ragazzi. Penso proprio sia una buona semina, a prescindere dai risultati che prima o poi dovranno arrivare!!

Federico


Il giorno 03/feb/2010, alle ore 19.14, Angelo Volpe @fast ha scritto:

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> Intanto Federico sii benvenuto in list perchè mi pare di non averti mai letto.
> Il presidente Dondi ricopre questo ruolo da svariati anni, al punto che ormai dev'essere tutt'uno con l'arredamento degli uffici dell federazione. Nello svolgere il suo compito ha sempre contato su ampie maggioranze e scarsa opposizione. Praticamente è stato ed è il padrone assoluto del vapore, anche per mancanza di reali alternative. Dunque tutto quello che di buono e di cattivo è successo o succede nel rugby italiano ricade sotto la sua sfera di influenza. E' la federazione (=Dondi e il suo consiglio federale) che fa le regole e le disfa. E' Dondi che ha portato avanti le trattative con il Board della Magners facendo trapelare le notizie che lui riteneva opportuno far trapelare e quando; è lui (e il suo Consiglio federale) che a suo tempo ha effettuato la scelta delle due formazioni candidate ad entrare nella Celtic ( e  sappiamo bene come è andata).
> Adesso tu scrivi che non è con lui che bisogna prendersela, ecc. ecc. Ti ammiro per l'esercizio di stile politically correct, ma che ha un certo che di forzatamente formale e dunque un po' stucchevole; vorrei invitarti a vedere le cose in maniera concreta come le posso vedere io che seguo il rugby con passione, ma non da "dentro", come tesserato, nè dirigente, nè altro. E come me in Italia ce ne sono milioni di appassionati che restano allibiti sull'esito della trattativa per la Magners league. Chi dovrebbe essere l'interlocutore in una situazione come questa se non il direttore della baracca? O se preferisci il maestro concertatore? O se preferisci, il massimo dirigente responsabile della federazione? Con chi bisognerebbe confrontarsi se non con il presidente Dondi? Con l'usciere capo o il capo ragioniere (se ne esiste uno)??
> Qui non si tratta di campanilismi. Io personalmente, essendo padovano, non sono coinvolto direttamente con Viadana o Treviso e nemmeno sono mai stato un convinto estimatore del progetto Celtic perchè ero convinto, e lo sono tuttora, che alla fine a rimetterci sarebbe stato il campionato dei "poveri", ossia degli esclusi, di quelli che non avevano la possibilità di avventurarsi in Celtic e che sarebbero rimasti a disputarsi un titolo minore, visto che i migliori erano impegnati altrove. Dunque il mio punto di vista è piuttosto neutro. Ma una volta intrapresa l'avventura, buon gusto e buon senso vorrebbero che il percorso e i risultati fossero adeguati all'impegno profuso e alle forze (enormi) messe in campo. Invece stiamo assitendo ad una specie di mercato del sabato dove la controparte resta allibita per come sia stata condotta tutta la vicenda a cominciare dalla scelta delle due squadre italiane e, per finire, al mancato rispetto di alcune clausole richieste da subito e non osservate (contratti tv ecc.).
>  
> Dondi -che piaccia o no- è e resta l'interlocutore unico di tutta questa vicenda, perchè di fatto, non ce ne sono altri.
>  
> Angelo
> ----- Original Message -----
> From: Ferrini Federico
> To: rugby list
> Sent: Wednesday, February 03, 2010 6:14 PM
> Subject: [RUGBYLIST] ... E' TUTTA COLPA DI DONDI ...
> 
> Coobiz.it - Gestisci la tua azienda in rete - http://www.coobiz.it
> ... è tutta colpa di Dondi ... !!
> 
> lo sento, lo leggo ... quali che siano le persone, le latitudini, le longitudini, per non parlare dei forum, è sempre tutta colpa di Dondi (senza naturalmente dimenticare Ascione, il Richelieu della situazione !?).
> 
> Da alcuni anni tutti i sabati e le domeniche sono in giro per l'Italia rugbistica, almeno quella dove si gioca il campionato U.20 di eccellenza, il girone 1. 
> Da Roma a Treviso, passando per Parma, Viadana, Calvisano, ecc, da più parti sento sempre malcontenti profondi, lamentele, arrabbiature, un elenco cospicuo di cose che non vanno, che non funzionano ed è sempre tutta colpa di ... Dondi, di Ascione, della FIR.
> 
> ... è tutta colpa di Dondi ... !!??
> 
> Consentitemi di dissentire, anche di "protestare energicamente" per quello che ritengo un vizio di fondo, un modo non utile, noioso ed alla fine poco intelligente, di definire i problemi.
> 
> ... è tutta colpa di Dondi ... !!??
> ... e le società, i dirigenti, gli stessi tecnici societari, ecc.?
> 
> Che il nostro movimento debba crescere non lo scopriamo adesso.
> Tale crescita è indissolubilmente legata alla crescita dei nostri ragazzi. Occorre fare il possibile perché questi ragazzi possano esprimere in modo compiuto le loro potenzialità. 
> Per questo occorre la crescita di tutte le componenti del movimento, a partire soprattutto dai Club: capacità organizzative, manageriali, gestionali. 
> Per quanto scontato possa apparire, in realtà si tratta di una "missione" estremamente difficile. 
> 
> CAMPANILISMI, LOCALISMI, INCAPACITA' DI PENSARE ED AGIRE IN FUNZIONE DI OBBIETTIVI GENERALI (CHE PURE SOTTENDONO INTERESSI COMUNI) SONO LA REGOLA DIFFUSA, LA DINAMICA PREVALENTE CHE IMPREGNA DI SE EVENTI, COMPORTAMENTI ED IDEE, LA QUOTIDIANITA' DELLE NOSTRE SOCIETA' 

> Si potrebbero scrivere paginate intere: dinamiche come quelle che vedono il proprio orticello al di sopra di tutto (talvolta anche contro tutto e tutti), i nostri campionati densi di stranieri spesso mediocri, con i nostri giovani relegati in panchina quando va bene, e quant'altro ... .
> Tutti meccanismi perversi, ma anche complessi, che non hanno consentito al "prodotto Rugby" di essere visto, comprato, di affermarsi come sport da vedere e da godere, col risultato di tribune semideserte e di un professionismo gonfiato, illusorio, non supportato da presupposti adeguati (economici prima ed organizzativi dopo) neanche a livelli minimali. 
> Anche alcuni aspetti dei dibattiti dei nostri forum, con le stupidamente litigiose posizioni che vi sono espresse, evidenziano queste problematiche.
> Ma sono cose che tutti conosciamo.
>  
> Operare in questo contesto è estremamente difficile e faticoso. 
> 
> ALCUNI ASPETTI DELLA "CULTURA", PURE RICCA DI EVENTI E DI VALORI, CHE SOTTENDE IL NOSTRO MOVIMENTO E LA SUA STORIA, SONO FORSE L'OSTACOLO PIU' GROSSO E DIFFICILE DA SUPERARE.
> 
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