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[RUGBYLIST] da Il Giornale - lunedi 16/11
Antonio Mangano
antoniomangano1962 a libero.it
Mar 17 Nov 2009 16:05:27 CET
...o probabilmente pensano che Fini giochi a rugby...
PS Comunque anche la retorica sulla superiorità della razza ovale mi ha
stufato. Ora voglio vedere la mia nazionale vincere per non far prendere
aria ai denti di 'sta gente...
----- Original Message -----
From: "Valerio Vecchiarelli" <v.vecchiarelli a libero.it>
To: "R.L. LR." <rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Tuesday, November 17, 2009 2:17 PM
Subject: [RUGBYLIST] da Il Giornale - lunedi 16/11
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>
> Ma l'ennesima sconfitta smorzi i toni dei cantori
> di Riccardo Signori
> a..
> Cari amici del rugby, siete splendidi, meravigliosi, deliziosi ed
> invidiabili, ma adesso smettiamola con le favole. L'altro giorno San Siro
> ha mostrato una straordinaria festa di popolo, ottantamila persone (più
> oltre 2 milioni davanti alla tv, tra La7 e Sky) per gustarsi una partita
> di rugby in Italia sono da Guinness, ma poi fermiamoci e torniamo alla
> realtà. Nel rugby conta vincere, come in qualunque altro sport. Ce lo ha
> spiegato Martin Castrogiovanni, il pilone azzurro, appena conclusa la
> partita: «Grazie dei complimenti, ma a noi interessava il successo». C'era
> da abbracciarlo, nonostante la stazza e il sudore fresco.
> Dopo esserci sorbiti una settimana di sbattimento di giornali e
> televisioni, come si trattasse della finale olimpica o di un campionato
> del mondo, dopo aver ascoltato commenti da far rimpiangere perfino
> l'insuperabile poetica di un Caressa, non ne potevamo più di una
> adulterazione della realtà così sfacciata. Qualcuno dovrebbe spiegare
> perché, davanti al rugby, ci inchiniamo tutti, anche se la nazionale
> nostra non vince una partita nemmeno per sbaglio. Davanti al calcio siamo
> molto più spicci, critici, talvolta (almeno alcuni di noi) impietosi.
> Qualcuno dovrebbe spiegare qual piacere ci poteva essere nel vedere per
> cinque minuti di fila il pigia-pigia di due pacchetti di mischia che non
> riuscivano a smuoversi nemmeno di tre centimetri. Il tutto accompagnato
> dal fastidioso refrain di un commentatore tecnico che la menava sulla
> «meta tecnica sì-meta tecnica no», come se da quella dipendesse il
> risultato di un match fossilizzato sul 20-6. Appunto 20-6, come se, nel
> calcio, all'ultimo minuto ci fosse la possibilità di segnare un rigore sul
> 3-0: bene, bravi, ma a cosa sarebbe servito il 3-1?
> Immaginiamo la replica: non capisci cosa significhi realizzare una meta
> contro gli All Blacks, il rugby ha una purezza e una durezza che non
> comprendi, la nostra nazionale prima era nessuno, adesso si può permettere
> una partita ambiziosa anche contro i miti ovali... Bene, ma non ci sarebbe
> stato niente di male nell'ammettere che lo spettacolo migliore è venuto
> dal pubblico, la partita è stata vagamente noiosa e deludente, non basta
> la Haka per divertire, il rugby in Italia ha sprecato una grande occasione
> e la nostra nazionale ha subito l'ennesima batosta.
> Il calcio ha, e avrà, tutti i difetti del mondo, ma il glorioso e
> ambizioso mondo degli sport vari deve conquistarsi con i fatti tutta la
> simpatia in lui riposta. E, allora, mettiamola così: nella stagione d'oro
> delle donne e nell'anno horribilis degli uomini azzurri, anche il rugby si
> è adeguato. Però avvisate i suoi cantori.
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